"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

lunedì 31 gennaio 2022

Completato il progetto della nuova illuminazione della Basilica Cattedrale!


Con tanta passione e parsimonia continua il costante lavoro dell'Arciprete Parroco della Basilica Cattedrale don Giovanni Tandurella, volto a ridare “nuova luce”, e visti i lavori portati a compimento, il termine è più che appropriato, al grande Tempio, orgoglio di tutti i piazzesi, la Magnificenza, come è solito definirla don Giovanni.

Sabato scorso 29 gennaio è stato completato il progetto della nuova illuminazione della Basilica Cattedrale! L’opera iniziata subito dopo l'insediamento dell'Arciprete Parroco don Giovanni Tandurella, tra ottobre e novembre 2019, prevedeva un primo step: l'adeguamento di alcune sezioni dell’impianto elettrico e dell'illuminazione interna della Magnificenza.

In seguito sono state sostituite tutte le lampade ad incandescenza presenti nelle grandi ninfe e nelle applique, oltre 200 lampade. Successivamente si è passati a sostituire i corpi illuminanti e l’intero impianto elettrico, ormai vetusto e non sicuro della cappella, del Coretto e di quelli della sacrestia.

Infine, si è passati a sostituire i fari posizionati sopra i cornicioni che illuminavano il presbiterio oltre che sistemare gli impianti e sostituire le lampade dei lampadari delle cappelle laterali e per ultimi, proprio nei giorni scorsi, sono stati sostituiti tutti i fari che illuminano le volte reali della Basilica (transetto, navata centrale e volte del presbiterio).

Un lavoro, per quanto idealmente semplice e veloce, in Basilica ha impegnato tempi e costi considerevoli perché sostituire lampade ad un'altezza di circa 15metri e fari sopra i cornicioni ad un’altezza di circa 20metri e in queste quantità, non è un'operazione che può fare chiunque e in tempi brevi, sono serviti castelletti e figure professionali specializzate.

L'impatto visivo è ora considerevole, l'illuminazione della Cattedrale ha acquisito uniformità di intensità e colorazione luminosa. La nuova illuminazione è tutta realizzata con lampade a led a bassissimo consumo, la scelta del colore dei led è stata indirizzata sull'utilizzo del colore della luce naturale, questo comporta che anche con l'illuminazione artificiale si può ammirare la Basilica e le sue opere con la stessa luce naturale con la quale può essere ammirata durante il giorno.

Un lavoro che ha comportato anche un risparmio energetico considerevole, a passo con le nuove politiche ambientali, perché tra le vecchie lampade e quelle nuove c'è stato un abbattimento di oltre 15.000 W.

Corre l’obbligo, sottolinea don Giovanni, ringraziare i fedeli della Basilica Cattedrale per la loro generosità ed in particolare per l’ultimo intervento dei corpi illuminanti delle volte superiori una famiglia di benefattori della Diocesi.

Don Giovanni, conclude nel dire: "tanto si è fatto ma ancora tanto c'è da fare, siamo tutti chiamati a dare una mano, sempre a lode e gloria del Signore e della Sua gran Madre Maria Santissima!".

domenica 30 gennaio 2022

Il castello Aragonese tra i 16 manieri inseriti nel progetto valorizzazione


 

LA DOMENICA CON GESU', IV DEL Tempo Ordinario / C

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto…ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni. Di’ loro tutto ciò che ti ordino; non spaventarti di fronte a loro…Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno…” Ger 1,4-5.17-18 . 
“…Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cembalo che strepita…Se avessi il dono della profezia…se conoscessi tutti i misteri…se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla…La carità è magnanima…non è invidiosa, non si vanta…non manca di rispetto…non si adira, non tiene conto del male ricevuto…La carità non avrà mai fine…” 1Cor 12.31-13,4-13 . 
“…Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete ascoltato…Non è costui il figlio di Giuseppe ? Ma egli rispose loro: certamente voi mi citerete questo proverbio: Medico, cura te stesso…Poi aggiunse:…Nessun profeta è bene accetto nella sua patria!...” Lc 4,21-30.

Seguiamo la riflessione di Roberto Laurita.

“IL PROFETA, COME GESU’, DOVRA’ AFFRONTARE L’ OSTILITA’ DEI SUOI. LO COMBATTERANNO, LO PERSEGUITERANNO, MA NON POTRANNO NULLA CONTRO DI LUI, PERCHE’ IL SIGNORE NON LO ABBANDONA”.

L’ episodio emblematico di Nazaret non è, quindi, un insuccesso derivante da una comunicazione maldestra e le sofferenze, a cui è sottoposto Geremia, non sono la prova che egli ha sbagliato tutto. Iniziamo dalla sinagoga di Nazaret. Luca ci fa riflettere su quello che accade al vangelo, quando viene predicato fedelmente.

Vediamo che Gesù non lascia indifferenti gli uditori del messaggio.
Infatti, i suoi compaesani, all’ inizio, lo ammirano, poi, si stupiscono ed, in fine, addirittura, furiosi, lo cacciano via dal loro villaggio.

I suoi interlocutori presumono di sapere tutto del “figlio di Giuseppe”, della sua storia e dei suoi parenti. Del resto, essi come avrebbero potuto immaginare che Gesù viene da Dio e, addirittura, è figlio di Dio ?

