"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 27 dicembre 2020

Il pensiero augurale di Mons. Antonino Scarcione



Al Presidente, Direttivo e Soci del Nobile Quartiere Monte Mira


Cordiali Auguri di Buon Natale e Sereno Capodanno 2021


Attraverso le parole del poeta R. Tagore, Premio Nobel per la Letteratura nel 1913.


“SOGNAVO CHE LA VITA FOSSE GIOIA.

MI SVEGLIAVO: LA VITA ERA SERVIZIO.

HO SERVITO E NEL SERVIZIO HO TROVATO LA GIOIA”.


In queste semplici e significative parole intravediamo la vita del credente, spesa senza riserve, a servizio della comunità.

                                                                      Mons. Antonino Scarcione


La Domenica con Gesù, SANTA FAMIGLIA DI GESU', MARIA E GIUSEPPE / B

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Soggiunse Abram: Ecco a me non hai dato discendenza…Ed ecco, gli fu rivolta questa parola del Signore: guarda il cielo e conta le stelle, se riesci a contarle…Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio…Isacco…” Gen 15,1-6; 21.1-3 . 
“…Per fede, Abramo…offrì Isacco, del quale era stato detto: mediante Isacco avrai una discendenza…” Eb 11,8.11-12.17-19 . 
“…Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace…perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza…Simeone…disse: ecco, egli è qui per la caduta e la resurrezione di molti…segno di contraddizione…Il bambino cresceva e si fortificava…e la grazia di Dio era su di lui”. Lc 2,22-40.

Seguiamo la riflessione proposta da E. Ronchi. Ecco, il bambino Gesù è a Gerusalemme. Una giovanissima coppia e un neonato portano l’ offerta dei poveri: due tortore e un bambino. Vengono nella casa del Signore. E il Signore “viene loro incontro” attraverso due anziani, Simeone ed Anna. Occhi stanchi per la vecchiaia e giovani per il desiderio: la vecchiaia del mondo accoglie tra le braccia l’ eterna giovinezza di Dio. Simeone prendendo in braccio Gesù, compie “un gesto sacerdotale”.

Un anziano, che diventa la speranza, e una laica, ispirata dal Signore, benedicono Dio e il Figlio di Dio. Anche Maria e Giuseppe vengono benedetti. Tutta la famiglia viene avvolta di luce, grazie alla preghiera e alla profezia di quegli anziani laici, profeti e sacerdoti.

Lo Spirito aveva rivelato a Simeone che non avrebbe visto la morte, senza prima avere veduto il Messia Salvatore. Anche noi non moriremo, senza aver visto, prima, “l’ offensiva di Dio”. L’ offensiva della luce, già in atto, dovunque, l’ offensiva mite e potente del lievito e del granello di senape, immagine del Regno di Dio. Vediamo che, poi, Simeone dice tre parole, importantissime, su Gesù: Egli è nel mondo come caduta, resurrezione e segno di contraddizione. A) Gesù come caduta: caduta dei nostri piccoli o grandi idoli, rovina del nostro mondo di maschere e di bugie, della vita insufficiente e ammalata. E’ venuto ad estirpare tutto ciò che “può distruggere l’ uomo”, a portare la spada e il fuoco, per tagliare e bruciare ciò che è contro l’ uomo. B) Gesù come resurrezione: E’ la forza che ci fa rialzare, quando crediamo che per noi è finita, che ci fa ripartire anche se abbiamo il vuoto interiore e il nero davanti agli occhi.. Egli è qui e ci assicura che vivere è “l’ infinita pazienza di ricominciare”. C) Gesù come contraddizione del nostro illusorio equilibrio tra il dare e l’ avere; che contraddice tutta la nostra mediocrità, le nostre idee sbagliate su Dio.

