"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

martedì 31 marzo 2020

I racconti brevi che contengono lezioni preziose. 3) L’aquila che si credeva un pollo

Le storie e i racconti brevi possono essere più efficaci di qualsiasi discorso pomposo o predica moraleggiante e possono aiutare a guardare il mondo sotto una luce diversa, a scegliere nuove strade, a percepire i propri limiti e le proprie potenzialità.

I racconti brevi mettono in gioco sia l’emisfero sinistro del cervello sia quello destro. L’emisfero destro presiede alla creatività, all'immaginazione e alla vicenda, cioè alla componente viva del racconto, mentre l’emisfero sinistro ascolta le parole e coglie la logica del discorso, interpretando gli schemi e le sequenze di informazioni secondo cui il racconto si organizza.

Le narrazioni hanno un modo brillante di catturare e distrarre la parte conscia della mente, permettendo al subconscio di trattare liberamente le informazioni che vengono offerte, facendo paragoni, classificazioni, abbinamenti e rispecchiamenti.

Dato che le nuove informazioni non vengono percepite come una minaccia al nostro sistema di convinzioni, esse sembrano semplici proposte inedite che il subconscio può passare in rassegna per trarne nuovi ideali, soluzioni o scelte.

L’obiettivo di chi racconta storie dev’essere quello di “orientare”, e non di manipolare. Solo così sarà possibile costruire relazioni basate sulla fiducia e rispetto reciproco che dureranno nel tempo.

L’aquila che si credeva un pollo

Un uomo trovò un uovo d’aquila e lo mise nel nido di una chioccia. L’uovo si schiuse contemporaneamente a quelle della covata, e l’aquilotto crebbe insieme ai pulcini. Per tutta la vita l’aquila fece quel che facevano i polli del cortile, pensando di essere uno di loro.

Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di qualche decimetro. Trascorsero gli anni, e l’aquila divenne molto vecchia.

Un giorno vide sopra di sé, nel cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso ed elegante, in mezzo alle forti correnti d’aria, muovendo appena le robuste ali dorate.

La vecchia aquila alzò lo sguardo, stupita: “Chi è quello?”, chiese. “È l’aquila, il re degli uccelli” rispose il suo vicino. “Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perché siamo polli.”

E così l’aquila visse e morì come un pollo, perché pensava di essere tale.

Anthony de Mello 

Lezione: 

Il potere delle credenze erronee ci impediscono di crescere, vivere e agire. Svegliati, apri gli occhi, scopri te stesso e riprenditi la tua vita con coraggio e serenità.

lunedì 30 marzo 2020

Le suore francescane della chiesa degli Angeli Custodi, hanno attivato il numero per ascolto, preghiera e condivisione


Grazie alle sorelle francescane della Comunità "Maranathà ut unum sint", della chiesa degli Angeli Custodi, da oggi, hanno attivato il numero 📞0935 180 8019 per chiunque volesse condividere un momento in compagnia, in preghiera o avesse bisogno di ascolto in questo periodo difficile in cui siamo costretti a restare a casa.

A volte basta solo una parola di conforto e di speranza, una preghiera insieme per stare meglio.       Chi vuole, digiti il numero.

CREDERE CHE IL PROPRIO PUNTO DI VISTA SIA LA VERITA’


Due passerotti se ne stavano beatamente a prendere il fresco nella stessa pianta, un salice.

Uno si era appollaiato sulla cima del salice, l’altro in basso su una biforcazione dei rami.

Dopo un po’, il passerotto che stava in alto, tanto per rompere il ghiaccio, dopo la siesta, disse: “ Oh, come sono belle queste foglie verdi ! “.

Il passerotto che stava in basso la prese come una provocazione. Gli rispose in modo seccato: “Ma sei orbo ? Non vedi che sono bianche ?! “.

E quello di sopra, indispettito: “Sei orbo tu ! Sono verdi !”.

E l’ altro dal basso con il becco in su: “Ci scommetto le piume della coda che sono bianche. Tu non capisci nulla. Sei matto ! “.