-Si aspettavano un Messia che sconfiggesse i nemici d’ Israele e li liberasse dai pagani.

“Ci chiediamo, ma Gesù sa comunicare ? “. Certamente, un cacciatore di consensi si sarebbe “organizzato” in modo ben diverso ! A questo punto, ci poniamo un’ altra domanda. Perché fa così ? Notiamo subito che il Signore non è affatto preoccupato di “mietere successi”, bensì, di mettere ognuno di fronte a una scelta, che riguarda lui e il suo messaggio: O lo si accetta o lo si rifiuta, o lo si segue o lo si lascia perdere.

Chi si spella le mani per applaudirlo, ma non mette in pratica la sua parola, non può dirsi suo discepolo.

Chi lo giudica un grande maestro, ma orienta le sue scelte secondo i propri interessi, sappia che non figura tra i suoi.

Una cosa è certa: Egli “non si fermerà a causa del calo dei consensi”.

“L’ apparenza e la realtà”. Anche l’ apostolo Paolo vuole fugare ogni equivoco. Che cosa conta di più nella vita della comunità ? Essere comunicatori efficaci, al punto di destare l’ ammirazione degli ascoltatori ? Essere maestri brillanti, che incantano per la saggezza del pensiero e raggiungono risultati inimmaginabili ?

No. Ciò che vale, rimane, rende veramente feconda ogni parola e ogni azione è la carità. Tutto il resto, prima o poi, scompare. Come ottimamente afferma San Paolo nella I Lettura.

Mons. Antonio Scarcione

mercoledì 26 gennaio 2022

Proposta creazione banca dati progetti per Fondi Pnrr e altri per opere pubbliche da realizzare in Centro Storico


Di seguito il documento che il gruppo dirigente del Comitato nobile quartiere Monte Mira, ha indirizzato al Sindaco di Piazza Armerina, relativamente l'istituzione di un Ufficio di programmazione e progettazione per i diversi Bandi emanati dalla Comunità europea, dal Governo nazionale e regionale, con la proposta di realizzazione opere nel territorio del Quartiere.

Nobile Quartiere Monte Mira

  

Piazza Armerina, 25 gennaio 2022

Al Sig. Sindaco di Piazza Armerina
Avv. Nino Cammarata
Agli Assessori componenti la Giunta Municipale
Città



Oggetto: proposta indicazione progetti prioritari da inserire nella banca dati per Fondi Pnrr e altri


Egregio Sig. Sindaco,

nel corso degli ultimi trentanove anni dalla fondazione di questo Comitato di Quartiere (correva l’anno 1983), questa organizzazione sancita dal Codice Civile, ha sempre svolto un’azione per la salvaguardia, la valorizzazione e la promozione del territorio; nell’interesse dei quartieranti ha sempre proposto, suggerito, interventi nel e per il territorio del Quartiere (e alle volte anche oltre), a tutte le Amministrazioni che negli anni si sono succedute; interventi volti alla riqualificazione dei luoghi per renderli più vivibili e dignitosi.

Potremmo elencare una infinita lista di azioni proposte e portate a buon fine, di cui conserviamo gelosamente tutte le richieste, ma per brevità ci limitiamo ad indicarne alcune che riteniamo importanti quali:

· la nuova rete elettrica in tutte le vie del quartiere, realizzata a stralci, strada dopo strada;
· l’illuminazione esterna dei prospetti di tutte le chiese presenti nel territorio;
· il consolidamento delle pendici di via Campagna San Martino con la risistemazione dell’attuale piazza Nicosiano;
· l’allargamento della carreggiata stradale di via Campagna San Martino con la demolizione di una casa;
· la realizzazione della nuova pavimentazione di piazza Crocifisso;
· la realizzazione della nuova pavimentazione di piazza Santa Rosalia;
· la realizzazione della nuova pavimentazione della piazzetta dei Gesuiti;
· la realizzazione della nuova pavimentazione di piano Capodarso;
· la realizzazione della nuova pavimentazione del Giardino Scibona;
· il ripristino della piazza Garibaldi adibita a un becero parcheggio;
· la realizzazione di un campo polisportivo nel cortile esterno della scuola Trinità;
· la realizzazione della strada di collegamento tra il quartiere Monte Mira e la Castellina.

Questo e tanto altro ancora, ma se tutto ciò è stato possibile, grazie al lavoro di quanti soci del quartiere, negli anni, si sono adoperati e spesi nell’interesse della comunità, lungimiranti visionari che sognando una Città migliore hanno puntualmente stilato un elenco di idee, di migliorie di cose e luoghi, per contribuire a “fare stare bene e meglio le persone nel Quartiere in cui hanno deciso di vivere con le loro famiglie, e riteniamo importante sottolineare, scelto di continuare a far vivere uno storico Quartiere con tutte le sue problematiche, a differenza di tanti altri quartieranti che per diverse motivazione lo hanno abbandonato, trasferendosi in più comode e periferiche aree cittadine.

Proposte discusse, condivise da centinaia di quartieranti, fatte transitare dai media, nelle cronache dei giornali, e infine discusse nella “Sala delle Luci” con Sindaci e Assessori, hanno trovato quel positivo riscontro, perché condivise.

