"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 25 luglio 2021

Battesimo di Quartiere, X edizione presso il Castello Aragonese

 


La Poesia di Tanino Platania sulle case del nobile quartiere Monte Mira.

 Di seguito una bellissima poesia del poeta Tanino Platania sul nobile quartiere Monte Mira.





LA DOMENICA CON GESU', XVII DEL TEMPO ORDINARIO

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Un uomo…portò…venti pani…Eliseo disse: Dallo da mangiare alla gente. Ma il servitore disse: come posso mettere questo davanti a cento persone ?…Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore”. 2 Re 4,42-46 . 
“Fratelli,… vi esorto: comportatevi…con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore…” Ef 4,1-8 . 
“…Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti…Disse ai suoi discepoli: Raccogliete i pezzi avanzati…Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani…La gente diceva: questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo !..” Gv 6,1-15.

( I GIORNATA MONDIALE DEI NONNI E DEGLI ANZIANI. E’ UN INVITO ALLA COMUNITA’ A RINTRACCIARE ED ACCOGLIERE QUELLA LORO SAGGEZZA ).

“Gesù, nostra unica salvezza”. Il Vangelo odierno inizia col racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù prende l’ iniziativa a favore della folla che lo segue da alcuni giorni e che ora ha sicuramente fame. E’ presente un ragazzo che ha cinque pani d’ orzo e due pesci. Sarà proprio la generosità di questo ragazzo che offrirà a Gesù la materia prima per il miracolo. Il Signore fa sedere la gente sull’ erba. Notiamo che Gesù, nell’ austera “solennità” del gesto, che sta per compiere, appare come il nuovo Mosè, che aveva diviso anche lui gli Ebrei in gruppi e, nel deserto, aveva dato da mangiare le quaglie e la manna al popolo.

Adeso, Gesù dà a tutti pane e pesci. “E rende grazie al Padre”. Sono proprio le parole che richiamano il gesto del Signore nell’ istituzione dell’ Eucarestia. Ma c’ è di più: con i pezzi avanzati si “riempiono dodici canestri”. Il numero dodici è simbolico. Indica le dodici tribù d’ Israele ed i dodici apostoli.

L’ abbondanza dei pani e dei pesci è simile a quella descritta nella I Lettura ( Cfr. 2 Re 4,42-46 ), dove si dice che “venti pani d’ orzo e grano novello” basteranno per “cento persone”. I “circa cinquemila uomini” rimangono impressionati dall’ evento e affermano: “Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo !”. Sì, esattamente, il profeta promesso da Dio, il profeta “uguale a Mose” ( Dt 18,15-18 ).

Però, quando Gesù si rese conto che il suo gesto era servito, suo malgrado, a fomentare nella folla le attese di un successo mondano, subito “si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo”. Certamente, Il Signore non ha moltiplicato il pane, per compiere un gesto strabiliante. Lo ha fatto, per dare “un segno”. Il miracolo, infatti, nel pensiero di Dio, non è uno spettacolo. E’ un “segno” di Dio, un suo messaggio.

Quante volte, invece, uomini di chiesa o semplici cristiani siamo intenti unicamente ad organizzare il consenso, a cercare di impressionare l’ uditorio. No, Gesù ci ha insegnato che non può esistere una regalità umana né per la chiesa né per i cristiani: i cristiani regnano solo quando amano il prossimo e servono i fratelli ( Lucio D’Abbraccio ).

Occorre indirizzare lo sguardo verso colui che ha compiuto il “segno” della moltiplicazione dei pani e dei pesci ed ha istituito l’ Eucarestia, Gesù, nostra unica salvezza.

                                                 Mons. Antonino Scarcione

giovedì 22 luglio 2021

X edizione del BATTESIMO di QUARTIERE, domenica 01 Agosto alle 18,30 presso il Castello Aragonese


Domenica 01 agosto con inizio alle ore 18:30 presso il Castello Aragonese, messo a disposizione dai proprietari, il castellano Giancarlo Scicolone e la moglie Lorenza, avrà luogo, zona rossa permettendo, la X edizione del “Battesimo di Quartiere”, istituito con apposito regolamento nel 2012.

