"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

lunedì 31 ottobre 2022

SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI / C

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia.

“Io, Giovanni ,… vidi… una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua…” Ap 7,2-4.9-14.
“Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio…Noi fin d’ ora siamo figli di Dio…” I Gv 3,1-3 .
 "…Gesù salì sul monte…e insegnava loro dicendo: Beati i poveri…quelli che sono nel pianto…i miti…quelli che hanno fame e sete della giustizia…gli operatori di pace…Voi quando vi insulteranno…e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia…perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” Mt 5,1-12a .

“LA SANTITA’ E’ VIVERE ORIENTATI ALL’ INCONTRO CON DIO. LA SANTITA’ E’ LA VOCAZIONE DI OGNI BATTEZZATO. NELLA SEQUELA DI CRISTO, IL DISCEPOLO SCEGLIE DI ASSECONDARE I VALORI MONDANI O DI ADEMPIERE LE ESIGENZE DEL VANGELO, LE UNICHE IN GRADO DI CONDURRE L’ UOMO ALLA COMUNIONE CON DIO”.

Certamente, l’ omelia dovrebbe, quasi, “sfidare” l’ assemblea a farsi “toccare” dalle letture che vengono proclamate nella celebrazione odierna. Ci si dovrebbe chiedere: siamo davvero felici nel Signore o viviamo “un’ esistenza mediocre ? “. Il candore dei credenti non consiste nel tentativo di salvarsi da soli, che è un pericoloso neo-pelagianesimo (come direbbe Papa Francesco), quanto nel rinnovarsi del dono di Dio, di cui parla l’ “Apocalisse”.

Il predicatore dovrà vincere la “tentazione” di spiegare tutte e nove le beatitudini della pagina del vangelo odierno.

Nel rito emerge, comunque, uno stile particolare dei credenti: stare nel mondo, da disarmati, con un affidamento coraggioso al Signore.

Vediamo che, in realtà, quello dei santi, è un percorso vero e proprio di grazia. Certo, non si tratta di un’autostrada o di un sentiero in discesa: spesso, essi, nella loro vita, hanno dovuto ricorrere a fare bene attenzione a dove poggiavano i piedi, tanto il passaggio era angusto. Pur tra difficoltà enormi, hanno sperimentato di essere oggetto di un amore smisurato, quello di un Dio che si faceva incontro a loro con la sua compassione e la sua tenerezza.

Allora, come possiamo rispondere all’ amore di Dio ? OffrendoGli, a nostra volta, pur con tutti i limiti e le fragilità, il nostro amore. Un amore che non indietreggia davanti al sacrificio di sé stessi, al servizio umile, al dono generoso e disinteressato di sè.

Un amore che affronta la cattiveria e il sopruso, la persecuzione e lo scherno, disposto ad attraversare anche i deserti dell’ abbandono e del tradimento, dell’ umiliazione e dell’ ingiustizia. Ecco, è tutto qui il segreto dei santi e delle sante, che hanno reso e continuano a rendere luminosa la storia umana.

Per molti, essi sono semplicemente degli illusi, per altri dei perdenti, per altri ancora degli idealisti. Ma forse, sono stati gli unici saggi, che hanno puntato sulla Buona novella che sola può trasfigurare e trasformare la storia.

Sembrano sconfitti e invece sono autentici vincitori, Agli occhi dei sapienti di questo mondo apparivano sprovveduti ed ingenui. Essi, invece, leggevano la storia con gli occhi di Dio e discernevano con lucidità il bene dal male.

Il loro segreto ? La fiducia senza limiti nel Dio di Gesù Cristo. Certi che affidargli la propria vita significava ritrovarla.

                                                                         Mons. Antonio Scarcione

domenica 30 ottobre 2022

LA DOMENICA CON GESU', XXXI DEL TEMPO ORDINARIO / C

   ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


“…Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia…Hai compassione di tutti…Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’ avessi voluta ? ...Tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano…ricordando loro in che cosa hanno peccato…” Sap 11,22-12.2 . 
“…Riguardo alla venuta del Signore…Vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente” 2 Ts 1,11-22 .
“…Un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura…Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua…” Lc 19,1-10.