Quindi, caduta, risurrezione e contraddizione. Tre parole che danno respiro alla vita, che hanno dentro di sé il “magico” potere di far scoprire che tutte le cose “sono abitate da un oltre”. Notiamo che la figura di Anna conclude questo “grande affresco”. Una donna profetessa. Un’ altra ancora, dopo Elisabetta e Maria, capaci di stupirsi davanti ad un neonato, perché percepiscono Dio, come speranza di un futuro migliore.

                                           Mons. Antonio Scarcione

venerdì 25 dicembre 2020

Perché contiamo gli anni dalla nascita di Gesù

"Senza Botti" il video di Natale 2020 a Piazza Armerina.

 

... "Se così sta scritto..... Buon Natale.



Di seguito pubblichiamo una bellissima poesia del prof. Tanino Platania sul Natale e sullo spirito che in esso è contenuto, buona lettura...




A proposito di San Nicola, alias Babbo Natale e sul perché il nostro Quartiere si chiama Monte MIRA...

Riproponiamo un servizio pubblicato lo scorso anno sulla figura di San Nicola, alias Babbo Natale e sul perchè il nostro Quartiere si chiama MONTE MIRA.


Da qualche anno siamo ritornati a chiamare il Quartiere anche con il suo nome topografico, Mira, Monte Mira; prendendo spunto da questo video del noto Federico Blumer (Il viaggio di scoperta), breve racconto di San Nicola e della sua popolarità nel mondo, ci aiuta a comprendere un periodo storico. 
Infatti, l'Impero Bizantino in Sicilia dal 535 d. C. all’827 d.C., attraverso la testimonianza di fede dei padri bizantini, mantengono vivo il culto al cristianesimo della popolazione siciliana, ma, per di più, nel nostro caso, oltre ad "occupare" la collina dove poi, nel 1163 verrà ricostruita la città di Platia, chiamano la stessa, colle o monte MIRA, in memoria dal luogo dove San Nicola era stato vescovo e dove era morto; costruendovi, inoltre, l'antica chiesa-badia di San Nicola, ancora esistente tutt'oggi, anche se nei secoli è stata oggetto di molteplici rimaneggiamenti che ne hanno stravolto l'originaria fattezza. 

                                                                   Filippo Rausa

  

AUGURI di BUON NATALE A TUTTI

 


AUGURI di CUORE...a tutti i soci tesserati, agli abitanti del quartiere, ai simpattizanti, ai concittadini, ai presidenti e soci dei quartieri Castellina, Canali, Casalotto, al neo nato Borgo San Giovanni, al mondo associativo piazzese, alla stampa, all'Amministrazione comunale, a coloro che visitano il blog dall'Europa e dalle Americhe, a chi ci guarda con sospetto, a chi ci plaude e a chi ci critica, BUON NATALE A TUTTI VOI.



NATALE DEL SIGNORE

Oggi si apre il cielo, si squarciano le nubi e appare l'Emmanuele, Dio con noi. L'Eterno Padre l'aveva promesso, lo vaticinarono i profeti e per quattromila anni lo sospirarono i giusti. 
La venuta di Gesù avvenne come ci narra il Vangelo:
« Essendo uscito in quei giorni un editto di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero, anche gli Ebrei dovettero andare nella loro città di origine per dare il loro nome. 
Giuseppe, essendo della regale stirpe di Davide, si recò con Maria in Betlemme, sua città nativa; essi erano poveri, non trovarono chi li accogliesse e furono costretti a riparare in una capanna. Quivi Maria diede alla luce e strinse al seno il divin Figlio, l'avvolse in poveri pannolini e l'adorò ».

S. Giuseppe condivideva i sentimenti di Maria.

Il Figlio di Dio si era fatto uomo per salvare gli uomini e la sua nascita umile, povera, oscura fu illustrata da tali miracoli che bastarono a farlo conoscere da chiunque avesse il cuore retto. 
Ecco che un Angelo discese dal cielo ad annunziare la venuta del Redentore non ai re, non ai ricchi, nè ai grandi della terra, ma ad alcuni poveri pastori, i quali ebbero la felice sorte e la grazia di adorare per primi il Dio fatto uomo.

