"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 12 luglio 2025

Aspettando il Battesimo di Quartiere, 14^ edizione, Domenica 3 agosto 2025, ore 18:00 - Castello Aragonese

 

Meno di un mese al grande evento paliesco, la 70^ edizione del Palio dei Normanni, il governo del nobile quartiere Monte Mira tra le attività propedeutiche, anche quest'anno celebrerà il “Battesimo di Quartiere”, giunto alla sua 14^ edizione, istituito con apposito regolamento nel 2012.

Un battesimo laico, che ha lo scopo di "sacralizzare" l'appartenenza perpetua al proprio Quartiere, il “Battesimo di Quartiere” avrà luogo anche quest'anno presso il Castello aragonese, di proprietà del castellano Giancarlo Scicolone.

In effetti, in questi anni ci siamo sempre posti il problema, ma Quartierante si nasce, oppure si diventa?.

Quando si pensa al Quartiere immediatamente si parla della sua storia, dei suoi luoghi, della sua gente, delle vicende di ognuno che si confondono in quelle di tutti, ai Palii persi e all'ultimo vinto, dando per scontato di appartenere ad uno dei quattro quartieri storici cittadini.

Negli ultimi decenni i Quartieri con i suoi Comitati legalmente costituiti con Statuto, hanno ulteriormente alimentato lo spirito di appartenenza, infatti oltre all'impegno alle attività che non mancano nel corso dell’anno, la vita dei Quartieri ha raggiunto il suo apice nei mesi estivi con il Palio dei Normanni e la sua Quintana, dando maggiore consistenza al “fenomeno” di appartenenza.

E’ Quartierante chi nasce nel territorio del quartiere, un po’ come la nazionalità: per cui non è una scelta, ma un dovere ed un diritto, che dura per tutta la vita, anche nel caso in cui cambia casa e si trasferisce nel territorio di un altro quartiere.

Ma quartierante si può anche diventare: chi abita al di fuori dei confini od in un'altra città, può scegliere per simpatia un Quartiere, e partecipare alla sua vita.

Siena che con le sue Contrade ha fatto scuola, negli anni ’40/50 a seguito di un acuta osservazione sullo spostamento delle famiglie dall'interno dei rioni all'esterno delle mura di città dove si iniziavano a costruire case migliori (un po’ come è successo negli ultimi trent’anni a Piazza), pensò di istituire il battesimo di Contrada per evitare di far smarrire il forte legame del contradaiolo con la contrada, perdendo quel senso di appartenenza al territorio che invece è base dell'istituzione Contrada e del Palio senese. 

Detto ciò è facile dedurre lo spirito con il quale il Consiglio direttivo del nobile quartiere Monte Mira, nell'anno 2012 ha istituito con un proprio regolamento il “Battesimo di Quartiere”, legare con un cerimoniale, misto tra sacro e profano, l’appartenenza al Quartiere.

Il quartiere Monte Mira è tra i quartieri che ha subito più pesantemente il fenomeno della migrazione di quartieranti nelle nuove zone residenziali, quartieranti che sentimentalmente sono rimasti legati al quartiere perché in esso vi hanno trascorso e vissuto parte della loro vita.
Ed è anche a loro, quelli che non nascono e non crescono più nel quartiere che si guarda; tutti, a qualsiasi età, potranno essere protagonisti del “Battesimo di quartiere”: potrà essere impartito ai bambini/e (quale dono fatto al figlio dal genitore), ai ragazzi/e egli adulti quale loro libera scelta.

Per quest'anno, la data stabilita per la cerimonia è Domenica 3 agosto, il tutto alla presenza dei figuranti del quartiere, tra il rullo dei tamburi, lo squillo delle trombe e lo sventolio festoso delle bandiere, il Presidente in qualità di massima autorità e rappresentante del popolo, battezzerà "quartierante a vita", usando l'acqua.
 
In ricordo verrà consegnato al quartierante una pergamena e il fazzoletto, con i colori del quartiere, giallo listato di nero e bianco, con stampato o ricamato lo stemma araldico, l’aquila; il fazzoletto andrà poi indossato legandolo al collo.                                                                           
                 
                                                           Laura Saffila

LA DOMENICA CON GESU', XV DEL TEMPO ORDINARIO

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandamenti e i suoi decreti…Questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica” Dt 30,10-14 . 
“Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile…Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa…” Col 1,15-20 . 
“…Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna ? Gesù gli disse: Che cosa sta scritto nella Legge ?...Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta le tua forza e con tutta la tua mente, e il prossimo come te stesso…” Lc 10,25-37.

“ATTRAVERSO LA PARABOLA DEL BUON SAMARITANO, GESU’ RIORIENTA UN MAESTRO DELLA LEGGE: L’ AMORE VERRSO IL PROSSIMO E’ UN RIVERBERO DELL’ AMORE CHE PROVIENE DA DIO. GESU’ INFATTI ESORTA A DIVENTARE PROSSIMO DEGLI ALTRI ALLA STREGUA DEL SAMARITANO. EGLI E’ IL MODELLO, AUTENTICA ICONA DEL PADRE. E’ L’ UNICO INTERPRETE DELLE SACRE SCRITTURE”.

Valorizziamo il commento di Salvatore Cumia, giovane studioso della diocesi armerina (Servizio della Parola n. 567 pag.153 e ss.). Egli si sofferma, efficacemente, sui due momenti che caratterizzano la famosa parabola del “Buon Samaritano”: l’ uomo che scende da Gerusalemme a Gerico e incappa nei briganti e la risposta di Gesù al dottore della Legge su che cosa debba fare per avere la felicità.

-Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico…Vediamo che nella parabola c’ è un rovesciamento di situazioni: il sacerdote e il levita-i più titolati ad usare misericordia- si rivelano essere coloro che non amano, non esercitano solidarietà e non usano misericordia. Mentre “colui che si poteva e doveva odiare”, cioè il samaritano, “preso da compassione”, si rivela essere colui che esercita la solidarietà verso colui che incappò nei briganti.

Si potrebbe attualizzare la parabola, facendo scorrere davanti agli occhi le varie situazioni in cui qualcuno può aver avuto bisogno del nostro aiuto o della nostra attenzione. Sappiamo bene che, tante volte, non ci accorgiamo di ciò che accade attorno a noi. Qualche volta, ciò accade nelle nostre famiglie, nel condominio, a coloro che abitano nello stesso pianerottolo.

Se, oggi, ponessimo al Signore la stessa domanda del dottore della Legge, Egli ci metterebbe di fronte alla radicalità del comandamento dell’ amore, asse attorno a cui ruotano l’ Antico e il Nuovo Testamento.

-Nella sua risposta, Gesù non pone limiti. Il samaritano ha dimostrato di amare, con i fatti, e non a parole. Ha amato, e basta. Indipendentemente da chi fosse il più prossimo.

Adesso tocca a noi. Gesù ha detto: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.

Quante volte, quel levita o quel sacerdote siamo stati noi ! Siamo passati oltre e non ci siamo accorti dei fratelli bisognosi. Certamente, la parabola del buon samaritano è l’ esemplificazione concreta del cuore di Dio Padre, che ci invita ad “amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’ anima, con tutta la mente e il prossimo come noi stessi”.

                                                          Mons. Antonio Scarcione

sabato 5 luglio 2025

LA DOMENICA CON GESU', XIV ORDINARIA

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Rallegratevi con Gerusalemme…Sarete allattati e vi sazierete al seno delle sue consolazioni…Io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace…”Is 66,10-14 . 
“…Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo…Io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo…” Gal 6,14-28 . 
“…Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due…in ogni città…:”Vi mando come agnelli in mezzo a lupi…In qualunque casa entriate…dite: ”Pace a questa casa…Quando…vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto…e dite loro: “E’ vicino a voi il regno di Dio. Ma quando non vi accoglieranno…dite: “ Anche la polvere della vostra città…noi la scuotiamo contro di voi…: “Rallegratevi…perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” Lc 10,1-12.17-20.

“LA GIOIA. E’ QUELLA CHE I SETTANTADUE DISCEPOLI SPERIMENTANO NELL’ ESSERE INVIATI, NEL VIVERE L’ INCONTRO CON LE FOLLE, NEL COMPIERE LE AZIONJ CHE IL MAESTRO…HA COMPIUTO PER PRIMO. SEMBRA DI SENTIRLO L’ ENTUSIASMO: ANCHE I DEMONI SI SOTTOMETTEVANO A LORO. I DISCEPOLI HANNO TOCCATO CON MANO IL POTERE DI VINCERE IL MALE…”

Nella breve riflessione, seguiamo il commento proposto da Luigi Verdi, per la sua incisività ed efficacia. Notiamo che i discepoli se ne vanno in missione allegri e leggeri, portano un solo messaggio. Che inizia con una parola: “Pace”. Niente filosofia, né discorsi sulle prove dell’ esistenza di Dio. Non portano né denaro, né provviste, né sandali. Meglio fare affidamento su di Lui per le strade e nelle piazze del mondo. “Andate, camminate con la gente, osservate i volti, entrate nelle case, ascoltate il cuore della gente. E insieme, a due a due”. Come afferma L. Verdi, nel libro del Qoelet ( 4,9-12), c’ è scritto che “è sempre meglio essere in due. Se uno cade l’ altro lo rialza; se arriva un nemico, in due possono resistere…”. E termina, dicendo: “Una corda a tre capi non si rompe tanto presto”. Infatti, le corde sembrano due, ma sono tre: c’ è qualcuno che lega, un filo invisibile ma presente: c’ è con loro Colui che li manda.

Sembrano due, a piedi nudi, senza sandali, come Mosè davanti al roveto ardente. Sembrano due, come agnelli in mezzo a lupi. E se oggi c’è qualcuno convinto che “homo homini lupus”( un uomo è un lupo per un altro uomo), Gesù ci ricorda che “il lupo e l’ agnello pascoleranno insieme, e il leone mangerà la paglia come un bue e il serpente mangerà la polvere. Non faranno né male né danno (Cfr. Is 65,25).

E’ questo il Regno vicino, che verrà prima o poi. E diventa possibile e presente già nella nostra vita.

“Signore, anche noi, disarmati, “inviati”, sappiamo che con Te avremo il sapore del pane che spezzerai, il calore del fuoco che accenderai, la forza della vita che ci donerai, la dolcezza dell’ amore che ci regalerai” (L. Verdi).

                                                              Mons. Antonino Scarcione

 

martedì 27 maggio 2025

Filippo Rausa insignito del titolo di Cavaliere di Malta



Sabato 23 maggio 2025, Filippo Rausa, presidente del quartiere Monte Mira di Piazza Armerina, è stato insignito del prestigioso titolo di Cavaliere di Malta (S.H.O.S.J.), uno dei più antichi riconoscimenti conferiti dal Sovrano Ordine Ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme.