“DIO E’ IN CERCA DELL’ UOMO E ATTENDE LA SUA LIBERA CONVERSIONE, PERCHE’ A TUTTI SIA OFFERTA LA SALVEZZA. ZACCHEO FA DI TUTTO PER INCONTRARE GESU’. LO ACCOGLIE IN CASA SUA E DICHIARA DI ESSERE PRONTO A CAMBIARE VITA. IL SUO OBIETTRIVO NON SARA’ PIU’ QUELLO DI ACCUMULARE E FRODARE, MA QUELLO DI DONARE E RISARCIRE: LA VIA DELLA SALVEZZA E’ L’ ACCOGLIENZA DELCRISTO”.

“Il Vangelo è un libro di strade, di vento e di incontri”. Gesù conosce bene l’ arte dell’ incontro: un gesto povero e disarmato e, nello stesso tempo, potente e generativo. La narrazione ha come sfondo Gerico. Secondo gli archeologi, essa è, forse, la più antica città del mondo. Gesù, proprio qui, mostra di saper entrare nel profondo del cuore dell’ uomo.

Ermes Ronchi, che ci fa da guida nel breve commento, afferma che Gerico è il simbolo di tutte le città. Là, vive un uomo, piccolo di statura, ladro, come ammette lui stesso, impuro e pubblicano (cioè venduto), che riscuote le tasse per i romani. Soldi, bustarelle, favori. Insomma, un disonesto per definizione.

E’ ricco, ladro e capo dei ladri. Proprio un caso disperato. Ma per Dio non ci sono casi disperati. Vediamo che Gesù salva un “insalvabile” e lo fa modello del discepolo. Gesù, passando da quella strada, alza lo sguardo verso il ramo del sicomoro, su cui era seduto Zaccheo.

Guarda dal basso verso l’ alto, come quando , inginocchiato, lava i piedi ai discepoli. Dio non ci guarda mai dall’ alto verso il basso, ma dal basso verso l’ alto. Noi lo cerchiamo nell’ alto dei cieli e lui, invece, è inginocchiato davanti ai nostri piedi.

“Zaccheo, scendi subito, devi fermarmi a casa tua”. Il nome, prima di tutto. La misericordia è tenerezza, che chiama ognuno per nome. Dio deve venire a cercarmi, a stare con me. Lui desidera noi più di quanto noi desideriamo lui. Verrà per un bisogno, che gli urge dentro. E’ come un’ ansia che lo spinge. A Dio manca qualcosa, manca proprio Zaccheo, l’ ultima pecora, io.

“Devo fermarmi”. Non si tratta, quindi, solo di una breve visita di cortesia e basta. Bensì, “devo fermarmi”. Perché quella casa non è una tappa, ma la meta. “A casa tua”. Il vangelo è incominciato in una casa, a Nazaret, e ricomincerà ancora dalle case, anche per noi.

L’ Infinito scende a casa, dove accadono le cose più importanti:: la nascita, la morte, l’ amore.

Zaccheo “scese in fretta e lo accolse con gioia”. Accogliere Gesù è ciò che purifica Zaccheo. Egli non deve, prima, cambiare vita, dare la metà dei beni ai poveri e solo dopo, il Signore entrerà nella sua casa. No. Gesù entra, in quella casa e la trasforma, la benedice e la purifica.

Perché Il tempo della misericordia è l’ anticipo.

La misericordia è la capacità, che ha Dio di anticiparci. “Incontrare uno come Gesù, fa credere nell’ uomo”. Incontrare “un Dio che non fa prediche”, ma si fa amico, fa rinascere.

                                            Mons. Antonio Scarcione

sabato 29 ottobre 2022

Giornata Nazionale "Giovani e Memoria"



Il 31 ottobre il Servizio 33 - Parco Archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina aderisce alla Giornata Nazionale "Giovani e Memoria" consentendo l'accesso gratuito ai giovani under 35.

