"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 24 febbraio 2024

LA DOMENICA CON GESU', II^ DI QUARESIMA / B

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Abramo…:Prendi il tuo figlio…Isacco…e offrilo in olocausto su un monte che io ti indicherò…Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. L’ angelo…chiamò Abramo…e disse:…io ti colmerò di benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza…”Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18 . 
“…Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi ?...Cristo Gesù è morto, anzi è risorto…e intercede per noi ! “ Rm 8,31b-34 .
 “…Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte…Fu trasfigurato…e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime…Apparve loro Elia con Mosè…Pietro disse a Gesù:…E’ bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia…Venne una nube…e dalla nube uscì una voce: Questi è il Figlio mio, l’ amato: Ascoltatelo !...” Mc 9,2-10.

“VEDIAMO CHE NEL BRANO DELLA TRASFIGURAZIONE I DISCEPOLI VENGONO INTRODOTTI NEL MISTERIOSO DISEGNO DI DIO: GESU’ E’ IL FIGLIO AMATO DAL PADRE. NOTIAMO SUBITO CHE MARCO HA LEGATO, DA SEMPRE, LA FIGURA DI GESU’ , FIGLIO, CON QUELLA DI SERVO DI ISAIA, CHE INIZIA AFFERMANDO CHE DI QUESTO SERVO DIO SI COMPIACE, PERCHE’ E’ OBBEDIENTE E PERCHE’ PORTERA’ A TERMINE LA MISSIONE AFFIDATAGLI DA DIO PADRE. TRA IL PADRE E IL FIGLIO C’E’ QUINDI PERFETTA SINTONIA, COME QUELLA CHE FIGURA TRA ABRAMO E ISACCO”.

Pietro, Giacomo e Giovanni guardano attoniti, là sul monte, incantati, quello che sta avvenendo sotto i loro occhi. Increduli, sbigottiti, come bambini. O come i nostri occhi, quando incontrano i colori di un tramonto, un albero fiorito e quando siamo innamorati. Stupiti, così saranno rimasti sul monte, nel vedere Gesù risplendere di luce, con il vestito così candido da attirare tutta la loro attenzione. E’ vero, non sappiamo cosa dire, quando qualcosa molto bella irrompe nella nostra vita.

E capita anche a noi di voler prolungare quella luce e di cercar di estendere nel tempo l’ estasi di quel momento. Ma lo sappiamo bene che essa dura poco. E quella luce resta solo dentro di noi. Come dice Don Tonino Bello: “Scavalcare il muro d’ ombra di ciò che appare, per cogliere l’ intimità di ciò che vive nel profondo delle cose. Superare il banco di nebbia degli avvenimenti per capirne le linee di tendenza e afferrarne il senso definitivo. Leggere in trasparenza”.

Come sarà stato difficile, anche per i tre discepoli, quando la nube li avvolse, leggere in trasparenza. Cioè, leggere al di là, vedere oltre, oltrepassare il visibile. Certamente, c’ è un invito, fatto a noi e ai discepoli: “Ascoltatelo ! “. Solo questo può bastare per fare ritorno tra la folla e le fatiche di ogni giorno. Non ci saranno parole a spiegare, a raccontare, a far immaginare quello che è accaduto.

Come riferisce il commento di Luigi Verdi: “Nel petto (degli apostoli) solo quello squarcio di luce, che ci abita e trasfigura anche noi”.

                                                                                Mons. Antonio Scarcione

domenica 18 febbraio 2024

LA DOMENICA CON GESU', I^ DI QUARESIMA / B

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Dio disse a Noè…Io stabilirò la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio…” Gen 9,8-18. 
“…Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti…” 1 Pt 1,18-22 . 
“…Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana…Gesù…diceva: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo” Mc 1,12-16.

“IL VANGELO DELLE TENTAZIONI CI RICORDA CHE IL VERO NEMICO NON E’ IL MONDO ESTERNO, BENSI’ QUELLO INTERNO: L’ AVVERSARIO NON E’ IL NOSTRO FRATELLO, MA IL TENTATORE SPIRITUALE”.