Detto ciò, nella nostra ideale programmazione di Futuro della Città e del Quartiere che vorremmo venisse condiviso dall’attuale Amministrazione comunale Cammarata, consapevoli delle prossime risorse da parte della Comunità Europea con i Fondi Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza), ma comunque dei vari e diversi bandi che puntualmente vengono pubblicati; riteniamo che il Comune sin da oggi, qualora non l'avesse ancora fatto, dovrebbe organizzarsi istituendo un vero e proprio ufficio di programmazione e progettazione ad hoc, per progettare interventi a salvaguardia e recupero del Centro Storico e per “costruire” la Città del nuovo millennio, mettendo nero su bianco una banca dati di progetti pronti a essere presentati e quindi potere partecipare ai Fondi Pnrr e ai bandi emanati dalle varie istituzioni che essi siano europei, nazionali o regionali.

Le proposte che nell’ultimo decennio abbiamo presentato alle Amministrazioni che si sono succedute e che ancora non hanno trovato riscontro sono le seguenti:

1. rifacimento della scalinata monumentale di Sant'Anna, con alzate in mosaico;
2. rifacimento pavimentazione piazzetta Generale Giuseppe Giunta;
3. rifacimento pavimentazione piazza Cattedrale;
4. rifacimento pavimentazione piano Fedele Calarco;
5. rifacimento pavimentazioni delle principali vie urbane, con sostituzione delle antiquate basole di lava con pavimentazione a lastricato nelle via Monte, via Crocifisso, via Vittorio Emanuele, via Crescimanno, vie Cavour.
6. rifacimento pavimentazione in piazza Castello, piano Carcere,
7. risistemazione piazza Crocifisso nel tratto percorso dalle automobili,
8. allargamento via per il transito carrabile di vico Cattedrale,
9. realizzazione parcheggio in via Cavour, sotto piano Fedele Calarco.

Siamo certi che se ad ogni opera descritta corrisponderà un progetto cantierabile, con l’aria che tira, grazie ai Fondi Pnrr e a tutto ciò che dall’Europa seguirà nei prossimi anni, per risollevare le sorti dell’economia post pandemia, con una banca dati di progetti pronti a essere cantierati, oltre a dare lavoro e a mettere in moto l’economia asfittica della nostra Città, certamente contribuiremmo a migliorare l’aspetto urbano ridando servizi e nuova dignità a porzioni di città attualmente lasciate nell'oblio.

A conclusione di questa nostra missiva ci piace citare Leonardo Sciascia, il quale diceva “il dramma dei siciliani e non credere nelle idee”. Noi nel nostro piccolo, caro Sindaco, pur con scarse risorse ma con tanta buona volontà le abbiamo sempre concretizzate, per alimentare le speranze di un futuro migliore, e siamo certi che anche Lei nell’assumersi anni or sono la responsabilità di Primo Cittadino sia stato spinto dal desiderio di una Città migliore. Il futuro nostro e di tutta la comunità è nelle sue mani, ad maiora Sindaco.

Cordialmente augurando buon lavoro, distinti saluti,

                                                            Il Presidente, Filippo Rausa

Festa di San Giovanni Bosco


 

lunedì 24 gennaio 2022

Palazzo Velardita, quel che rimane rischia di crollare, gli eredi lo cedano o il Comune lo espropri.

Di seguito il documento che il gruppo dirigente del Comitato nobile quartiere Monte Mira, ha indirizzato al Sindaco di Piazza Armerina, Avv. Nino Cammarata e alla Soprintendenza di Enna.

Piazza Armerina, 23 gennaio 2022
 

Nella tarda mattinata di venerdì 21 gennaio 2022, l'Amministrazione comunale ha provveduto a sbarrare, in entrambi i lati, la via Antonio Crescimanno nel nobile quartiere Monte Mira, con due barriere new Jersey di calcestruzzo, per il serio pericolo di crollo di ciò che rimane del secentesco palazzo Velardita, che da piazza Castello si protrae per tutto l'isolato fino a via Crescimanno (pressappoco delle dimensioni di un campo di calcio).

Infatti, le mura perimetrali della facciata che ricade sulle vie Crescimanno, Velardita sono lesionate in diverse parti, è tutto ciò fa presagire, a detta dei tecnici comunali, che esso possa collassare da un momento all'altro.

La fine ingloriosa di un palazzo che insieme a tanti altri costituiscono l'aspetto post medievale di Piazza Armerina, palazzo Velardita il cui prospetto si rifà allo stile Gotico-Catalano, che peraltro dovrebbe essere vincolato quale bene storico di interesse culturale da parte della Soprintendenza di Enna, di fatto dal 2008 è un contenitore a cielo aperto, per via degli iniziali crolli di tetti e solai, che nei successivi anni sono continuati, degradando e snaturando la staticità dell'intero edificio.

Epilogo di questa triste storia, che amareggia tutti, è, che gli eredi del palazzo, uno o tanti che essi siano, chiamati alla responsabilità di mettere in sicurezza e recuperare l'antico palazzo, forse solo a parole hanno cercato, ipotizzando un possibile recupero, con pseudo fantasiosi finanziamenti da parte di enti pubblici o privati; nel frattempo il palazzo ha continuato la sua lenta agonia, preda degli agenti atmosferici che giorno dopo giorno ne hanno consumato la staticità nel più assoluto disinteresse della proprietà, che nulla ha fatto per arginare lo stato di abbandono, e/o trovare una soluzione con le Amministrazioni comunali che negli anni si sono succedute.

