"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 31 agosto 2014

A Roma dal Santo Padre, il commento a caldo di Filippo Rausa

"Momenti unici, bellissimi e irripetibili" queste sono le prime parole di Filippo Rausa subito dopo avere parlato con papa Francesco, "mi ritengo fortunato, un predestinato, perché sto realizzando i sogni, i progetti giovanili al di là di ogni avversità".

"Mater Domini Dirige Nos, Madre di Nostro Signore Guidaci, questo il motto del quartiere e il motto di una vita che a Dio piacendo continuerò a spendere per far crescere il seme dell'orgoglio di appartenenza ai quartieri fatto di valori religiosi, laici ed educativo-affettivi, necessari per stimolare la vita quotidiana di una antica e grande città quel'è Piazza Armerina".

Subito dopo l'Udienza, sul sagrato di piazza San Pietro, i doni del quartiere, della Fondazione Prospero Intorcetta e della Città, il Sindaco ha consegnato a papa Francesco una copia dell'icona bizantina della Madonna, Maria S.S. delle Vittorie. 
Filippo Rausa, mons. Antonino Scarcione, il Sindaco Filippo Miroddi
Il Vescovo Mons. Rosario Gisana, Laura Saffila, Filippo Rausa, Pietro Rausa con il Palio
Pietro Rausa con il Palio, il Vessillo papale di Maria S.S. delle Vittorie
per la prima volta in assoluto in piazza San Pietro




La Domenica con Gesù, XXII del tempo Ordinario / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: "Mi hai sedotto, Signore, e io mi son lasciato sedurre...Mi dicevo: Non penserò più a Lui, non parlerò più nel suo nome! Ma nel mio cuore c' era come un fuoco ardente...Mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo." Ger 20, 7-9. "Fratelli, vi esorto...a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente...Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare..." Rm 12, 1-2 . 
"...Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva...soffrire molto...venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo...: Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai. Ma egli voltatosi disse a Pietro: Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perchè non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini !...Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sè stesso, prenda la sua sua croce e mi segua..." Mt 16, 21-27.

- Una prospettiva messianica sconvolgente. La sequenza vuole evidenziare la difficoltà dei discepoli ad accettare il tipo di messianismo, proposto da Gesù. Infatti, dire che Gesù è il Cristo, non risolve il problema della piena conoscienza della sua persona. Il vocabolo greco "Christòs" (cioè, unto) indica una persona che ha ricevuto un' unzione rituale, come avveniva per i re e i sacerdoti. A quel tempo, infatti, erano molte le opinioni sul "tipo" di Messia e su come Egli avrebbe salvato il suo popolo. Anche gli apostoli, infatti, sono "vittime" delle opinioni allora correnti; anch' essi si aspettano un Messia potente e politico; anzi, alcuni pensano già di diventare "ministri e sperano di occupare i primi posti nel nuovo governo".

Ma Gesù è davvero il Messia, in questo senso? Matteo, quindi, pone, saggiamente, dopo la confessione di Pietro, l' inizio della catechesi di Gesù sulla sua sofferenza, la morte e la risurrezione: sì, Egli è davvero il Messia, afferma l' evangelista, ma "fare il Messia" significa "morire". Qui, notiamo che l' attività di Gesù è introdotta dall' espressione: "Da allora Gesù cominciò a predicare..."(Mt4,17). La stessa formula si ripete ora, nel punto di svolta: "Da allora Gesù cominciò a spiegare..."(Mt16,21). Mentre "predicare" riassume la prima parte del ministero di Gesù, la seconda, invece, è caratterizzata dal termine "spiegare": il Maestro, infatti, spiega ciò che è troppo grande per loro e difficile da accettarsi. Adesso, per tre volte, Gesù annuncia la sua morte. Ma gli apostoli, nonostante una catechesi chiara, non capiscono e non accettano il suo discorso.

Il Signore afferma che saranno le varie autorità di Gerusalemme a farLo soffrire: gli anziani, i capi dei sacerdoti e gli scribi.

