"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 30 novembre 2014

Liberi Consorzi... che s'ha da fare?

Riportiamo uno stralcio dell'articolo di Filippo Franzone del CSAG di Gela, apparso su diverse testate on-line; seguita da una considerazione sull'argomento di Filippo Rausa.

Il 28 novembre 2014, sono scaduti i termini per svolgere i referendum confermativi, ai sensi dell’art. 2 comma 4 della L.R. 24 marzo 2014 n° 8.

Diversi comuni hanno accettato la sfida, nonostante resa difficile da un parlamento regionale che, ha imposto paletti di ogni tipo, per non rendere libera la partecipazione dei comuni alla costituzione dei Liberi Consorzi, ciononostante, la caparbietà delle popolazioni interessate, delle amministrazioni e delle associazioni, ha capovolto un risultato che sembrava scontato, quindi: CAMBIA LA GEOGRAFIA SICILIANA.

L’Assessorato Regionale delle Autonomie Locali, il 30 ottobre 2014, ha pubblicato l’elenco dei comuni (di seguito riportata) che hanno partecipato, ai sensi della L.R. 8/14, al cambio di ente intermedio. 

Alcuni comuni del messinese ed uno del catanese, hanno una nota in cui si indica la mancanza di continuità territoriale. In questo caso si tratta della mancanza diretta di continuità territoriale, ma confinano ugualmente, attraverso altri comuni che la continuità l’hanno assicurato con le delibere prodotte. 

Altri comuni, sempre del messinese, invece hanno problemi più seri, in quanto mancano i presupposti di Legge. Inoltre mancano nell’elenco le delibere di Licodia Eubea e Butera, che le hanno inviate successivamente alla data di pubblicazione della lista, nel caso di Licodia Eubea, si è svolto regolarmente il referendum, con la vittoria del “SI”, mentre Butera, ha sprecato il tempo a disposizione per il referendum (60 giorni dalla data di deliberazione), fissandolo per il 18 gennaio 2015.

Il Consorzio risultato più attrattivo, è Catania. Sono 6 i comuni che hanno deciso di aderirvi: Gela (75.448 ab.) proveniente dal Libero Consorzio di Caltanisetta, Piazza Armerina (22.042 ab.) proveniente dal Libero Consorzio di Enna, Niscemi (27.936 ab.) proveniente dal Libero Consorzio di Caltanisetta, Acireale (51.592 ab.) proveniente dalla Città Metropolitana di Catania, Santa Venerina (8.440 ab.) proveniente dalla Città Metropolitana di Catania, Acicatena (28.722 ab.) proveniente dalla Città Metropolitana di Catania. Esce invece Licodia Eubea (3.009 ab.), che aderisce al Libero Consorzio di Ragusa.

                                                                                             Filippo Franzone


Adesso cosa succederà non è ben chiaro vista la prolungata fase di commissariamento delle ex province, la preoccupazione viene dalla novità di parti consistenti della maggioranza che sostiene il governo Crocetta che chiedono il recepimento della legge Delrio, che già mostra lacune di base non indifferenti ad iniziare dallo strapotere delle segreterie di partito, come emerso nel corso delle elezioni di secondo livello degli organi provinciali svolte nel resto d’Italia. 

Una cosa è certa, il caos politico-amministrativo innescato dal governo Crocetta è crescente e domina l'Ars alle prese con ddl di riforma vari, il governo ed i deputati di entrambi gli schieramenti ne stanno combinando di tutti i colori, a farne le spese vista l’aria gattopardesca che tira saranno come al solito le comunità che si sono espresse con delibere del Consiglio Comunale e con il Referendum come stabilito dalla Legge regionale che all'occorrenza diventa carta straccia per pulirsi, scusate l'accostamento, il sedere.

                                                                     W la democrazia, Filippo Rausa

La Domenica con Gesù, I^ di Avvento / B

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: " Tu, Signore, sei nostro Padre...Tu sei adirato, perchè abbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli..." Is 63, 16b-17. 19b; 64,2-7 . 
"Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo !...Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo..." I Cor 1, 3-9 . 
"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli...Vegliate, perchè non sapete quando è il momento...Non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezza notte o al canto del gallo o al mattino..." Mc 13, 33-37.

Una precisazione. Marco, pur utilizzando un linguaggio "apocalittico", non intende svelare "i segreti" del futuro. Egli vuole, semmai, esortare i lettori a "vivere il presente". Infatti, l' attesa, che caratterizza il credente, pellegrino nella storia, non costituisce una fuga dalla realtà, ma "l'assunzione" del presente, come momento dell' incontro con Dio. 