La solenne cerimonia si è svolta a La Valletta, capitale di Malta, seguendo un antico protocollo. Una processione ha preceduto l'evento, con i nuovi cavalieri in tenuta tradizionale: mantello nero, croce ottagona bianca e decorazioni tipiche del rango cavalleresco. 

Il corteo, aperto da un reggimento di alabardieri in divisa medievale accompagnati da tamburi e trombe, ha sfilato da Piazza del Palazzo del Parlamento lungo Republic Street (Triq ir-Repubblika in maltese), la via principale della città, tra turisti incuriositi e cittadini in festa.

La cerimonia ha avuto luogo presso la Pro-Cattedrale di San Paolo, alla presenza di importanti figure come il Gran Maestro dell’Ordine, S.A.R. il Principe Sandor Asburgo-Lorena, l'Arcivescovo Miguel Luis Perea Castrillon e il Gran Priore dei Cavalieri di Malta, M° Mark Agius. Un nutrito gruppo di Cavalieri officianti ha guidato la funzione, ricca di preghiere, simboli e parole dense di significato.

S.A.R. il Principe Sandor Asburgo-Lorena
Gli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, noti anche come Cavalieri di Rodi e di Malta, sono un Ordine religioso cavalleresco nato a Gerusalemme intorno alla prima metà dell'XI secolo (probabilmente nel 1048), intitolato a San Giovanni Battista.

Al termine della cerimonia, un lungo applauso ha salutato l'uscita dei Cavalieri, accompagnati da una leggera pioggerellina, quasi una benedizione. 

Al nostro Filippo Rausa, ora Cavaliere di Malta, vanno gli auguri più sinceri di tutto il Consiglio direttivo e dei soci del Nobile Quartiere per questo importante riconoscimento, nella certezza del suo continuo e costante impegno in tutte le attività che da decenni propone e insieme porta avanti con immutato zelo.




 

venerdì 16 maggio 2025

Problematica percorsi cittadini, Processioni Religiose e Palio dei Normanni.

Di seguito il documento relativo la Problematica percorsi cittadini, Processioni Religiose e Palio dei Normanni inviato alle autorità in indirizzo.

 Piazza Armerina, 16 maggio 2025

Al Sig. Sindaco, Avv. Nino Cammarata
A Sua Eccellenza il Vescovo, Mons. Rosaria Gisana
Al Parroco della Cattedrale, don Alessio Aira  
Al Rettore della Chiesa di San Giuseppe, Mons. Nino Rivoli
Al Rettore della Chiesa di San Giovanni Evangelista, Mons. Antonino Scarcione
Al Parroco della Chiesa dell’Itria, don Mihael Bilha
All’Assessore ai BB.CC. e Turismo, Ettore Messina
Al Cons Com.-coordinatore del Palio dei Normanni, Dino Vullo 
Al Consigliere Comunale-consulente Feste e Tradizioni Lucio Paternicò
                                                                                      e, p.c.      Sua Eccellenza il Prefetto di Enna
e, p.c.  Al Commissario di Polizia di Stato di Piazza Armerina 
                                                                                                              LORO SEDI         

 

Oggetto: Problematica percorsi cittadini, Processioni Religiose e Palio dei Normanni.

via Monte
Nonostante l'impegno costante e il prezioso lavoro del Comitato Nobile Quartiere Monte Mira la cui dedizione alla salvaguardia, promozione e valorizzazione dell'antico territorio merita riconoscimento e sostegno, negli ultimi tre anni si è assistito a una realtà desolante, infatti tutte le attività, le iniziative, le aspettative e le speranze di chi ha scelto di investire nel Quartiere, di viverlo, di mettere su casa e far crescere la propria famiglia in centro storico, negli ultimi anni sono state disattese.

Si constata con disappunto come l'azione delle Istituzioni possa arrecare un pregiudizio, una mortificazione per l'anima del quartiere e per chi lo vive con passione, manifestandosi concretamente con l'esclusione di Processioni Religiose e del corteo del Palio dei Normanni dai loro consolidati percorsi storici, motivata da cavilli legali e normative che appaiono strumentali alla cancellazione di importanti testimonianze storiche.

Infatti, prendendo spunto dall’ultima malefatta del Primo Maggio, da due anni, la tradizionale processione di San Giuseppe ha inspiegabilmente abbandonato il suo storico itinerario nel nobile quartiere Monte Mira (vie Monte, Crocifisso, San Martino, San Nicolò e rientro su via Monte fino alla chiesa degli Angeli Custodi per la visita alla Madonna delle Vittorie).

Non può essere una giustificazione quella del simulacro posto su un carro e trainato da un cavallo, poiché nel 2023 il percorso venne effettuato come da tradizione.

Se l'anno scorso, 2024, le avverse condizioni meteorologiche offrirono una spiegazione, quest'anno la scelta di ignorare il tracciato storico da parte del rettore della Chiesa di San Giuseppe appare incomprensibile e desta perplessità tra i quartieranti.

Tale decisione sembra penalizzare ulteriormente il nobile quartiere Monte Mira, già interessato da riduzioni nei percorsi di altre processioni (l’Immacolata Concezione e Santa Lucia lo scorso dicembre 2024, l’Ausiliatrice maggio 2024 e il corteo del Palio dei Normanni negli ultimi due anni 2023 - 2024).

