"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 27 febbraio 2022

LA NOSTRA' CITTA' UNITA PER LA PACE


LA DIOCESI ACCOGLIE L’ APPELLO DI PAPA FRANCESCO A DEDICARE LA PREGHIERA E IL DIGIUNO DEL MERCOLEDI’ DELLE CENERI (2 MARZO) ALLA PACE IN UCRAINA.

IL VESCOVO NEI PROSSIMI GIORNI ORGANIZZERA' UNA VEGLIA DI PREGHIERA ECUMENICA IN CATTEDRALE (CATTOLICI, ORTODOSSI ED EVANGELICI), CON UN RADUNO FIACCOLATA IN PIAZZA CATTEDRALE, LA PIANTUMAZIONE DI UN ALBERO "DELLA PACE", COINVOLGENDO TUTTA LA SOCIETA' CIVILE, IL MONDO ASSOCIATIVO, LE PARROCCHIE.


LA DOMENICA CON GESU', VIII DEL Tempo Ordinario / C

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Quando un uomo discute, ne appaiono i difetti…Non lodare nessuno prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini” Sir 27,4-7 (NV 27,5-8) .
“Fratelli, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d’ incorruttibilità e questo corpo mortale d’ immortalità, si compirà la parola della Scrittura…” I Cor 15,54-58 . 
“…Perché guardi la pagliuzza che è nell’ occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio ?...” Lc 6,39-45.

NON E’ FACILE CORREGGERE IL FRATELLO CHE SBAGLIA. POSSIAMO FARLO SOLO APPELLANDOCI AL MODELLO PER ECCELLENZA: CRISTO.

“Perché guardi la pagliuzza che è nell’ occhio di tuo fratello ? Come afferma E. Ronchi, che seguiamo nella breve riflessione, “notiamo la precisione del verbo: perché “guardi” e non semplicemente “vedi”; perchè osservi la pagliuzza(=una sciocchezza), anzichè la luce di quell’ occhio ? Insomma, un piacere maligno, siamo, talvolta, in cerca del punto debole dell’ altro, i suoi difetti. Il motivo c’ è: chi non vuole bene a sé stesso, vede solo del male attorno a sé. Chi non sta bene con sé, sta male anche con gli altri.

Invece, chi è riconciliato con il suo io profondo, guarda l’ altro con uno sguardo benedicente.

“Dio guardò e vide che tutto era cosa molto buona” (Gen 1,31). Il Dio biblico è un Dio felice, che vede il bene e lo emana, perché il suo occhio buono è come una lampada. Un occhio cattivo, invece, emana oscurità e moltiplica pagliuzze.

“Non c’ è albero buono che faccia frutti cattivi”. La morale evangelica è un’ etica della fecondità e di frutti buoni. Dio non cerca alberi senza difetti, con nessun ramo bucato dal picchio o da un insetto.

L’ albero giunto a perfezione non è quello senza difetti, ma quello piegato dal peso di tanti frutti buoni. Così, nell’ ultimo giorno, lo sguardo del Signore si poserà sul bene e sui frutti: spighe e pane, grappoli, sorrisi e lacrime asciugate. La legge della vita è quella del dare. Gli alberi non crescono per sé stessi, per riprodursi: alla quercia e al castagno basterebbe produrre una ghianda, un riccio. Invece, ad ogni autunno offrono lo spettacolo di un’ enorme quantità di frutti. E’ vita a servizio degli uccelli, degli insetti e dei figli dell’ uomo.

Le leggi della realtà fisica e quelle dello spirito coincidono. Anche la persona, per star bene, deve dare: deve farlo il figlio, il marito, la moglie, la mamma con il suo bambino, l’ anziano con i suoi ricordi.

Ed, infine, “ogni uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore”. Noi tutti abbiamo un tesoro, è il cuore: da coltivare come un Eden, da spendere come un pane da custodire, perché è la fonte della vita. Allora, non siamo avari del nostro cuore. Doniamolo.

