……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
Testi:
"Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti...Ho davanti a me
rapina e violenza...Ecco soccombe colui che non ha l' animo retto, mentre il
giusto vivrà per la sua fede"...Ab 1, 2-3; 2, 2-4 . Figlio mio, ti ricordo
di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l'imposizione delle mie
mani..." II Tim 1, 6-8. 13-14. "Accresci la nostra fede !
"..." Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a
questo gelso: sradicati e vai a piantarti nel mare, ed esso vi
obbedirebbe"...Lc 17, 5-10.

Dinanzi
alla prospettiva di un perdono "inquietante", perché illimitato, gli
apostoli chiedono a Gesù di aumentare la loro fede. Ciò rende evidente che la
fede non è il risultato di uno sforzo umano, ma è dono. La risposta di
Gesù invita a porre in atto ciò che essi già possiedono, perché anche una fede
"minima" produce risultati prodigiosi, perché "nulla è
impossibile per chi crede". Non si tratta, quindi, di misurare la fede con
il criterio della quantità, bensì con quello dell' autenticità. In estrema
sintesi, il Signore sembra dire che bisogna attivare la fede che possediamo.
Luca
ci ricorda che la fede è relazione, relazione con Dio, a cui nulla è
impossibile. Conseguentemente, la qualità della fede è determinata dalla
qualità del mio rapporto con Dio. Io, però, mi relaziono con Dio per ciò che
sono o per ciò che pretendo di essere ?
Gesù
racconta una parabola, che ruota attorno a due domande retoriche, che egli
pone, per attirare l'attenzione degli uditori. Il significato della parabola
potrebbe essere questo: al servo è richiesto di comportarsi da servo. Dopo aver
lavorato tutto il giorno nel campo, è "normale" che continui a
servire il padrone a tavola. Ciò può risuonare socialmente ingiusto ai nostri
orecchi, ma nella Palestina del I secolo, doveva essere ampiamente
condiviso. Notiamo che l'applicazione della parabola ai discepoli risulta
complicata, per l' uso dell' aggettivo "inutile" (quando avrete fatto
il vostro servizio, ritenetevi servi inutili). Cosa avrà voluto dire Gesù ?
Vuole forse togliere valore all'azione umana ? Credo che il Signore
voglia "spingere" gli apostoli ad un sano realismo. Il discepolo,
consapevole che tutto ciò che è e possiede gli è stato donato, non vivrà
nell' orgoglio, ma trasformerà la propria esistenza in un canto di lode a Dio,
da cui tutto proviene.

Essere
servi inutili equivale, quindi, a "rinunciare a fare qualcosa di noi
stessi", per lasciarci fare da Dio. Soltanto perchè lui ci precede,
possiamo seguire; soltanto perchè lui perdona, possiamo perdonare;
soltanto perchè lui è con noi possiamo continuare ad annunciare il
Vangelo, persino nella persecuzione e nel martirio ".( 2 Tm 2,6
).
Mons. Antonio Scarcione
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