"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 31 agosto 2019

La Domenica con Gesù, XXII del T.O. / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale 

“...Quanto più sei grande, tanto più fatti umile…Ai miti Dio rivela i suoi segreti…” Sir 3,17-20.28-29 . 
“Fratelli… Voi vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste…” Eb 12,18-19.22-24a . 
“…Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto…Invece…Vai a metterti all’ ultimo posto, perché…Colui che ti ha invitato ti dica: amico, veni più avanti…” Lc 14,1.7-14.

Come, acutamente, osserva E. Ronchi, Gesù è un rabbì (maestro), che “ama i banchetti”, anzi li prende ad “immagine e collaudo del Regno”: a tavola, con farisei o peccatori, amici o pubblicani, ci ha tramandato alcuni tra i suoi insegnamenti più belli.

Il Signore non separava mai la vita reale dalla vita spirituale. A noi, invece, i gesti, che compiamo in chiesa e quelli che facciamo in una cena con gli amici, sembrano essere esperienze così diverse, da non comunicare mai tra di loro, quasi fossero rette parallele, che non si incontrano mai. E’ meglio, quindi, ritornare alle sorgenti: il culto autentico, come affermano i profeti, non è soltanto quello che si svolge nel tempio, bensì, quello che coinvolge la vita quotidiana. Per il Signore, tutto è una sillaba della Parola di Dio: il pane e il fiore del campo, il passero e il bambino, un banchetto festoso e una preghiera nella notte.

Gesù si mette a tavola con Levi (Matteo), Zaccheo, Simone il fariseo, i cinquemila in riva al lago, i dodici nell’ ultima cena. Egli fa, del pane condiviso a mensa, lo specchio e la frontiera avanzata del suo programma messianico.

Certamente, il vangelo odierno crea un paradosso e una vertigine. Il paradosso: “Vai a metterti all’
ultimo posto”, non per umiltà o per spirito di sacrificio, ma perché quello è “il posto di Dio”, che “comincia sempre dagli ultimi della fila” (Don Orione). E’ il paradosso dell’ ultimo posto, quello del Dio capovolto, “venuto non per essere servito, ma per servire”.

Il linguaggio dei gesti lo capiscono tutti: bambini, adulti, teologi e illetterati.

I gesti generano un capovolgimento della nostra scala di valori. Creano una voragine: “Quando offri una cena, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi”, persone che nessuno accoglie, dona generosamente a quelli, che non ti possono restituire niente.

Notiamo che, il nostro, è un Dio che “ama in perdita”, ama senza condizioni, senza nulla calcolare, se non “un’ offerta di sole in quelle vite al buio”, una fessura che si apre su di un modo più umano di abitare la terra insieme. “E sarai beato, perché hai invitato coloro che non hanno da ricambiare”.

Poveri, storpi, ciechi, zoppi sembrano quattro categorie di persone infelici, invece, come afferma il sacro testo, tu sarai beato, perchè troverai la gioia dipinta nel loro volto.

                                                                         Mons. Antonino Scarcione

venerdì 30 agosto 2019

Nasce l’infermiere di parrocchia in tre Diocesi italiane, su iniziativa della Cei e le rispettive ASL. Il nostro auspicio è che anche la Diocesi di Piazza Armerina possa proporsi per detta sperimentazione.


Apprendiamo dalla stampa (Famiglia Cristiana, 1 agosto), la prime sperimentazioni in tre diocesi italiane, della nascita "dell'Infermiere di parrocchia". Ci auguriamo che anche la nostra Diocesi di Piazza Armerina, guidata dal Vescovo mons. Rosario Gisana, persona molto sensibile verso i "bisogni del prossimo", possa attivarsi, sin dalle prossime settimane, per chiedere la sperimentazione di detto servizio anche nella Diocesi Piazzese, tra le più grandi per estensione e popolose della Sicilia, con un maggior numero, in percentuale, di cittadini più "deboli ed in condizioni di marginalità". 
Non ha caso lo scorso anno, il 15 settembre 2018, la visita del Santo padre, papa Francesco nella Diocesi di Piazza Armerina, per testimoniare l'attenzione verso un territorio che seppure ricco di potenzialità, vive le contraddizioni tipiche di un meridione in difficoltà a rinascere. 