Il passerotto della cima si sentì bollire il sangue e senza pensarci due volte si precipitò sul suo avversario per dargli una lezione. L’altro non si mosse.

Quando furono vicini, uno di fronte all’ altro, con le piume del collo arruffate dall’ ira, prima di cominciare il duello ebbero la lealtà di guardare nella stessa direzione, verso l’ alto. Il passerotto che veniva dall’ alto, emise un “Oh” di meraviglia: “Guarda un po’ che sono bianche !”.

Disse però al suo amico: “Prova un po’ a venire lassù dove stavo prima”.

Volarono sul più alto ramo del salice e questa volta dissero in coro: “Guarda un po’ che sono verdi !”.

LA SAGGEZZA DEI SECOLI: “NON GIUDICARE NESSUNO SE PRIMA NON HAI CAMMINATO UN’ ORA NELLE SUE SCARPE”.

                                           Mons. Antonino Scarcione

L'Aforisma della Settimana


sabato 28 marzo 2020

Torna l'Ora legale, “Si resta a casa di meno!”, spostare le lancette un'ora avanti.

“Si resta a casa di meno!”: il paradosso dell'ora legale ai tempi del Coronavirus

“Si resta a casa di meno!”: il paradosso dell'ora legale ai tempi del Coronavirus

Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 marzo 2020 le lancette verranno portate avanti di un'ora. 
Si dormirà dunque un'ora in meno, ma si avrà più luce la sera. L'ora legale durerà fino a domenica 25 ottobre 2020, quando rientrerà in vigore l'ora solare.
“Si resta a casa di meno!”: il paradosso dell'ora legale ai tempi del Coronavirus

Nei suoi confronti c'è sempre stato un rapporto di amore e odio, perché era quella che regalava un'ora in più di luce “in cambio”, però, di una in meno di sonno. Lo farà anche questa volta, sia chiaro. Ma con una differenza: nessuno oserà lamentarsi. Anzi, sui social è già partita l'esultanza collettiva. Perché l'ora legale riuscirà ad “abbonarci” 60 minuti di quarantena.

La Domenica con Gesù, V^ DI QUARESIMA / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio…” Ez 37,12-14 . 
“…E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù Cristo dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Gesù Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali…” Rm 8,8-11 . 
“…Marta disse a Gesù: Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto !...Gesù le disse: tuo fratello risorgerà…Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà…” Gv 11,1-45.

Nel racconto della risurrezione di Lazzaro, vediamo che Gesù appare ancora più umano: freme, piange, si commuove, grida. L’ uomo, a sua volta, quando ama, compie gesti divini; Dio, quando ama, lo fa con gesti umani. La Chiesa, nell’ imminenza della Pasqua, ci invita a meditare sul grande segno della risurrezione di Lazzaro, “profezia” della resurrezione di Gesù. Lazzaro, fratello di Marta e Maria, era ammalato. Gesù amava molto questi amici. Nella loro casa di Betania trovava l’ accoglienza premurosa di Marta, l’ ascolto adorante di Maria e l’ affetto di Lazzaro. Le sorelle, “mandarono a dire a Gesù: Signore, colui che tu ami è ammalato”. Gesù è lontano e dice: “ Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio. E’, cioè, un’ occasione, perché si manifesti, attraverso il Signore, la gloria di Dio.

Dopo due giorni, Gesù decide di andare a Betania e aggiunge: “Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo”; poi, afferma, chiaramente: Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinchè voi crediate…”.

Quando Gesù giunge a Betania, il suo amico è morto da quattro giorni. Marta gli va incontro, dicendogli: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto !...”. Ma Gesù la invita a compiere un passo ulteriore nella fede, dicendo: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo ?”. Marta rispose: “ Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo “.

Anche Maria corre incontro a Gesù e, gettandosi a suoi piedi, esclama: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto ! “. Gesù, vedendo piangere lei e i presenti, come afferma Giovanni, “si commosse profondamente e scoppiò in pianto”.