La delusione tra i fedeli è palpabile. Questa sequenza di decisioni amareggia profondamente tutti i quartieranti, che vedono contraddette le promesse di sostegno e valorizzazione del Centro Storico con la cancellazione di usanze, tradizioni e percorsi secolari.

via San Martino
Negli ultimi anni è stato fatto passare il messaggio che il quartiere Monte Mira sia spopolato, abitato da qualche migliaio i residenti e quindi a che vale far percorrere le processioni se non ci abita nessuno!!. Come se in altre parti della Città, al passaggio delle processioni, i concittadini stessero assiepati ai bordi dei marciapiedi e/o davanti l’uscio di casa.

È falso sostenere una tesi del genere anche perché sia nelle varie e diverse processioni religiose che nel corteo del Palio dei Normanni, la gente del quartiere partecipa e assiste ai bordi delle strade o sui balconi adornati da bellissimi fiori, con bandiere o drappi particolari.

Stabilire i percorsi delle processioni è diventato opzionale da parte di chi è preposto ad autorizzarle, cioè questo evento sì e quest'altro non più perché è di libero arbitrio senza consultare i cittadini e cosa ancor più grave il Comitato di Quartiere costituito nel lontano 1983, col patrocinio dell'arciprete don Michele Nicosiano.

Questo Comitato, infatti, ha da sempre attenzionato le varie problematiche del Quartiere al fine di rendere la vita di chi vi abita più agevole e funzionale. Negli anni si sono fatte assemblee o proteste di ogni genere alla presenza di politici o rappresentanti ecclesiali, ottenendo risultati che hanno migliorato le condizioni di vita della comunità: dalla problematica dell’acqua, all’illuminazione, al verde pubblico, alla viabilità, ad un efficiente Ufficio Postale, ecc, mentre per altre tematiche si è ancora in attesa di riscontro.

Questo inconsueto fenomeno del taglio dei percorsi storici parte con il Palio dei Normanni; per giustificare la decisione di non far più scendere il Palio dei Normanni da via Monte fino a San Martino, si è sollevata la questione, ritenuta pretestuosa, delle presunte vie di fuga mancanti in via S. Nicolò. Questa motivazione ignora che analoghe problematiche di vie strette e a budello esistono in molte altre zone della città, anch’esse percorse dal corteo del Palio.

Questa decisione ha cancellato con un colpo di spugna le profonde ragioni storiche di quel percorso tradizionale. Si trascura infatti l'importanza del passaggio per San Martino, la prima Chiesa Madre di Piazza Armerina, e di via San Nicolò, testimone della medievale cinta muraria. Appare inoltre illogico come una limitazione che inizialmente poteva riguardare i soli cavalli sia stata estesa a tutti i figuranti, mettendo in secondo piano l'inestimabile significato storico di questo tracciato.

via Crocifisso, già Strada Mastra
Per le processioni religiose è andata a finire che un Santo scende fino a San Martino mentre l'altro non più, poiché a deciderlo e chi si alza prima al mattino e intanto la gente del Quartiere, specie gli anziani, ci mangiano la faccia dicendoci dov'è il vostro potere consultivo, sancito per altro dalla Legge e la vostra partecipazione agli eventi della città? Questo aspetto ci rende infatti impotenti o addirittura cancellati da una eventuale consultazione.

Egregio Signor Sindaco e Autorità in indirizzo, il nobile quartiere Monte Mira e i suoi rappresentanti esprimono profonda preoccupazione, disappunto e ingiustizia per il rischio di una continua penalizzazione delle tradizionali processioni e cortei radicati nella storia e nell'identità del quartiere Monte Mira.

Fatichiamo a comprendere come si possa ghettizzare una parte così importante e significativa del nostro Quartiere, della Città, adducendo motivazioni che appaiono futili e che richiamano, in maniera impropria, eventi come il grave incidente di Torino (3 giugno 2017, avvenuto in occasione della finale della Champions League tra Juventus e Real Madrid, dove in piazza San Carlo fu installato un maxischermo per permettere agli oltre 30.000 tifosi juventini rimasti in città di seguire in diretta la partita, incidente peraltro causato da malviventi che utilizzarono dello spray urticante facendo scatenare il panico).

Comprendiamo pienamente la Direttiva e le Linee guida del Ministero dell'Interno sulle manifestazioni pubbliche. Tuttavia, si ritiene necessario operare una contestualizzazione rispetto alle dimensioni e alla densità abitativa delle diverse realtà urbane. Il dato di 30.000 partecipanti a Torino, in relazione a una popolazione residente di 858.404 unità (dato 2021), assume una valenza proporzionale significativamente differente rispetto ai 20.516 abitanti (dato 2025) di Piazza Armerina, distribuiti sull'intero tessuto urbano, comprendendo fasce di popolazione sensibili come anziani e bambini. Anche considerando un incremento di circa 10.000 presenze durante le giornate centrali del Palio, la concentrazione di pubblico più rilevante si focalizza in aree specifiche come piazza Cattedrale e il campo sportivo (con ingressi gestiti), e nella zona di piazza Generale Cascino.

Detto ciò, con numeri alla mano è incomprensibile come sia stato possibile negare la presenza del corteo storico del Palio dei Normanni là dove tutto ha avuto origine.   