                                                                 Filippo Rausa
Trasmessa al Vescovo tramite mail

 .
Nasce, come progetto pilota in tre regioni italiane, ‘l’infermiere di parrocchia’: avrà l’obiettivo di intercettare i bisogni dei cittadini più deboli ed emarginati, per varie ragioni non facilmente raggiunti dalla Sanità pubblica. La novità, scrive l’Ansa, è frutto di un accordo siglato tra la Cei e l’Asl Roma 1, ma che si realizzerà anche in altre due diocesi: ad Alba, nelle Langhe piemontesi, e a Tricarico in Basilicata.

Perché nasce questo servizio

Il progetto dell’Infermiere di parrocchia intende sperimentare la presenza di un infermiere di comunità inviato dall’Asl nelle parrocchie, le quali avranno il ruolo, attraverso un referente di pastorale della salute, di raccogliere a monte richieste e bisogni. L’infermiere di parrocchia, una volta acquisiti i dati dei pazienti, si incaricherà di attivare procedure e servizi utili al soddisfacimento delle richieste.
Un progetto che ha richiesto un anno di lavoro per essere definito, partendo dalla necessità manifestata da chi si occupa di sanità territoriale di individuare coloro che sono “irraggiunti” dal Servizio Sanitario Nazionale, in quanto esclusi dalle comuni reti sociali di contatto.

Cosa può fare l’infermiere di Parrocchia?

Ascolta, informa e orienta le persone all’interno della «rete» dei servizi socio-sanitari territoriali; Facilita i percorsi di accesso alle cure e/o assistenza, interfacciandosi con il Distretto sanitario di competenza e i vari servizi territoriali di prossimità. Intercetta gli “irraggiunti”, portatori di bisogni di cura inespressi. Favorisce azioni di promozione della salute e del benessere della Comunità.

Cosa non fa l’infermiere di Parrocchia?

Non offre un servizio sanitario aggiuntivo o sostitutivo del servizio sanitario pubblico; non è un ambulatorio infermieristico della Parrocchia; Non è uno sportello per reclami e segnalazioni.

Intesa tra Cei e Servizio Sanitario Nazionale

«Un’iniziativa meritoria e lungimirante – afferma Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up – che colma un vuoto assistenziale e rappresenta molto più di un mero accordo tra Servizio sanitario nazionale e Chiesa cattolica, qui impersonata da don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute».
Nel progetto, prosegue Angelelli, «si concretizza infatti l’ideale di presa in carico e di cura dei cittadini che non sono in qualche modo raggiunti dalla sanità pubblica, sia per ragioni di emarginazione e/o disagio, sia perché si trovano a confrontarsi con malattie croniche invalidanti o terminali. Situazioni limite che si presentano all’improvviso lasciando le persone più fragili sole o comunque poco protette» 

domenica 25 agosto 2019

La Domenica con Gesù, XXI del T.O. / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale 

“…Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue…” Is 66,18b-21 . 
“…Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore…Perché il Signore corregge colui che egli ama…” Eb 12,5-7,11-13 . 
“…Signore, sono pochi quelli che si salvano ?...Sforzatevi di entrare per la porta stretta…Signore aprici…Ma egli vi risponderà. Non so di dove siete…” Lc 13,22-30.

La liturgia odierna lascia un po’ perplessi. Come conciliare l’ universalità della salvezza con la severità degli insegnamenti di Gesù ? Comunque, a ben vedere, si tratta di un’ apparente contraddizione. Il Signore, infatti, vuole sollecitare il senso di responsabilità degli uomini.

A tal proposito, si rivela pertinente ed illuminante il commento degli studiosi. Lungo la strada, un tale pone a Gesù un quesito sulla salvezza di Gerusalemme e di tutti gli uomini. Gesù risponde attraverso l’ immagine della “porta stretta”. Stretta è un aggettivo, che richiama fatiche e difficoltà. La porta è stretta, cioè piccola. Ma a misura d’ uomo, di un uomo “nudo ed essenziale”, che lascia tutto ciò di cui ci si può “gonfiare”: i ruoli, i portafogli pieni, l’ elenco dei meriti, i bagagli inutili e il superfluo. Il messaggio è abbastanza chiaro: fatti piccolo e la porta si farà grande.