Infatti, se nei trascorsi 14 anni il pericolo verso terzi non è stato percepito in quanto il palazzo si è accartocciato all'interno, con costanti e continui crolli di solai, volte, ecc, ecc, decretandone irrimediabilmente la morte strutturale, oggi lo stato di abbandono e degrado è sotto gli occhi di tutti. 

I proprietari dal 2008 erano a conoscenza della relazione dei Vigili del Fuoco, che ne aveva dichiarato lo stato di degrado statico dell’edificio, ma nulla hanno fatto, nessun intervento, nessun intesa con l'Amministrazione comunale di turno, tutto ciò di conseguenza non ha permesso i possibili e necessari interventi di messa in sicurezza, perché l'Amministrazione comunale sarebbe potuta intervenire solo se fosse stata proprietaria dell'immobile (il Comune non può spendere il pubblico denaro in una proprietà privata).

Oggi ci ritroviamo un palazzo che chiede aiuto, una ferita al cuore del Quartiere e della Città tutta, con un ingente bisogno di soldi per scongiurare l'irrimediabile crollo, soldi che la proprietà non ha, perché se questi nel tempo avessero avuto la forza economica, certamente sarebbero intervenuti.

Nel frattempo, i disagi per i residenti dirimpettai la via Crescimanno, per coloro che abitano le vie limitrofe, per il Quartiere tutto sono iniziati, perché l'Amministrazione comunale per tutelarsi e tutelare l’incolumità pubblica ha sbarrato la strada, con tutti i disagi che ne conseguono, dalla viabilità veicolare, al prossimo deprezzamento di tutti gli immobili presenti nel circondario, al danno la beffa per chi ha negli anni ha investito acquistando casa per farne la propria dimora, chi invece ristrutturando immobili ha creato B&B.

Detto ciò, questo Comitato di Quartiere fa appello agli eredi Velardita a cui è frazionato detto Palazzo, di recuperare il gravissimo danno arrecato, e con un atto di audacia degno del buon nome della casata che nei secoli li ha contraddistinto, di cedere le macerie che rimangono del suddetto, all'Amministrazione comunale, perché è l’unica e possibile soluzione che si vede all’orizzonte per potere salvare e fare risorgere quel che rimane del palazzo, affinché questa possa in tempi celerissimi attivarsi e mettere in sicurezza l'immobile, trovando i finanziamenti per riportarlo a nuova vita, restituendolo alla Città con un progetto mirato alla fruizione pubblica, trasformandolo, ad esempio, in Palazzo della Cultura o altro ancora.

Nel caso contrario, poiché la situazione è gravissima e non più procrastinabile, si chiede all’Amministrazione comunale di attivarsi per espropriare il Palazzo ridotto a un rudere, perché ne sussiste un interesse generale, ampiamente conclamato, indennizzando gli eredi.

                                                        Il Presidente
                                                        Filippo Rausa








La via Antonio Crescimanno sbarrata in entrambi i lati 
 






domenica 23 gennaio 2022

LA DOMENICA CON GESU', III DEL Tempo Ordinario / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo…tutto il popolo si alzò in piedi…Poi Neemia si alzò e disse: Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che non hanno di preparato…”Ne 8,2-4°.5-6.8-10 .
“Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e…sono un corpo solo, così anche in Gesù…Non può l’ occhio dire alla mano: Non ho bisogno di te…Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa…come apostoli,…come profeti…come maestri…” 1 Cor 12,12-30 .
“…Anch’ io ho deciso di fare ricerche accurate…e di scrivere un resoconto ordinato per te, illustre Teofilo…Gesù…venne a Nazaret…e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga…Gli fu dato il rotolo del libro del profeta Isaia…e trovò il passo…:Lo Spirito del Signore è sopra di me…Mi ha consacrato con l’ unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista…Allora cominciò a dire: Oggi si è compiuta questa scrittura…” Lc 1,1-4;14-21.


“LA SCELTA DI PORRE SULLE LABBRA DI GESU’ LA CITAZIONE DI ISAIA HA UNA TRIPLICE VALENZA: -RADICA LA MISSIONE DEL SIGNORE NELLE SCRITTURE;-LA SUA UNZIONE PORTA A COMPIMENTO LE ATTESE MESSIANICHE;-DETTA LE LINEE PROGRAMMATICHE DEL SUO MINISTERO: EGLI E’ L’ UNTO DI DIO CHE ANNUCIA L’ ANNO DI GRAZIA. IL SUO INCARICO E’: PROCLAMARE AI POVERI CHE AD ESSI APPARTIENE IL REGNO DI DIO; LA LIBERAZIONE AI PRIGIONIERI E OPPRESSI NEL CORPO E NELLO SPIRITO; LA VISTA A COLORO CHE BRANCOLANO NELLE TENEBRE”.