- Da "quando" a "Chi". I discepoli chiedono al Signore: "Quando accadranno queste cose e quale sarà il "segno", che queste cose staranno per compiersi ? " Appare chiaro che Marco vuole allontanare l' attenzione dei propri lettori dal "quando", per concentrarla sul ritorno di Gesù. Non la distruzione del tempio, non la persecuzione, nè, tanto meno, i segni cosmici dovranno distrarre l discepolo: il suo sguardo deve rimanere fisso sull' essenziale.

Al lettore viene chiesto, perciò, d' imparare la parabola (13,28), di comprendere (13,14), e, soprattutto, di vegliare (13, 33-35).

- Il vero compito è quello di vegliare. Marco chiarisce "come vivere vegliando". Racconta la parabola dei servi, a cui sono stati assegnati compiti diversi. Uno di loro, il portinaio, ha il compito di "vegliare". La parabola è articolata in tre "tempi": 1) Il tempo, in cui vengono affidate delle "responsabilità"; 2) Il tempo dell' attesa; 3) Il tempo del "ritorno" del Signore. Per quattro volte viene rivolto ai discepoli l' invito a vegliare. Nel Getsemani, i discepoli riudranno lo stesso invito: "Rimanete qui e vegliate" (Mc 14,34); mentre Simone sarà rimproverato, perchè non ha "avuto la forza di vegliareuna sola ora" (14,37) . E a lui, come al gruppo dei discepoli che stanno dormendo, Gesù rivolge di nuovo l'invito "vegliate e pregate per non cadere nel potere della tentazione" (14,38). Nei versi 34.35.37, c' è il verbo "vegliate", ripetuto sei volte, nei capitoli 13 e 14. Nel verso 34 esprime l' unico ordine rivolto al portinaio, mentre nei versi 35,37 è rivolto ai discepoli di ogni tempo.

Perchè vegliare ? La risposta è chiara: perchè non sapete, quando il signore della casa verrà. Questa ignoranza evidenzia che la vita è un mistero e, quindi, non siamo padroni del nostro destino. Vigilare, dunque, aiuta a vivere la coscienza della propria creaturalità, attendendo la piena realizzazione dell'incontro con Colui, che ci ha plasmati e redenti. Essere discepoli, per Marco, è, quindi, attendere, osservare, discernere i segni del ritorno del Signore. Colui che vigila ha occhi aperti, capaci di penetrare il buio della notte, per cogliervi i segni del ritorno del Signore.

-Dal testo alla vita. Il Capitolo 13 di Marco è un testo incoraggiante, ma, certamente, non dà gratuite consolazioni. Porta una bella notizia, che libera dalla paura ed incoraggia ad aprire gli occhi, per agire, perchè, " venendo all' improvviso, non vi trovi addormentati" (v36). Ma dov'è Lui, il Figlio di dell' uomo, il Signore della casa, in tutto questo ? A tal proposito, ritornano alla memoria le parole di Elie Wiesel, scrittore ebreo, sopravvissuto all' olocausto: "La lotta per sopravvivere comincerà proprio qui, in questa stanza, nel punto in cui siamo seduti...Saremo sinceri, umili e forti, e allora egli verrà, tornerà tutti i giorni, mille volte al giorno. Non avrà volto: avrà mille volti. Il Messia non è un solo uomo, ma tutti gli uomini".

Vigilare è, dunque, un percorso di conversione, che richiede di: a) "Penetrare" nelle zone non evangelizzate di noi stessi; portare orientamento e pace, senso ed armonia; b) "Vivere" con intensità il presente, perchè è l' unico tempo che ci appartiene, il tempo della responsabilità, in cui siamo chiamati a collaborare con Dio alla salvezza del mondo. c) "Credere" che il Signore verrà ed allenare gli occhi del cuore a cogliere i segni della sua venuta nella storia. d) "Divenire" segni del Regno, ponendo gesti creatori di relazioni nuove, capaci di opporre, alla logica della violenza, l' utopia della mitezza. 
                                                                                  Mons. Antonino Scarcione


sabato 29 novembre 2014

Cordoglio per il sig. Filippo Di Giorgio


Dolore e commozione in città per la scomparsa di Filippo Di Giorgio, noto imprenditore del settore dell’edilizia, molto conosciuto in città, è morto dopo una breve ma inesorabile malattia che lo ha strappato all’affetto dei suoi cari. 

Aveva 68 anni e una grande passione per i cavalli.

I funerali si sono svolti oggi pomeriggio nella Basilica Cattedrale, la salma è stata scortata da sei cavalli andalusi e trasportata in una carrozza trainata da due cavalli andalusi. 

Alla moglie, alle figlie, ai generi ed i parenti tutti, le sentite condoglianze del nobile quartiere Monte.

Don Nino Rivoli, nuovo Vicario Foraneo

don Nino Rivoli

La Chiesa di Piazza Armerina ha un nuovo Vicario Foraneo, don Nino Rivoli, già direttore dell'Ufficio Liturgico e parroco di San Filippo e Santo Stefano. 
Don Nino succede a don Ettore Bartolotta che ha retto il ministero di vicario per oltre un ventennio.