“Quando il padrone di casa chiuderà la porta, voi busserete: Signore aprici”. E lui: “Non so di dove siete, non vi conosco”. Avete false credenziali. Quelli che si accalcano, per entrare, si vantano di cose che contano poco. Ad esempio: “abbiamo mangiato e bevuto con te, eravamo in piazza ad ascoltarti”. Chiediamoci: “Quando possiamo dire che in noi c’è vera fede e quando, invece, vi è solo generica religiosità ? C’ è vera fede, quando tu modelli te stesso sulla misura di Dio; c’ è semplice religiosità, quando fai Dio a tua misura” (D.M. Turoldo). Non basta mangiare il pane, spezzato per noi ( Gesù nell’ eucarestia ), bisogna farsi pane, spezzato per la fame degli altri.

Dio ci riconosce, perché con lui e come lui facciamo delle cose per i piccoli e i poveri. Infatti, quelli che bussano alla porta chiusa hanno compiuto, sì, azioni per Dio, ma, nessun gesto di giustizia per i fratelli. La conclusione della parabola è piena di sorprese: la sala è piena, anzi, oltre quella porta Gesù immagina una festa multicolore: persone provenienti da oriente e da occidente, da nord e da sud del mondo siederanno a mensa (segno biblico della salvezza eterna).

In questo modo, viene sfatata l’ idea della porta stretta come porta per pochi, solo per i più bravi. Tutti possono passare per quella porta, grazie alla misericordia di Dio. Lui li raccoglie da tutti gli angoli del mondo.

                                                               Mons. Antonino Scarcione

venerdì 23 agosto 2019

Il Presidente del quartiere Monte Mira, Filippo Rausa scrive al Sindaco per la modifica del Regolamento del Palio dei Normanni

Di seguito il testo integrale trasmesso al Sindaco di Piazza Armerina.


Piazza Armerina, 21 agosto 2019

Al Sig. Sindaco
All’Assessore al Turismo
Al Responsabile Settore Turismo 
Al Coordinatore Generale del Palio
Ai Presidenti dei Quartieri Castellina, Canali, Casalotto
Agli Organi di Stampa

LORO SEDI 
                                                    
Oggetto: Rettifica Regolamento Palio dei Normanni


Egregi signori,

lo scrivente Filippo Rausa nella qualità di Presidente del Nobile Quartiere Monte Mira, facendo seguito alla riunione di sabato 17 agosto, tenutasi presso la Sala delle Luci del Municipio, riguardante l’accaduto e le risultanze della vincita del Palio, non confacenti secondo il nostro parere e la nostra convinzione, al vincitore individuato, rappresenta che è ormai improcrastinabile procedere a una rivisitazione del Regolamento del Palio dei Normanni che nella sua carenza regolamentare ha prodotto il cennato problema.

Infatti, risulta anacronistica e paradossale la inappellabilità di un ricorso avverso la commissione giudicante, pur in presenza di eventuali fatti valutati dalla stessa commissione in maniera difforme da una reale effettuazione delle prove paliesche.   

Infatti, il ricorso presentato da questo Quartiere, aveva anche lo scopo di fare emergere la carenza e l’inappropriatezza di un Regolamento vetusto e che non tutela legalmente i partecipanti alla Quintana del Saraceno.

Quindi, si chiede la istituzione di un’apposita commissione tecnica per rivedere, rettificare e aggiornare alle esigenze attuali un regolamento in cui tutte le parti sono garantite legalmente, al fine di non incorrere nelle medesime situazioni del Palio 2019.

Nell’articolato del predetto regolamento, sarebbe opportuno inserire un “Comitato di garanzia” al fine di eliminare il concetto di inappellabilità e dare la possibilità di presentare un ricorso, in seconda istanza, a un collegio di saggi che, super partes, decida conseguenzialmente secondo i fatti accaduti.