I pastori passavano la notte nella campagna vicino a Betlemme alla guardia dei lori greggi quando l'Angelo del Signore apparve loro dicendo: « Non temete, ecco vi reco un annunzio che sarà per tutto il popolo di grande allegrezza: oggi nella città di David è nato il Salvatore, che è Cristo, il Signore. 
Ed ecco il contrassegno dal quale lo riconoscerete: troverete un bambino avvolto in fasce, giacente in una mangiatoia ».

E subito si unirono all'Angelo altri Angeli che lodavano il Signore dicendo: « Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà ».

Quando poi gli Angeli sparirono in cielo, i pastori presero a dire fra loro: « Andiamo a Betlemme a vedere quanto è accaduto riguardo a quello che il Signore ci ha manifestato ». Andarono e trovarono Maria, Giuseppe e il Bambino giacente nella mangiatoia. 
E vedendolo si persuasero di quanto era stato detto di quel Bambino, e se ne tornarono quindi alle loro abitazioni lodando e benedicendo Iddio per tutto quello che avevano visto.

giovedì 24 dicembre 2020

Solenne Pontificale, Vigilia di Natale

Giovedì 24 dicembre – Vigilia di Natale
Basilica Cattedrale
Solenne Pontificale della Vigilia presieduto da S. E. Mons. Rosario Gisana.

E anche nel nobile quartiere Monte Mira è nato GESU'...


E per il 25esimo anno consecutivo viene posto nella culla Gesù bambino, nella piccola capanna di piazza Castello, realizzata come sempre dai soci del Nobile quartiere Monte Mira. 

Auguri e Buon Natale a tutti i quartieranti e alla comunità piazzese.







mercoledì 23 dicembre 2020

Calendario celebrazioni eucaristiche nelle Chiese della Parrocchia Maria SS. delle Vittorie del nobile quartiere Monte Mira


Aspettando il Natale, pur in un clima da pandemia, si realizza per il 25° anno la capanna di Gesù bambino in piazza Castello.

Come è ben visibile da circa una settimana, i soci del nobile quartiere Monte Mira, hanno realizzato, con tanta passione ed amore la classica capanna di Gesù bambino nella grande aiuola di piazza Castello, ai piedi dell'imponente castello Aragonese, con un effetto scenografico non indifferente.

Seppure in un clima non certo confortante per via del coronavirus che ci tiene vincolati da Dpcm vari, emanati dal Presidente del Consiglio per limitare gli assembramenti, il gruppo dirigente del nobile quartiere non ha voluto fare mancare la costruzione della capanna di Gesù bambino, simbolo del santo Natale. 

Tra l'altro, quest'anno, sono 25 gli anni di vita della capanna di Gesù bambino, infatti, correva l'anno 1995 allorquando il Nobile Quartiere Monte Mira, si cimentò nel realizzare il simbolo del Natale, la capanna di Gesù bambino. Un vero e proprio record di longevità da riportare negli annali di vita del Comitato di quartiere.

Negli anni '90 il Comitato di quartiere, avente la sede legale presso i locali della casa canonica della chiesa del Crocifisso, era il braccio operativo della comunità della Collegiata del SS. Crocifisso, guidata dal compianto don Michele Nicosiano, e proprio in quegli anni tra le tante attività venne realizzato il primo presepe, vivente, nel giardino esterno del Castello Aragonese.
Un’esperienza unica e irripetibile, furono coinvolte oltre 50 persone e si lavorò sodo per oltre un mese e mezzo per la costruzione degli ambienti e le scenografie.
Il risultato fu un successo di critica e pubblico, i concittadini accorsero da ogni angolo della città per vedere un Presepe vivente in un luogo fino a quel momento inaccessibile ai più. 