Un battesimo laico, che ha lo scopo di "sacralizzare" l'appartenenza perpetua al proprio Quartiere, in effetti, dice il presidente Filippo Rausa, ci siamo sempre posti il problema, ma Quartierante si nasce, oppure si diventa?.

Quando si pensa al Quartiere immediatamente si parla della sua storia, dei suoi luoghi, della sua gente, delle vicende di ognuno che si confondono in quelle di tutti, ai Palii persi e all'ultimo vinto, dando per scontato di appartenere ad uno dei quattro quartieri storici cittadini.

Negli ultimi decenni i Quartieri con i suoi Comitati legalmente costituiti con Statuto, hanno ulteriormente alimentato lo spirito di appartenenza, infatti oltre all'impegno profuso con le attività che non mancano nel corso dell’anno, la vita dei Quartieri ha raggiunto il suo apice nei mesi estivi con il Palio dei Normanni e la sua Quintana, dando maggiore consistenza al “fenomeno” di appartenenza.

E’ Quartierante chi nasce nel territorio del quartiere, un po’ come la nazionalità: per cui non è una scelta, ma un dovere ed un diritto, che dura per tutta la vita, anche nel caso in cui cambia casa e si trasferisce nel territorio di un altro quartiere.

Ma quartierante si può anche diventare: chi abita al di fuori dei confini od in un'altra città, può scegliere per simpatia un Quartiere, e partecipare alla sua vita.

Siena che con le sue Contrade ha fatto scuola, negli anni ’40/50 a seguito di un acuta osservazione sullo spostamento delle famiglie dall'interno dei rioni all'esterno delle mura di città dove si iniziavano a costruire case migliori (un po’ come è successo negli ultimi trent’anni a Piazza Armerina), pensò di istituire il battesimo di Contrada per evitare di far smarrire il forte legame del contradaiolo con la contrada, perdendo quel senso di appartenenza al territorio che invece è base dell'istituzione Contrada e del Palio senese.

Detto ciò è facile dedurre lo spirito con il quale il Consiglio direttivo del nobile quartiere Monte Mira, istituì nel 2012, con un proprio regolamento il “Battesimo di Quartiere”, legare con un cerimoniale, misto tra sacro e profano, l’appartenenza al Quartiere.

Il quartiere Monte Mira è tra i quartieri che ha subito più pesantemente il fenomeno della migrazione di quartieranti nelle nuove zone residenziali, quartieranti che sentimentalmente sono rimasti legati al quartiere perché in esso vi hanno trascorso e vissuto parte della loro vita.

Ed è anche a loro, quelli che non nascono e non crescono più nel quartiere che si guarda; tutti, a qualsiasi età, potranno essere protagonisti del “Battesimo di Quartiere”: potrà essere impartito ai bambini/e (quale dono fatto al figlio dal genitore), ai ragazzi/e egli adulti quale loro libera scelta.

Quest'anno, un luogo d'eccezione, il castello Aragonese, accoglierà quanti avranno il piacere, il desiderio di essere Battezzati al Quartiere, in un'atmosfera medievale tra il rullo dei tamburi e lo squillo delle trombe, il Presidente in qualità di massima autorità e rappresentante del popolo, battezzerà "quartierante a vita", usando l'acqua.

In ricordo verrà consegnato al quartierante una pergamena e il fazzoletto, con i colori del quartiere, giallo listato di nero e bianco, con stampato lo stemma araldico, l’aquila; il fazzoletto andrà poi indossato legandolo al collo, il tutto nel rispetto delle normative che regolano gli assembramenti.

                                                                     Laura Saffila

 





lunedì 19 luglio 2021

42^ anniversario della morte di Boris Giuliano



Giorgio Boris Giuliano

Mercoledì 21 luglio ricorre il 42^ anniversario della morte di Giorgio Boris Giuliano (Piazza Armerina 22.10.1930 - Palermo 21.07.1979) vice Questore - capo della Squadra Mobile di Palermo.

Per non dimenticare un nostro concittadino e quartierante, eroe della Patria, che ha sacrificato la propria vita nell'azione di contrasto alla mafia. 


domenica 18 luglio 2021

LA DOMENICA CON GESU', XVI DEL TEMPO ORDINARIO

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge…Radunerò le mie pecore …Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare…” Ger 23,1-6 . 
“…Fratelli, ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo…Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini…” Ef 2,13-18 . 
“…Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’…Infatti…non avevano neanche il tempo di mangiare…Ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore…” Mc 6,30-34.