Inoltre, l’attuale assetto organizzativo è criticabile in quanto il solo Coordinatore generale, non può accentrare ed organizzare la complessa manifestazione storica e prendere eventuali decisioni per situazioni in cui egli non sia presente, ma occorre una organizzazione piramidale in cui il predetto Coordinatore generale venga supportato da:

1.      Responsabile della Quintana del Saraceno;
2.      Vice Coordinatore (primus inter pares), che coordini tutti i coordinatori dei vari plotoni, riferendo all’uopo le eventuali discrasie al Coordinatore Genarale del Palio.
3.      Il Coordinatore Generale del Palio, ha come suo referente il Responsabile comunale dell’Ufficio Turismo (organizzatore del Palio dei Normanni), che ha l’obbligo, quest’ultimo, di informare l’assessore al Turismo competente di tutte le problematiche.
4.      Nominare un responsabile magazziniere per provvedere alla custodia, al mantenimento, alla pulizia degli abiti storici in quanto proprietà del Comune.
5.      Qualora la situazione economica finanziaria dovesse permetterlo sarebbe opportuno dotarsi di una tecnologia che possa filmare le varie fasi ritenute le più sensibili della Quintana.
6.      Inserire nel nuovo regolamento, tutte le modifiche sin ora apportate e che non sono regolamentate, ciò al fine di evitare eventuali ed inappropriate interpretazioni soggettive (vedasi presenza e ruolo dei cronometristi).

Infine, si evidenzia che eventuali iniziative e/o proposte non esplicitate, possono essere rappresentate alla commissione tecnica per un miglioramento della manifestazione paliesca.

Qui di seguito si riporta schematicamente l’assetto organizzativo:

SINDACO

ASSESSORE AL TURISMO

RESPONSABILE UFFICIO TURISMO

COORDINATORE GENERALE DEL PALIO


RESPONSABILE QUINTANA – RESPONSABILE COORDINATORI PLOTONI


Certo di un Vostro cortese riscontro, cordialità.


                                                                                               Il Presidente
                                                                                              Filippo Rausa

domenica 18 agosto 2019

Il Mad Fest al castello Aragonese un successo oltre ogni previsione


È stato un piacere sabato, 10 agosto in piazza Castello, in occasione della prima giornata del Mad Fest donare all'Assessore Regionale al Turismo, Manlio Messina, il foulard è un quadretto raffigurante lo stemma araldico del Nobile quartiere Monte Mira.
IL MAD FEST UNO SPECIALE VIAGGIO NEL MEDIO EVO TRA TRAMPOLIERI, ARTISTI DI STRADA E LA MUSICA DI MARIO INCUDINE 

Piazza Castello luogo incantato e magico dove sorge l’imponente e maestoso Castello Aragonese di Piazza Armerina è la location esclusiva delle quattro giornate del Mad Fest, manifestazione evento curata e diretta dalla professoressa Liliana Nigro che si concluderà il 13 agosto consegnando il testimone alla 64° edizione del Palio dei Normanni, la rievocazione storica più importante di tutto il sud Italia inserito all’interno dei Grandi Eventi della Regione Siciliana diretto quest’anno dalla regista Gisella Calì.

Una grande festa di fuochi, colori, suoni e atmosfere medievali lunga ben 4 giorni voluta dal sindaco Nino Cammarata e dall’assessore alla cultura Ettore Messina i quali quest’anno hanno sposato l’internazionalità dell’evento mettendo alla base dell’intera settimana di festa, su iniziativa della professoressa Nigro, valori, fondamentali in questo periodo storico, come integrazione, condivisione ed accoglienza sostenendo l’iniziativa umanitaria e sociale dello Sprar di Agostino Sella e dell’Associazione Don Bosco 2000 di Samantha Barresi.