Al neo Vicario Foraneo, il Presidente, il Governo del quartiere augurano buon lavoro nella certezza che egli agirà per il benessere della comunità e, sopratutto, dei più bisognosi.

                                                   Filippo Rausa

Colletta Alimentare


L'Aforisma della Settimana


“Soltanto l’ardente pazienza
  porterà al raggiungimento
  di una splendida felicità.”

                                 Pablo Neruda

Rude - Walk off the Earth

Quando la musica è un toccasana per rilassarsi.

L'angolo della Poesia


Dedicata alla DONNA di Roberto Lavuri

DONNA CHE IL DOLCE SENTIR NEL TUO CUORE HA POSTO LE ALI
L'AMORE DI MADRE PERDONA LE COLPE I RANCORI
SILENZI FURTIVI NASCONDI CHE FUGGI DAL MALE,
LA SOFFERENZA SCOLPISCE IL TUO VISO,LO SEGNA LO SCAVA,
TU VIVI TU AMI TI DONI AL TUO UOMO PER SEMPRE
TU SPOSA FEDELE MADRE AFFETTUOSA AMICA COMPAGNA DI VITA
DAI TRADIMENTI VIOLENZA SCHERNITA,
E' L'OFFESA AL TUO CORPO LA PIU' GROSSA FERITA TI HA INFERTO PER SEMPRE L'AMORE CHE TU HAI RICAMBIATO COL CUORE,

CHI ABUSA DI ALTRUI CON VIOLENZA NON MERITA AMORE

mercoledì 26 novembre 2014

Piazza la Notizia, nuovo sito web



Da qualche giorno un nuovo sito internet nello scenario dell’informazione a Piazza Armerina, “Piazza la Notizia” un sito per comunicare e rendere edotti i cittadini dell’attività svolta dell’Amministrazione Comunale.  

Un sito come strumento per le politiche di comunicazione del Sindaco, semplicità d’uso, completezza delle informazioni contenute e la tempestività nella pubblicazione delle stesse.

Di seguito il link: www.piazzalanotizia.it 

Allo staff del Sindaco auguriamo buon lavoro. 

Cena Conviviale



Sabato 29 novembre, alle ore 21:00 ritorna la consueta Cena Conviviale tra i soci, i quartieranti, i simpatizzanti del nobile quartiere Monte.

La cena avrà luogo presso l’
HOTEL VILLA ROMANA,
Menù della serata:
1^ portata
Risotto con punte di asparagi
Cavati alla boscaiola
Spaghetti all’araba
2^ portata
Arista maiale al forno
Scaloppina di vitello
Patate al forno
3^ portata
Coppa di gelato con frutti di bosco
Cassatella di ricotta
            Vino rosso e acqua minerale



Chiunque voglia partecipare può prenotare contattando uno dei soci del quartiere o telefonando ad uno dei numeri telefonici di seguito indicati.

Filippo Rausa 338.8397598
Salvatore Oliva 347.1337404
Francesco Di Bartolo 392.6409699 

lunedì 24 novembre 2014

Auguri alla neo dottoressa Felicia Talluto

 
Nei giorni scorsi una nostra quartierante Felicia Talluto, si è laureata in lettere moderne con il massimo dei voti presso l’Università degli Studi di Catania.

La neo dottoressa Felicia proseguirà gli studi con un corso di laurea in filologia moderna, con lo studio di italianistica e francesistica a Padova con interateneo con Grenoble.

A Felicia, il Presidente, il Consiglio direttivo nel complimentarsi, Augurano un futuro ricco di soddisfazioni nel brillante percorso della Sua vita.



domenica 23 novembre 2014

La Domenica con Gesù, CRISTO RE DELL' UNIVERSO / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Testi: "...Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all' ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata..." Ez 34, 11-12. 15-17 . 

"...Se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà la risurrezione dei morti..." I Cor 15, 20-26.28 . 

"...Quando il Figlio dell' uomo verrà nella sua gloria...Siederà sul trono...Verranno radunati tutti i popoli...Venite benedetti del padre mio...Perchè ho avuto fame e mi avete dato da mangiare..." Mt 25, 31-46 .

A conclusione dell'Anno Liturgico, il Concilio Ecumenico Vaticano II ha collocato, opportunamente, la Festa di Cristo Re dell' Universo. In essa si celebra la signoria di Cristo su tutto il creato. Il titolo di "re", attribuito a Gesù, però, va compreso bene. Di fatto, nei vangeli, egli è chiamato con questo titolo, in più occasioni. Ad es., quando Pilato, rivolgendosi a Gesù, lo interroga proprio sulla sua regalità. Gesù non la nega, anzi, risponde con la parole: " Tu lo dici" (Mt 27, 11). Anche la scritta sulla croce indica: "Costui è Gesù, il re dei Giudei" (Mt 27, 37).