- Il discepolo "antagonista". Pietro continua a ragionare come gli altri uomini. E' convinto, certamente, che Gesù è il Messia, ma è altresì convinto di sapere che cosa debba fare il Messia; conseguentemente, pretende di dare consigli e di insegnare al Maestro. Con rispetto, Pietro prende in disparte Gesù, "si mette a rimproverarlo" e si impegna ad evitarGli una simile disgrazia(la passione e la morte in croce). In questo modo, Pietro si comporta da "satana"; il vocabolo designa un pubblico ministero o accusatore; in greco, il termine è stato tradotto "dàbolos"(=diavolo), "ostacolatore" (uno che intralcia il cammino). Pietro, in quel momento, non vuole che si compia il progetto di Dio e presume di far cambiare idea al Messia.

La nuova traduzione italiana (CEI 2008) ha corretto la precedente ("Lungi da me!"), nel modo seguente: "Va' dietro a me, satana". Il Maestro non manda via il discepolo,ma gli spiega come si manifesta, veramente, la fede in Lui, cioè, nella sequela di Gesù e non nel pretendere di insegnarGli la strada. Lo stesso concetto è ripreso dall' altra parola "skàndalon" (=inciampo, ostacolo). Pietro, infatti, col suo atteggiamento, pone un ostacolo alla via di Gesù: perchè non pensa secondo Dio, ma secondo gli uomini.

- Una meditazione per tutti. Nel v.24, Gesù rivolge a tutti i discepoli una catechesi funzionale al cambiamento della loro mentalità troppo umana: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sè stesso, prenda la sua croce e mi segua". Per andare dietro a Gesù, il discepolo deve fare tre cose: a) Dire di no alla propria mentalità, al proprio progetto; b) Avere il coraggio di rischiare la condanna a morte; c) Accogliere la proposta del Maestro ed imitarne la vita. La frase più "strana" è "prendere la propria croce".

Noi, per la verità, l' abbiamo fatta diventare un luogo comune, per indicare che ci vuole pazienza e ciascuno deve sopportare la propria situazione, anche se difficile; ma questo significa intendere la parola "croce", in senso "metaforico". L' espressione "prendere la propria croce", ai tempi di Gesù, invece, era un' immagine, per indicare il rischio che si correva di subire una condanna a morte; Gesù intendeva dire proprio questo ai suoi: seguire Lui significava mettere in conto anche di lasciarci la pelle.

"Se qualcuno vuol venirmi dietro - ecco il significato delle parole di Gesù - si prepari al peggio; perchè non gli propongo una vittoria facile, nè una buona sistemazione, ma gli prospetto un rischio serio, addirittura quello di essere condannato a morte".

A questo punto, c'è un "loghion" (= un detto) sapienziale (v.25), un paradosso vero e proprio: per trovare bisogna perdere, per salvare la vita bisogna essere disposti a perderla. Un altro detto, in forma interrogativa, sottolinea che la vita è la cosa più importante che abbiamo: "Quale vantaggio avrà un uomo, se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita ?". Quindi, chiunque vuole seguire Gesù, deve mettersi dietro a lui e imitarne l'opera.

                                                                                   Mons. Nino Scarcione 

sabato 30 agosto 2014

Udienza dal Papa, le foto

Il saluto a papa Francesco


Di seguito la sequenza fotografica del saluto a papa Francesco sul sagrato della Basilica di San Pietro.

Filippo Rausa nel presentarsi chiede al sommo pontefice la benedizione del quartiere Monte e della città di Piazza Armerina, poi mostra il foulard, quale dono del quartiere, con le insegne araldiche e San Martino santo patrono.
Comunica di avere portato in dono anche due opere del poeta, scrittore Pino Bevilacqua; il papa ringrazia e benedice la comunità del nobile quartiere Monte e la città di Piazza Armerina.  





venerdì 29 agosto 2014

Udienza Generale di Papa Francesco, 27 agosto 2014


Il saluto del papa ai pellegrini italiani presenti in piazza San Pietro dal minuto 59:00

Il nobile quartiere Monte scrive una pagina di storia cittadina

Una giornata storica per il nobile quartiere Monte e per tutti i suoi quartieranti, il presidente Filippo Rausa a nome del quartiere stringe la mano a papa Francesco e consegna il foulard e altri doni.   
Il santo padre nel salutare Filippo Rausa rivolge parole di ringraziamento e benedice la comunità del quartiere e la città di Piazza Armerina.