Testimonial dell’evento l’assessore regionale al turismo e spettacolo Manlio Messina che insieme agli assessori comunali Alessio Cugini, Salvo Cancarè ed Ettore Messina con il sindaco Nino Cammarata, il coordinatore del Palio Dino Vullo, l'esperto Lucio Paternicò e la professoressa Liliana Nigro hanno tagliato il nastro inaugurale dei festeggiamenti guidando il corteo di dame, cavalieri e musici della città dei mosaici accompagnati dai figuranti e dagli artisti dell’Associazione Sicularagonensia di Randazzo con i quali in occasione della scorsa festa medievale della cittadina pedemontana etnea è avvenuto il gemellaggio, che insieme a quindici ragazzi migranti dello Sprar hanno dato il via a questo viaggio nel passato tra musica, menestrelli, artisti di strada, megere e liutai.

“Piazza Armerina- ha dichiarato l’assessore Manlio Messina alla grande folla di uomini e donne accorsa da ogni parte della Sicilia - polo di attrazione turistica a livello internazionale per i suoi mosaici e la sua storia utilizza la strategia vincente del Mad Fest e del Palio dei Normanni arricchendo la grande offerta turistica della nostra terra che nell’assessorato di mia competenza troverà sostegno ed aiuto, per diffondere ad ampio raggio le nostre importanti tradizioni culturali”.

Grande stupore ed attenzione da parte del pubblico presente, nel corso della prima giornata, per la performance artistica “Incanto” dei “Folli” di Ascoli Piceno acrobati su trampoli i quali si sono esibiti in virtuose danze dall’alto valore artistico. Applausi anche per il momento dedicato al liutaio Giuseppe Severini e Loredana Lanzafame all’interno del castrum medievale allestito nel Castello Aragonese dove la chiromante Anna Gelsomino, come da tipica credenza medievale, ha predetto il futuro ai tanti visitatori.

Faisal Taher, la voce araba dei Kunzertu, ha dato il via al momento musicale più atteso di questa prima giornata di spettacolo introducendo il concerto di Mario Incudine, osannato dal pubblico presente che gli ha regalato caldi e lunghi applausi inscenando anche estemporanei passi di danza in una piazza gremita e partecipe pronta ad assistere ai giochi pirotecnici di questa domenica realizzati da Vaccaluzzo Events, con un particolare effetto scenico che vedrà la magnificenza del castello aragonese protagonista indiscusso.
All'interno del Castello, vari caratteristici stand espositivi medievali e la Taverna allestita dai quartieri Monte Mira, Castellina e Canali.
CASTELLO ARAGONESE

Programma Sabato 10 Agosto (1° giorno): 
-18.30: gemellaggio con città di Randazzo rappresentato dall'associazione Sicula Ragonensia.
- 18.30: apertura delle taberne presso il castrum medioevale, quartiere Monte Mira.
- 19.00: intervento del maestro Severini, la liuteria e la musica del periodo romantico, esposizioni di strumenti musicali a corde, banco della liuteria con illustrazione delle tecniche di lavorazione.
- 19.30: artisti di strada tra fuoco e giocoleria tra magia e realtà.
- 20.00: la chiromante ed i tarocchi a cura di Anna Gelsomino.
- 20.30: ass. “Secoli bui” musica e laude.
- 21.00: Faisal Taher, muezzin la voce araba dei Kunzertu.
- 21.30: INCANTO spettacolo su trampoli acrobati aerei con virtuosismi di danza accompagnati da costumi spettacolari e coreografie piriche. 
- 23.15: Mario Incudine in concerto.

Programma domenica 11 Agosto (2° giorno):
– 18.30: apertura delle taberne presso il castrum medioevale, quartiere Monte Mira.
– 19.00: ass. “Secoli bui” propone un’attività rivolta al pubblico con nozioni di liuteria e brevi dimostrazioni di musica dal vivo a cura del maestro Severini e Marilena Lanzafame.
– 20.00: artisti di strada tra clavette infuocate, mangiafuoco, menestrelli e giullari.
– 20.30: profezia di arcani e sibille a cura della maga Anna.
– 21.00: spettacolo musicale a cura del maestro Giuseppe Severini, Marilena Lanzafame della Casa della Musica della liuteria di Randazzo.
– 21.30: compagnia dei Folli con lo spettacolo pirico su trampoli “IL FUOCO”.
– 22.30: la magia … sua maestà il FUOCO, “brucia la notte” a cura della pirotecnia Vaccalluzzo Events di Alfredo Vaccalluzzo.