IL MAESTRO INSEGNA AI DISCEPOLI UN SEGRETO: VIVERE L’ ARTE DELLA PROSSIMITA’, DELLA CAREZZA E DELLA GUARIGIONE DAGLI AFFANNI ESISTENZIALI (E. Ronchi). Venite, riposatevi un po’. Gli apostoli sono felici dell’ invio e della missione, in cui il Signore li ha mandati. Hanno incontrato tanta gente, applicando empaticamente lo stile di Gesù nell’ annuncio del regno di Dio agli altri. Attraverso l’ arte della prossimità, della carezza e della guarigione dagli affanni della vita.

Ora è il tempo dell’ incontro con sé stessi. C’ è un tempo per ogni cosa, dice il saggio: un tempo per agire e un tempo per interrogarsi sui motivi dell’ azione. Un tempo per andare di casa in casa e un tempo per “fare casa” tra amici e con sé stessi. Vediamo che Gesù non lascia i suoi nel vortice del dolore e della fame, ma li conduce in disparte e insegna loro la saggezza della vita. Viviamo in un momento culturale, in cui il reddito (che deve crescere) e la produttività (che deve aumentare) ci hanno convinti che sono gli impegni a dare valore alla vita. Gesù, invece, ci insegna che la vita vale, indipendentemente, dai nostri impegni (G. Piccolo).

La gente ha capito e li raggiunge anche in quel luogo appartato. Proprio a queste persone Gesù si rivolge, per illuminare la loro vita. Egli si mette a loro disposizione e consegna loro qualcosa di grandioso: “Si può dare il pane, certamente, ma chi riceve il pane può non averne bisogno estremo. Invece, di un gesto di affetto ha bisogno ogni cuore stanco. E ogni cuore è stanco “ (Maria di Campello). Questo è il grande insegnamento di Gesù: Imparare uno sguardo che abbia commozione e tenerezza: le parole verranno. Quando impari la compassione, quando ritrovi la capacità di commuoverti, il mondo si innesta nella tua anima. Se tra noi c’ è ancora chi sa commuoversi per l’altro, per questo mondo c’ è ancora speranza.

                                            Mons. Antonio Scarcione

giovedì 15 luglio 2021

Lettera di commiato per la prematura scomparsa del Presidente emerito del nobile quartiere Monte Mira, Totò Abate

Di seguito la lettera di commiato che ieri, mercoledì 14 luglio 2021, il Presidente del Quartiere Filippo Rausa ha letto nel corso del funerale del compianto presidente emerito, SALVATORE ABATE.


Non potevo, non potevamo non essere qui a testimoniare e a rendere pubblico omaggio ad una persona fiera e orgogliosa qual è stato il nostro caro amico, fraterno Totò Abate, già presidente del comitato di quartiere dalla sua fondazione, correva l'anno 1983, fino al 1989.

Totò è stato un grande personaggio, che pure con i suoi limiti, dovuti alla deambulazione, più di tutti ha saputo incarnare lo spirito fiero di appartenenza e di devozione verso questo nostro antico è nobile quartiere Monte Mira. 

Anche nel vestirsi Totò faceva moda, usando capi di abbigliamento che esaltavano e rappresentano i colori araldici del quartiere, il giallo e il nero. 

Chi non ha conosciuto Totò si è perso una pagina di storia caratterizzata dal suo impegno nel sociale, nella politica e nel sano e puro divertimento che lui amava esercitare con la musica e la canzone. Quante storie potrei raccontare, quanti risultati ottenuti per questo quartiere che lui amava tanto, e ancora, quante delusioni vissute insieme a lui, in tanti anni di militanza tra le fila del comitato di quartiere. 

In quegli anni, io allora ragazzino, correvo dietro lui, il mio punto di riferimento era lui, e non me ne vogliano tutti gli altri soci del comitato di quartiere, ma Lui più di tutti era una persona carismatica, il suo sorriso, la sua simpatia coinvolgeva, lui era Totò, il Ras del quartiere, la persona più conosciuta e stimata di tutti. 

