"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 29 giugno 2013

La Domenica con Gesù, XIII del Tempo Ordinario/C

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: "...Ungerai Eliseo...come profeta al tuo posto...Andro' a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguiro' "...(I Re 19, 16b.19-21). "...Amerai il tuo prossimo come te stesso" . Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri..." (Gal 5, 1. 13-18) . "...Ti seguiro' dovunque tu vada...E Gesu' gli rispose: Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il figlio dell' uomo non ha dove posare il capo"...(Lc 9, 51-62).

 - La vita cristiana è come un cammino. Il gesto di Gesù , narrato nel vangelo: " Prese la ferma decisione di mettersi in cammino..." è, certamente, un' immagine significativa per la vita cristiana. Il discepolo segue il Maestro. E il cammino rappresenta tutta la vita: l' ascolto della parola, l'incontro col Signore, la decisione di seguire Gesù e il Vangelo delineano l' itinerario della vita. Anche il profeta Elia segue la parola del Signore, di ungere, cioè, Eliseo profeta, al suo posto. E tutto avviene in movimento: Eliseo va e ritorna e, poi, " si alza e segue Elia, entrando al suo servizio". Anche il Salmo 15/16 contiene la stessa immagine: " Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra" .

 - La chiamata come responsabilità aperta al futuro. Ad Eliseo viene data la possibilità di salutare i genitori, mentre nel vangelo è rappresentata la priorità assoluta del Regno di Dio: " Lascia che i morti seppelliscano i loro morti" e "Nessuno che mette mano all' aratro e poi si volge indietro è adatto...Oggi," nel contesto sociale nutriamo forti paure per il futuro e lo sfruttamento dissennato delle risorse della terra apre  uno scenario inquietante. Nella stessa realtà ecclesiale, si nutre una grande nostalgia per il passato, perchè, allora, la frequenza alle attivtà parrocchiali era molto alta. In verità, il messaggio della celebrazione odierna ci proietta verso il futuro. I cristiani sono chiamati ad essere responsabili dell' annuncio del Regno di Dio, per testimoniare e comunicare, con un linguaggio aggiornato e modalità consone ai nostri tempi, che la presenza del Signore risorto continua ad essere efficace in ciascuno, nella comunità e nel mondo.
 - La capacità di amare deriva dal dono dello Spirito. Vediamo bene che anche la "Lettera ai Galati" ci aiuta a confrontarci con due importanti temi: la libertà dell' uomo e il comandamento dell' amore. Per i cristiani, amore del prossimo e libertà camminano insieme e la fonte di questo itinerario è lo Spirito Santo.   
                                                                                 Mons. Antonio Scarcione

Caffè Letterario - Museo Diocesano


giovedì 27 giugno 2013

Domenica il Palio sarà portato nella chiesa degli Angeli Custodi


Domenica 30 giugno alle ore 10,30 nella secentesca chiesa degli Angeli Custodi di via Monte, con una solenne funzione religiosa celebrata da don Alfonso Vinci coadiuvato dal diacono Salvatore Farina, il Consiglio direttivo del Nobile Quartiere Monte  porterà in detta chiesa il Palio, il Vessillo papale di Maria SS. delle Vittorie, vinto nel corso della 57^ edizione del Palio dei Normanni.
Ultima tappa del “Cammino del Palio”, iniziativa voluta del Governo del quartiere per rendere partecipi tutti i quartieranti della vittoria del 20^ Palio dei Normanni; infatti il Palio vinto, la copia dell’Icona bizantina di Maria SS. delle Vittorie, è stata portata per alcuni mesi, nel corso dell’anno, nelle chiese aperte al culto, presenti nel territorio del quartiere Monte; inoltre il Palio su richiesta di don Carmelo Cosenza parroco in Aidone della Parrocchia ove viene celebrata la festa di San Filippo Apostolo, in pellegrinaggio è stato portato in Aidone e lì è rimasto per un mese posto sull’altare maggiore di detta chiesa.
Unica eccezione in detto “cammino” è stata la chiesa del Crocifisso, dove l’ex diacono e un non ben specificato consiglio pastorale ha detto No al Palio; ma su questa vicenda preferiamo stendere un velo pietoso.