Programma lunedì 12 Agosto (3° giorno):

Programma martedì 13 Agosto (4° giorno):
ore 22.30 Mad/Fest - Castello Aragonese con un'intensa sonorità tra folk rockers, celtic e medieval Kalevala in concerto.









La Domenica con Gesù, XX del T.O. / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale 

“…Si metta a morte Geremia…perché egli scoraggia i guerrieri…Ebed-Melec…disse: hanno agito male…facendo quanto hanno fatto al profeta Geremia…Egli morirà di fame…” Ger 38,4-6; 8-10 . 
“Fratelli…Avendo deposto tutto ciò che è di peso…corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù…” Eb 12,1-4 . 
“…Sono venuto a gettare fuoco sulla terra…Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra ? No, io vi dico, ma divisioone…” Lc 12,49-53.

-La fede di Gesù. Certamente, la lettera agli Ebrei è un testo-chiave, per pensare correttamente la fede. E’ un tema teologico fondamentale. Gesù è l’ autore della fede, colui che la “causa” e, allo stesso tempo, è l’ esempio, colui che la porta a compimento”. Egli è oggetto e soggetto della fede.

-Fuoco e battesimo. La relazione del Figlio di Dio con il Padre può essere resa attraverso le due immagini: il fuoco e il battesimo.

Infatti, la fede è relazione d’ amore( fuoco) ed è anche immersione ( battesimo ) nella vita stessa di Dio. Il rapporto profondo di Gesù col Padre (la fede) è così particolare, da produrre effetti in tutte le altre relazioni, come il vangelo descrive proprio a riguardo delle relazioni familiari, che vengono trasformate.

La “divisione”, che Gesù porta, dice la caratteristica della fede, cioè di quel modo di vivere la vita sorretti dalla relazione con Dio e che giudica tutte le altre relazioni (fede). La fede è il modo di vedere e di agire di Gesù, perché noi credenti viviamo ciò che preghiamo con le importanti parole: “amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi, che superano ogni desiderio”.

-Credenti non praticanti ? Capita di incontrare questa espressione sulle labbra delle persone.
L’esempio di Geremia, quello di Gesù stesso e le parole del vangelo vanno in tutt’ altra direzione, rispetto a un credere “analgesico” e “ovattato”, senza fatiche e senza conflitti.

Romano Guardini (Cfr. La storia della Filosofia. Esperienza religiosa e fede, Opera Omnia II/2, Morcelliana, Brescia,2008,307-324) descrive magistralmente una serie di conflitti, fatiche e dubbi, che emergono nell’ esistenza umana. Ogni passaggio dell’ esistenza, legato all’ età oppure alle circostanze di vita, richiede il coraggio di un aggiornamento del nostro rapporto con il Signore.

Si tratta di decidersi su cosa fare della nostra fede, se scegliere di vivere una nuova “forgiatura” (fuoco) e una nuova “immersione” (battesimo), oppure lasciare che tutto si spenga (fuoco) o si dissolva. La “divisione”, di cui parla il vangelo, è quel salto di qualità, che descrive i lineamenti di una nuova identità.

Tale dinamica è ben espressa dalle contraddizioni familiari presentate da Gesù. La serie di figure parentali evocata ci pone di fronte alla trama essenziale delle nostre relazioni, che sono il banco di prova di molti passaggi “della nostra storia di fede”. Nel contesto attuale assumono il volto di scontri generazionali e quindi anche tra forme differenti di essere cristiani cattolici.

Cosa può nascere nel conflitto tra abitudini e scelte diverse di fede ? Si tratta di riscoprire come noi “corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti”. Siamo, infatti, tutti in cammino e nessuna forma cristallizzata di fede è quella autentica, perché ogni scelta e stile cristiano vanno posti a confronto, giudicati e convertiti, “ tenendo lo sguardo su Gesù Cristo”. 
 
                                                                     Mons. Antonino Scarcione