A differenza degli altri evangelisti, come nota Roberto Laurita nel suo commento, Marco appare molto essenziale, riguardo ai particolari, riferiti nella pagina delle tentazioni. Egli aggiunge, però, qualche cosa, che induce molto a riflettere. Presenta, infatti, il tempo trascorso dal Signore nel deserto, come un periodo prolungato di tentazione. Si riferisce ad una prova continua, a cui non è stato sottratto neppure Gesù.

In questa prima domenica di Quaresima, quindi, ci troviamo di fronte a una verità della nostra esistenza cristiana. La tentazione, cioè, fa parte della nostra vita. Essa è legata alla nostra fragilità, quando, più che mai, sperimentiamo la fame e la sete, la solitudine e l’ abbandono. E’ legata alla nostra debolezza del corpo e dell’ anima, dell’ intelligenza e della volontà. Quando ci confrontiamo con la sofferenza e il dolore, quando siamo aggrediti dalla malattia e dallo sfinimento.

E’ legata, altresì, a tanti bisogni: bisogno di approvazione e di consenso, di stima e di riconoscenza, di onori e di appoggi.

Ma, ci chiediamo, qual è la risorsa “segreta”, che permette a Gesù di vincere la tentazione, di attraversare, vittorioso, il tempo della prova ? Non è, certamente, la sicurezza riposta in sé stesso, ma la fiducia incrollabile riposta nel Padre.

                                                  Mons. Antonio Scarcione     

domenica 11 febbraio 2024

LA DOMENICA CON GESU', VI del TEMPO ORDINARIO / B

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Il lebbroso…portera’ vesti stracciate…velato fino al labbro superiore…andrà gridando: Impuro…Lv 13,1-2.45-46 . 
“…Sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio…1 Cor 10,31-11,1 . 
“Un lebbroso…lo supplicava in ginocchio…Se vuoi, puoi purificarmi ! Ne ebbe compassione…lo toccò e gli disse: lo voglio, sii purificato !...Mc 1,40-45.

“L’ INTRECCIO TRA MALATTIA E GUARIGIONE E’ IL TEMA CHE CARATTERIZZA LA CELEBRAZIONE ODIERNA. SPICCA LA FIGURA SALVIFICA DI GESU’, CHE CULMINERA’ NELLA DONAZIONE TOTALE DI SE’ SULLA CROCE”.

Notiamo, come afferma Ermes Ronchi nel suo commento, che un lebbroso cammina senza esitare verso Gesù. Il quale, davanti al dolore di quell’ uomo, si ferma. Sappiamo dal testo del Levitico 13,46, che il lebbroso “porterà vesti strappate, sarà velato fino al labbro superiore, starà solo e fuori”. Da quella bocca velata, dal volto nascosto e rifiutato, esce un’ espressione toccante: “Se vuoi, puoi guarirmi”. A nome di tutti i figli dolenti della terra, il lebbroso lo interroga: che cosa vuole veramente Dio da questa carne piagata, che se ne fa di queste lacrime ? Egli vuole dolore o figli guariti ? A questo punto vediamo che Gesù prova immensa “compassione”. Allunga la mano e lo tocca.


Nel Vangelo ogni volta che Gesù si commuove, tocca. Tocca l’ intoccabile e lo guarisce. Dio non guarisce con un decreto, ma con una carezza. La risposta del Signore all’ implorazione del lebbroso, se vuoi, è diretta e semplice: “Lo voglio: guarisci ! “. Eternamente, Dio vuole figli guariti. E’ la bella notizia”, un Dio che fa grazia, che risana la vita, senza condizioni. Egli lotta con noi contro ogni nostro male.

“E lo mandò via, con tono severo, ordinandogli di non dire niente”. Perché Gesù non compie miracoli, per fare adepti o avere successo. Egli guarisce il lebbroso, perché sia restituito alla sua piena umanità e alla gioia degli abbracci.

Quanti uomini e donne, trasformati dal Vangelo, hanno fatto come Gesù e sono andati dai lebbrosi del nostro tempo: rifugiati, senza fissa dimora, migranti, donne della tratta. Li hanno toccati, con tenerezza, e molti, migliaia, sono guariti e sono diventati guaritori.