Notiamo che il Signore soffre molto per la morte di un caro amico. Anche i presenti esclamano: “Guarda quanto lo amava ! “. Gesù, quindi, va al sepolcro, chiede di togliere la pietra dalla tomba e prega così: “Padre, ti rendo grazie, perché mi hai ascoltato…L’ ho detto per la gente, perché credano che tu mi hai mandato”. Gesù, dunque, prega perché i presenti comprendano che egli è l’ inviato di Dio. E la risposta di Dio Padre giunge immediata. Dopo la preghiera, Gesù gridò a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori ! “. Il morto uscì, piedi e mani legati con bende, e col viso avvolto da un sudario “.

Lazzaro, quindi, morto e sepolto, come accadrà a Gesù, esce dalla tomba. Egli, con la sua resurrezione, è profezia della risurrezione di Gesù.

Anche noi non siamo soli nella morte, perchè il Signore sarà accanto a noi. Egli “ è la risurrezione e la vita e chiunque vive e crede in lui, non morirà in eterno “.

                                        Mons. Antonino Scarcione

Affidamento della Diocesi alla Madonna delle Vittorie Patrona della Città e Diocesi di Piazza Armerina




Sabato 28 marzo alle ore 19:00  il Vescovo mons. Rosario Gisana si recherà nella Basilica Cattedrale di Piazza Armerina per l’Atto di Affidamento, della Diocesi alla Madonna delle Vittorie, Patrona della Città e Diocesi di Piazza Armerina. 

Alla stessa ora in tutte le chiese della diocesi si suoneranno le campane. 

L’atto di Affidamento sarà trasmesso in diretta streaming sulle pagine Facebook della Diocesi e di Maria SS. delle Vittorie. Esso viene fatto nel luogo che custodisce la sacra Icona!

Al santuario di Piazza Vecchia si recherà per il Santo Rosario il primo aprile alle ore 12:00



ATTO DI AFFIDAMENTO ALLA MADONNA NEL TEMPO DELLA PANDEMIA, CAUSATA DAL COVID-19 

O Madre santa, 
che hai portato in grembo il Verbo della vita, 
intercedi per noi presso Colui che ti ha reso pura ed immacolata. 
Possa il Padre, munifico di misericordie, ascoltare i gemiti 
di quanti anelano alla sua signoria d’amore. 

O Madre santa, 
che sei stata dimora dell’Agnello immolato sulla croce, 
implora per noi Colui che è ti ha reso genitrice del Figlio. 
Possa il Padre, datore di ogni bene, inabitare 
quanti hanno in cuore il desiderio della vita. 

O Madre santa, 
che hai ascoltato con docilità la Parola fatta carne, 
supplica per noi Colui che ha plasmato il tuo cuore obbediente. 
Possa il Padre, fonte di ogni consolazione, risanare 
quanti sono oppressi dal tormento del coronavirus. 

O Madre santa, 
che sei diventata arca dell’alleanza eterna, 
invoca per noi Colui che ti ha benedetto nella sua magnificenza. 
Possa il Padre, principio di verità, plasmare nella pace 
quanti hanno bisogno di coraggio per vincere le spire della morte. 

O Madre santa, 
che hai accolto con mitezza il cammino dietro al maestro, 
ricorri per noi a Colui che ha impresso nel tuo cuore il vangelo. 
Possa il Padre, elargitore di sapienza, trasfondere buon senso 
a quanti debbano con responsabilità sostenere le proprie famiglie. 

O Madre santa, 
che hai sperimentato la veemenza delle umiliazioni, 
rivolgiti per noi a Colui che ti ha eletto per vincere ogni prova. 
Possa il Padre, ideatore del bene, vincere la forza di questa pandemia su quanti soffrono impotenti l’azione efferata della sua virulenza. 

O Madre santa, 
che hai contemplato da vicino la gloria del Figlio, 
prega per noi Colui che ti ha reso madre della Chiesa. 
Possa il Padre, autore della figliolanza divina, proteggere 
quanti presentano suppliche per la nostra Diocesi e la salvezza del mondo. 

                      Amen 
                                              X Rosario Gisana

venerdì 27 marzo 2020

" Mio Dio perdonaci..."