Il direttivo del nobile Quartiere Monte Mira, con il suo presidente, ci sentiamo investiti della responsabilità di valutare ogni azione necessaria alla tutela dei diritti storicamente acquisiti dal Quartiere nel contesto del Palio, nel corso degli ultimi 70 anni, e, in una prospettiva secolare, per quanto concerne i tracciati delle processioni religiose. Allo scopo, si inoltra la presente istanza al Prefetto di Enna, preannunciando la disponibilità ad intraprendere forme di protesta, tra cui l'astensione dalla partecipazione ad alcune attività cittadine.

Confidando in un vostro pronto riscontro e la possibilità di incontrarci per discutere nel dettaglio questo stato di cose affinché si possano trovare soluzioni che tengano conto sia delle normative vigenti che del valore storico e affettivo di queste importanti tradizioni, auspicando che la presente istanza riceva la dovuta attenzione e considerazione, porgiamo cordiali saluti.

                                                                                    Il Presidente
                                                                                   Filippo Rausa

Il Consiglio Direttivo

Osvaldo Zitelli, Concetto Favella, Filippo Purrazza, Filippo Aloi, Laura Saffila, Jessica Libro, Francesco Lentini, Filippo Cavolo, Anna D’Aria, Moreno Purrazza, Benedetto Pulici, Renzo Lagati, Alfredo Bandiera, Verusca Denaro, Grazia Delia, Giuseppe Lagati, Manuel Favella, Simone Grillo, Lina Favella, Giuseppe Bandiera, Antonino Amato, Claudio Picicuto, Claudio Gennaro, Lo Presti Giusy, Giancarlo Scicolone, Roberto D’Assaro, Filippo Nobile, Ketty Puglisi, Massimo Parlascino, Siria La Delia, Danilo Bonifacio, Damiano Rausa, Andrea Galletta, Giuseppe Di Dio.


sabato 10 maggio 2025

LA DOMENICA CON GESU', IV DI PASQUA

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore…I Giudei furono ricolmi di gelosia…Paolo e Barnaba…dichiararono: Era necessario che fosse proclamata…a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete…noi ci rivolgiamo ai pagani…I pagani si rallegravano…” At 13,14.43-52 . 
“Io, Giovanni vidi: …Una moltitudine che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolazione o lingua…E Dio asciugherà ogni lacrima…” Ap 7,9-14 . 
“…Le mie pecore ascoltano la mia voce…Io do loro la vita eterna…” Gv 10,27-30.

“IL RAPPORTO TRA IL GREGGE E IL PASTORE CORRE LUNGO LE VIE DELLA STORIA. L’ INCONTRO CON IL RISORTO E’ FONTE DELLA MISSIONE DELLA CHIESA CHIAMATA A MISURARSI CON CAMBIAMENTI, PROVE E PERSECUZIONI”

“Sentirsi in buone mani…Nessun vento, nessun uragano, nessuna tempesta potrà strappare le nostre fragili vite dalla vita vera, quella del “per sempre”. Così esordisce Luigi Verdi nel suo commento. Noi, in questa IV Domenica di Pasqua, ne facciamo tesoro. Egli afferma: “Non importa quali paure ci sfioreranno. Lui, il Signore, ci sarà sempre, sarà per noi la mano robusta che afferra Pietro mentre sta affogando, come in quella notte, quando volle imitare il Maestro, iniziò a camminare sulle acque del lago e stava per sprofondare dalla paura per il forte vento.

Egli sarà per noi nido e riparo, mano calda in cui il freddo potrà solo sfiorarci, ma non assideraci, come afferma Paolo, “Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi” (2 Cor 4,8-9). Vasi di creta che possono anche frantumarsi, ma che custodiscono un tesoro infrangibile ed eterno.

Basta ascoltare la sua voce e seguirlo. Ma qui, forse, inizia il problema. Siamo noi capaci di “ascoltare” nel frastuono delle mille preoccupazioni, dei nostri sentimenti, nelle false sicurezze delle nostre comode scelte ? Siamo capaci di ascoltare quel richiamo appena sussurrato, quella voce che giunge nel centro del cuore e lega il cielo alla terra ?

C’ è troppo rumore intorno e dentro di noi. Troppa fretta. Troppa frenesia nella nostra vita, che è diventata una corsa verso non si sa che cosa. Rischiamo di smarrirci, di trovarci da soli in un campo di erba secca e bruciata dal sole. Rischiamo di non trovare più la strada di casa. E vaghiamo nella notte.

Come Pietro, aspettiamo che la Sua mano ci afferri e non lasci cadere nel dirupo. Pastore attento è il nostro, egli conosce il nostro cuore e non permetterà a niente e a nessuno di portarci lontani da Lui. Nessun lupo potrà addentarci. Il Signore “conta i passi del mio vagabondare e le mie lacrime raccoglie nel suo otre” (Sal. 56,9).

Vorremmo realmente avere orecchie attente e cuori in grado di captare le onde della sua voce, riconoscere il suo richiamo gentile, sentir pronunciare il nostro nome e avvertire un brivido di gioia. “Mi sento finalmente al sicuro…nelle sue mani che profumano di eterno” (Luigi Verdi).

                                                              Mons. Antonio Scarcione  

sabato 3 maggio 2025

LA DOMENICA CON GESU', III DOMENICA DI PASQUA / C

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli…così: …Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te…” Gv 21,1-14.

