“…Un segno grandioso…Una donna vestita di sole…La luna sotto ai suoi piedi…Sul capo una corona di dodici stelle…” Ap 11,19a;12,1-6a.10ab .
“…Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti…” I Cor 15,20-27° .
“…Allora Maria disse: l’ anima mia magnifica il Signore…Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili…” Lc 1,39-56.
In coincidenza con la Solennità dell’ Assunta, si celebra a Piazza Armerina, la Festa della Madonna delle Vittorie, Patrona della Città e della Diocesi, fondata il 3 luglio 1817. La venerazione locale della Vergine è incentrata sul vessillo, recante l’ effigie di Maria, che venne portata nella lotta di liberazione da parte dei siciliani alla ricerca della propria identità cristiana.
La meditazione, che segue, fa tesoro della riflessione del teologo Roberto Laurita, che compie un lodevole tentativo di attualizzare, “hic et nunc” (qui ed ora), il tema del corpo. Un tempo, il corpo era considerato un impedimento, anzi una zavorra, da cui liberarsi, per permettere all’ anima di raggiungere il cielo. Sembrava quasi un “obbligo” disprezzare il corpo, macerandolo nella penitenza e facendolo soffrire, per assicurare all’ anima la beatitudine eterna.
Oggi, forse, c’è l’ errore opposto: dedichiamo un’ attenzione esagerata all’ aspetto fisico, quasi che da esso dipendesse la riuscita o il fallimento della nostra vita. E, invece, ignoriamo i bisogni e le necessità dell’ anima. La festa dell’ Assunzione della Vergine Maria ci aiuta a rimettere le cose apposto. Mentre ricordiamo una verità di fede, l’ Assunzione della B.V. Maria, proclamata dalla Chiesa, noi siamo chiamati a ritrovare un rapporto più autentico col nostro corpo.
Esso non è solo un “astuccio” dell’ anima, destinato a corrompersi. Cosa sarebbe la nostra vita senza il corpo ? Quale sentimento o atteggiamento potremmo comunicare, esprimere e/o realizzare senza passare attraverso il nostro volto e le nostre mani ?
Il corpo della Vergine Maria non poteva conoscere la corruzione del sepolcro, perché aveva portato in sé l’ Autore della Vita. Guardando a quel corpo, noi possiamo intuire il destino di questo nostro corpo. Attraversato dalla sofferenza, percorso dal dolore, deformato e segnato dalla malattia, esso porta con sé un tesoro prezioso: l’ amore che Dio vi riversa, la nostra risposta di amore rivolta a lui ed ai fratelli.
Per questo anche il nostro amore va verso un destino di bellezza e di gloria.
Mons. Antonino Scarcione
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