“Prendere il Vangelo sul serio”. Esso ha dentro una potenza che cambia il mondo. E “tutti quelli che l’ hanno preso sul serio, testimoniano che questo porta con sé una grande felicità” (Ermes Ronchi). 
                                    
                                       Mons. Antonio Scarcione 
 

domenica 4 febbraio 2024

LA DOMENICA CON GESU', V DEL TEMPO ORDINARIO / B

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…I miei giorni scorrono più veloci della spola, svaniscono senza un filo di speranza…” Gb 7,1-4.7 . 
“…Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero…Debole per i deboli…tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno…” 1 Cor 9,16-19.22-23 . 
“…La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano…Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni…Egli disse loro: Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là…” Mc 1,29-30.

“GESU’ HA INCONTRATO UN GRANDE NUMERO DI PERSONE AFFETTE DA MALATTIE FISICHE O MENTALI. AL CENTRO DEI VARI EPISODI TROVIAMO L’ ATTITUDINE UMANA ALL’ ASCOLTO E ALL’ ACCOGLIENZA DELLE PERSONE. VI E’ L’ INCONTRO. PERCHE’ CURARE E’ ANZITUTTO INCONTRARE. I VANGELI SOTTOLINEANO CHE GESU’ CURA I MALATI (IL VERBO “CURARE” RICORRE 36 VOLTE, GUARIRE RICORRE 19 VOLTE). CURARE SIGNIFICA “ONORARE, SERVIRE, PRENDERSI CURA DI QUALCUNO. IL GESU’ “TERAPEUTA” MANIFESTA CHE “CIO’ CHE CONTA E’ LA PERSONA MALATA, NON LA MALATTIA: EGLI NON PREDICA MAI RASSEGNAZIONE”. CERCA DI RESTITUIRE L’ INTEGRITA’ DELLA SALUTE E DELLA VITA. EGLI LOTTA CONTRO LA MALATTIA.

Come opportunamente sottolinea Massimo Orizio, nel suo commento, la Preghiera iniziale della Messa mette a fuoco e sintetizza il messaggio della celebrazione: “O Padre, che… ti accosti all’ umanità sofferente e la unisci alla Pasqua del tuo Figlio, insegnaci a condividere con i fratelli il mistero del dolore, per essere con loro partecipi della speranza del Vangelo”.

-“Paura della morte”. Lo studioso Ellis afferma: “Il dolore e la morte sono parte della vita. Rifiutarli è rifiutare la vita stessa”. L’ uomo sperimenta in tutta la vita il dramma della sofferenza. Nel dolore l’ uomo avverte il suo limite. Chi soffre sperimenta la problematicità di sé, del mondo e degli altri. Questa sofferenza blocca le possibilità, lacera le relazioni, crea barriere.

L’ esperienza di Giobbe costituisce un universo simbolico, che attraversa i secoli e permane nell’ attualità. Nessuno sfugge al dolore. Da questa fragilità nasce la paura della fine e della solitudine. La sofferenza, inoltre, ingenera il silenzio e l’ angoscia. In queste condizioni gli interrogativi e il mistero si amplificano e gli esiti possono variare: ribellione, sconforto, speranza, resistenza.

In un certo modo, la sofferenza è uno sperimentare già nel presente l’ evento della morte.

-“Dalla morte alla speranza”. Il salmo e il vangelo fanno intravedere uno spiraglio di luce. Giobbe, infatti, non interrompe la sua relazione con Dio; nonostante il suo dolore, egli si pone davanti al Creatore, quasi lo ostenta e lo espone, per provocare una risposta. Nel vangelo, poi, c’ è il tocco “sacramentale” di Gesù, che trasforma la vita, fa risorgere e genera una nuova disponibilità al servizio.

Tale visione, in verità, non contempla la grande speranza e la redenzione apportata dalla Croce. Infatti, soltanto, lo stare alla presenza di Dio, la lode espressa dal salmo, l’ invocazione e il grido di Giobbe, la muta richiesta della suocera di Pietro, innestano un processo inaudito.

                                      Mons. Antonio Scarcione