L’anno successivo venne realizzata la prima capanna di Gesù nel giardino Carmelo Scibona di via Floresta, proprio davanti la statua di pietra, nello stesso luogo fu realizzata nel 1997 e nel 1998.

Dal 1999 al 2000 la capanna venne posta in piazza Cattedrale prospiciente la Basilica; dal 2001 al 2009 la “Capanna di Gesù bambino” trovò dimora nella grande aiuola di piazza Castello, dal 2010 al 2017 venne costruita all’interno del castello Aragonese, sul costone del giardino esterno, ed infine dal 2018 è ritornata sulla grande aiuola di piazza Castello. 

La scelta di questo luogo non a caso, l’ambientazione suggestiva, il castello medievale è infatti il simbolo del “potere” che porta intatto il sapore del tempo passato, l’umilissima capanna ai piedi del maniero evoca che Gesù è nato in una capanna povera, spoglia, riscaldato da due animali e la sua collocazione in questo luogo vuole richiamare l’attenzione di tutti piazzesi, spesso e volentieri distratti e in preda al galoppante consumismo. 

L'augurio è che tutti coloro che passano da li, non guardino solo l’aspetto esteriore della capanna, ma colgano il messaggio di Salvezza e di Amore che Dio ci ha lasciato. 

                                                               Filippo Rausa

Buon Natale a Tutti...

 






lunedì 21 dicembre 2020

Il solstizio e la 'stella' dei i Magi, l'abbraccio tra Giove e Saturno


Tripletta di eventi astronomici oggi, con il solstizio d'inverno che è anche il giorno più breve dell'anno e saluta un fenomeno che non si osservava da circa 400 anni: Giove e Saturno vicini come lo sono stati solo nel 1623, quando erano ancora in vita Galileo e Keplero. La congiunzione dei due pianeti e' stata probabilmente la 'stella' di Natale che, secondo il racconto dei Vangeli, avrebbe guidato i Magi.

Il solstizio è avvenuto alle ore 11,02 italiane eha segnato l'inizio dell'inverno. In questo giorno "il Sole nel suo movimento apparente lungo l'eclittica, ovvero la proiezione nel cielo dell'orbita della Terra, raggiunge la posizione piu' a Sud rispetto all'equatore celeste, che e' la proiezione nel cielo dell'equatore terrestre", spiega l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope.

"Questo fa si' - prosegue - che nel giorno del solstizio invernale l'arco corrispondente al cammino del Sole al di sopra del nostro orizzonte boreale sia il piu' modesto dell'anno e, di riflesso, ci regala la notte piu' lunga".

Il solstizio è salutato dalla rara congiunzione tra Giove e Saturno,
che sono cosi' vicini da poter essere osservati insieme nel campo di un telescopio. Naturalmente e' un avvicinamento apparente, visibile dalla Terra. Il fenomeno potrebbe essere la stella di Natale dei Vangeli: "nel 7 a.C - ha spiegato Masi - la congiunzione tra i due pianeti e' avvenuta addirittura tre volte e fu Keplero a suggerire che i Magi si siano ispirati ad essa, anche perche' la durata della triplice congiunzione richiede mesi e questo e' compatibile con l'organizzazione di un lungo viaggio, mentre altri fenomeni, come una cometa, hanno una finestra di visibilita' piu' modesta".

Nei Vangeli, inoltre, non si parla di cometa ma di stella. A darle la 'veste' di cometa, ha proseguito, e' stato Giotto: "affrescando la scena dell'Adorazione dei Magi nella cappella degli Scrovegni, raffiguro' una bellissima cometa, con grande verosimiglianza perche' egli stesso aveva visto il passaggio della cometa di Halley e si ispiro' evidentemente a quella visione".

La congiunzione fra Giove e Saturno è uno spettacolo da non perdere e per osservarlo al meglio Paolo Volpini, dell'Unione Astrofili Italiani (Uai) consiglia di "aspettare che il Sole tramonti e guardare in quella direzione.