Gli orari sono:

DALLE ORE 9:00 ALLE ORE 16:00 (chiusura dei cancelli alle ore 17:00).
- Villa Romana del Casale
- Area Archeologica di Morgantina
- Museo Regionale Interdisciplinare di Enna

DALLE ORE 9:00 ALLE ORE 13:00 (chiusura dei portoni alle ore 13:30).
- Museo della Città e del Territorio di Piazza Armerina
- Museo Regionale Archeologico di Aidone

venerdì 28 ottobre 2022

Il servizio della TV maltese sulla presenza del Palio dei Normanni a Malta, con la firma alla presenza dell'Ambasciatore italiano dei gemellaggi con le città di San Giuliano e la capitale La Valletta


Parata ta' 101 personaġġ minn Piazza Armerina f'San Ġiljan


La città di Piazza Armerina nella città di Saint Julian a Porto Maso per il gemellaggio culturale, alla presenza dell’ambasciatore Italiano a Malta, del sindaco di Saint Julian e di molte autorità maltesi.
Protagonista assoluto il Palio dei Normanni, con le rappresentanze dei Quartieri, i musici del Magistrato dei Quartieri, il Borgo e le associazioni presenti (Aias, Corale Polifonica) per l'inedito corteo nell'isola dei cavalieri.


giovedì 27 ottobre 2022

Inaugurazione del nuovo Anno Sociale 2022/23 della FIDAPA

 


Il Palio dei Normanni sbarca a Malta

Dopo essere stati Ambasciatori del Palio dei Normanni in diverse località della Sicilia, questo fine settimana concludiamo il tour di promozione del Palio dei Normanni con la presenza di una delegazione del Nobile quartiere Monte Mira che insieme alle rappresentanze degli altri Quartieri, complessivamente una delegazione di 100 figuranti con i musici del Magistrato dei Quartieri, guidati dall’Amministrazione Comunale, Sindaco, Assessore al Turismo, Coordinatore del Palio dei Normanni e con il Priore del Magistrato dei Quartieri, saremo presenti a Malta per promuovere il Palio dei Normanni con un evento internazionale che vedrà la presenza delle massime autorità maltesi e la stampa internazionale.

Questo evento dopo il lavoro di relazioni intercorse negli ultimi anni che hanno portato a Piazza Armerina la presenza del Sindaco della capitale maltese, La Valletta, del segretario permanente del ministero del turismo e di altri esponenti politici dell'isola dei Cavalieri. 

Il Comune di Piazza Armerina Venerdì 28 presenterà la manifestazione a Porto Maso / Saint Julian, seguiranno nei pomeriggi di venerdì e sabato i Cortei storici a Paceville e San Julian per poi concludere il Week end Culturale con il Corteo previsto Domenica 30 nelle vie principali della capitale La Valletta.

domenica 23 ottobre 2022

LA DOMENICA CON GESU', XXX DEL TEMPO ORDINARIO / C

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
 
"Il Signore è giudice...non è parziale...non trascura la supplica dell' orfano, né la vedova...Chi la soccorre è accolto con benevolenza...La preghiera del povero attraversa le nubi...non desiste finchè l' Altissimo non sia intervenuto..." Sir 35,15b-17.20-22 . 
"Figlio mio,...ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede...Nella mia prima difesa in tribunale...tutti mi hanno abbandonato...Il Signore però mi è stato vicino...perchè io potessi portare...l' annuncio del Vangelo...Così fui liberato dalla bocca del leone..." 2 Tm 4,6-8.16-18 . 
"Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l' altro pubblicano...Il fariseo...pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri e neppure come questo pubblicano. Digiuno... e pago le decime...Il pubblicano invece...a distanza si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore...Questi, a differenza dell' altro, tornò a casa giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato". Lc 18,9-14. 
 