- "Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo". All' immagine del re è opportuno associare quella di pastore. Infatti, nell' Oriente antico, i re designavano sè stessi anche come pastori del popolo. Anche se, in realtà, questo nome evoca una connotazione negativa; ad es., il potere di vita o di morte sui sudditi. Ma sappiamo che Gesù è un re e un pastore assai diverso. Egli, infatti, si caratterizza così: 

"Ecco, io stesso cercherò le mie pecore...io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Andrò in cerca di quella perduta...fascerò quella ferita e curerò quella malata. Egli è il pastore, che offre la vita per le pecore" (Gv 10), egli stesso ha voluto farsi "agnello" e si è messo dalla parte di coloro, che vengono calpestati e uccisi. La Chiesa, giustamente, nella preghiera del prefazio, definisce il regno, inaugurato da Gesù, regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace.

- "Siederà sul trono a giudicare nella sua gloria". Infine, il re è anche giudice, che instaura un regno di giustizia e, quindi, si mostra esigente verso le pecore, curate con amore ed esortate da Lui, a vivere una giustizia più grande di quella degli scribi e dei farisei (Mt 5, 20). Infine, l' immagine del giudice, che siede in trono e separa gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, appare particolarmente efficace. A questo punto, possiamo riflettere sul fatto che questa pagina ricorra al termine di un Anno Liturgico.

Potremmo, quindi, interrogarci, su quale frutto abbia portato in noi l' itinerario di fede di un intero anno. Quale sia stata la nostra capacità di riconoscere il volto di Cristo nel nostro prossimo.

                    Mons. Antonino Scarcione

Cosa è mai l'Amicizia

L'amicizia è un valore molto importante nella vita, infatti non si riesce ad immaginare quale immenso, piatto deserto possa essere l'esistenza di un uomo senza amici.

Molto spesso siamo portati a definire "amici" tutte quelle persone con le quali abbiamo dei rapporti frequenti, con cui scambiamo quattro chiacchiere o usciamo e non ci rendiamo conto che in realtà la maggior parte di costoro sono dei semplici conoscenti, l'amico è ben altro: è colui con il quale possiamo sempre e comunque essere noi stessi, senza veli, senza finzioni, che conosce tutti i nostri pregi ma anche i nostri difetti e nonostante ciò non ci chiede di cambiare; una persona alla quale sentiamo di poter confidare i nostri pensieri, i segreti più intimi, senza timore di essere giudicati; è colui al quale possiamo dare tutta la nostra fiducia sicuri che non ci tradirà mai; all'amico puoi chiedere una mano senza che lui pretenda un tornaconto personale; è chi ti resta vicino non per cosa hai, ma per chi sei; che prova gioia a stare con te, anche se non condivide necessariamente tutti i tuoi interessi.

Gli amici non sono nostri "cloni", ma sono un completamento di noi stessi, con i quali si crea una perfetta sintonia per cui anche senza bisogno di grossi discorsi, l'altro sa già cosa vuoi dire e viceversa, anzi l'amico è colui con il quale puoi anche stare in silenzio.

La cosa più importante in un rapporto di amicizia, è il rispetto unito naturalmente alla sincerità, alla comprensione ed alla reciproca complicità.

L'amicizia è un legame profondo e confidenziale che unisce due o più persone, infatti questo sentimento ha un pregio fondamentale: si può distribuire tra molti individui, con varie sfumature, senza che nessuno di essi si senta svalutato.

Il "gruppo" vive importanti e decisive esperienze che restano indimenticabili nella vita di ogni uomo, ma è fondamentale che all'interno dello stesso ognuno trovi lo spazio necessario per esprimersi, confrontarsi, condividere, mantenendo una certa propria libertà di scelta.

Certamente in virtù del carattere si riusciranno ad avere dei buoni rapporti di conoscenza con tutti e di vera amicizia con alcuni, forse non molti.

Per la maggior parte si tratterà di persone che si frequento da immemorabile data con cui si è condiviso esperienze belle e brutte, di risate e di lacrime; questi amici ci aiuteranno a crescere e cresceranno con noi creando quella perfetta sintonia.

E' chiaro che la frequenza regolare, quasi giornalmente, con queste persone ci influenzerà reciprocamente soprattutto in relazione agli hobby, alle passioni e nel nostro caso alla vita di quartiere.

Concludo con una poesia molto appropriata di Gibran Kahlil Gibran

"Amico mio, tu e io rimarremo estranei alla vita, e l'uno all'altro, e ognuno a se stesso, fino al giorno in cui tu parlerai ed io ti ascolterò, ritenendo che la tua voce sia la mia voce: e quando starò ritto dinanzi a te pensando di star ritto dinanzi ad uno specchio".