Erano state appena proclamate dal Signore le famose parole del testo di Isaia, puntualmente, citate da Luca . Sappiamo che nel testo figurano molti passi che parlano di Dio, ma Gesù sceglie quello, dove l’ umanità è definita con quattro aggettivi: povera, prigioniera, cieca, oppressa. Seguiamo attentamente la breve riflessione di Ermes Ronchi. Vediamo subito qual è il programma del Messia: portare gioia, libertà, occhi guariti, liberazione. Egli non impone pesi, bensì, li toglie. Afferma che Dio parte dagli ultimi. Adamo è povero, più che peccatore; fragile, prima che colpevole; anche noi siamo deboli ma non cattivi; abbiamo le ali tarpate e sbagliamo facilmente. Nel Vangelo sorprende ed emoziona scoprire che si parla più di poveri che di peccatori; più di sofferenze che di colpe. Il Vangelo non appare moralista. E’ liberatore. Dio ha sofferto vedendo Adamo diventare povero, cieco, oppresso, prigioniero. E un giorno non l’ ha più potuto sopportare ed è sceso, ha impugnato il seme di Adamo, ha intrecciato il suo respiro con il nostro respiro, i suoi sogni con i nostri.

Dio non ha come obiettivo sé stesso, siamo noi lo scopo di Dio. Ecco l’ insegnamento “sovversivo”, di Gesù: non è l’ uomo che esiste per Dio, ma è Dio che esiste per l’ uomo. E considera ogni povero più importante di sé stesso. Quel povero sono io.

Gesù spalanca ancora di più il cielo, delinea uno dei tratti più belli del volto di Dio: “Sono venuto a predicare un anno di grazia del Signore”. Un anno, un secolo, mille anni, una storia intera di benevolenza, a mostrare che Dio non solo è buono, ma è soltanto buono. Come afferma il teologo, Dio, forse, vuole dei giullari felici, alla San Francesco. Felici di vivere.

                                             Mons. Antonio Scarcione

giovedì 20 gennaio 2022

Il Palio dei Normanni in tour a Malta


Dal 28 aprile al 01 maggio il Palio dei Normanni sbarca a Malta per un gemellaggio culturale con lo Stato di Malta.

Dopo due anni di lavoro il comune di Piazza Armerina e il comune di S. Julian a Malta, partecipando a dei bandi europei per favorire gli scambi culturali, hanno ottenuto un finanziamento che permetterà a una delegazione di 101 Piazzesi di sbarcare a Malta il prossimo 28 aprile per portare il Palio dei Normanni nella Terra dei Cavalieri, e sfilare in corteo, nel corso di due giornate tra le vie della città di San Julian.
L'evento, oltre a rappresentare la storica kermesse prevede incontri, conferenze e momenti culturali.

Per arrivare a questo importante risultato che sancisce il gemellaggio con Malta, in questi due anni l'amministrazione del Sindaco Cammarata ha tessuto rapporti istituzionali con le autorità maltesi, alcune delle quali, nel 2020 il Sindaco della capitale maltese, La Valletta, e nel 2021 il Segretario Generale Permanente del ministero del turismo Maltese Dott Mizzi, sono stati ospiti a Piazza Armerina in concomitanza dell'effettuazione "in sicurezza" del Palio dei Normanni-Quintana del Saraceno.

L’ottenimento di tale importante traguardo, ci tiene a sottolineare l'assessore Ettore Messina, è stato possibile grazie alla collaborazione con la ns referente culturale per i rapporti con Malta dott.ssa Ivana Legname e all’impegno dell’ufficio Turismo del comune di Piazza Armerina guidato dalla dott.ssa M. Rosa Pascolato.


sabato 15 gennaio 2022

LA DOMENICA CON GESU', II DEL Tempo Ordinario / C

       ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Per amore del Signore non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo, finchè non sorga come aurora la sua giustizia…Nessuno ti chiamerà più abbandonata…ma sarai chiamata Mia Gioia…perché il Signore troverà in te la sua delizia…come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te” Is 62,1-5 . 
“Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore, vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti…” 1 Cor 12,4-11 . 
“…Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea…Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: Non hanno vino…Vi erano sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri…Colui che dirige, il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori…chiamò lo sposo e gli disse…tu…hai tenuto da parte il vino buono finora…” Gv 2,1-11.


“L’ EPISODIO DELLE NOZZE DI CANA COMPLETA IL TRITTICO DELLA MANIFESTAZIONE DELL’ IDENTITA’ DI GESU’: EGLI E’ IL SALVATORE, IL FIGLIO DI DIO, LO SPOSO MESSIANICO (= COLUI CHE SUGELLA L’ ALLEANZA TRA DIO E L’ UMANITA’ NEL SIMBOLO DEL VINO”.

L’ acqua cambiata in vino è il primo dei “segni” compiuti da Gesù, secondo il vangelo di Giovanni. L’ evento ha una notevole valenza simbolica e culmina con l’ adesione di fede dei discepoli. Ciò vale anche per i lettori: i “segni” operati dal Cristo hanno l’ obiettivo di radicare il Signore nella loro fede.

-“L’ ora è arrivata”. E’ possibile che si faccia riferimento al dono della Legge e dell’ Alleanza sul monte Sinai, descritta con la simbologia dell’ unione nuziale tra Dio (lo Sposo) e il popolo d’ Israele(la Sposa) . Allo sposalizio è presente anche Maria, menzionata per la prima volta nel IV Vangelo col titolo di “Madre di Gesù”.