…Ma quella notte non presero nulla. All’ alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Egli disse loro: “…Non avete nulla da mangiare ? “. Gli risposero: “No”. Allora egli disse loro: “ Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora, quel discepolo, che Gesù amava, disse a Pietro: “E’ il Signore !”. Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito e si getto in mare. Come afferma Luigi Verde, che ci fa da guida in questo breve commento: “ Che notte quella. 
Notte insonne…Ognuno da solo con i suoi pensieri, i suoi rimorsi e le sue lacrime”. Una notte lunga, di quelle che sembra che non finiscano mai: inutile agitarsi e rigirarsi nel letto. Meglio alzarsi e andare a pescare, per non pensare, per non sentire il dolore. Il mare sembra più grande e profondo. E vuoto. E tiriamo su le reti, sempre più povere e inutili…Ora sta sorgendo il sole, l’ acqua comincia a brillare e là, sulla riva, si intravede qualcuno, forse un mendicante che chiede da mangiare. Ma è una voce dolce, che un’ eco gentile: “…Figlioli…gettate…e troverete”. Le mani tremano, gli occhi non credono. Ma poi Giovanni dice sicuro: “E’ lui! ”. Mi tuffo nell’ acqua, non posso aspettare che la barca appesantita giunga a riva: voglio vederlo subito, toccarlo, abbracciarlo. I suoi occhi mi guardano, la sua bocca mi sussurra che mi ama. Tra un po’, quando, seduti sulla sabbia, mangeremo il pesce, sarà lui a domandarmi se lo amo. Signore, so soltanto che ti voglio bene, so che, quando mi guardi, respiro sogni e libertà.

Certo, non sono capace di un amore come il tuo. Tu riesci a perdonare tradimenti e delusioni, paure e fallimenti. Aiutami.

                                         Mons. Antonio Scarcione

martedì 29 aprile 2025

Esposte le bandiere del nobile quartiere Monte Mira in onore della Madonna delle Vittorie



Come ogni anno alcuni soci del comitato di quartiere, capeggiati da Filippo Rausa, con Concetto Favella, Francesco Lentini, Filippo Aloi e Filippo Purrazza hanno collocato lungo la via Monte e sul prospetto della chiesa degli Angeli Custodi, le bandiere riproducenti i colori e l'araldica del nobile quartiere Monte Mira, collocate per l'occasione in segno di festa, per accogliere la Madonna, Maria Ss. delle Vittorie in piazza Vecchia, nel 677 anniversario del ritrovamento (1348), che dal santuario di contrada Piazza vecchia in processione sarà portata a spalla dai giovani portatori.

Una consuetudine che ormai si ripete da oltre trent'anni, a testimonianza del forte sentimento di appartenenza al quartiere, testimoniato con l'esposizione delle bandiere, nelle ricorrenze più importanti. Inoltre un banner di saluto all'immagine sacra.





sabato 12 aprile 2025

LA DOMENICA CON GESU', DELLE PALME - PASSIONE DEL SIGNORE / C

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io possa indirizzare una parola allo sfiduciato…”Is 50,4-7 . 
“Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio…svuotò sé stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini…” Fil 2,6-11 . 
“…Pilato, disse…”mi avete portato quell’ uomo come agitatore del popolo…io l’ ho esaminato…ma non ho trovato in quest’ uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate…”Lc 22,14-23.56.

“LA NARRAZIONE DELLA PASSIONE RAPPRESENTA IL FONDAMENTO DI TUTTO IL VANGELO. “L’ ATTENZIONE SI CONCENTRA SU GESU’ E SULLA SUA PASSIONE DOLOROSA”. EGLI E’ “IL PROTOTIPO DEL GIUSTO”, TANTO E’ VERO CHE AI PIEDI DELLA CROCE IL CENTURIONE RICONOSCERA’: VERAMENTE QUST’ UOMO ERA GIUSTO”.

In molte parrocchie-dato che oggi c’è la lunga lettura della Passione del Signore- non c’ è omelia. Oppure, se ne tiene una breve. Questa è la nostra scelta.

-“L’ ingresso di Gesù in Gerusalemme”. Al centro della celebrazione c’ è sicuramente la croce. In realtà, non solo la croce, ma la croce gloriosa, come afferma esattamente Roberto Laurita (Servizio della Parola n. 565 pag. 151 e ss.).

“Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme”.
Come il primo della cordata nel cammino verso la città. “Andate nel villaggio di fronte”. Vediamo che è Gesù stesso ad organizzare l’ ingresso nella Città Santa. Egli non cerca la gloria degli uomini. Gesù compie un gesto simbolico, vuole far comprendere che è il Messia annunciato dal profeta Zaccaria.

“Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore !”. Gesù attraverso la sofferenza e la morte ci conduce alla resurrezione.

-“Il percorso verso la croce”. Entrando a Gerusalemme, Gesù dà inizio al momento culminante di tutta la sua vita. Lasciamoci condurre, quindi, dal lungo racconto che viene proclamato. Sappiamo bene che la domanda fondamentale, che ci dobbiamo porre, è: “Chi è Gesù”..

E’un uomo che appare in tutta la sua fragilità, “nel momento della prova”. E’ in uno stato di prostrazione così profonda che il suo sudore cade a terra come gocce di sangue. Dopo il suo testamento, rappresentato dalla Cena, la chiave del messaggio si trova nel modo in cui Luca racconta l’ episodio del giardino.