                                   Mons. Antonio Scarcione

sabato 26 febbraio 2022

martedì 22 febbraio 2022

I Quartieri Monte Mira e Castellina propongono all'Amministrazione di realizzare un Teatro moderno all'aperto, sulla tipologia classica del teatro greco, in via Giacinto Lo Giudice, nel quartiere Castellina.


Di seguito il documento inviato al Sindaco di Piazza Armerina, avv. Nino Cammarata e ai componenti la Giunta Municipale.


Piazza Armerina, 12 febbraio 2022


Oggetto: proposta realizzazione Teatro moderno all'aperto sulla tipologia classica del teatro greco in via Giacinto Lo Giudice, nel quartiere Castellina.

    Egregio signor Sindaco,

da diversi mesi il nobile quartiere Monte Mira e il quartiere Castellina, di concerto, meditano sulla possibilità di proporre all’Amministrazione Comunale, la realizzazione di un grande "Teatro all'aperto sul modello dei teatri greci" sfruttando il pendio naturale della collina di via Giacinto Lo Giudice, sotto piazza Falcone-Borsellino, che per la sua conformazione ha una struttura a emiciclo a forma di una grande cavea.

Il Teatro, che proponiamo di realizzare, inserito in uno scenario di particolare bellezza e suggestione, potrebbe ospitare fin dal periodo primaverile e per tutta l'estate qualsiasi tipo di manifestazione culturale, rappresentazioni e concerti vari, con una grande capienza capace di ospitare diverse migliaia di persone, comodamente sedute.

Questa nostra idea progettuale, nasce da alcune considerazione scaturite da un'attenta osservazione del contesto morfologico della collina; il secondo tratto della via Giacinto Lo Giudice, che all'incrocio tra via Chiarandà e piazza Falcone-Borsellino prosegue a valle passando per Porta Castellina fino allo spiazzo di via San Giorgio, venne realizzato sul finire degli anni 1970, inizi anni '80, per regimentare il pendio naturale della collina, le acque e la costruzione della strada.

Detta strada a forma di serpentina è inserita lungo dei grandi muraglioni a mantenimento della soprastante collina; uno di questi muraglioni nella sua forma orografica costruito alla base della collina, crea la classica cavea, che gli antichi greci abilmente sfruttavano in maniera logica ed oculata, realizzando delle vere e proprie opere d'arte, i Teatri.

Considerato che l'Amministrazione comunale in queste ultime settimane ha creato un apposito Ufficio per intercettare i Fondi Pnrr, i vari e diversi Bandi europei, nazionale e regionali, affidando a una società la realizzazione e gestione dei progetti finalizzata al reperimento di somme,

CHIEDIAMO

che questa nostra proposta, approvata dai rispettivi Consigli direttivi e da tutti i Soci dei quartieri, venga attentamente valutata dall’Amministrazione comunale e se condivisa inserita tra le progettualità che potrebbero trovare finanziamento per la realizzazione di detto "Teatro all'aperto secondo il modello Greco", che avrebbe una duplice funzione:

· la prima, armonizzare il paesaggio e la memoria del luogo, realizzando nel pendio naturale della collina un Teatro all'aperto, che diventerebbe una delle meraviglie e attrazioni della nostra Città;

· la seconda quella di creare un'opera pubblica di grande e inestimabile valore, ove potere realizzare e accogliere tutti gli spettacoli che nel corso dell'anno, specialmente nella stagione primaverile ed estiva vengono proposti.

Un Teatro incastonato in un contesto urbano e paesaggistico invidiabile, a cavallo tra l'antica città medievale, con Porta Castellina, la sua torre, la cinta muraria inglobata nelle abitazioni, e la città extra moenia con la grande piazza Falcone-Borsellino, risorsa per il posteggio delle auto.  La sottostante piazza Berlinguer, potrebbe assolvere a luogo per diversi servizi e per le attività di ristoro, nonché porta d’ingresso del Teatro, di semplice accessibilità e fruibilità anche da parte dei portatori di handicap, il tutto a due passi dalle principali arterie di collegamento con la Strada Statale 117 bis.