La reazione di Gesù alle parole della Madonna, “non hanno vino”, lascia perplessi. Comunque, nella frase pronunciata dal Signore, “Non è ancora giunta la mia ora”, sembra che Egli ceda alla richiesta della Madre contro voglia. Appare, così, evidente che il miracolo, che sta per operare a Cana, anticipa il mistero pasquale, che culminerà nell’ ora, in cui Gesù sarà innalzato sulla croce.

-“L’ acqua diventa vino”. L’ ora a cui Gesù ha fatto cenno è quella dell’ alleanza. Il riferimento alle giare per la purificazione evoca l’ antica legislazione. Un altro dettaglio di notevole valenza è il seguente: le idrie sono vuote.

Chiaramente, solo Gesù può colmare l’ attesa di salvezza, dando l’ acqua viva, che estingue la sete in modo definitivo. Essa sgorga dal su costato sulla croce, sigillando l’ alleanza tra Dio e l’ umanità. Il numero delle giare, sei, richiama il sesto giorno, in cui è stato creato l’ uomo; mentre il materiale di cui sono composte, pietra, richiama le tavole, anch’ esse di pietra, su cui sono stati incisi i comandamenti.

-“Il vino dell’ alleanza nuova”. Vediamo che dopo aver chiesto agli inservienti di attingere al contenuto delle giare e di portarlo al maestro di tavola, Gesù scompare dalla scena. Infatti, non è lui a constatare che l’ acqua è divenuta vino, ma il maestro di tavola. Anche la donna samaritana si chiederà da dove attingerà l’ acqua viva, mentre Filippo non sa dove acquistare pane a sufficienza per sfamare la folla. Il vino, l’ acqua, il pane sono elementi che richiamano la dimensione cristologica del simbolismo battesimale ed eucaristico; il Messia atteso dal popolo è Gesù che è vino dell’ alleanza nuova, acqua che dona la vita eterna, pane vivo disceso dal cielo.

Il maestro di tavola, gustata l’ acqua divenuta vino, si congratula con lo sposo: ha preservato il vino “buono” fino alla fine. L’ aggettivo buono, in greco “kalòs”, può essere inteso nel senso di “bello”, ed è utilizzato anche nell’ immagine del pastore, col quale Gesù si identifica. Vediamo, così, che il messaggio è chiaro: è Gesù il vino buono/bello, che segna la piena e definitiva alleanza tra Dio e il suo popolo.

Inoltre, l’ evangelista non usa il termine miracolo. Ricorre al sostantivo “semeìon”(=segno), per sottolineare il valore relativo del gesto: mutando l’ acqua in vino, Gesù ha manifestato la gloria del Padre. Quello di Cana è, quindi, il “principio” dei sette segni attribuiti a Gesù nel Vangelo di Giovanni: non il “primo”, bensì, il principio, l’ origine, richiamando il settenario della creazione.

In Gesù, “Lògos” esistente prima di ogni cosa, perviene al suo compimento il disegno della creazione divina.

                                    Mons. Antonio Scarcione

martedì 11 gennaio 2022

A proposito del terremoto dell' 11 gennaio 1693, qualche pillola di storia...

particolare dell'Icona di Maria SS. delle Vittorie
Martedì 11 gennaio la Chiesa di Piazza Armerina ricorda l’Anniversario del catastrofico terremoto del 1693 dal quale la città di Piazza Armerina per intercessione della Sua Gran Madre e Patrona, Maria Santissima delle Vittorie non subì alcun danno.

La scossa devastatrice, giunse alle ore 21,00 e percorse distruggendo in un solo colpo, l'intera Val Di Noto e parte della Sicilia orientale, la furia distruttrice spazzò via secoli di storia, fermandosi ai piedi della nostra città, salvata miracolosamente dal Vessillo di Maria SS. delle Vittorie, che dal 1348 anno del suo ritrovamento, ha sempre avvolto con il suo manto protettivo la nostra città.

Di seguito riportiamo alcune notizie tratte da alcuni manoscritti, su come i nostri antenati vissero quei giorni di sgomento.