Pellegrinaggio a San Filippo 29 aprile 2013
(Uno squarcio nel cielo fra le nere nuvole ed ecco un
 raggio di sole appre colpendo la croce di nostro Signore) 

Nella chiesa degli Angeli Custodi il Palio resterà fino alla vigilia della storica kermesse, dove sarà “venerato e custodito”, a sottolineato il presidente Filippo Rausa, la presenza dell’Icona di Maria SS. delle Vittorie tra i fedeli di quella comunità, per ricordare ai quartieranti il mirabile evento che attraverso la bravura e l'abilità dei cavalieri giostranti, ha reso festanti e pieni di gioia il popolo di un intero quartiere, che dopo sette anni sono tornati ad ammantarsi del Vessillo papale del conte Ruggero. 

              Giuseppe Pitruzzella


mercoledì 26 giugno 2013

Auguri al neo Sindaco Filippo Miroddi

LETTERA APERTA

Egregio Signor Sindaco Dott. Filippo Miroddi,

il presidente, il consiglio direttivo del comitato nobile quartiere Monte è lieta della Sua elezione e porge a Lei, alla Giunta e a tutti i Consiglieri Comunali, i migliori auguri e le più vive congratulazioni.

La Sua vittoria è il risultato di una chiara volontà popolare che non si può non rispettare, pertanto questo Consiglio direttivo forte del valore fondante e statutario, nell’interesse del nobile quartiere Monte che ci onoriamo di rappresentare e in linea con quanto già fatto con le Amministrazioni che l’hanno preceduta, perseguirà la linea di collaborazione, in spirito di Amicizia e per continuare a portare alla Sua attenzione proposte, stimoli culturali, sportivi e socialmente positivi verso tutti i Quartieranti e la comunità di cui Lei è da oggi primo cittadino.

Rinnovandole le nostre congratulazioni, Le inviamo un sincero augurio di buon lavoro!

                                                                                              Il Presidente
                                                                                             Filippo Rausa

lunedì 24 giugno 2013

Conferenza dibattito

Riceviamo e Pubblichiamo

Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio,
Procuratore della Repubblica di Enna
Ordine degli Avvocati di Enna
Organizzano
 
CONFERENZA – DIBATTITO

La Sicurezza della Navigazione in alto mare tra Diritto e Politica Internazionale
Mercoledì 26 Giugno 2013 - ore 10:30
Auditorium “Falcone e Borsellino” Palazzo di Giustizia – Enna

INTRODUCE
Avv. Eleanna Parasiliti Molica
Consiglio Ordine degli Avvocati di Enna
INTERVENTI
Dott. Calogero FERROTTI
Procuratore della Repubblica di Enna
Comm. Dott. Antonio di JANNI
Delegato Vicario di Sicilia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
MODERATORE
Avv. Giuseppe SPAMPINATO
Presidente Ordine degli Avvocati di Enna
RELATORI
Ammiraglio Domenico DE MICHELE
Direttore Marittimo della Sicilia Orientale
Chiar.mo Prof. Paolo BARGIACCHI
Professore di Diritto internazionale nell’Università degli studi Kore di Enna
Dott. Augusto RIO
Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Enna

Ballottaggio, il giorno della verità

Clamoroso crollo dell'affluenza: 32,10% degli aventi diritto, contro il 45,04% del primo turno. Piazza Armerina si presenta così dopo la prima giornata di voto al ballottaggio tra i due contendenti Miroddi e Prestifilippo.
Le operazioni di voto oggi si protrarranno sino alle 15,00, una così bassa affluenza potrebbe falsare il risultato, che con lo spoglio proclamerà comunque il sindaco che i piazzesi hanno designato.

domenica 23 giugno 2013

La Domenica con Gesù, XII del Tempo Ordinario/C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi : "...Riversero' sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione..." Zac 12, 10-11; 13, 1. "...Non c' è Giuideo nè Greco; non c' è schiavo nè libero; non c' è maschio nè femmina, perchè tutti voi siete uno in Cristo Gesu'..." Gal 3, 26-29. "...Le folle, chi dicono che io sia ? Essi risposero: Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto. Ma voi chi dite che io sia ? Pietro rispose: il Cristo di Dio..." Lc 9, 18, 24.