" In questa stretta di mano ci sei pure TU "




lunedì 25 agosto 2014

Storica visita dal Papa, mercoledì l'udienza

Cresce l'attesa per la storica visita al Santo Padre, papa Francesco, martedì pomeriggio con due pullman oltre ottanta quartieranti del nobile quartiere Monte insieme a tanti concittadini che hanno voluto condividere questo evento unico e straordinario, partiranno alla volta di Roma, dove mercoledì avrà luogo l’Udienza dal santo padre, papa Francesco.

Inoltre, mercoledì in piazza San Pietro si uniranno alla nutrita comitiva, altri trenta quartieranti e concittadini che raggiungeranno Roma in aereo.

In Vaticano una rappresentanza di figuranti del nobile quartiere Monte (capitano, magistrati, notabili, dame, paggi, vessillifero), nei consueti abiti storici del Palio dei Normanni rappresenterà la storica kermesse, per celebrare il 50° anniversario dalla 1^ vittoria al Palio.  

Al termine dell'udienza generale si espleterà il consueto saluto papale, il cosiddetto “bacio dell'anello” da parte delle autorità religiose, politiche e civili intervenute. 

la Bandiera del Quartiere
Prenderanno parte al saluto, Sua Ecc. il Vescovo di Piazza Armerina mons. Rosario Gisana; mons. Antonino Scarcione preposto della Cattedrale e consulente ecclesiastico del Comitato di Quartiere; Filippo Rausa presidente del nobile quartiere Monte, il Sindaco di Piazza Armerina Filippo Miroddi e in rappresentanza del Consiglio Comunale, il consigliere Laura Saffila.

Filippo Rausa donerà al Santo Padre il foulard appositamente realizzato per l'occasione e la bandiera del quartiere; inoltre, porterà in dono gli ultimi due libri dello scrittore piazzese Pino Bevilacqua " Di quest'antica terra " e " Sotto i cieli blu degli Erei ".

Il Sindaco a nome dell'intera città di Piazza Armerina, omaggerà S.S. Francesco con una tela raffigurante l’icona bizantina di Maria SS. delle Vittorie, patrona della città e della Diocesi piazzese.
In udienza anche una delegazione del quartiere Castellina con il suo presidente Massimo Di Seri, il vice Rosario Buzzone e Salvatore Bruno. 



particolare del foulard con San Martino

domenica 24 agosto 2014

La Domenica con Gesù, XXI del tempo Ordinario / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: "Così dice il Signore a Sebna, maggiordomo del palazzo: Ti toglierò la carica...chiamerò il mio servo Eliakìm...e metterò il tuo potere nelle sue mani...Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide..." Is 22, 19-23. 
"O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio ! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie !..." Rm 11, 33-36. 
"...La gente, chi dice che sia il Figlio dell' uomo?...Alcuni dicono il Battista, altri Elia, altri Geremia...Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente...Beato sei tu, Simone...perchè nè carne nè sangue te lo hanno rivelato, ma il Pade mio...E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa...A te darò le chiavi del regno dei cieli..." Mt 16, 13-20.

L' evangelista Matteo rileva che Gesù lascia il territorio d'Israele, per dirigersi verso nord. Proprio in questo territorio, il narratore-teologo colloca, esplicitamente, un' imminente fondazione, la nascita, cioè, della nuova comunità, che continuerà e completerà l' antica. Al rifiuto dei capi d' Israele, si contrappone, invece, l' accoglienza e il riconoscimento dei discepoli. Viene, qui, contrapposto un uomo di fede, che grazie alla sua adesione a Gesù, il Messia, diventerà il fondamento della nuova costruzione. 