"DIO ACCOGLIE LA PREGHIERA DEGLI UMILI E DEI POVERI, NON RESTA SORDO DI FRONTE ALLA SUPPLICA DI QUANTI SI RIVOLGONO A LUI E CONFIDANO NELLA SUA BONTA'. SORPRENDE, PERO', IL GRADIMENTO DI DIO PER LA RICHIESTA DI PERDONO DEL PUBBLICANO E LA MANCATA ACCOGLIENZA DEL FARISEO; IL SIGNORE GIUSTIFICA CHI NON SI VANTA AL SUO COSPETTO E, CON UMILTA', CONFIDA NELLA SUA BENEVOLENZA". Facciamo tesoro della riflessione di Ermes Ronchi, evidenziandone brevemente gli elementi salienti . Lo studioso, nel suo commento al vangelo odierno, così afferma: Il fariseo inizia bene la sua preghiera, dicendo: "O Dio, ti ringrazio. Ma poi sbaglia tutto, quando ne spiega la ragione. Egli dice di ringraziare : "Perché non è come gli altri: imbroglioni, ladri, falsi, disonesti". A questo punto, la sua preghiera da sbagliata diventa, addirittura, insensata. Il suo ragionamento ruota attorno al suo "io" ipertrofico: "io sono, io digiuno, io pago". Notiamo che Il fariseo "adora il proprio io". Non pronuncia affatto la parola più importante del mondo: "Tu". Pregare è dare del tu a Dio. A ben osservare, il fariseo "adora" le norme della Legge. Presta il suo culto alla regola. In realtà, come affermano i rabbini, i precetti della Legge sono come la siepe che costeggia la strada. Servono per non perdere la direzione. Ma Dio non è la siepe: Egli è in fondo alla strada come un mondo che si apre, "un abbraccio caldo, un oceano creativo, luce e pace. Gioia di vivere, terra e cieli nuovi". Il fariseo, invece, non si aspetta più nulla dal domani, è sazio, appagato. Una stupidità che chiude il cuore, distrugge la fonte del desiderio. La sua è una vita atea. Infatti, come afferma un grande pensatore, K. Barth, "Dio è totalmente Altro, che entra nella storia perché la storia diventi totalmente altra da quello che è". Il fariseo non vuole un Dio altro da sé. Lo vuole identico a sé. Il pubblicano, invece, "si batteva il petto, dicendo: "O Dio, abbi pietà di me, peccatore". Coinvolge tutto sé stesso: corpo, cuore, mani e voce. E fa uscire dal profondo parole di supplica e di dolore e un piccolo termine "tu", capace di cambiare tutto: "Signore, tu abbi pietà". E poi un lamento: "Sono un ladro, è vero, ma così non sto bene, non sono contento di me. Vorrei cambiare, non ci riesco. Ma tu perdona e aiuta". Il pubblicano desidera e spera. E vorrebbe riuscire a cambiare, magari un pochino. "Con il tuo aiuto, Signore, qualcosa farò, anche solo un piccolo passo" "E tornò a casa giustificato, cioè trasformato e pronto a un primo piccolo-grande passo buono" (E. Ronchi). 
 
                                                                    Mons. Antonio Scarcione 

sabato 15 ottobre 2022

LA DOMENICA CON GESU', XXIX DEL TEMPO ORDINARIO / C

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk…” Es 17,8-18 . 
“Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente…conosci le sacre scritture…queste possono istruirti per la salvezza che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù…” 2 Tm 3,14-4.2 . 
“…In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno…. Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia…Ma il Figlio dell’ uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra ? “ Lc 18,1-8.

“LA PREGHIERA E’ IL RESPIRO DELLA FEDE E DELLA VITA DEL DISCEPOLO: UNO STILE CHE IL BATTEZZATO E’ INVITATO AD ADOTTARE. CON LA PARABOLA DEL GIUIDICE INIQUO E DELLA VEDOVA INSISTENTE, GESU’ ESORTA I SUOI DISCEPOLI AD ATTENDERE IL SUO RITORNO GLORIOSO. LA LORO SUPPLICA SARA’ ESAUDITA. CIO’ CHE UMANAMENTE APPARE IMPOSSIBILE, E’ RESO POSSIBILE DALL’ INTERCESDSDIONE DI UOMINI ORANTI, COME MOSE’.

Nella celebrazione odierna, a proposito della necessità di pregare sempre, spicca la famosa parabola del giudice iniquo e della povera vedova. Il commento vergato da Ermes Ronchi, che seguiamo, si caratterizza per la sua chiarezza ed incisività. Essa e’ un invito a pregare sempre, senza stancarsi mai. Noi, invece, molte volte, ci siamo stancati. Le nostre preghiere “si alzano in volo”, come colombe dell’ arca di Noè dopo il diluvio e nessuna “tornava indietro a portare una risposta”. Ci chiediamo, ma Dio esaudisce le nostre preghiere, sì o no ? Il pensatore tedesco, D. Bonhoeffer, risponde: “Dio esaudisce sempre, ma non le nostre richieste, bensì, le sue promesse”.

Pregare non equivale a dire preghiere. Il teologo afferma di sentirsi inadeguato di fronte alle preghiere prolungate. E anche un poco colpevole. Per la stanchezza e le distrazioni che aumentano in proporzione alla durata. A tal proposito, un padre della Chiesa, Evagrio Pontico, diceva: “Non compiacerti nel numero dei salmi che hai recitato:…Vale di più una sola parola nell’ intimità, che mille, stando lontano”.