Tutti e tre i vangeli sinottici  (Matteo, Marco e Luca) riferiscono questo episodio, cosi' importante; il dialogo, cioè, tra Gesu' e i discepoli. Gesu' domanda loro: " Le folle, chi dicono che io sia ? I discepoli citano tre opinioni: Giovanni il Battista; Elia; uno degli antichi profeti che è risorto". A questo punto, Gesuì rivolge la domanda diretta: "Ma voi chi dite che io sia ? "  E Pietro, in modo davvero sorprendente,  risponde: " Il Cristo (= l' unto ) di Dio" , il Messia.
 Sappiamo che l' attesa messianica è parte integrante dell' identità del popolo dell' Alleanza. Inoltre, nel N.T., l' attesa è diventata particolarmente urgente. Pietro, dunque, afferma di riconoscere, in Gesu', il Messia atteso, l' unto inviato da Dio. "Egli ordino' loro di non riferirlo a nessuno". C' è qui, apparentemente, una strana reazione di Gesu' ; considerato che, nei versetti 40-41 del capitolo 4o, viene dato lo stesso ordine ai demoni. Probabilmente, il silenzio, imposto ai discepoli, scaturisce dal fatto che la loro comprensione dell' identità di Gesu' è ancora insufficiente.
 Luca spiega che non basta riconoscere in Gesu' il Messia, è necessario, invece, comprendere di quale Messia si tratti. Gesu', infatti, svela il volto del Messia di Dio. Afferma, cioè, che Egli "Deve soffrire molto, essere rifiutato dagli aziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno " . Luca individua, quindi, il destino del Messia nella volontà del Padre. Egli " deve" avere/ subire un destino di sofferenza, rifiuto e uccisione, ma cio' che nello sguardo umano segna il rifiuto da parte di Dio, diviene, nel rapporto con il Padre, un cammino che genera vita.
 Per descrivere sè stesso ( in terza persona), Gesu' si serve di questi termini: "Figlio dell' uomo; colui che ha il potere di rimettere i peccati; interprete della volontà divina sul sabato; colui per il quale i discepoli saranno perseguitati; colui che mangia e beve (in contrapposizione con l' austerità di Giovanni Battista).
 Se il destino del Messia è un destino di rifiuto, sofferenza e morte, il discepolo, ovviamente, lo deve condividere. Poi, diceva: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sè stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina sè stesso ? " Adesso, Gesu' si rivolge a "tutti" coloro che vogliono e vorranno essere discepoli del Cristo risorto: essi dovranno operare una scelta radicale: rinnegare, cioè, sè stessi, prendere la propria croce ogni giorno e seguire il Maestro. Questa frase è stata interpretata in modi molto diversi. Per cercare di coglierne il senso, appare necessario analizzare il testo.
 Ogni discepolo è chiamato a fare scelte precise.
 - Rinnegare sè stesso. "Rinnegare" equivale a prendere le distanze da sè stesso. - Prendere la sua croce ogni giorno. Il termine "croce" indica (ed è) il segno dell' appartenenza a Cristo. Con la scelta di Cristo, il discepolo "si gioca tutto". Non c'è piu' l' aspirazione , umanamente "irrinunciabile", all' affermazione di sè.
 - ( Il terzo imperativo ), "Mi segua", sottolinea il distacco da sè e l' appartenenza a Cristo, mediante la sequela. Luca aggiunge "ogni giorno", per evidenziare l' esigenza di perseverare: si tratta di scelta, da attualizzare momento per momento. Seguire il Signore, per fare, dell' "io" di Cristo, il proprio "io". Lo stesso Paolo, a tal proposito, cosi' si esprime: " Sono stato crocifisso con Cristo e non sono piu' "io" che vivo, ma il Cristo vive in me". Gal 2, 19-20
 Ai discepoli non viene richiesto di "capire", ma di "seguire" il Cristo, Messia crocifisso. Per questo motivo, " chi vuol salvare la propria vita, la perderà. Ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà, Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina sè stesso ? " vv. 2-25
 I verbi, "salvare e perdere" la vita, indicano: vivere in funzione di sè stessi, oppure vivere per Cristo, condividendo il Regno. L' alternativa è, quindi, tra scelta di sè, quale scopo ultimo della propria esistenza e offerta di sè, quale dono, nella sequela del Messia, condividendone mentalità, valori, sentimenti e passione per il Padre e per il prossimo.
 Il messaggio del vangelo è, quindi, il seguente: chi farà della propria vita un dono a Dio e ai fratelli, scoprirà il vero significato della propria esistenza.
                                                                                     Mons.  Antonio Scarcione