- L'identità di Gesù. L'episodio è ambientato "nella regione di Cesarea": dunque in un luogo, "all'estero", lontano dalla folla degli amici e dei nemici. Gesù vuole conoscere l'opinione della gente su di sè e chiede che cosa dicano di lui. La prima risposta comprende un semplice elenco di opinioni.

La seconda domanda di Gesù, invece, mette i discepoli di fronte ad una scelta. Essi devono, cioè, uscire allo scoperto e manifestare, quale idea si sono fatti di lui. La risposta, questa volta ,è attribuita ad un solo discepolo,."Simon Pietro", che "esplode" in una vera e propria professione di fede matura. Due e distinti sono i titoli adoperati da Matteo: "Cristo" e "Figlio di Dio". Notiamo che: il termine "Cristo", traduzione greca del' ebraico "Messia", indica l' Unto, il Consacrato. E' un titolo, che designa il ruolo, svolto da un personaggio preciso. Conseguentemente, i discepoli, riconoscendo in Gesù il Cristo, lo identificano con l' uomo, scelto da Dio per il suo grande intervento salvifico a favore d' Israele.

Invece, l' altro titolo, "Figlio di Dio", indica una qualità costitutiva della persona: in questo modo, la fede del discepolo esprime la convinzione che Gesù sia in stretta relazione personale con YHWH e sia, egli stesso, Dio (e non un semplice inviato di Dio).

- La risposta di Gesù, una "rivelazione" per Pietro. La risposta di Gesù segue immediatamente e inizia con una beatitudine: egli, cioè, fa i "complimenti" e le congratulazioni al discepolo, ma soprattutto lo invita a gioire per un evento importante e decisivo. L'evento per cui Gesù invita il discepolo a rallegrarsi è una rivelazione. Il sostantivo "apokalypsis"(= apocalisse) indica lo svelamento del progetto, che Dio sta attuando per la salvezza umana. Con la formula "carne e sangue" vengono designate le forze umane, ovvero le capacità intellettuali di Simone. Il discepolo non arriva con le sue forze a conquistare la verità: è il Padre che glene fa dono.

- Simone diventa "Roccia". Al dono del Padre, il Figlio aggiunge una consegna importante: tu sei "Kepha" (= Roccia). Quando la comunità cristiana cominciò a parlare in greco, il nome "Kephas", come afferma Paolo, divenne "Petros". Su questa persona, il Messia costruirà la "sua Chiesa". La Chiesa di Gesù è la nuova comunità che riconosce in lui il Messia. Pietro è la prima pietra di una nuova costruzione. Questa nuova realtà non sarà soggetta alla morte.

All'immagine della pietra fondamentale ne viene aggiunta un'altra: quella del ministro "plenipotenziario" del nuovo regno. Con allusione all' antico rito di consegnare la chiave della città, Gesù promette di costituire Pietro suo vicario nell' annuncio e nel servizio del regno, che il Messia è venuto ad inaugurare. 
La seconda parte della promessa, ne introduce un' altra, coi verbi "legare e sciogliere": ciò significa che si è passati ad una terza immagine, per completare le precedenti. La formula ha due significati, uno morale ed uno giuridico. Nel senso morale, "legare e sciogliere" significa imporre un obbligo o dichiararne liberi, proibire o permettere.

Nel senso giuridico, invece, significa ammettere in una società o escluderne, stabilendo concretamente le condizioni indispensabili, per esserne membri.

                                                                                       Mons. Nino Scarcione


venerdì 22 agosto 2014

mercoledì 20 agosto 2014

Festa all'Oratorio


- 7 all'incontro con papa Francesco


Inizia il conto alla rovescia per un evento unico e straordinario per il nobile quartiere Monte, e per i concittadini che si sono aggregati per partecipare all’Udienza generale del mercoledì dal Santo Padre, papa Francesco.