Non a caso in quegli anni diversi poeti dialettali composero delle quartine sulla conduzione del comitato di quartiere, esaltandone le sue qualità. 

Luogo di incontro oltre la sede nella casa canonica di via Crocifisso, era il suo salone da barba di via Vittorio Emanuele, dove ci si incontrava per discutere, per socializzare. Ricordo, che da quei luoghi passarono sindaci, assessori, consiglieri comunali e tantissimi quartieranti, il nostro obiettivo era quello di riportare in auge un quartiere che negli anni era stato dimenticato dalle istituzioni, e ahimè aveva iniziato a vivere quello spopolamento giunto fino ai nostri giorni. 

Totò esercitava una grande stima e simpatia, la gente ricordo gli voleva un gran bene, per la sua semplicità e per il modo di porsi sempre, verso i più deboli, verso coloro che venivano a chiedere una mano di aiuto. 

Caro Totò, sono certo che già lassù oltre ad avere incontrato i tuoi cari, certamente sarà corso verso te, il mitico padre, don Michele Nicosiano, portandoti la chitarra e invitandoti a cantare per il padrone di casa, nostro Signore. 

Alla fine come scrivevo ieri nella pagina Facebook del quartiere, alla fine non rimane altro che il bel ricordo di avere conosciuto, frequentato è condiviso parte della nostra vita, il tuo tempo, con splendide persone che il fato, ma io ritengo la provvidenza, ci ha fatto incontrare per un fine comune, l'impegno quotidiano per risollevare le sorti di questo nostro quartiere che insieme a Totò e tantissimi altri amici nell'ultimo quarantennio abbiamo sostenuto, alimentato giorno dopo giorno. 

Oggi, caro Totò, sappi che la tua prematura dipartita alla casa del Padre ci ha amareggiato tutti, ci ha reso più tristi, ma noi non ti dimenticheremo mai, la nostra azione sarà ancora più forte, anche in tuo ricordo e per continuare a lavorare in quel solco tracciato nel corso di quegli anni Ottanta, da te, da Gregorio Parlascino, da padre Nicosiano, da Osvaldo Zitelli, da Filippo Purrazza e tanti altri ancora, che ha segnato per tutti un nuovo corso nella storia cittadina. 

Addio Totò, "Sit tibi terra levis", che la terra ti sia lieve... 

Piazza Armerina, 14 luglio 2021 

                                                              Filippo Rausa


martedì 13 luglio 2021

E tornato alla casa del Padre SALVATORE ABATE, per tutti TOTO'...




Alla fine non rimane altro che il bel ricordo di avere conosciuto, frequentato e condiviso parte della tua vita, il tuo tempo con splendide persone, che il fato, la provvidenza, ci di ha fatto incontrare per un fine comune.

L'impegno quotidiano per risollevare le sorti del nostro antico e nobile Quartiere Monte Mira, che insieme a Totò e a tantissimi altri amici nell'ultimo quarantennio abbiamo sostenuto, alimentato giorno dopo giorno.

Oggi caro Totò, la tua dipartita alla casa del Padre ci amareggia tutti..., non ti dimenticheremo mai, la nostra azione sarà ancora più forte anche in tuo ricordo e per continuare a lavorare in quel solco tracciato nel corso di quegli anni '80, che ha segnato per tutti, un nuovo corso nella storia cittadina.










 

lunedì 12 luglio 2021

Italia-Inghilterra 4-3 d.c.r., l’Italia è campione d’Europa dopo 53 anni.


L’Italia è campione d’Europa dopo 53 anni. 
Nel 2006 l’ultimo trionfo della Nazionale con festa mondiale a domicilio dei tedeschi, ora tocca all’Inghilterra inchinarsi agli azzurri nel proprio tempio dopo un party borioso iniziato ancora prima della partita e cancellato, quello vero, da una Nazionale che non ha avuto paura nel fortino di Wembley con 65mila persone sugli spalti. 
Il football doveva tornare a casa dei suoi ‘inventori’, invece il trofeo viaggia verso Roma mentre tutta la squadra inglese si sfila la medaglia dal collo un secondo dopo averla ricevuta. Siamo maestri a casa loro, con Notti magiche che risuona dentro lo stadio. La sfanghiamo ai rigori, anche questo come 15 anni fa. Aggrappati come contro la Spagna a Gigio Donnarumma, premiato come miglior giocatore dell’Europeo dopo i due penalty parati a Sancho e Saka. Ma a differenza della semifinale, facciamo la partita seppur tra mille difficoltà iniziali.