Mentre papa Francesco parla a Roma dove piove, anche a Piazza Armerina inizia a piovere, all'orizzonte le nubi cariche di acqua si iniziano a dissolvere, il sole s'intravede all'orizzonte ormai pronto al tramonto, le nubi si colorano di un arancione macchiato, creando una grande nube che sale su nel cielo dissolvendosi.

Leggo tutto ciò come un segno di nostro Signore,... "mio Dio perdona i nostri peccati e fai che cessi in tutto il mondo questa terribile pandemia che morte e dolore sta portando ovunque.   Fai che l'uomo cambi il proprio ego, perché egli è nudo, padrone di nulla innanzi alle vicende della vita.  Illumina il nostro cammino, così sia...Amen".













Acquaenna posticipa il pagamento delle bollette dell'acqua



La Poesia di Denise Monasteri sul coronavirus...

Alla fine 3 minuti da perdere li abbiamo tutti adesso.... chi perde la vita... chi del tempo...e poi io ..che pubblico un video e perdo la reputazione.... ma chiiiisenefotte...
                                                               Denise Monasteri          

Venerdì 27 marzo alle 18:00 benedizione “Urbi et Orbi” di Papa Francesco in Piazza San Pietro...


Un atto unico nella storia

Il Papa imparte la benedizione solo in tre occasioni: quando viene eletto Successore di Pietro, a Natale e a Pasqua.

Per questo, si può dire che nella storia non aveva mai avuto luogo in precedenza una benedizione “Urbi et Orbi” di un Papa in una Piazza San Pietro vuota, seguita a livello mondiale dai credenti grazie ai mezzi di comunicazione. Sarà un atto unico nella storia.

Ecco il testo in latino della formula della benedizione “Urbi et Orbi” che il Papa pronuncerà questo venerdì alle 18:00 ora di Roma:

– Sancti Apostoli Petrus et Paulus, de quorum potestate et auctoritate confidimus, ipsi intercedant pro nobis ad Dominum.

– Amen.

– Precibus et meritis beatæ Mariæ semper Virginis, beati Michælis Archangeli, beati Ioannis Baptistæ et sanctorum Apostolorum Petri et Pauli et omnium Sanctorum misereatur vestri omnipotens Deus et dimissis peccatis vestris omnibus, perducat vos Iesus Christus ad vitam æternam.

– Amen.

– Indulgentiam, absolutionem et remissionem omnium peccatorum vestrorum, spatium veræ et fructuosæ penitentiæ, cor semper penitens et emendationem vitæ, gratiam et consolationem Sancti Spiritus et finalem perseverantiam in bonis operibus, tribuat vobis omnipotens et misericors Dominus.

– Amen.

– Et benedictio Dei omnipotentis (Patris et Filli et Spiritus Sancti) descendat super vos et maneat semper.

– Amen.

******************
Per ricevere l’Indulgenza plenaria dal Papa ci sono delle condizioni da rispettare. Ecco alcune domande e risposte utili

Con la preghiera straordinaria del 27 marzo 2020, Papa Francesco ha deciso di concedere l’indulgenza plenaria. Ma attenzione: ci sono delle condizioni precise per riceverla.

Intanto bisogna capire cosa è una indulgenza: essa è la piena manifestazione della misericordia di Dio nei confronti degli uomini. Si tratta della remissione della pena temporale ottenuta per i peccati commessi. Tale pena resta nell’uomo anche dopo aver confessato le sue colpe, come una specie di segno o residuo che si manifesta in abitudini disordinate o nella tendenza a tornare al peccato.

1) L’Indulgenza Plenaria cancella tutti i peccati?

Le indulgenze possono essere parziali ed essere ottenute varie volte in una giornata, a meno che non ci siano altre indicazioni della Chiesa, o plenarie (totali), che si possono ottenere una volta al giorno, soprattutto nelle feste o nelle celebrazioni importanti o in occasioni straordinarie come quella del 27 marzo.

Con l’indulgenze plenarie si perdona ogni traccia di peccato, permettendo che l’anima resti con la grazia di entrare direttamente in cielo: si cancella totalmente la pena temporale ottenuta per i peccati commessi.