Una grande occasione per poter vedere dal vivo il Santo Padre e poter essere così rapiti dalla sua semplicità, franchezza e dalle sue parole mai banali, atte anche alla ricerca di una spiritualità superiore. 


Ancora un altro successo, La Cena Medievale

Martedì 12 agosto, ha avuto luogo la Cena Medievale al castello Aragonese che è tornato ad animarsi di luci, suoni e sapori d’altri tempi, sotto un celo stellato, a corollario delle iniziative pro Palio dei Normanni.

Oltre 60 gli ospiti che hanno varcato la soglia del tempo, immergendosi nel fascino di un castello addobbato per l’occasione da gonfaloni e bandiere, con i colori “giallo” e lo stemma araldico “aquila” del nobile quartiere Monte; torce e padelle romane a rischiarare la profumata serata d’agosto.

Ad accogliere i commensali gli alabardieri e naturalmente a fare gli onori di “casa” gli organizzatori tutti in costume storico, il presidente del quartiere Filippo Rausa, il capitano Alfredo Bandiera, Filippo Purrazza, Pino Parlascino, Tony Amato, tutti con dama al seguito, paggi, ancelle e cavalieri in arme completavano il gruppo in costume storico.

La cena magistralmente curata dell’Hotel Villa Romana del Cav. Enrico Mantegna, tra suoni ed armonie medievali e scorsa tra una portata ed un’altra, ospite d'eccezione, la ciliegina sulla torta naturalmente è stata la presenza di Miss Italia, Giusy Buscemi, nei costumi di Gran Dama.

Nel corso della serata hanno fatto un salto per un saluto ai commensali il Sindaco Filippo Miroddi, il vice sindaco Giuseppe Mattia, presente alla cena l’avvocato Enzo Cammarata, proprietario del maniero, la dott.ssa Assunta Parlascino, l'avvocato Grimaldi. 

Con l’ultima portata, il dolce, gli ospiti si sono congedati certi di avere trascorso una piacevolissima serata all’insegna del medioevo, lontana dal vocio e dai rumori di tutti i giorni, consci di avere vissuto un momento unico e magico all’interno del castello aragonese che nei secoli passati ha rappresentato il potere politico e giudiziario cittadino.

Con un cordiale saluto e un plauso agli organizzatori, la Cena Medievale si è conclusa a notte inoltrata, consapevoli di avere realizzato l'ennesimo sogno, che martedì 12 agosto è diventato realtà. 







  

 





domenica 17 agosto 2014

La Domenica con Gesù, XX del tempo Ordinario / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: "...Gli stranieri, che hanno aderito al Signore...Quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte di gioia santo e li colmero' di gioia..." Is 56,1.6-7 . 
" Fratelli, a voi genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni..." Rm 11, 13-15. 29-32 . 
"...Una donna cananea...si mise a gridare: Pietà di me, Signore, figlio di Davide ! Mia figlia è molto tormentata da un demonio. Allora...i suoi dicepoli...:Esaudiscila, perchè ci viene dietro gridando...Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". ...Eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola del loro padrone...Gesu' le replicò: Donna, grande è la tua fede ! Avvenga per te come desideri"...Mt 15, 21-28 .

Al centro dell' attenzione non vi è la guarigione o l'esorcismo, bensì, il dialogo tra una madre implorante e Gesù: dalla loro relazione scaturiscono notevoli conseguenze per la donna e sua figlia, ma anche per il rapporto dei cristiani con gli stranieri. Matteo presenta subito la co-protagonista, come una "donna cananea". Matteo, dunque, fa leva sul sentimento di ostilità e di inimicizia, esistente tra ebrei e cananei. Infatti, la tradizion vetero-testamentaria considera Canaan, come uno dei popoli, che gli Israeliti devono "annientare"; quindi erano considerati, per definizione, dei "reietti".