Nella parte inferiore a ridosso del palco, anche in considerazione degli spazi esistenti, potrebbero essere realizzate tutte le attrezzature di servizio del Teatro, camerini, servizi igienici, magazzini, ecc.

Naturalmente, il cuore del progetto e la grande cavea naturale della collina a forma di emiciclo, che si potrebbe sviluppare secondo due differenti inclinazioni, ottimizzando acustica e visuale ma soprattutto radicandosi nel contesto paesaggistico rappresentato dal declivio naturale della collina, ove potrebbero essere realizzati oltre 50 ordini di gradoni sovrapposti, che servono da sedili, interrotti da un ampio ambulacro (corridoio).

Un'opera pubblica monumentale che resterebbe negli annali, di grande prestigio e di reale servizio per la comunità, uno spazio teatrale all’aperto che manca alla Città, una sorta di odeon, un auditorium per ospitare concerti di ogni genere, accogliere grandi eventi e presentazioni, diventando attrattore di una nuova offerta turistica di interesse culturale anche dei circuiti teatrali regionali e nazionali.

La realizzazione del Teatro non impedirebbe il transito autoveicolare che potrebbe continuare a scorrere con la creazione di un sottopassaggio.

A conclusione di questa nostra proposta, riteniamo che la realizzazione di detta opera pubblica per la sua valenza e utilità, sarebbe un ulteriore motivo di vanto per la città di Piazza Armerina, annoverata tra le principali mete turistica di Sicilia, grazie al patrimonio monumentale del suo Centro storico che racconta i fasti della sua storia, la sublime Villa Romana del Casale, Patrimonio UNESCO, e il Palio dei Normanni.

A tal fine certi di un Vostro cortese riscontro, cordialità

I Presidenti

Filippo Rausa e Massimo Di Seri

Di seguito alcune immagini che mostrano il muraglione di via Giacinto Lo Giudice e la naturale cavea a emiciclo, a seguire altre immagini di Teatri greci incastonati nelle pareti delle colline e alcune tipologie di Teatri moderni.
















sabato 19 febbraio 2022

LA DOMENICA CON GESU', VII DEL Tempo Ordinario / C

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Saul dormiva profondamente…e la sua lancia era infissa a terra presso il suo capo…Abisai disse a Davide: …Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico. Lascia…che io lo inchiodi a terra con la lancia in un solo colpo…Ma Davide disse ad Abisai: Non ucciderlo ! Chi mai ha messo mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito ?...” 1 Sam 26,2.7-9.12-13.22-23 . 
 “…Come eravamo simili all’ uomo terreno, così saremo simili all’ uomo celeste” 1 Cor 15,45-49. 
“…Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’ altra…E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro…fate del bene e prestate senza sperare nulla…Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso…” Lc 6,27-38.

“GESU’ CHIEDE AI SUOI DISCEPOLI DI SUPERARE LE
LOGICHE DELL’ ESCLUSIVISMO: ISPIRANDOSI ALLA COMPASSIONE DEL PADRE CELESTE, ESSI DOVRANNO RICAMBIARE CON AMORE L’ ODIO RICEVUTO, FARE IL BENE SENZA SPERARE DI OTTENERE NULLA IN CAMBIO. E’ LO STILE DI DIO.”

Domenica scorsa, Gesù aveva “proposto un sogno”: Beati voi poveri, guai a voi ricchi. Oggi, come rileva Ermes Ronchi, nella sua pacata riflessione, il Signore propone una serie di verbi “esplosivi”: Amate, fate del bene, benedite, pregate. Ma ciò che lascia senza fiato è l’ elenco dei destinatari: Amate i vostri nemici, i vostri odiatori, gli infamanti, gli sparlatori. Gli inamabili. Poi, Gesù guarda negli occhi, si rivolge a me e dice al singolare: “tu”, porgi l’ altra guancia, non rifiutare, dà, non chiedere indietro. E di nuovo ti invita a guardare, a cercare chi non vorresti: chi ti colpisce, chi ruba il tuo, il furbo che chiede sempre e non dà mai.