2) Per ricevere l’Indulgenza Plenaria basta anche un’Ave Maria?

E’ questa una delle indicazioni del Decreto attraverso il quale si promuove l’indulgenza Plenaria odierna. Ma non basta recitare solo un’Ave Maria. Le condizioni sono chiare.

Essa è concessa ai fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali o nelle proprie abitazioni, oppure agli operatori sanitari e alle loro famiglie, se, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione: alla celebrazione della Santa Messa, alla recita del Santo Rosario, alla pia pratica della Via Crucis o ad altre forme di devozione, o se almeno reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile.

Video comunicato dei Presidenti dei quartieri, sulla raccolta di generi alimentari a favore delle famiglie meno abbienti, in questo momento di difficoltà dovuto al corona virus.

Video comunicato dei Presidenti dei quattro quartieri, Filippo Rausa, Massimo Di Seri, Aldo Arena Salvatore, Arena e del Priore del Magistrato Stefano Di Dio, sulla raccolta di generi alimentari a favore delle famiglie meno abbienti, in questo momento di difficoltà dovuto al corona virus.


      

mercoledì 25 marzo 2020

I Presidenti dei 4 Quartieri denunciano ai Carabinieri gli incresciosi fatti del trasferimento di una paziente dall'ospedale di Enna a quello di Piazza Armerina, senza previo tampone coronavirus


COMUNICATO STAMPA DEI QUATTRO QUARTIERI STORICI DI PIAZZA ARMERINA E DI CONCETTO ARANCIO NELLA QUALITÀ DI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CONSILIARE SANITA'  

"La vicenda della Paziente originaria di Pietraperzia, deceduta a causa del Covid 19 ha suscitato in noi paura, sgomento ma ancor di più rabbia. 

La signora, dall'ospedale Umberto I di Enna dove era ricoverata venne trasferita, in gravi condizioni, conclamata insufficienza respiratoria all'Ospedale Chiello di Piazza Armerina reparto di Medicina Generale.  Solo a trasferimento avvenuto, i medici in particolare il Direttore del Reparto dott. Rosario Camerino, con grande responsabilità, ritenevano opportuno effettuare un tampone alla Paziente al fine di rilevare un possibile contagio da Covid 19. Nel corso della notte la donna è deceduta e il tampone effettuato sulla stessa la mattina precedente dava esito positivo. 
Non si capisce perché l'esame non fu fatto prima, in considerazione del fatto che la donna presentava chiari sintomi ascrivibili al Covid 19.  
Palesi sono le lacune di fronte a tanta negligenza, in primis: aver sottovalutato con imperizia e superficialità il quadro clinico della paziente, determinando, verosimilmente lo scaturire di un possibile focolaio nel reparto in cui è stato deciso di trasferire la stessa; in secundis: come è stato possibile il trasferimento di una paziente che manifesta già tutti i sintomi ascrivibili al virus Covid 19 in altra struttura Ospedaliera al momento sfornita di sala intensiva in un momento di emergenza sanitaria così grave. È assolutamente incomprensibile come il tutto non abbia destato il minimo dubbio in capo a " chi " ha deciso questo scellerato trasferimento non curante dell'estremo pericolo contagio a cui ha esposto i medici e tutto il personale del reparto. 

Il dissennato comportamento messo in atto dai Sanitari del nosocomio ennese ha messo a serio rischio la salute di tutto il Personale Medico del Chiello, dei Ricoverati e di tutta la Comunità Piazzese. 
Per dare seguito a quanto denunciato in un comunicato di qualche giorno addietro dal Consigliere Comunale Concetto Arancio, Presidente della Commissione Sanità, presenteremo congiunta denuncia presso la Procura della Repubblica di Enna nei confronti di Ignoti, per i reati che l'Autorità Giudiziaria competente riterrà ascrivibili ai fatti sopra descritti, con riserva di costituirci parte civile onde ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti e subenti in conseguenza delle sopra descritte condotte, chiedendo altresì di essere informati circa l'eventuale archiviazione del procedimento. 