lunedì 17 giugno 2013

Dopo 87 anni chiude “l’odiata” Provincia di Enna, Piazza Armerina ora guarda il nuovo scenario dei Liberi Consorzi

Allo scoccare della mezzanotte a cavallo tra domenica 16 e lunedì 17 giugno sono stati tantissimi i Piazzesi a gioire e brindare per la fine politica della Provincia di Enna, infatti dopo lunghi 87 anni si è chiuso un ciclo, e si è posta la parola Fine a una storia di soprusi e angherie verso la città di Piazza Armerina.

Oggi 17 giugno 2013, Piazza Armerina si è svegliata LIBERA, sono state spezzate quelle catene che ci legavano a una provincia peraltro non prevista dallo Statuto della Regione siciliana (che è legge costituzionale), infatti l'articolo 15 prevede non solo la soppressione delle circoscrizioni provinciali ma riconosce il valore fondamentale dei Comuni e dà forza e potere ai consorzi comunali.

La cancellazione della Provincia restituisce “giustizia”, a Piazza Armerina sacrificata sull’altare della Patria dal Fascismo con l’istituzione della Provincia di Enna, il 6 dicembre 1926, una pesante ingiustizia, un'imposizione dittatoriale piovuta dall'alto e “pagata” nell’ultimo secolo a caro prezzo.

Il Duce per elevare Enna capoluogo non chiese a nessuna popolazione di esprimere il proprio consenso, la scelta del capoluogo venne motivata dal Fascismo per la visibilità raggiunta dalla città, ma in realtà Enna, denominata allora Castrogiovanni, fu preferita - a dispetto della infelice sua collocazione geografica - perché antitetica rispetto alla vivace Piazza Armerina, storica sede episcopale dell'area dal 1817, comprendente comuni dai monti Erei al Golfo e collocata lungo le più importanti vie di comunicazione.
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Mario Sturzo
Infatti Piazza Armerina, pur essendo più popolosa con 38.080 abitanti contro i 31.879 di Enna (censimento 1921), più importante perché sede di Circondario e Capoluogo di Diocesi, era meno gradita al regime fascista perché considerata sovversiva e antifascista, per la presenza dell’amato Vescovo Mario Sturzo, una delle figure più illustri e illuminate del secolo XX, fratello di don Luigi Sturzo, fondatore di quel Partito Popolare, assai inviso a Benito Mussolini.

(Piazza Armerina su 390 Comuni siciliani, era l'11^ città per popolazione, la 4^ nell'interno della Sicilia, preceduta da Modica, Caltanissetta, Adrano)


Piazza Armerina, Censimento 1921
http://it.wikipedia.org/wiki/Piazza_Armerina

La forte e affermata presenza fascista di uomini affini alle posizioni sociali del governo fascista (Napoleone Colajanni), favorì Enna, a scapito delle aspirazioni di Piazza Armerina, tutto ciò mutò fortemente il ruolo e l'importanza di città guida che Piazza Armerina aveva avuto nei secoli.
  PLATIA, l'antico nome, fu città demaniale dalla sua fondazione 1163 regno normanno, fino alle riforme del 1818, fu capoluogo politico, religioso, amministrativo e culturale, fu ininterrottamente amministrata da un consiglio cittadino (Senato).