Vediamo che Gesù introduce il dis-equilibrio divino: date, dissennatamente, illogicamente date; porgete, benedite, prestate, ad amici e nemici. Come Dio.

Questo vangelo rischia di essere un supplizio nel tentare cose impossibili. Nessuno vivrà questo vangelo, neppure i più bravi tra noi. Ci si può riuscire, solo attingendo alla sorgente: a Dio, di cui essere figli. Poi, Gesù indica ancora: “ciò che volete che gli uomini facciano a voi, fatelo voi a loro”. Una cosa bellissima. Infatti, abbiamo tutti un disperato bisogno di essere abbracciati, perdonati, di almeno qualcuno che ci benedica, di una casa, dove sentirci a casa, di contare sul mantello di un amico.

Ciò che desideri per te, donalo all’ altro. Altrimenti saprai solo prendere, possedere, violare, distruggere. L’ amore non è un optional. E’ necessario per vivere. Nell’ ultimo giorno, il Padre domanderà ad Abele: cosa hai fatto di tuo fratello Caino ? Risponderemo: ho perdonato, gli ho dato il mantello, ho spezzato il mio pane ? Oppure, no ?.

Solo un sogno ? Vedrai. E’ già accaduto. Accadrà ancora.

                                       Mons. Antonio Scarcione

Il gallo-italico l'eredità immateriale della Sicilia lombarda

 Articolo tratto da: Il galloitalico, l'eredità immateriale della Sicilia lombarda. Esperto: «È un dialetto vivo che si trasforma velocemente» - MeridioNews




venerdì 18 febbraio 2022

A Piazza Armerina l'arrivo di una delle tappe del "Il Giro di Sicilia 2022"

Presentate, presso la sede della Regione Siciliana di Catania, alla presenza dei rappresentanti dei comuni di Milazzo, Palma di Montechiaro, Realmonte, Caltanissetta, Piazza Armerina, Ragalna, Linguaglossa, le quattro tappe de Il Giro di Sicilia Eolo 2022. Un percorso variegato adatto alle caratteristiche di ogni tipo di corridore: velocista, finisseur e scalatore. La corsa anticiperà di neanche un mese la carovana rosa del Giro d’Italia che giungerà dall’Ungheria – per il giorno di riposo e le prime due tappe italiane – sull’isola.

Tappa n. 1 – MILAZZO – BAGHERIA
Tappa ondulata, costellata di curve e saliscendi. Si svolge interamente, a parte qualche chilometro all’inizio, sulla statale 113 che percorre la costa nord della Sicilia. Unica asperità la breve salita pedalabile a Tindari dopo soli trenta chilometri e lo strappetto di Termini Imerese in cima al quale verrà aggiudicato il traguardo volante di tappa. Finale molto veloce per la volata a gruppo compatto.
Ultimi km
Gli ultimi tre chilometri della tappa lasciano la statale 113 per entrare in città a Bagheria. Si contano due curve ai 2400 m (sinistra-destra) che portano a un ampio curvone lungo quasi 1 km su strada molto ampia per arrivare all’ultima curva che immette nel rettilineo finale di 350 m su strada larga e asfaltata. Ultimi chilometri tutti in leggera ascesa con pendenza media dell’1.5%.