"La scossa più forte, quella delle 21,00, venne preceduta da boati spaventosi e seguita, per vari giorni, da altre scosse di minore intensità".
 ...Ai primi boati, cupi e fragorosi, le monache del monastero di San Giovanni si resero conto, in certo modo, di quello che accadeva: un minuto dopo, era un sussulto di mura, uno sbatacchiare di campane, uno scricchiolio di porte e di finestre, un precipitare di intonaci, tegole, calcinacci, che si confondevano con le loro invocazioni e le loro grida. Intanto, la gente, fuori, correva all' impazzata verso i punti, in cui c'era più spazio. Così il vasto piano del Padre Santo venne subito invaso... L'austera porta claustrale si aprì e le monache si trovarono fuori, sul piano, dove, come Dio volle, passarono quella notte in lacrime e preghiere.
 Con l'alba del 12 gennaio, i cittadini, temendo un più violento ritorno del terremoto, abbandonarono l'abitato... Si accorse, quindi, al Duomo, dove, con l'intervento dei canonici, del clero e delle confraternite si organizzò un' imponente processione, come mai si era vista.
 Precedevano le confraternite, i frati e le monache, i chierici e il clero, quindi l' Immagine della Patrona. Dietro il Simulacro l'onda immensa del popolo con a capo i Giurati e il Capitano di Giustizia, don Giuseppe Trigona Paternicò. La processione scese in piazza, imboccò la via ferreria, uscì di porta "ospedale" e della salita dei Cappuccini. Qui sostò...Venne eretta una baracca-cappella, per il simulacro mariano. La baracca fu rivestita di pelli. Capanne speciali accolsero le monache, guidate dalla badessa Sr. M. Solonia. Accanto ad esse vi erano le monache di S. Chiara. Le religiose di S. Agata e della Trinità, invece, si fermarono al "largo castello".
 Questa situazione durò 40 giorni. Successivamente, con rinnovato fervore, l'Icona fu riportata trionfalmente al Duomo.
 Alcune notizie, risalenti al 1694, a cura di Mons. Riggio, in S. Visita a Piazza Armerina: Fuochi n. 3186. Anime 12.301. Monache n. 366. Sacerdoti n. 125. Chierici n. 202.
Danni in Città di lieve entità. In Duomo, allora in costruzione, cadde la volta del coretto (rifatta, successivamente, col contributo di onze cento da parte del cantore, canonico D.G. Cascio) e riportò danni il vecchio campanile arabo-normanno. Furono registrate, inoltre, lesioni più o meno gravi in qualche muro.
 Vittime del terremoto: nessuna. Nella vasta area della Sicilia Sud Orientale risulta, invece, che ci siano state circa 70.000 vittime.
 Proprio per questo il nostro popolo si è sentito, giustamente,  protetto dall'Alto. Ogni anno, poi, l'11 gennaio, fa veramente piacere incontrare numerose persone, che salgono in Cattedrale, per  ringraziare la Patrona, Maria SS.ma delle Vittorie, dello scampato pericolo.

                                           Filippo Rausa

 

sabato 8 gennaio 2022

LA DOMENICA CON GESU', BATTESIMO DEL SIGNORE / C

       ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Consolate, consolate il mio popolo dice il vostro Dio…Preparate la via al Signore…Ecco il vostro Dio ! …Come un pastore egli pascola il gregge…Porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri” Is 40,1-5.9-11 .
 “Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna…a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà…Egli ci ha salvati…per la sua misericordia…Tt 2,11-14;3,4-7 . 
“…Giovanni rispose…Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali…Gesù, ricevuto anche il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come di colomba e venne una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio, l’ amato: in te ho posto il mio compiacimento” Lc ,15-16.21-22.

“LA FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE COLLEGA L’ INCARNAZIONE ALLA SUA MISSIONE ED EVOCA LA PASQUA (PASSIONE-MORTE-RISURREZIONE). QUALE LA RISPOSTA DEL CREDENTE ? UN CANTO DI LODE E RINGRAZIAMENTO PER LA SUA GRANDEZZA, SAGGEZZA E BONTA’ “.

Ultima delle solennità del tempo di Natale, la Festa del Battesimo del Signore costituisce una saldatura tra l’ incarnazione e le successive domeniche del tempo ordinario. Seguiamo la riflessione di Roberto Laurita.

Effettivamente, non possiamo fermarci a Betlemme, ai pastori e ai Magi. Quel bambino è venuto, per realizzare il progetto di Dio. Egli è portatore di un lieto annuncio, che può cambiare la vita di uomini e donne, che lo accoglieranno. La sua Parola verrà resa efficace da gesti di bontà, liberazione, guarigione e perdono. Il suo amore si mostrerà nel dono della sua vita sulla croce.

Questo è il motivo per cui la celebrazione ci pone davanti alla narrazione del battesimo di Gesù, secondo la sensibilità di Luca: Gesù adulto, la sua missione, le sue parole e i suoi gesti. Ci invita, quindi, ad accogliere un Gesù che va al di là delle nostre aspettative e che sorprende. Un Gesù difficile, perché offre salvezza e vita, ma chiede anche conversione.

E’ dall’ acqua del Giordano, che esce questo Messia, che realizza il disegno di Dio. E’ lì che avviene la sua manifestazione ai popoli della terra. Il presepe, dunque, è semplicemente un passaggio, una rappresentazione che ci mette di fronte all’ inizio di tutto: Dio che si fa uomo. Fermarsi al presepe, vorrebbe dire perdere ciò che conta veramente: incontrare, oggi, il Salvatore, accogliere la sua Parola, ricevere la sua grazia, riconoscerlo nei poveri.

Spetta a noi, adesso, fare come i pastori e come i Magi: metterci in cammino, per cercare i “segni” della presenza del Risorto. E’ l’ avventura della fede, l’esperienza della gioia e della pace autentiche.

                                       Mons. Antonio Scarcione

mercoledì 5 gennaio 2022

EPIFANIA DEL SIGNORE

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa.

“…Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere…” Is 60,1-6 .
“Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del mistero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero…” Ef 3,1-12 .
 “…Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme…Dov’ è colui che è nato, il re dei Giudei ? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo…La stella…si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino…Si prostrarono e lo adorarono…E offrirono in dono oro, incenso e mirra…” Mt 2,1-12.