Già capoluogo di Comarca, nel 1812 vide sottrarsi il titolo di Capoluogo dalla città feudale di Caltanissetta; la nuova Provincia che contava 28 comuni fu suddivisa in tre Circondari, Caltanissetta, la nostra Piazza e Terranova (Gela).

1812 Regno di Sicilia i 23 Distretti Amministrativi
http://it.wikipedia.org/wiki/Costituzione_siciliana_del_1812
Del primo distretto/circondario facevano parte 8 comuni, e cioè Piazza Armerina, Villarosa, Calascibetta, Castrogiovanni (Enna), Valguarnera, Aidone, Pietraperzia e Barrafranca;
del secondo Terranova (Gela), Riesi, Butera, Mazzarino e Niscemi.
Con decreto 11 ottobre 1817, emanato dal Parlamento Siciliano, il distretto di Piazza Armerina (assieme a quello di Terranova) veniva elevato a Sottintendenza, poi trasformata in Sottoprefettura.

Con la forzosa istituzione di Enna provincia, Piazza veniva tradita e umiliata, a nulla valsero le iniziali rimostranze al Duce, che lo indispettirono a tal punto da vietare la presentazione di opposizioni o la pur minima protesta.

La Strada Provinciale 4 chiusa da 8 anni che dal
raccordo autostradale porta a Piazza Armerina
La città subì una mortificazione proseguita negli anni con il depauperamento delle risorse e dei servizi da parte del nuovo Capoluogo, che trasse da Piazza Armerina, tutti gli elementi e le strutture per la formazione della provincia, perdendo tutti gli uffici statali, finanziari, giudiziari, la vice prefettura del Circondario, la ferrovia, etc, etc, (anche gli assi viari autostradali successivamente furono subordinati al nuovo stato di cose.
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La cinica politica provinciale piuttosto che emancipare il territorio, lo ha mortificato, un esempio dei nostri giorni, per non andare troppo a ritroso, la SP 4 chiusa da otto anni e ancora non si capisce tra un procedimento ed un altro, quando si interverrà.
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L’obbiettivo della classe politica ennese, tutti i partiti dell’arco costituzionale, nessuno escluso, pare essere stato quello di impoverire e vessare Piazza Armerina e con esso i comuni del suo hinterland, senza rendersi conto che il vortice in cui si relegava Piazza Armerina, trascinava tutti, compresa la megalomane onnipotenza della classe politica ennese che non ha saputo guardare oltre l’orizzonte.

Mai negli 87 anni di vita della provincia, un politico piazzese ha ricoperto il ruolo di presidente, seppure la città abbia avuto una classe politica di primo piano, è sempre stata relegata a ruoli comprimari e questo la dice lunga sui rapporti di gioco forza tra città obbligate dall’alto a convivere e delle lotte intestine tra “piccoli uomini” che hanno gestito la politica provinciale guardando più agli interessi di campanile piuttosto che ad interessi di sviluppo complessivi delle comunità amministrate.