domenica 11 luglio 2021

LA DOMENICA CON GESU', XV DEL TEMPO ORDINARIO

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Amos rispose ad Amasia…: Non ero profeta né figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di sicomoro. Il Signore…mi chiamò…Mi disse: Va’, profetizza al mio popolo Israele”. Amos 7,12-15 .
 “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo…In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati…In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione…” Ef 1,3-14 . 
“…Gesù chiamò a sé i dodici e prese a mandarli a due a due…Ordinò loro di non prendere nient’ altro che un bastone: Né pane, né sacca, né denaro…Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andandovene…Scuotete la polvere sotto i vostri piedi…” Mc 6,7-13.

IL RIFIUTO DEL MESSAGGIO EVANGELICO DEV’ ESSERE MESSO IN CONTO FIN DALL’ INIZIO. MA NON DEVE SCORAGGIARE IL DISCEPOLO. L’ evangelista Marco rappresenta, efficacemente, al lettore l’invio dei Dodici in missione. La deludente visita a Nazaret non distoglie, comunque, Gesù dal progetto missionario della Chiesa. Ciò che ha compiuto lui, da solo, adesso, lo affida anche ai suoi collaboratori.

I Dodici hanno condiviso il suo insegnamento e i suoi gesti prodigiosi. E’ giunto, adesso, il momento di mettere in atto il secondo scopo del progetto apostolico: l’invio dei discepoli in missione. Ed essi vengono mandati. E’ molto significativo che essi, solo dopo, vengono indicati col nome di Apostoli (= Inviati ). Quando chiama, Gesù lo fa, sempre, in vista di una missione. La missione fa parte della vocazione apostolica. Appare opportuno ricordare che Dio sceglie sempre chi vuole, indipendentemente, dalle sue qualità umane e spirituali, dalla sua condizione sociale, dalla sua preparazione culturale.

La scelta del profeta Amos ne è un esempio lampante: un pastore e raccoglitore di sicomori, che il Signore chiama e manda a profetizzare presso il suo popolo.

Marco è l’ unico evangelista a riferire che i Dodici vengono inviati a due a due. La prassi si fonda sul fatto che una testimonianza ha valore solo se convalidata da almeno due testimoni. Gli apostoli non annunciano un sistema dottrinale, ma la buona notizia del Regno. Cioè, la vicinanza e la prossimità di Dio ad ogni uomo. Certamente, due persone formano già una piccola comunità, dove è possibile vivere la relazione, la condivisione, il mutuo affetto e l’amore reciproco. Il fatto di andare insieme, a due a due, è già una buona notizia per l’ uomo di oggi, afflitto dalla solitudine e dall’ isolamento.

Nelle istruzioni che Gesù dà ai suoi non viene precisato né dove debbano andare, né cosa debbano dire. C’ è solo l’ invito ad andare in coppia. Con un potere affidato per delega e con un bastone. Devono andare nudi e leggeri, consapevoli di non avere nulla da offrire , se non la parola del Signore e il suo potere.

Perché il vangelo si annunzia con uno stile connaturale al vangelo stesso, che insegna ad affidarsi a Dio. Perché lui si prende cura dei suoi figli, più che degli uccelli del cielo e dei gigli dei campi. In questo la Chiesa di ogni tempo è chiamata a confrontarsi ed a verificarsi. Il discorso si conclude con una nota domestica, abbastanza drammatica. Il rimanere in casa offre uno squarcio sulla dimensione intima, familiare e quotidiana dell’ esistenza. Il vangelo ha bisogno di incarnarsi tra le mura dove nasce e cresce l’ amore, dove si impara a vivere le relazioni. Ma anche l’ ambiente, dove incominciano a sorgere le prime sofferenze, le incomprensioni e avvengono le prime rotture.

Così, Dio vuole “abitare” e prendere dimora in ogni nostra casa. Purtroppo, questa stessa casa può diventare luogo di rifiuto e di mancata accoglienza. Sembra quasi che il vangelo abbia difficoltà a trovare un terreno buono, in cui mettere radici.