Il contesto culturale ci aiuta a comprendere lo strano "rifiuto", che Gesù sembrava riservare a questa persona. Ella, quindi, "irrompe" sulla scena, gridando il proprio dramma familiare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide ! Mia figlia è molto tormentata da un demonio" (v.22). Ella è una donna sola, che si rivolge a degli ebrei, una pagana, che supplica un maestro di un' altra religione. Perchè chiami Gesù col nome di "Signore, figlio di Davide", dal testo non viene spiegato; è facile pensare che la fama dei prodigi, compiuti da Gesù, sia giunta fino a lei.

Di fronte a tale accorata invocazione, Gesù reagisce con un silenzio assordante: non la degna, addirittura, neanche di una risposta. L' evangelista sottolinea, chiaramente, la reazione intenzionale di Gesù, come un rifiuto; che contrasta, clamorosamente, con la commozione del Maestro di fronte alla folla nella moltiplicazione dei pani (Mt 14,14 e 15,32).

I discepoli chiedono a Gesù di congedare la folla affamata. Non sono più buoni e comprensivi del Signore, ma si sentono infastiditi da quella donna, che urla. Anche in questo caso, il Maestro aiuta a riflettere sulla sua missione: egli ha un mandato diverso, che non gli consente un cambiamento tale, da includere la cananea. Questo discorso di Gesù è rivolto ai giudei, i quali possono comprendere subito l' allusione al testo di Ezechiele 34, col riferimento alle pecore perdute della casa d' Israele (Mt 10, 5-6).

Notiamo, comunque, che Gesù stesso inaugura e legittima una "inaudita" apertura ai non ebrei. Nonostante il rifiuto, infatti, la donna si avvicina di più al Signore e compie un atto di adorazione, dicendo: "Signore, aiutami ! " (v.25). Era consuetudine assai diffusa che i giudei chiamassero i "pagani" con l' appellativo di "cani". Per cui il Maestro "adotta" il linciaggio comune, che appare abbastanza comprensibile anche per pagani. Il diminutivo, "cagnolino", qui adottato, attutisce appena la valenza offensiva della parola.

La donna accetta di restare dentro questa relazione, così come non si era scoraggiata di fronte a silenzio-dissenso. Non va via, non si offende, non si demoralizza, bensì vince la resistenza iniziale di Gesu'. Infatti, accetta di essere paragonata ad un cagnolino, ma riflette cosi': "anche i cani trovano posto sotto la tavola ed hanno la possibilità di mangiare le briciole che cadono.

Di fronte a questa considerazione, la resistenza di Gesù sembra vinta. Matteo, addirittura, mette in bocca al Maestro un raro complimento: "Donna, davvero grande è la tua fede" (v.28). Gesù mostra di conosce il cuore di lei e lo fa conoscere ai discepoli: l' atteggiamento di quella donna, cioè, è segno autentico di fede. E' questa l' unica circostanza, in cui Matteo qualifica la fede di qualcuno come "grande".

Gli osservanti farisei dell' episodio rappresentano la tipica religiosità giudaica del I secolo: Gesù, per trovare una fede grande, deve andare all'estero, in terra straniera, tra i popoli pagani, nel cuore di una donna, addirittura "cananea". "Avvenga per te come desideri" (v.28). La risposta di Gesù compie il desiderio della donna, riconoscendo che il suo modo di rapportarsi a lui era corretto. Questa donna, infatti, esprime un "atteggiamento filiale", di dipendenza e fiducia, ma anche di affetto e costanza; incarna la spiritualità dei "poveri del Signore", che si rivolgono a Lui, per ottenere misericordia.

Gesù vuole indicare che questa donna è già dentro la "logica del Regno dei cieli". La guarigione avviene "a distanza", perchè non interviene con un contatto su un ammalato, ma parla alla madre di una ragazza, tormentata da un demonio, in assenza di questa. Il narratore, infine, ci informa dell' efficacia della parola risanatrice di Gesù. Tutta l' attenzione va alla fede di una donna straniera e il dialogo tra lei e Gesù - racchiuso tra le due moltiplicazioni- risulta l'occasione che fa passare la comunità cristiana dalla "chiusura farisaica" all'apertura universale della salvezza. Un simile racconto segna e legittima il passaggio all'universalità: è questa la conversione, che fa riconoscere figli e fratelli, quelli che prima si consideravano "cani".