La classe politica ha cambiato pelle, le nuove generazioni hanno sostituito le vecchie ma la lotta contro Piazza non ha avuto fine e potremmo citare i vari e diversi tentativi per usurpare la Diocesi, tutti andati a vuoto.
Tutto ciò fin dall’inizio ha innescato recriminazioni e il malcontento dei piazzesi contro l’istituzione di una provincia che dal 1926 è giunta ai nostri giorni, e nessuno potrà meravigliarsi se le generazioni di concittadini che si sono succedute hanno sempre evidenziato questa forma di sofferenza, di rancore, perché consci della lenta e inesorabile morte che ha attanagliato Piazza Armerina. 
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Detto ciò, quanto descritto ormai è storia, l’istituzione dei Consorzi di Comuni apre nuovi scenari, restituendo quella centralità ai Comuni mancata sin ora; Piazza Armerina oggi svincolata da Enna, deve riscattarsi per l’avvenire dei suoi cittadini, da subito dovrebbe recuperare le città del sua antico comprensorio, smembrato a tavolino agli inizi del secolo, Mirabella Imbaccari, San Cono, San Michele di Ganzaria, Raddusa (nella ex provincia di Catania), per ritessere il filo logico le cui affinità storiche, culturali, sociali, commerciali e  territoriali, sono ancora in essere.

Naturalmente ogni singolo Comune dovrà valutare quale consorzio costituire, a quale aderire tenendo conto, della gestione dei servizi per abbattere i costi gestionali, a fronte dell’attribuzione di alcune funzioni importanti ai Consorzi, quali l’acqua, i rifiuti e l’edilizia popolare, e probabilmente i trasporti urbani, la viabilità comunale ed intercomunale.

Diocesi di Sicilia
Piazza Armerina, forte del preminente ruolo di città di fede, arte e cultura, Capoluogo di Diocesi dal 1817; potrà indiscutibilmente affermare il ruolo di città a vocazione turistica che la proietta tra le più importanti destinazioni turistiche della Sicilia, grazie al suo patrimonio architettonico-religioso e monumentale, e per essere uno dei più importanti siti archeologici con la Villa Romana del Casale, dal 1997 riconosciuta Patrimonio dell’Umanità da parte dell'UNESCO.

Piazza Armerina per le antiche tradizioni religiose e gli eventi culturali unici, come il Palio dei Normanni, la bellezza del suo vasto centro storico che dal periodo normanno corre lungo i secoli disegnando palazzi, conventi e chiese; ed inoltre per il suo aspetto essenziale che la caratterizza con il paesaggio collinare, il circostante patrimonio boschivo, un polmone verde nel cuore della Sicilia, ne fa un unicum dalle mille potenzialità, per se e per i Comuni del suo comprensorio.

Il Palio, realizzato annualmente da un
artista ed assegnato a un Quartiere nel
corso della Quintana del Saraceno
Aspettando di capire le norme di costituzione dei Consorzi (continuità territoriale, numero di abitanti), è ben chiaro che il Consorzio dovrà essere guardato come un macro-Comune dove ogni ente dovrà mettere in campo risorse e capacità per la crescita e lo sviluppo futuro.

Da ciò sarebbe auspicabile che i nuovi liberi consorzi per la loro costituzione non debbano avere paletti prefissati quali numero di abitanti, numero di comuni o di superficie, così come la guida  del consorzio, secondo me, dovrebbe essere affidata ai vari sindaci del consorzio a rotazione per un periodo di sei mesi ciascuno, come avviene per la presidenza dell’Unione europea.

Non entrando nel merito di altri singoli aspetti, Piazza Armerina non potrà non svolgere un ruolo di primo piano giusta la natura dei Consorzi e per quanto sopra detto, proiettarsi a "capitale" del turismo nel cuore della Sicilia diventando città traino di un Consorzio che guarderà verso Piazza Armerina per bypassare lo stallo economico, fino a ieri subordinato dalle decisioni di organi provinciali che hanno determinato la vita o la morte di territori e comunità.   

Concludo, con la consapevolezza che questo breve excursus storico della travagliata storia della nostra Città nell’ultimo secolo, sia un contributo alla politica, al mondo associativo per un dibattito foriero di aspettative, il mio augurio adesso è che nel più breve tempo possibile, il Parlamento siciliano approvi la Legge quadro dei Liberi Consorzi, nella consapevolezza di attuare lo Statuto per creare sviluppo e garantire servizi pubblici efficienti e a basso costo, nel rispetto dei territori e delle aspettative dei siciliani.

                                                                                                         
                                                                                                        Filippo Rausa