Pregare è come voler bene. C’ è sempre tempo per voler bene; se ami qualcuno lo ami sempre, qualsiasi cosa tu stia facendo. “Il desiderio prega sempre, anche se la lingua tace. Se tu desideri sempre , tu preghi sempre” (S. Agostino ). Quando uno ha Dio dentro, non occorre che stia sempre a pensarci. La donna incinta, anche se il pensiero non va al bimbo che vive in lei, lo ama sempre, e diventa sempre più madre, ad ogni battito del cuore.

Dio non conta la quantità, ma la verità: mille anni sono come un giorno, gli spiccioli della vedova valgono di più delle offerte dei ricchi.

Gesù ha una predilezione particolare per le donne sole: i senza difesa, le vedove, gli orfani, i forestieri, sono i difesi di Dio. E, oggi, siamo alla scuola di preghiera di una vedova, che ha subito ingiustizia, ma non cede al sopruso. E, così, essa traduce bene le parole del Signore: “pregare senza stancarsi mai”.

Certo che ci si stanca: il silenzio di Dio stanca. Ma noi non cediamo, non lasciamoci cadere le braccia. Il nostro compito non è quello d’ interrogarci “sul ritardo del sole”, ma di “forzare l’ aurora”, come fa lei, la piccola vedova.

Una donna che ci rivela che la preghiera è un “no” gridato alla solita frase, “così vanno le cose”, è come il primo vagito di una storia nuova che nasce. Perché respirare? Per vivere ! Come, ottimamente, dice R. Guardini: “ Io prego perchè vivo e vivo perché prego”.

Pregare è aprire un canale in cui scorre l’ ossigeno dell’ infinito, riattaccare la terra al cielo, la bocca alla fontana. Come, per due che si amano, il loro bacio.

Mons. Antonio Scarcione

Venerdì 21 ottobre, Messa del Vescovo in Cattedrale per l'anniversario della Dedicazione e inaugurazione della nuova rampa per disabili



domenica 9 ottobre 2022

LA DOMENICA CON GESU', XXVII DEL TEMPO ORDINARIO / C

   ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


“…Naaman (il comandante dell’ esercito del re d Aram)…si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Eliseo…e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo, egli era purificato (dalla lebbra)…2Re 5,14-17 . 

“Figlio mio, ricordati di Gesù, risorto dai morti, ... per il quale soffro fino a portare le catene come malfattore…” 2 Tm 2,8-13 …

In un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che…dissero ad alta voce: Gesù. maestro, abbi pietà di noi ! . Appena li vide, Gesù disse loro: Andate a presentarvi ai sacerdoti. E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro…e si prostrò davanti a Gesù…per ringraziarlo. Era un Samaritano…” Lc 17,11-19.

“UN SOLO LEBBROSO E’ TORNATO INDIETRO PER LODARE DIO E RINGRAZIARE GESU’ PER LA GUARIGIONE: I CRISTIANI TORNINO A COMPRENDERE E AD APPREZZARE IL SENSO DELLA PAROLA EUCARISTIA(= GRATITUDINE, RINGRAZIAMENTO AL PADRE PER IL DONO DELLA SALVEZZA NEL SUO FIGLIO GESU’ E DELLO SPIRITO SANTO”.
La pandemia, che sembra stia andando verso l’ agognata risoluzione, insieme al brano evangelico di questa 28a Domenica ordinaria, che parla di lebbrosi guariti e credenti salvati, ci invita a soffermarci sul senso cristiano-evangelico della “salute”, nel duplice significato latino del termine “salus” (=benessere fisico e salvezza).

Là dove una spiegazione o una parola risultino poco incisive, ci viene in soccorso una parola poetica, proprio in quei temi, che ci toccano da vicino, come la salute e la salvezza nostra e delle persone care. A tal proposito, appare particolarmente azzeccata la riflessione dello studioso, Daniele Mencarelli. Egli afferma che da mesi viviamo sotto assedio. La pandemia da Covid 19, qualora ce ne fosse stato bisogno, ha reso evidente la nostra fragilità. La risposta è arrivata dalla scienza: il vaccino funziona. E lentamente si va verso la normalità.

Ma tutti, almeno una volta, abbiamo pensato che la scienza può curare la salute del corpo, che è importante, importantissima, ma c’ è una parte di noi che sente un bisogno di guarigione, che va oltre il corpo. Appunto, “io voglio essere salvato. Salvato dalla morte.