Firmato: Concetto Arancio, Consigliere Comunale e Presidente Commissione Sanità; Leonardo Arena, Presidente Comitato Quartiere Casalotto; Salvatore Arena, Comitato Quartiere Canali; Massimo Di Seri, presidente Comitato Quartiere Castellina; Filippo Rausa, Presidente Comitato Nobile Quartiere Monte Mira e Stefano Di Dio, Priore del Magistrato dei Quartieri."

Ritiro Pensioni aprile 2020 a partire dal 26 marzo



martedì 24 marzo 2020

I racconti brevi che contengono lezioni preziose. 2) L’asino caduto nel pozzo


Le storie e i racconti brevi possono essere più efficaci di qualsiasi discorso pomposo o predica moraleggiante e possono aiutare a guardare il mondo sotto una luce diversa, a scegliere nuove strade, a percepire i propri limiti e le proprie potenzialità.

I racconti brevi mettono in gioco sia l’emisfero sinistro del cervello sia quello destro. L’emisfero destro presiede alla creatività, all'immaginazione e alla vicenda, cioè alla componente viva del racconto, mentre l’emisfero sinistro ascolta le parole e coglie la logica del discorso, interpretando gli schemi e le sequenze di informazioni secondo cui il racconto si organizza.

Le narrazioni hanno un modo brillante di catturare e distrarre la parte conscia della mente, permettendo al subconscio di trattare liberamente le informazioni che vengono offerte, facendo paragoni, classificazioni, abbinamenti e rispecchiamenti.

Dato che le nuove informazioni non vengono percepite come una minaccia al nostro sistema di convinzioni, esse sembrano semplici proposte inedite che il subconscio può passare in rassegna per trarne nuovi ideali, soluzioni o scelte.

L’obiettivo di chi racconta storie dev’essere quello di “orientare”, e non di manipolare. Solo così sarà possibile costruire relazioni basate sulla fiducia e rispetto reciproco che dureranno nel tempo.

L’asino caduto nel pozzo


C’ erano una volta un uomo anziano e un vecchio asino.

Un giorno, l’asino cadde in un pozzo ormai esaurito, ma profondo. Il povero animale ragliò tutto il giorno e l’uomo cercò di pensare a come tirarlo fuori dal pozzo.

Alla fine, però, pensò che l’asino era molto vecchio, debole, senza contare che da tempo aveva deciso di riempire di terra il pozzo che era ormai prosciugato.

Decise di seppellire là il vecchio asino. Chiese a diversi vicini di aiutarlo; tutti presero una pala e cominciarono a gettare terra nel pozzo. L’asino si mise a ragliare con tutta la forza che aveva.

Dopo un po’, però, tra lo stupore generale, dal pozzo non venne più alcun suono. Il padrone dell’asino guardò nel pozzo, credendo che l’asino fosse morto, ma vide uno spettacolo incredibile: tutte le volte in cui veniva gettata una palata di terra nel pozzo, l’asino la schiacciava con gli zoccoli.

Il suo padrone e i vicini continuarono a gettare terra nel pozzo e l’asino continuò a schiacciarla, formando un mucchio sempre più alto, finché riuscì a saltare fuori.

- Bruno Ferrero -

Lezione: 

La vita non smetterà mai di gettarci addosso palate di terra, ma noi riusciremo a uscire dal pozzo, se ogni volta reagiremo. Ogni problema ci offre l’opportunità di compiere un passo avanti.

Se siamo dentro un pozzo, il segreto per venirne fuori è scrollarsi di dosso la terra e salirvi sopra.

lunedì 23 marzo 2020

Richiesta riqualificazione e potenziamento del P.T.A. Michele Chiello di Piazza Armerina.



LETTERA APERTA

Al Sindaco della città di Piazza Armerina
     avv. Nino Cammarata
Al Deputato Regionale on. Luisa Lantieri
Al Deputato Nazionale on. Andrea Giarrizzo  
Al Direttore dell'Asp 4 di Enna
e. p. c. Ai Sigg. Sindaci dei Comuni viciniori
Agli Organi di Stampa
Loro Sedi

Oggetto: richiesta di riqualificazione e potenziamento del P.T.A. Michele Chiello di Piazza Armerina.