Verso le 17,00 si potra' cominciare a vedere i due pianeti vicinissimi. Il momento clou è previsto tra le 17,30 e le 18,30 del 21 dicembre. E' importante cercare un luogo con l'orizzonte a Sud.Ovest libero. Il fenomeno e' visibile a occhio nudo, ma con un piccolo telescopio e' possibile vedere gli anelli di Saturno e le lune di Giove".

L'Aforisma della Settimana


 

domenica 20 dicembre 2020

Giove e Saturno: l'incontro dei giganti. A partire dalle 17,00 diretta con l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF)


Il 21 dicembre alle ore 17:00, in occasione della grande congiunzione Giove-Saturno, le sedi dell’INAF sparse per l’Italia uniranno le forze per regalarvi una diretta speciale. Da Trieste a Palermo, passando per Padova, Bologna e Roma incontreremo gli astronomi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica che ci mostreranno questo evento spettacolare in una diretta YouTube dal titolo: “Giove e Saturno: l’incontro dei giganti”.

                     

Ripavimentiamo piazza Cattedrale...

 


sabato 19 dicembre 2020

La Domenica con Gesù, IV^ DI AVVENTO / B

   ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Davide…disse al profeta Natan:…Io abito in una casa di cedro, mentre l’ arca di Dio sta sotto i teli di una tenda…” 2 Sam 71-5.8b-12.14°-16 . 
“…A colui che ha il potere di confermarvi nel mio Vangelo…a Dio, che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, la gloria nei secoli…” Rm 16,25-27 . 
“…Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te…Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù…Allora Maria disse: Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola…” Lc 1,26-38.

La pagina del vangelo di Luca inizia con ben sette nomi: Gabriele, Dio, Galilea, Nazaret, Giuseppe, Davide, Maria. Come afferma E. Ronchi, nella sua meditata esposizione, sette è il numero della totalità. Infatti, l’ evento qui rappresentato coinvolge la storia dell’ umanità. E’ un vangelo “controcorrente”: per la prima volta, nella Bibbia, un angelo si rivolge ad una donna. In una casa qualsiasi. Nella sua cucina e non tra i candelabri d’ oro del tempio. In un giorno qualunque, segnato, però, sul calendario della vita ( il sesto mese di gravidanza della cugina Elisabetta). La prima parola del divino messaggero indica gioia: “rallegrati !”. Quasi “un vangelo nel vangelo !” . Ecco il perché: Maria, tu sei piena di grazia, non tanto perché hai detto “sì” a Dio, ma perché Dio per primo ha detto “sì” a te. Infatti, Egli dice “sì” a ciascuno di noi, prima di ogni nostra risposta. Perché “la grazia sia grazia” e non merito.

“Dio non si merita, si accoglie”, afferma lo studioso. L’ Altissimo si è innamorato di te e ora il tuo nome è: “amata per sempre”. Come la Madonna, anche noi, siamo amati per sempre. Tutti siamo amati gratuitamente per sempre, con tenerezza.

“Il Signore è con te”. E’ un’ espressione che avrebbe dovuto mettere in guardia la Vergine. Infatti, quando Dio si esprime così, Egli sta affidando ad una persona un compito bellissimo e difficilissimo. Maria, come evidenzia E. Ronchi, tu “avrai un figlio, tuo e di Dio, un figlio di terra e di cielo”.

Gli darai, come nome, “Gesù”: è la prima volta che una donna appone il nome ad un figlio; prima, in una società maschilista, soltanto il padre aveva il potere di fare questo. E la Vergine, intelligente e matura, dopo il primo turbamento, non ha paura, ma dialoga, obietta ed argomenta. Sta davanti a Dio con tutta la dignità di una donna, con maturità e consapevolezza, fa anche delle domande: dimmi, come avverrà questo?.