Non tanto io, ma quello che nutre il mio cuore. L’ Eterno.
Signore, guarisci dalla morte chi dorme sotto la terra.
Ripara il tempo che ha invecchiato i genitori, e i loro genitori prima di loro, donaci quel mondo dove tutto è nel sempre e per sempre.
Tutti invocano salvezza.
E quanto è più straziante invocarla per chi amiamo e non possiamo proteggere.

Credere è la sfida che anima la nostra vita, le nostre giornate.
Credo che l’ acqua possa tornare alla sorgente.
Il figlio nella madre, i genitori restituiti ai figli.
Il nostro amore non può cedere alla visione che non esista sorgente, che tutto scorra verso una foce inesorabile fatta di nulla.
Allora pregare, sperare.
Vieni, Iddio, vieni.
Guarisci le nostre ferite, dona la vita eterna a chi ama, riamato.

Solo la tua voce può pronunciare salvezza”.

                                     Mons. Antonino Scarcione

sabato 8 ottobre 2022

Il nobile quartiere Monte Mira alla Sagra del Ficodindia di San Cono

Sagra del Fico d'India, San Cono, sabato 8 ottobre 2022, il nobile quartiere Monte Mira con musici e notabili insieme ai musici e figuranti del quartiere Castellina. 
Ringraziamo per l'invito il Sindaco Nuccio Barbara e l'assessore al turismo Giuseppe Militello.










domenica 2 ottobre 2022

LA DOMENICA CON GESU', XXVII DEL TEMPO ORDINARIO / C

    ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Fino a quando, Signore, imploro aiuto e non ascolti…Il Signore rispose: Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette…Soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede” Ab 1,2-3;2,2-4 . 

“Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio…I suoi insegnamenti che hai udito da me con la fede…” 2Tm 1,6-8.13-14 . 

“Accresci in noi la fede !...Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” Lc 17,5-10.

“BASTEREBBE UNA FEDE GRANDE QUANTO UN CHICCO DI SENAPE, PER SRADICARE UN ALBERO DI GELSO E TRAPIANTARLO IN MARE: UNA DICHIARAZIONE IPERBOLICA, TUTTAVIA, EFFICACE, PER CONVINCERE I DISCEPOLI CHE LA FEDE SI MISURA NON DAL PUNTO DI VISTA QUANTITATIBO, BENSI’ DA QUELLO QUALITATIVO”.

Ermes Ronchi nel suo commento alla liturgia odierna ci propone un’incisiva riflessione. Egli, opportunamente, riprende le parole degli apostoli: “Signore, accresci la nostra fede”. Certamente, non c’ è preghiera più esplicita. Noi, in realtà, notiamo che Gesù non la esaudisce. Certamente, la fede non è un pacco-dono, che arriva una volta per sempre. Bensì, è la mia risposta ai doni di Dio. La mia risposta al suo corteggiamento amoroso. “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: Sradicati e vai a piantarti nel mare” e vi obbedirebbe.

Gustiamo la bellezza del linguaggio di Gesù: il più piccolo tra i semi intrecciato a grandi alberi che “danzano” sul mare ! Basterebbe un granello di fede, per sradicare un albero. Un niente che è tutto.

Lo studioso, credente, esclama: Ho visto alberi di gelsi volare come uno stormo di gabbiani. Ho visto, continua ad affermare, discepoli di Gesù salvare migliaia di vite; uomini e donne fidarsi gli uni degli altri e affrontare problemi senza soluzione con coraggio da leoni. Madri e padri risorgere alla vita, dopo la morte di un figlio. Disabili con occhi luminosi come stelle. Una piccola suora rompere i millenari tabù delle caste.

Quando avete fatto tutto quello che dovevate fare, dite: “Siamo servi inutili”. Inutili, in italiano, significa che non servono, improduttivi. Ma non è così nella lingua del Signore. “Servi Inutili” significa: servi che non cercano il proprio utile. Non cerco il mio interesse, non è la ricompensa, ma il servizio ad essere vero !

Qual è il nostro modo di “sradicare alberi e di farli volare” ? Scegliere in questo modo che parla il linguaggio del profitto, la lingua del dono: in questo modo che percorre la logica della guerra, battere la mulattiera della pace.

                                      Mons. Antonio Scarcione