“…Pietro…a voce alta parlò così: Uomini d’ Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret…consegnato a voi…per mano di pagani, l’ avete crocifisso e l’ avete ucciso…Ora Dio lo ha risuscitato…” At 2,14.22-33 .
“…Voi sapete che non a prezzo di cose effimere , come argento e oro, foste liberati…ma con il sangue prezioso di Cristo…” 1 Pt 1,17-21 .
“…Due dei discepoli erano in cammino verso un villaggio di nome Emmaus…Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro…Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò l benedizione, lo spezzò e lo diede loro…Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero…” Lc 24,13-35.
Ci troviamo di fronte ad una delle pagine più belle e famose del vangelo di Luca. Facciamo nostra la riflessione di E. Ronchi, uno dei più sensibili e attenti studiosi della parola di Dio. Quasi, d’ incanto, Gesù si avvicina e cammina con i due discepoli, diretti nel villaggio di Emmaus. Sono delusi e immersi nella tristezza, perché il loro sogno di liberazione appare ormai sfumato. Notiamo che “Dio”, come afferma E. Ronchi, “si avvicina sempre all’ uomo e muove tutta la storia”. Cammina con noi, non per correggere il nostro passo o dettare il ritmo. Semplicemente, per accompagnarsi a noi e prendere il nostro passo.
Gesù raggiunge i due viandanti, li guarda e li trova tristi. Dice loro: “Che cosa sono questi discorsi ? ”. Ed essi gli raccontano proprio il fallimento della sua storia: per loro, un’ illusione, terminata tragicamente nel sangue sulla collina del Golgota. Lo hanno seguito e lo hanno amato. Hanno fortemente sperato che il Maestro liberasse Israele dal giogo straniero. Parlano, quindi, con rammarico, delle loro aspettative di potere, definitivamente, tramontate.

La narrazione, adesso, ruota attorno al profumo del pane e alla tavola, fatta per riunire le persone attorno a sé e per collegarle tra di loro: sguardi che si cercano, si incrociano, si fondono. Ci si nutre gli uni degli altri. E’ proprio là che lo riconoscono, nello spezzare il pane. Lo riconoscono, perché tre giorni prima, il giovedì sera, Gesù aveva compiuto “un gesto inaudito”, attraverso le parole: “prendete e mangiate, questo è il mio corpo”. Lo individuano, perché spezzare , rompere e consegnarsi contiene il segreto del vangelo: Dio è pane che si consegna alla fame dell’ uomo. Perché non siamo noi ad esistere per Dio, è Dio che vive per noi.
Mons. Antonino Scarcione
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