E’ un uomo pieno di bontà e compassione. Luca ha evidenziato la tenerezza e la misericordia di Gesù, che è venuto a cercare e a salvare quello che era perduto. Anticipa a Pietro il suo rinnegamento, ma gli assicura anche la sua preghiera, quando l’ apostolo l’ avrà rinnegato. Lo sguardo intenso di Gesù sarà tale da far piangere Pietro, che si allontana con le lacrime agli occhi. Ed ancora, Gesù guarisce l’ uomo al quale era stato tagliato l’ orecchio. Consolerà le donne di Gerusalemme, che incontra sulla via del Calvario. Pregherà per i suoi carnefici. Assicurerà ad uno dei malfattori, crocifissi con lui, che entrerà con lui nella gioia di Dio.

E’ un uomo giusto. E’ un innocente condannato a morte.

Per ben tre volte, mentre è inchiodato sulla croce, gli dicono di salvare sé stesso, scendendo dalla croce. Ma sappiamo bene che egli non è venuto per salvarsi, bensì, per salvare tutti gli uomini.

Gesù ha sperimentato la prova terribile della sofferenza fisica e di quella morale. Ha conosciuto l’ abbandono da parte della folla e da parte dei discepoli. E’ un uomo che si fida totalmente del Padre.

                                             Mons. Antonio Scarcione

sabato 5 aprile 2025

Pasqua 2025

 


LA DOMENICA CON GESU', V DI QUARESIMA / C

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Il Signore… aprì una strada nel mare…in mezzo ad acque possenti…fece uscire carri e cavalli…Non pensate più alle cose antiche !...Io faccio una cosa nuova…Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa…per dissetare il mio popolo…” Is 43,16-21 . 
“…Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo…Io sono stato conquistato da Cristo Gesù…Corro verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù…” Fil 3,8-14 . 
“…Scribi e farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio…e gli dissero:” Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio…Mosè…ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici ? “…Gesù si chinò e scriveva col dito per terra…si alzò e disse: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. E…di nuovo scriveva…Quelli…se ne andarono…cominciando dai più anziani…Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono ? Nessuno ti ha condannata ?...Rispose: “Nessuno…E Gesù…: Neanch’ io…D’ ora in poi non peccare più”. Gv 8,1-11.

“CI SONO SITUAZIONI CHE SEMBRANO SENZA VIA D’ USCITA. E INVECE SI APRE UNO SPIRAGLIO E SI FA STRADA UNA NOVITA’ FINO AD ALLORA INAUDITA. E’ DI QUESTA NOVITA’ CHE CI PARLANO LE LETTURE. ESSA VIENE DA DIO CHE SI RIVELA L’ UNICO CAPACE DI FARE COSE NUOVE. LA GIOIA PRENDE IL POSTO DELLE LACRIME. GESU’ SALVA DALLA LAPIDAZIONE LA DONNA E LE SPIANA UNA VITA NUOVA, LIBERATA DAL PECCATO”.

Come afferma Roberto Laurita, “appare opportuno cominciare dalla scena evangelica” (Servizio della Parola n.565 pag.133). Una scena che sembra, all’ inizio, avere un’ unica via d’ uscita: la condanna a morte della donna, per lapidazione. E, invece, il cerchio della morte viene spezzato, grazie al Signore Gesù.

-“Un contrasto molto forte”. Da una parte, le urla degli scribi e dei farisei, che esigono un castigo esemplare; dall’ altra, alcuni segni enigmatici sulla sabbia e la reazione muta di Gesù. Tanto impressionante da convincere gli accusatori a lasciar cadere le pietre e a tornarsene a casa. Il tutto davanti alla donna, che non dice nulla. Né per discolparsi, né per chiedere misericordia.

-“Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo per accusarlo”. Ci chiediamo, che cosa animi gli scribi e i farisei ?. L’ evangelista lo dice con chiarezza. La condanna della donna è solo un pretesto, per mettere in difficoltà Gesù. E noi ? Siamo proprio così diversi da quegli scribi e farisei ? .

-“Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra”. Che cosa scriveva ?. Le ipotesi sono le più diverse. Egli non si limita a scrivere. Il testo sottolinea: ”Si chinò” e “si alzò”. Se lo accostiamo alla menzione del monte degli Ulivi, esso acquista un significato particolare. Attraverso questi due verbi, il gesto acquista un significato cristologico: mima l’ abbassamento e l’ innalzamento attraverso i quali Gesù riconcilia con Dio l’ umanità prigioniera del peccato.

-“Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. La risposta di Gesù è abile, rappresenta un’ apertura verso la vita e non una chiusura nella morte. All’ inizio resta seduto e risponde solo con dei graffiti. Ma adesso, davanti alla loro insistenza, egli rinvia ognuno alla sua condizione di peccatore. A questo punto, gli accusatori se ne vanno. Il suo dito levato da terra rimette in questione quei giudici, che dimenticano il loro peccato.

-“Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”. Contrariamente a quello che facciamo noi, Gesù non mette su nessuno delle etichette, non ci riduce al nostro peccato. Ogni creatura è un essere incompiuto, che cresce, se c’è qualcuno che crede in lui. La fiducia è la forza dinamica dell’ amore.

-“Un Dio che fa cose nuove”. Dio non imprigiona in un passato e neppure nel presente del proprio errore. I farisei preferiscono aggrapparsi al passato, che imprigiona e impedisce di crescere.