Lo scrivente Filippo Rausa, nella qualità di Presidente del nobile Quartiere Monte Mira di Piazza Armerina, di concerto con il Consiglio Direttivo del Comitato, rende noto alle SS.LL.

Considerata la terribile pandemia che sta interessando il mondo intero ed il particolar modo la nostra Nazione; accertata la positività al Covid 19 di alcuni nostri concittadini, nonché quartieranti, e di tanti altri nei Comuni della ex Provincia; con la presente, CHIEDE agli organi preposti sopra citati, di voler prestare particolare attenzione all'attuale PTA Michele Chiello (anch'esso, come altri, oggetto dei pesanti tagli alla sanità perpetrati negli anni precedenti), affinché venga ripotenziato e riportato all'antica ed eccellente funzionalità.

Vogliamo, inoltre ricordare, che il nostro nosocomio, è da sempre stato punto di riferimento per un vastissimo bacino di utenti, ivi compresi gli abitanti dei Comuni del vasto comprensorio Piazzese.
Considerato inoltre, gli innumerevoli posti letto di cui potrebbe disporre la struttura in oggetto, facciamo voti, affinché possa anche essere allestito un reparto unicamente dedicato a fronteggiare gli eventuali ricoveri da Corona virus, al fine di evitare la stessa drammatica situazione in cui versano le strutture sanitarie del nord Italia; per tutto ciò, cogliamo la spiacevole occasione per esprimere tutta la solidarietà ai nostri connazionali.

A Lei, Sig. Sindaco il nostro accorato appello, affinché si spenda con il nostro Governatore Nello Musumeci, insieme all’on. Luisa Lantieri, e all’on. Andrea Giarrizzo, affinché possiate adoperarVi attivamente a promuovere presso gli organi del Governo Nazionale queste nostre, ma direi di tutta la comunità cittadina e delle comunità dei Comuni limitrofi, legittime richieste.

Vogliamo, inoltre ringraziarLa, per la Sua costante presenza tra i cittadini nell'informarci tempestivamente sull'evolversi dell'emergenza; a Lei ed all'Amministrazione Comunale, e a tutto il personale che in queste settimane è attivamente impegnato, va il nostro elogio per l'egregia gestione della triste e problematica situazione.

Certi di un Vostro solerte interessamento, nel ringraziarvi anticipatamente, porgiamo i nostri più calorosi saluti.

Buon lavoro, con la viva speranza che quanto rivendichiamo venga accolto.

Piazza Armerina, lì 23 marzo 2020

 Il Presidente
Filippo Rausa


L'Aforisma della Settimana


domenica 22 marzo 2020

#COVID19 INVITIAMO TUTTI I CITTADINI A RESTARE A CASA!



La Domenica con Gesù, IV^ DI QUARESIMA / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Samuele chiese a Iesse: Sono qui tutti i giovani? ...Rimane ancora il più piccolo…Manda a prenderlo…Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto…Alzati e ungilo: è lui.. E lo Spirito del Signore irruppe su Davide…” 1Sam 16.1b.4.6-7.10-13 . 
“Fratelli, un tempo eravate tenebre ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce…” Eb 5,8-14 . 
“…Gesù vide un uomo cieco dalla nascita…Fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e disse: va’ a lavarti nella piscina di Siloe…Andò, si lavò e tornò che ci vedeva…” Gv 9,1-41.


Il commento di questa famosa pagina del vangelo di Giovanni valorizza le intuizioni e le calibrate interpretazioni dello studioso Ermes Ronchi. Notiamo che il protagonista della narrazione è un tale, considerato, dagli altri, l’ ultimo abitante della città: un mendicante, cieco dalla nascita, che non ha mai visto, né il sole, né il volto di sua madre. E’ povero, non ha nulla. Possiede solo sé stesso. Gesù si ferma per lui, senza esserne richiesto. Fa del fango con la polvere e la saliva, quasi creta per una nuova piccola creazione. E la spalma su quelle palpebre.