Zaccaria non chiede un segno, Maria, invece, domanda il senso di tutto questo e come accadrà. L’ angelo le dice: viene l’ infinito nel tuo sangue, l’ immenso diventa piccolo, in te. A questo punto, Gabriele si ferma a spiegare l’ “inspiegabile” e la rassicura: parla di ombra sulla tenda, come al Monte Sinai, e la invita a pensare in grande: fidati, sarà Lui a trovare il come. Anche Elisabetta, tua parente, che tutti dicevano sterile, è al sesto mese.

Vediamo che Dio, per la redenzione dell’ umanità avrebbe potuto scegliere altre strade, ma ha preferito una creatura come noi. Ancora adesso il Signore va in cerca di “madri”. Si rivolge a noi credenti e ci chiede , come “madri” amorevoli, di aiutare Dio ad incarnarsi in questo mondo, in queste case, strade e piazze, prendendoci cura della sua parola e dei suoi sogni.

                                                   Mons. Antonino Scarcione

lunedì 14 dicembre 2020

La vera storia di Santa Claus che divenne Babbo Natale

Potremo vedere la stella di Natale per la prima volta in 800 anni


Questo Natale potremo vedere in cielo una luce simile a quella che videro i Re Magi. L'ultima volta è accaduto nel 1226, la prossima sarà verso il 2080

Per la prima volta dal Medioevo, un raro allineamento astronomico creerà una luce straordinariamente brillante nel cielo. Viene paragonato alla Stella di Betlemme che guidò i Re Magi da Gesù Bambino.

Il fenomeno avrà luogo il 21 dicembre, durante il solstizio d’inverno, quando Giove e Saturno si avvicineranno per creare uno spettacolo unico in cielo.

Un rapporto di Forbes spiega che la congiunzione tra Saturno e Giove si verifica una volta ogni 20 anni, ma quella di quest’anno sarà unica per la posizione della Terra, che farà sì che i due pianeti sembrino ancor più vicini del solito. Nei giorni precedenti il solstizio, i pianeti saranno visibili e sembreranno avvicinarsi l’uno all’altro.

Nell’emisfero nord la congiunzione sarà più visibile dal 16 al 25 dicembre, nell’emisfero sud si vedrà solo il 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno. Quella sera, i due pianeti sembreranno così vicini da assomigliare a una massa enorme. Si creerà una quantità straordinaria di luce che sfiderà quella della luna piena.
Quando bisogna osservare

Giove e Saturno appariranno più vicini nel cielo notturno terrestre di quanto non fossero dal Medioevo. 
In una dichiarazione pubblicata dalla Rice University, l’astronomo Patrick Hartigan ha segnalato che l’ultima volta in cui Giove e Saturno sono stati così strettamente allineati è stata il 4 marzo 1226, e ha spiegato che il “pianeta doppio” si vedrà più facilmente sull’orizzonte a sud-ovest.

“Quando il cielo sarà completamente scuro a Houston, ad esempio, la congiunzione sarà ad appena 9 gradi sopra l’orizzonte”, ha detto Hartigan. “Vederla sarebbe possibile se il clima collaborasse e si avesse una vista libera verso sud-ovest”.

Il rapporto della Rice University ha segnalato che la congiunzione si vedrà più chiaramente da 20 a 30 minuti dopo il tramonto. Hartigan ha consigliato agli astrofili di scegliere in anticipo il proprio luogo di osservazione, per assistere all’evento prima che si perda all’orizzonte. Più a nord si trovano gli spettatori, meno tempo avranno per assistervi.

La data della congiunzione è così vicina al Natale che molti la paragonano alla Stella di Betlemme, che guidò i Magi al luogo della nascita di Gesù. Anche se la narrazione biblica non dà alcuna indicazione circa le origini di quella stella guida, Mark Collins di News4Jax riflette che potrebbe essersi trattato di una supernova, o forse anche di una triplice congiunzione di Giove, Saturno e Venere.