La donna è messa davanti al suo peccato, ma è anche invitata ad andare oltre.

                                                   Mons. Antonio Scarcione   

sabato 29 marzo 2025

ORA LEGALE 2025. Gli orologi dovranno essere spostati avanti di un'ora.

Alle due del mattino di domenica 30 marzo entra in vigore l'ora legale, che durerà fino al 30 ottobre prossimo. 

Gli orologi dovranno essere spostati avanti di un'ora. Il cambio comporterà un beneficio in termini economici e ambientali. 


LA DOMENICA CON GESU', IV DI QUARESIMA / C

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Gli Israeliti rimasero accanto a Galgala e celebrarono la Pasqua…nelle steppe di Gerico…Come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò…” Giosuè 5,9.10-12 . 
“…Gustate e vedete come è buono il Signore” Sal 33 . “Fratelli, se uno è in Cristo è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove…” 2 Cor 5,17-21 . 
“…Disse loro questa parabola: Un uomo aveva due figli. Il più giovane…disse al padre:…Dammi la parte di patrimonio che mi spetta…Pochi giorni dopo, il figlio più giovane,…partì per un paese lontano e lì sperperò il suo patrimonio…Andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti…che lo mandò…a pascolare i porci…Allora ritornò in sé e disse: quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io muoio di fame…Andrò da mio padre…Suo padre lo vide…gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò…Il padre disse:… Portate qui le vesti più belle…mangiamo e facciamo festa…Il figlio maggiore…quando fu vicino a casa, udì le musiche…e non voleva entrare…” Lc 15,1-3.11-32.

“TUTTE LE LETTURE SONO CARATTERIZZATE DAL TEMA DELLA GIOIA. E’ LA GIOIA D’ ISRAELE CHE SI LASCIA ALLE SPALLE LA SCHIAVITU’ DELL’ EGITTO E LA TRAVERSATA DEL DESERTO E INIZIA UN NUOVO MODO DI VIVERE NELLA TERRA PROMESSA. LA GIOIA DEL PADRE CHE HA RITROVATO IL FIGLIO CHE ERA MORTO E LO RISTABILISCE NELLA DIGNITA’ PERDUTA. E’ LA GIOIA DI CHI SI LASCIA RICONCILIARE CON DIO E ACCOGLIE UN PERDONO CHE NON SI E’ MERITATO. PROTAGONISTA, IN FONDO, E’ SEMPRE DIO. DIO CHE MANTIENE LE PROMESSE. DIO CHE SORPRENDE CON LA SUA MISERICORDIA. DIO CHE NON SI LASCIA VINCERE DAL PECCATO DELL’ UOMO, MA GRAZIE A CRISTO, GUARISCE E REALIZZA LA RICONCILIAZIONE”.

-“Questo padre sotto i riflettori”. Infatti, come afferma Roberto Laurita (Cfr. Servizio della Parola, n. 565 pag.114 e ss.), “è il padre che col suo silenzio…permette al figlio di andare lontano per fare esperienza della libertà”. Alla richiesta del figlio avrebbe potuto reagire con un rifiuto. Invece, egli accoglie la domanda del figlio. E’ ancora il padre che prende l’ iniziativa, quando il figlio si avvicina a casa e modifica il programma che il giovane aveva immaginato. Lo vede quando è ancora lontano, lo ristabilisce nella sua posizione, gli restituisce i suoi privilegi, rendendoli visibili (vestito, anello, sandali). E alla sua fame (motivo del suo ritorno) risponde con un banchetto e una festa.

E’ ancora il padre che deve sostenere il dialogo con l’ altro figlio. La sequenza rimane incompleta, perché non sappiamo che cosa accadrà dopo. Gli ascoltatori di Gesù sono sollecitati a tracciare la conclusione.

-“Chi è il padre ?“ Colui che tollera la partenza del figlio ? Colui che accetta la ribellione del maggiore ?

Gli ascoltatori di ieri e di oggi intravvedono “il comportamento di Dio”. Gli uomini tendono a presentare Dio come un giustiziere, pronto a cogliere l’ uomo in fallo. Gesù giustifica invece il suo comportamento proprio richiamando quello di Dio. Se va con i peccatori e partecipa ai loro banchetti , è perché Dio fa così. La figura del padre, quindi, calza a pennello. Il suo perdono è totale e corrisponde ad una nuova creazione, che fa ripartire.

-“Senza il maggiore ci sarebbe solo un lieto fine”. La protesta del maggiore appare ragionevole, ma è il padre che non lo è. C’ è qualcosa di “strano” in quest’ uomo, che vede arrivare il figlio, si getta al suo collo, lo bacia e gli organizza una festa. Come si può riabilitare, senza un breve processo, un figlio indegno al quale non si è lasciato formulare nemmeno una richiesta di scusa ?

“Ma cosa si guadagna a rimanere fedeli ? Non è forse questo l’ interrogativo che sentiamo nelle nostre famiglie, nei gruppi, e nelle comunità ? La misericordia del Padre non ci appare come una solenne ingiustizia ? Ecco perché dobbiamo ascoltare la risposta del padre della parabola. Questo padre deve rivelare ciò che egli considera la realtà più importante: la comunione di amore. L’ amore è anche follia: il maggiore ha calcolato ogni sua prestazione. L’ amore si rallegra per qualcuno che “era morto ed è tornato in vita”.

                                                               Mons. Antonio Scarcione