In questo racconto, dove figurano, polvere, saliva, luce, dita, Gesù è Dio, che si contamina con l’uomo. Ma anche l’uomo si contamina di cielo: una componente terrena e una componente celeste. Ogni bambino, che nasce, “viene alla luce” è un insieme di terra e di cielo, polvere e luce divina. Come dice M. Zambrano, “Noi nasciamo a metà e tutta la vita ci serve per nascere del tutto”. La nostra vita è un albeggiare. Dio albeggia in noi. Gesù è il custode delle nostre albe, della pienezza della nostra vita. Seguirlo è rinascere.

Il cieco nasce di nuovo attraverso i suoi occhi nuovi, “raccontati” da quella domanda, ripetuta sette volte: “Come ti sono stati aperti gli occhi ? “. Tutti vogliono sapere come. La domanda incalzante è, come si aprano gli occhi ? Essa indica il desiderio di più luce. Desiderio vitale, ma che non matura, perché è soffocato dalla “polvere sterile” dell’ ideologia dell’ istituzione. Così, incredibilmente, il cieco passa da miracolato ad imputato. Infatti, ai farisei non interessa la persona, la luce che ritorna a splendere in quegli occhi, bensì la “sana dottrina”.

Gli viene intentato, così, un processo per eresia, in quanto è stato guarito da Gesù in giorno di sabato, impastando un po’ di polvere con la saliva. E questo è un lavoro che di sabato, secondo la precettistica dell’ A.T., non si può fare, anzi è un peccato. Come, incisivamente, afferma il teologo: "Ma che religione è questa, che non guarda al bene dell’ uomo, bensì, soltanto alle proprie regole ?".

Vediamo che, i farisei di tutti i tempi, preferirebbero che quell’ uomo tornasse cieco, pur di avere ragione nella controversia contro Gesù. Dunque, niente miracoli il sabato ! La gloria di Dio sarebbero i precetti osservati. Non avrebbe importanza mettere Dio contro l’ uomo !. Questa sarebbe la cosa peggiore che possa accadere alla nostra fede. Invece, non è così: “La Gloria di Dio è un mendicante, che si alza, un uomo che ritorna nella pienezza della vita, “un uomo finalmente promosso a uomo” (Don Primo Mazzolari) . 

                                                           Mons. Antonino Scarcione

giovedì 19 marzo 2020

IN RICORDO DI FRANCESCA MATTIOLI MARLETTA


Ieri, 18 marzo 2020, siamo stati raggiunti dalla triste notizia della scomparsa della Prof.ssa Francesca Mattioli Marletta. Raccogliendo, a caldo, gli stati d’ animo e i ricordi della figura e delle opere dell’ illustre estinta, è venuto fuori questo breve profilo.

Francesca Mattioli: Memorabili la sua raffinatezza, la rara sensibilità, il buon gusto, il tratto gentile, la dedizione assoluta e sacrificata al bene della nostra città e la fierezza di esserne cittadina per sua libera e amorevole scelta. 
Sempre in prima fila nell'animazione e organizzazione di associazioni, gruppi e club con finalità umanitarie e socio-culturali. E’ stata fondatrice e animatrice della benemerita associazione della FIDAPA di Piazza Armerina.

La Prof.ssa Francesca, già socia della Sezione Uciim di questa Città, è stata ricordata dal Consulente Ecclesiastico, Mons. Antonino Scarcione, che oggi, 19 marzo c.a., ha celebrato la S. Messa di suffragio a S. Giovanni in forma privata, come stabilito dal DPCM, dalla CEI e dal Vescovo, per l’emergenza igienico-sanitaria.

Avrà dal Signore la giusta ricompensa per il costante impegno profuso a favore degli ideali di promozione umana e cristiana e per le sofferenze patite negli ultimi anni. Vicinanza, affetto e ammirazione per la famiglia, il marito Giovanni e la figlia Lucia, che con esemplare ininterrotta cura l’hanno seguita e accudita amorevolmente nella malattia.

Piazza Armerina, 19 marzo 2020 

                                                          Don Antonio Scarcione, Lucia Giunta, Carlo Tornetta