Per chi se lo perderà, la prossima volta che si verificherà questo evento sarà nel 2080.

Ti auguro cieli sereni e occhi spalancati.

                                                                       J.P. Mauro

L'Aforisma della Settimana


 

domenica 13 dicembre 2020

La Domenica con Gesù, III^ DI AVVENTO / B

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Lo Spirito del Signore è su di me,…mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi,…” Is 61,1-2.10-11 .
“ Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie…” 1 Ts 5,16-24 . 
“Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni…Tu, chi sei ?...Io non sono il Cristo…Che cosa dici di te sesso? Rispose: Io sono voce di uno che grida nel deserto…In mezzo a voi sta uno che non conoscete. A Colui che viene dopo di me io non sono degno di slegare il laccio del sandalo…” Gv 1,6-8. 19-28.

Venne Giovanni, arrivò come testimone, per rendere testimonianza alla luce, che illumina ogni uomo e ogni storia. Giovanni, quindi, è il testimone che l’ avvicinarsi di Dio trasfigura, è come la luce gettata nel mondo, non per abbagliare, ma per risvegliare i colori e la bellezza delle cose: la pietra angolare, su cui poggia la storia, non è il peccato, ma la grazia, non è il fango, ma un raggio di sole. Ad ogni credente è affidata la stessa profezia del Battista: annunciare non il degrado, lo sfascio, il marcio, ma occhi che vedono Dio camminare in mezzo a noi. Sacerdoti e leviti sono venuti da Gerusalemme al Giordano, quasi una commissione d’ inchiesta, per coglierlo in fallo. : Tu chi credi di essere ? Elia ? Il profeta, che tutti aspettano ? Chi sei ? Perchè battezzi ? Ben sei domande incalzanti.


Ad esse Giovanni risponde “no”, per tre volte: invece di rispondere “io sono”, preferisce affermare “io non sono”. Si toglie di torno immagini gratificanti, prestigiose, che forse sono perfino pronti a riconoscergli. Si nutre di locuste e miele selvatico Ha una pelle di cammello, quel’ uomo roccioso e selvatico, di poche parole, non vanta nessun merito, è l’ esatto contrario di u pallone gonfiato, come accade di vedere, di frequente, sulle nostre scene. Egli risponde non per aggiungere meriti, titoli, competenze, ma per rappresentare la realtà così com’ è: e ci indica così il cammino verso le cose essenziali. Certamente, non si è profeti, per “accumulo di meriti”, ma per spoliazione.

Io sono appena una voce, dico parole non mie, che esistevano prima di me e che vanno otre la mia esistenza. Egli è solo testimone di un Altro. Certo, la sua identità sta dalle parti di Dio, scaturisce da sorgenti divine. “Se Dio non è, io non sono, perché vivo di ogni parola che esce dalla sua bocca”. La voce austera di Giovanni Battista ci “denuda”: io non sono ciò che gli altri dicono di me. Mi rende umano il divino che è in me: lo specifico dell’ umanità è la divinità.

La vita viene da un altro, scorre come acqua in un ruscello. “Io non sono quell’ acqua, ma senza di essa non sono più”.

“Chi sei tu ? Ermes Ronchi afferma: “Io cerco l’ elemosina di una voce che mi dica chi sono veramente”. Sappiamo che Gesù stesso darà la risposta a questa richiesta dell’ uomo: “Voi siete la luce del mondo” .Voi siete il sale della terra.

                                                    Mons. Antonio Scarcione

giovedì 10 dicembre 2020

5G Te lo spiego

 


#5G: rischi per la #salute 🤔 o opportunità per il #futuro 🚀?
🔎 Cos'è e perché non c'è da allarmarsi... #TELOSPIEGO!
SUPERVISIONE: Prof. Valerio De Santis PhD
DISEGNI:
Mel Zohar
Musica: bensound. com (Jazzy Frenchy)