Tappa n.2 – PALMA DI MONTECHIARO – CALTANISSETTA
Tappa impegnativa, caratterizzata da un continuo saliscendi su strade ampie attraverso l’entroterra. Si contano solo tre veri attraversamenti cittadini: Mazzarino, Barrafranca ed Enna con le tipiche caratteristiche di dimensioni a volte ridotte. A Enna, in vetta alla salita di ingresso cittadino è posto il GPM di giornata. Finale su strade larghe e ben asfaltate e arrivo in centro a Caltanissetta al termine di una breve risalita.
Ultimi km
Ultimi 3 km leggermente a salire una volta lasciata la strada a scorrimento veloce in direzione del centro città con pendenza molto dolce sotto il 2

Tappa n. 3 – REALMONTE – PIAZZA ARMERINA
Tappa molto mossa altimetricamente, senza salite particolarmente impegnative, ma segnata da susseguirsi di salite e discese più o meno lunghe con due soli attraversamenti cittadini. Primo attraversamento a Canicattì con carreggiate ristrette in alcuni tratti e secondo, più agevole, a Caltagirone in cima a una breve salita dove verrà assegnato il Traguardo Volante di giornata. Finale tutto leggermente a salire fino a Piazza Armerina.
Ultimi km
Ultimi 3 km con una breve salita che porta all’abitato di Piazza Armerina (media 5%) per arrivare agli ultimi 1500 m praticamente rettilinei caratterizzati da due ondulazioni che portano agli ultimi 200 m in piano.

Tappa n. 4 – RAGALNA – ETNA (Piano Provenzana)
Tappa di alta montagna con poco respiro dopo metà corsa. Prima parte lungo la strada che contorna l’Etna collegando Biancavilla, Adrano, Bronte, Maletto e Randazzo. Qui la corsa sale lungo il vulcano per contornarlo più in quota sulla Sp. Quota Mille. Discesa attraverso Linguaglossa (passaggio impegnativo) fino a Piedimonte Etneo dove comincia la prima salita “Superior” della tappa che porta a Contrada Giuliana. Discesa impegnativa attraverso Milo e Santa Venerina fino a Giarre. Dopo Mascali (TV di tappa) inizia la seconda ascesa a Contrada Giuliana diversa e leggermente più impegnativa della precedente. Dopo il GPM breve falsopiano a scendere prima della salita finale di 18 km a partire da Fornazzo.
Ultimi km
La salita finale misura 18.0 km e sale sul versante Est dell’Etna seguendo un ritmico alternarsi di tornanti lungo colate di lava più o meno recenti. La pendenza media è del 6.0% tenendo conto che all’interno della salita è presente una breve discesa (dopo il bivio del Rifugio Citelli), ma gli ultimi 3 km presentano (a ridosso dei 2000 m) le medie maggiori (circa 9%) e il picco dell’11% a 1500 m dall’arrivo.

lunedì 14 febbraio 2022

LA DOMENICA CON GESU', VI DEL Tempo Ordinario / C

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Maledetto l’ uomo che confida nell’ uomo…Sarà come un tamerisco nella steppa…Benedetto l’ uomo che confida nel Signore…E’ come un albero piantato lungo un corso d’ acqua…” Ger 17,5-8 . 
“…Se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è resurrezione dai morti ?…” I Cor 15,12.16-20 . 
“…Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio…Ma guai a voi ricchi, perché avete già ricevuto la vostra ricompensa…Lc 6,17.20-26.

“OGGI LA LITURGIA CI PROPONE LA BETITUDINE CHE CONSEGUE AL “SI’” DETTO A DIO; MA, ONESTAMENTE, CI VENGONO PURE INDICATI I NODI CHE VENGONO AL PETTINE. COSI’ LE BEATITUDINI DI LUCA SI ACCOMPAGNANO AI GUAI, CHE DISPIACE SEMPRE ANNUNCIARE, MA CHE, PER ONESTA’ E AMORE DI VERITA’, NON SI POSSONO E NON SI DEVONO TACERE”.

Come suggerisce lo studioso Samuele Riva, che seguiamo nel suo commento, la tradizione cristiana annuncia, con garbo, in un motto programmatico: “Ubi Christus, ibi Paradisus !”E’, ovviamente, sottinteso che l’ assenza di Cristo è l’ inferno. Tale convinzione è già nel profeta Geremia e nel Salmo 1: essi denunciano la scelta, insensata, dell’ uomo di ogni tempo, di riabbracciare la schiavitù, dopo esserne stato liberato da Dio. E dichiarano: “Chi semina vento, raccoglie tempesta”.

