“…Il lebbroso…porterà vesti strappate…andrà gridando: impuro ! impuro !...” Lv 13,1-2.45-46 .
“…Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo” 1 Cor 10,31-11,1 .
“…Se vuoi, puoi purificarmi !...Lo voglio, sii purificato…” Mc 1,40-45.
Il gesto di Gesù, che guarisce il lebbroso, colmando la distanza, imposta dal libro del Levitico, tra il malato di lebbra e le persone sane, insegna l’ accoglienza del “diverso”, di cui molti parlano e pochi praticano. A tal proposito, appare pertinente lo stile proposto e praticato da Josè Bergoglio, anche prima di essere stato eletto Papa. Egli, già allora, aveva adottato i termini “scarti” e/o “rottami”, per indicare la “deriva”, che la civiltà moderna produce nella società. Individuava nei bambini, nelle bambine e negli anziani le categorie di persone più a rischio.
Dopo l’ elezione a Papa, queste parole sono ritornate anche nei documenti, come, ad esempio, nell’ “Evangelii Gaudium”(La Gioia dell’ Annuncio del Vangelo) e nell’ Enciclica, “Laudato Sì” (Sulla cura dell’ ambiente), in cui, tra l’ altro, egli afferma: “Non è possibile che non faccia notizia un povero che muoia, assiderato dal freddo, mentre fa notizia il ribasso di due punti percentuali in borsa”. Così, non si può affatto tollerare che si sprechi o getti via il cibo, quando ci sono persone che soffrono la fame. Tutto questo entra nel gioco della competitività e della “legge del più forte”, dove il potente “mangia” il più debole. Vediamo che grandi masse di popolazione vengono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie d’ uscita.

E’ la stessa logica che porta a sfruttare sessualmente i bambini o ad abbandonare gli anziani. Se non si fissano principi etici ben saldi, quali limiti potranno avere: la tratta degli esseri umani, la criminalità organizzata, il narcotraffico, il commercio di diamanti insanguinati o di pelli di animali in via di estinzione ?
Mons. Antonino Scarcione
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