“ A CHI E’ STATO MANDATO IL SALVATORE ? PER CHI E’ VENUTO GESU’ ? SOLO PER ISRAELE, PER GLI EMARGINATI, I DISPREZZATI COME I PASTORI ? NO. I DESTINATARI DEL VANGELO SONO TUTTI GLI UOMINI DELLA TERRA”.

Notiamo subito che i Magi sono, per l’ evangelista Matteo, i rappresentati delle nazioni. Non solo. Essi si mostrano, nei confronti della Buona Novella, più accoglienti del popolo eletto.

-“Un’ esperienza decisiva”. Vediamo che i Magi vengono a prendere posto accanto a Gesù, Giuseppe, Maria e ai pastori. Essi, nella tradizione popolare, rappresentano, grazie al colore della pelle, tutti i popoli del mondo. Gesù rimane uno “straniero” per i capi e i sapienti del suo popolo. I pagani, rappresentati dai Magi, invece, superano ogni ostacolo.

I Dodici e gli altri discepoli non avevano capito subito che Gesù, il Risorto, era venuto per tutti. I primi missionari, rivolgendosi ai pagani, pensavano di dover tutto donare e nulla ricevere. Ma si accorsero che il cristianesimo doveva “rompere” con alcuni obblighi della Prima Alleanza. Era chiamato a diventare sé stesso: il nuovo popolo di Dio.

L’ apertura a mondi sconosciuti ha rappresentato un bagno rigeneratore per la fede cristiana, che ha scoperto in sé stessa, ricchezze ignote.

-“Un percorso di fede”. Cosa vengono a fare qui i Magi originari dell’ Oriente ? E, poi, quella domanda: “Dov’ è colui che è nato, il re dei Giudei ? La risposta è immediata: a Betlemme. Essi si prostrano e offrono doni tipicamente orientali: oro, incenso e mirra. Il segno misterioso della stella, le indicazioni più esplicite, grazie alla Scrittura, sono decisive per il percorso dei Magi.

Ma, a ben riflettere, non è quello che accade anche oggi ? E’ proprio questa la scintilla che mette una persona in cammino. Certo, per proseguire, essa avrà bisogno di altri incontri e di un riferimento esplicito alla persona di Gesù. Probabilmente, coloro, che hanno avuto un ruolo decisivo, in questa progressione, non lo sapranno mai. Infatti, c’ è chi semina e chi raccoglie. Siamo chiamati a non cercare di misurare ciò che irraggiamo. Ad esempio, il dinamismo delle comunità cristiane dell’ America latina, dell’ Africa e dell’ Asia costituisce una provocazione benefica per tutti. Ogni percorso religioso è degno di attenzione. Perché ignorare, ed ecco un altro esempio, i credenti musulmani che vivono nel nostro Paese ? E’ tempo di cominciare a scoprirci reciprocamente, per arricchirci a vicenda. Questo nuovo stile favorirà il reciproco rispetto e, al di là delle divergenze, i cristiani potranno aiutarsi a reperire le ricchezze della loro fede e a viverne.

                                         Mons. Antonio Scarcione

martedì 4 gennaio 2022

Annullato il Falò alla Befana


*Cari quartieranti e concittadini, si comunica che giovedì 6 gennaio 2022 il consueto Falò alla BEFANA in piazza Castello NON AVRÀ LUOGO per le motivazioni legate alle norme anti covid.*

sabato 1 gennaio 2022

LA DOMENICA CON GESU', MARIA SS.MA MADRE DI DIO

       ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Ti benedica il Signore e ti custodisca…e ti conceda pace…” Nm 6,22-27 . 
“…Dio mandò suo Figlio, nato da donna…perché ricevessimo l’ adozione a figli…” Gal 4,4-7 . 
“…I pastori andarono…e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino…tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto…” Lc 2,16-21.

Oggi celebriamo: il Capodanno ( Sostenti dalle parole dei sacri testi: “Il Signore ci benedica e ci custodisca” ), la Divina Maternità di Maria e la 55a Giornata Mondiale della Pace ( Per la costruzione di una Pace duratura, Papa Francesco propone tre vie: il Dialogo tra le generazioni, per realizzare progetti condivisi; l’ Educazione come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo; il Lavoro per una piena realizzazione della dignità umana ).

Pandemia e, conseguentemente, crisi del sistema sanitario, sociale ed economico. E non sappiamo, quando usciremo dal tunnel. E’ proprio in queste condizioni che affrontiamo il nuovo anno. Con la paura di dover faticare di più a giungere a fine mese.

Il rischio è che questa situazione ci renda meno attenti verso i poveri, che, purtroppo, stanno peggio di noi; e meno solidali nei confronti di chi ha un disagio più forte del nostro.

Come reagiranno i cristiani ? Saranno come gli altri ? Oppure saranno capaci di solidarietà, accoglienza e fraternità?

All’ inizio del nuovo anno abbiamo la buona abitudine di scambiarci gli auguri. Opportunamente, auguriamo salute, benessere, successo e amore. In verità, come cristiani, dovremmo cercare nel mistero del Natale le ragioni profonde della nostra felicità: certamente, grazie al sì di Maria, Dio è venuto ad abitare in mezzo agli uomini, ha sposato l’ umanità, per strapparla al male e alla morte. Assieme a Maria “corriamo” a donare, anche noi, Gesù al mondo.

                                           Mons. Antonio Scarcione