Parole dure, che lasciano intravedere come, nonostante tutto, Dio parla al cuore del suo popolo, offrendogli nuove occasioni di ravvedersi, purché getti alle spalle l’ idolatria, per abbracciare l’ unico Dio vivo e vero.

“Le beatitudini” e “i guai” sono come una sorta di “summa”(regola d’ oro) del credente. Le beatitudini raccontano l’ amore che Dio elargisce e che l’ uomo accoglie e riversa sul prossimo. Sì, perché il comportamento del credente si delinea unicamente sul famoso insegnamento: “Ama et fac quod vis !” . “Ama e fai ciò che vuoi ! ” (S. Agostino). L’ amore comporta la regola della coerenza e della fedeltà tra quanto si crede e quanto si vive.

La decisione di Dio a favore di chi si fa povero, affamato, piangente, perseguitato e confida in lui, è irreversibile ed è testimoniata da tutta la storia della salvezza. Questo vale persino per la persecuzione, di cui sia Geremia, sia Gesù, sono stati autentici esperti.

Contrapposti, addirittura antitetici, alle quattro beatitudini sono i quattro guai, che al buon senso comune potrebbero apparire esagerati. La folla di Luca è sicuramente maggiore di quella di Matteo. Il guaio non consiste nell’ essere affamati o afflitti o perseguitati, soltanto “propter nomen” (per il nome di Cristo), quanto, piuttosto, nell’ abbondanza sfacciata e consumistica, di cui il ricco epulone della parabola del povero Lazzaro è “testimone” eloquente.

Certamente fanno riflettere molto queste “bordate”, che demoliscono false certezze, inganni, ipocrisie, luoghi comuni, bisogni creati ad arte e indotti.

Quanto deve misurarsi la Chiesa sul famoso “loghion” (=detto) del Signore: “Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo, infatti, agivano i loro padri con i falsi profeti“. Una porzione consistente di Chiesa sembra essere a caccia di consensi, preoccupata di assecondare le mode culturali, per avere un minimo spazio in qualche salotto buono.

Diffidare di un facile applauso e di un interessato elogio, sono tratti costitutivi del nostro essere discepoli. In altre parole, fedeltà amorosa a colui che ha dato la vita per noi e per la nostra salvezza.

                                   Mons. Antonio Scarcione

giovedì 10 febbraio 2022

Museologia del Presente...


 

L'articolo di stampa La Sicilia sui lavori di piazza Garibaldi

Di seguito l'articolo di stampa La Sicilia, a firma di Marta Furnari pubblicato giovedì 10 febbraio 2022


 

Finalmente verrà restituita la piazza Garibaldi ai PIAZZESI, dopo che è stata per almeno due generazioni un becero parcheggio nell'indifferenza di Tutti


L’associazione MIRA 1163 e il Comitato Nobile Quartiere Monte Mira alla luce degli avvenimenti riguardanti l’inizio lavori della p.zza Garibaldi e le ovvie consequenziali polemiche e prese di posizioni, ritengono doveroso divergere da quanti per il proprio “particulare” e per speculazioni prettamente politiche sono contrari a detti lavori di recupero e solo per il fatto, secondo il modesto parere, di apparire presentando uno scempio architettonico di una piazza che ante-lavori, a detta di esperti nel campo turistico e promozionale era una piazza tra le più brutte della Sicilia, in quanto un mero parcheggio caotico e selvaggio che rendeva la circolazione dei pedoni e gruppi di turisti pericolosa e naturalmente si creava di fatto una visione indegna e poco decorosa dell’intero complesso architettonico.