                                                                                       Mons. Nino Scarcione 

venerdì 15 agosto 2014

15 Agosto: Assunzione della Beata Vergine Maria

Testi: "...Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto...Partorì un figlio maschio destinato a governare tutte le nazioni...La donna invece fuggì nel deserto..."Ap 11, 19a; 12, 1-6a.10ab.

"Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti...E' necessario che Egli regni finchè non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L' ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte..." I Cor 15, 20-27a . "In quei giorni Maria si alzo' e andò in fretta verso la regione montuosa...Allora Maria disse: L' anima mia magnifica il Signore...Perchè ha guardato l' umiltà della sua serva...Di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono...Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore...Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote..." Lc 1, 39-56 .

 Il 15 agosto, contemporaneamente, hanno luogo tre ricorrenze: 1) Il Ferragosto (Feries Augusti), periodo del meritato riposo, che volentieri auguro a tutti voi; 2) La Madonna delle Vittorie, Patrona della Città e della Diocesi di Piazza Armerina; 3) L' Assunzione della B.V.Maria.


La breve riflessione fa tesoro dei testi liturgici e ruota attorno a quest' ultima Solennità. In particolare, vuole essere un tentativo di cogliere il significato, che ha l' Assunzione di Maria per ogni credente: la Madonna è, come Cristo, seppure in modo diverso, una primizia. Primizia della risurrezione e della Chiesa. In Lei, Dio ha tracciato un profilo di ciò che, alla fine, sarà tutta la Chiesa.

La prima lettura, nella figura della donna che sta per partorire, "tratteggia" la Gerusalemme celeste, riunita attorno al trono di Dio. Proprio In Maria, Dio mostra quanto grande e profonda sia la redenzione, operata da Cristo e a quale gloria possa condurre la creatura, che si lascia penetrare dalla grazia. Ma, da quella gloria, Maria ci indica la via; esattamente, quella tracciata da due linee essenziali: la fede e l' umiltà.

"Beata colei che ha creduto". Infatti, Maria ha creduto, nel silenzio di Nazareth e sul Calvario, anche quando tutto sembrava incomprensibile, anzi impossibile.(Lc 2, 50); Ella si è lasciata condurre, docilmente, da Dio, come una pecorella, che segue l'Agnello, condotto ad essere immolato, cosi' come "recita" la liturgia bizantina.

"Dio ha guardato l'umiltà della sua serva". Proprio la Madonna "canta" l'esperienza di tanti credenti e loda Dio, che "innalza gli umili". Maria ha compreso e vissuto che "Dio nasconde le cose sue ai sapienti e le ha rivelate ai piccoli" (Mt 11, 25).

In fine, Maria è piena di grazia, perchè si è "svuotata" di sè. 
Perchè Dio possa fare anche in noi "cose grandi", è necessario che viviamo, come Maria, con fede ed umiltà.
                                                                          
                                                                               Mons. Nino Scarcione 

Il Palio al quartiere Castellina

Massimo Di Seri
Il quartiere Castellina vince la 59^ edizione del Palio dei Normanni, la 15^ vittoria in assoluto degli azzurri del presidente Massimo Di Seri.  

Nelle quattro prove di abilità e destrezza contro l’effigie del Saraceno, i cavalieri del quartiere Castellina, contro ogni pronostico hanno sbaragliato l’agguerrita concorrenza dei quartieri Monte, Casalotto e Canali, giunti rispettivamente 2°, 3° e 4°.


Alla squadra del quartiere Castellina è stato assegnato il Palio, copia del Vessillo papale raffigurante Maria SS. delle Vittorie; inoltre, come da tradizione è stato donato un Palio, realizzato dall’artista piazzese Angelo Scroppo, che resterà di proprietà del quartiere e troverà posto nella sede di via Garibaldi.