Il rifiuto della Parola di Dio è messo pure in conto, fin dall’ inizio della missione. Ma tutto questo non deve mai scoraggiare il discepolo: egli è chiamato soltanto a portare a termine il compito che gli è stato affidato, lasciando a Dio di far raggiungere alla Parola il risultato. Perché la Parola di Dio possiede una forza tale, da portare comunque frutti abbondanti.

                                       Mons Antonio Scarcione

domenica 4 luglio 2021

Un concorso tra artisti per realizzare il drappo del Palio dei Normanni

 



LA DOMENICA CON GESU' XIV DEL TEMPO ORDINARIO

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Uno spirito entrò in me…Mi disse:…Io ti mando…a una razza di ribelli…Essi…si sono ribellati contro di me…Tu dirai loro: Dice il Signore Dio: Ascoltino o non ascoltino...Sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro”. Ez 2,2-5 . 
“Fratelli, affinchè io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina…Per tre volte ho pregato il Signore che l’ allontanasse…Ed egli mi ha detto: Ti basta la mia grazia…” 2 Cor 12,7-10 . 
“…Gesù venne nella sua patria…Si mise ad insegnare nella sinagoga…Molti…rimanevano stupiti e dicevano: Da dove gli vengono queste cose ? E che sapienza è quella che gli è stata data ?...Non è costui il falegname, il figlio di Maria…Ed era per loro motivo di scaldalo…Ma Gesù disse loro: Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria…E si meravigliava della loro incredulità”. Mc 6,1-6.

NON PRESUMIAMO DI SAPERE GIA’ TUTTO DI GESU’ …CONTINUIAMO A CERCARLO ED A FARGLI POSTO NEL NOSTRO CUORE. La brevità e concisione della riflessione di E. Ronchi ci aiutano a cogliere meglio il messaggio. “Ma non è il falegname, il fratello di Giacomo, Ioses, Giuda e Simone ? “. Questi stessi fratelli erano scesi a Cafarnao, “per riportarselo a casa”. Dicevano: E’ fuori di testa…Lo dobbiamo proteggere anche da sé stesso. E adesso a Nazaret, dove si conoscono tutti, si sa tutto di tutti, la gente si stupisce per i discorsi, mai sentiti, e le parole mai pronunciate prima. Da dove gli vengono tutte queste cose ? Ed era per loro motivo di scandalo.

Ma di che cosa si scandalizzano ? Dell’ umanità e della familiarità di un Dio, che “abbandona il tempio” ed entra nell’ ordinarietà di ogni casa, diventando, come dice Giuliana di Norwich, “il God domestic” (=il Dio di casa ). Gesù, rabbi senza titoli, racconta Dio con parabole, che sanno di casa, di terra, di orto, dove un germoglio, un granello di senape, in primavera, diventano personaggi di una rivelazione. Scandalizza l’ umiltà di Dio. E Gesù evidenzia che “un profeta non è disprezzato che in casa sua…”. Ma gli abitanti di Nazaret, cocciuti, ribattono che né Gesù, nè i discepoli appaiono all’ altezza del compito loro affidato. Anche noi troviamo scuse e non cambiamo la mente e il cuore e non ci apriamo al Signore. E lo stesso Signore si stupisce e ripete anche a noi le parole di Ezechiele: “Ascoltino o no ascoltino, sappiano che un profeta almeno si trova in mezzo a loro” (Ez 2,5).

Siamo circondati da profeti, magari minimi, ma continuamente inviati a noi. E noi “dilapidiamo e sperperiamo” i nostri profeti, senza nemmeno ascoltarli. Anche Gesù al rifiuto dei compaesani si stupisce, ma non desiste dalla sua missione. Infatti, come osserva il sacro autore, Gesù impose le mani a pochi malati e li guarì. Il Dio ancora rifiutato si fa guarigione. L’ innamorato respinto continua ad amare. Perché Dio non è stanco di noi. E’ solo stupito. Come osserva, incisivamente, David M. Turoldo: “Signore, manda ancora profeti, uomini certi di Dio, uomini dal cuore in fiamme, e Tu a parlare dai loro roveti”.

                                       Mons. Antonio Scarcione