I vari convegni organizzati da questa Associazione, a cui hanno partecipato tour operators, architetti e personalità varie specialisti in programmazioni turistiche, hanno sempre consigliato e posto la base, che per essere una Città turistica e avere un appeal nazionale ed internazionale, di assicurare:

1)-percorsi pedonali in sicurezza per i turisti e naturalmente per i cittadini;

2) porre in essere delimitazioni degli slarghi con dissuasori per la visita in sicurezza dei monumenti;

3)-Invito esplicito alle varie Amministrazioni Comunali, di qualsiasi colore politico, di recuperare con lavori di abbellimento vie e piazze, in particolar modo la P.zza Garibaldi, che come detto si presentava indecorosa, pericolosa al transito pedonale e brutta a vedersi.

Detto ciò si rappresenta che in quel periodi 2013/2014 i soloni di oggi erano dormienti erano presi da tutt’altre faccende e molto probabilmente scimmiottavano comportamenti pseudo politici in cerca di incarichi.
Infatti il problema del recupero e richiesta di lavori fu avanzata in data 28 Ottobre 2014 dall’allora consigliera Laura Saffila con apposita interrogazione in Consiglio Comunale.

A seguire varie note furono indirizzate da questa Associazione e dal Comitato Quartiere Monte Mira, ad una Amministrazione, diversa dall’attuale, per affrontare e risolvere la problematica della Piazza Garibaldi.
Anche la stampa, la Sicilia, pubblicò diversi articoli in cui si proponeva e si poneva il problema del recupero della Piazza Garibaldi.

Tutto questo bailamme artatamente posto in essere da soggetti che non hanno una visione a 360 gradi di come deve avere uno sviluppo turistico la Città è fuori da ogni logica ed è dannoso per la Città ma non per un interesse individuale o speculativo ai fini politici.

Oltretutto il progetto redatto da giovani Architetti piazzesi ha avuto il nulla osta da parte della competente Soprintendenza e risulta che nella riunione di presentazione alle parti Sociali le stesse con qualche distinguo hanno espresso pare favorevole come pure i quattro Quartieri storici della Città.

Per cui di che cosa stiamo parlando.

La bassa politica senza alcun intervento di recupero e strutturale ha ridotto la Città ad allontanare coloro i quali avrebbero voluto vedere e anche soggiornare a Piazza Armerina.

Oggi, ipocritamente, sono scandalizzati e qualcuno si erge a” defensor patriae “ spacciandosi per colui il quale sta a cuore l’architettura del luogo.

Ma quale? una lingua di marciapiede in mattoni cementizi?

Un detto dice giustamente che in certe occasioni è meglio tacere e una parola è troppa e due sono poche.

Presidenti pro-tempore

ASS. MIRA 1163                           Nobile Quartiere Monte Mira
Francesco Galati                                           Filippo Rausa

martedì 8 febbraio 2022

Il Comune di Piazza Armerina istituisce ufficialmente l'Ufficio bandi.


Il Comune di Piazza Armerina con delibera di Giunta Municipale del 3 febbraio 2022, istituisce ufficialmente l'Ufficio bandi che era nel programma elettorale del Sindaco Cammarata, e tutto ciò è una gran bella notizia, avviando una collaborazione con una società di professionisti di grande esperienza che servirà a intercettare e a partecipare ai bandi del PNRR, che arrivano con cadenza settimanale.

Detto ciò, il Consiglio direttivo del Quartiere si ritiene più che sodisfatto in quanto già il 25 gennaio 2022 con una lettera indirizzata al Sindaco Cammarata e ai componenti la Giunta Municipale chiedevamo, oltre a presentare un calendario di opere da programmare per il Futuro della Città e del Quartiere, l'istituzione di un ufficio di programmazione e progettazione ad hoc, consapevoli delle prossime risorse da parte della Comunità Europea con i Fondi Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza), ma comunque dei vari e diversi bandi che puntualmente vengono pubblicati; per progettare interventi a salvaguardia e recupero del Centro Storico e per “costruire” la Città del nuovo millennio, mettendo nero su bianco una banca dati di progetti pronti a essere presentati e quindi potere partecipare ai Fondi Pnrr e ai bandi emanati dalle varie istituzioni che essi siano europei, nazionali o regionali.

Di seguito l'articolo stampa tratto dal giornale La Sicilia a firma di Marta Furnari.






 

sabato 5 febbraio 2022

LA DOMENICA CON GESU', V DEL Tempo Ordinario / C

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Io vidi il Signore seduto su un trono…E dissi:…Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono…Allora uno dei serafini…mi toccò la bocca e disse…questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa…Poi io udii la voce del Signore che diceva: Chi manderò…? E io risposi: eccomi, manda me ! “ Is 6,1-2a.3-8 .
“Vi proclamo il Vangelo…A voi…ho trasmesso…quello che anch’ io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati…fu sepolto ed…è risorto il terzo giorno…” I Cor 15,1-11 .
“…Gesù…presso il lago di Gennesaret, vide due barche…Salì in una…e insegnava alle folle…Disse a Simone: prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca…Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti…e presero una quantità enorme di pesci…” Lc 5,1-11.
“LA STORIA DI GESU’ COMINCIA PROPRIO DALLE RETI VUOTE E DALLE BARCHE TIRATE IN SECCO. LINGUAGGIO UNIVERSALE E IMMAGINI SEMPLICISSIME. NON DAL TEMPIO, MA DA UNA BARCA A CAFARNAO. NON DAL SANTUARIO, MA DA UN ANGOLO UMANISSIMO E LAICO. DA UN MOMENTO DI CRISI. IL SIGNORE CI INCONTRA E CI SCEGLIE, COME HA FATTO CON I PRIMI QUETTRO: SIMONE, ANDREA, GIACOMO E GIOVANNI”.

Facciamo tesoro della riflessione dello studioso, Ermes Ronchi. Egli afferma: se uno ha vissuto, ha certamente sperimentato delle ferite, delle debolezze e delle crisi. Proprio in quel contesto di fragilità ci raggiunge la voce del Maestro, che risuonò alle orecchie di Pietro, in questi termini: Pietro, “disubbidisci alle reti vuote, ubbidisci a un sogno”. Certo, il futuro capo degli apostoli aveva già detto a Gesù: “Allontanati da me, perché sono un peccatore”. Ma il Signore non se n’ è andato. Anzi, ebbe una reazione bellissima. Gesù, il grande Pescatore, non confermò le parole di Pietro. Non lo giudicò, né lo assolse. Idealmente, lo condusse, invece, su un altro piano: “Ti farò diventare pescatore di uomini”. Infatti, Gesù solleva l’ uomo e gli dà fiducia. E, così, la vita riparte. Quando parla a Pietro, in realtà, è a me che parla. Nessuno è senza un talento, senza una barchetta, una zattera, un guscio di noce. E Gesù sale sulla barca della mia vita, che, quando è in alto mare oscilla, pericolosamente, e mi prega di ripartire con quel poco che ho e con quel poco che so fare. E il miracolo non sta nella pesca straordinaria, nelle barche abbandonate sulla riva, ancora cariche del loro tesoro. Il miracolo è Gesù stesso, che non si lascia impressionare dai miei difetti, non ha paura del mio peccato e vuole invece salire sulla ma barca. Ed i quattro, abbandonato tutto, lo seguirono.

Ci chiediamo, che cosa mancasse ai discepoli, per essere stati convinti a lasciare barche e reti, e andare dietro al giovane Rabbì(=Maestro) dalle folgoranti parole?

Avevano il lavoro, la piccola azienda di pesca, una famiglia, la salute, il Libro del buon ebreo e la sinagoga. Tutto il necessario per vivere. Mancava loro, soltanto, un sogno. Gesù è il custode dei sogni dell’ umanità. Egli offre il sogno di cieli nuovi e terra nuova, il cromosoma divino nel nostro Dna, fratelli tutti, una vita indistruttibile e felice.

                                            Mons. Antonio Scarcione