"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

mercoledì 27 febbraio 2019

Auguri a Sua Eccellenza il Vescovo di Piazza Armerina

Un Augurio particolare e di Cuore a Sua Eccellenza il Vescovo Mons. Rosario Gisana, nel 5° anniversario della nomina a Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina. 
"La Sua opera costante ed instancabile di Apostolato, il Suo carisma, la Sua grande capacità di comunicazione sono doni immensi per noi.


lunedì 25 febbraio 2019

“Siamo tutti foglie dello stesso albero”

La terra è un solo paese, 
siamo onde dello stesso mare, 
foglie dello stesso albero, 
fiori dello stesso giardino.
                                                   Seneca

domenica 24 febbraio 2019

A proposito di...la devozione a Maria


Martin Lutero pensava che la devozione a Maria fosse un invenzione tardiva, medievale e debbo dire che anche molti cattolici, tra cui diversi studiosi e teologi, non la pensano tanto diversamente. Peccato che i fatti ci dicano l'esatto contrario.
La più antica e famosa preghiera rivolta a Maria, è stata trovata in un papiro egizio che risale circa al III secolo dopo Cristo.

È un invocazione molto semplice, ma che contiene già l'affermazione della maternità divina di Maria, dogma poi sancito nel 431, dal Concilio di Efeso, e un allusione all'Immacolata Concezione, dogma del 1854: due verità di fede professate dai cristiani da sempre. Il fatto interessante è che la preghiera attribuisce alla Vergine una certa efficacia di protezione che apparterrebbe solo a Dio, una sorta di potere che Dio le concede perché è la Madre di Dio. Ed è la Chiesa dei Martiri che chiede a Maria questa protezione: essa esprime l'atteggiamento di un intero popolo che soffre della persecuzione di Valeriano e di Decio in cui moltissimi cristiani egiziani furono messi a morte.
Il testo originale greco può essere tradotto come: "Noi ci rifugiamo all'ombra della tua misericordia" o "al riparo del tuo cuore".
L'ombra richiama il tema biblico "Delle ali di Dio e del suo cuore misericordioso" che sono rifugio per il povero perseguitato.

Anche il cuore di Maria è grande e misericordioso perché è immacolato, come, alla fine di questa preghiera, si afferma apertamente: Lei, è l'unica "hagné", cioè senza macchia.
"Sola casta" cioè non mescolata con altro. Con il peccato.
Dalla patria di origine, l'Egitto, la preghiera si è diffusa nel mondo cristiano attraverso i riti bizantino, romano, copto, ambrosiano.
Con piccole differenze di traduzione ed ampliamenti di testo.
Credo che più di uno di voi l'abbia sentita almeno una volta.

La preghiera recita così:

"Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio santa Madre di Dio.
Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta".

Nel testo originale abbiamo:

Ὑπὸ τὴν σὴν εὐσπλαγχνίαν
καταφεύγομεν, Θεοτόκε.
Τὰς ἡμῶν ἱκεσίας
μὴ παρίδῃς ἐν περιστάσει,
ἀλλ᾽ ἐκ κινδύνων λύτρωσαι ἡμᾶς,
μόνη Ἁγνή, μόνη εὐλογημένη.

Nel finale come detto abbiamo in una traduzione più precisa, o Vergine casta Ἁγνή ("Hagné") da questa radice deriva il nome Agnese, e benedetta "εὐλογημένη".

Se analizziamo la traduzione letterale latina abbiamo:

Sub misericordiam tuam
confugimus, Dei Genetrix.
Nostras deprecationes
ne despicias in necessitate,
sed a periculis libera nos,
una sancta, una benedicta.

Poi successivamente adattata nella versione romana:

Sub tuum praesidium confugimus,
Sancta Dei Genetrix.
Nostras deprecationes ne despicias
in necessitatibus,
sed a periculis cunctis
libera nos semper,
Virgo gloriosa et benedicta.

Si nota come la versione ambrosiana sia rimasta più fedele all'originale:

Sub tuam misericordiam confugimus
Dei Genitrix
(ut) nostram deprecationem
ne inducas in tentationem
sed de periculo
libera nos
sola casta
et benedicta

Catacombe di Priscilla, inizio del III secolo.
Dipinto raffigurante 
Maria con il Bambino
sulle ginocchia e un profeta accanto.
Questa testimonianza non è la sola che attesta come il culto particolare a Maria Vergine (iperdulia) fosse presente già nelle prime comunità cristiane. Abbiamo l'epitaffio nelle catacombe di Priscilla a Roma databile alla fine del 200 d.C. oppure gli stessi graffiti che sono stati rinvenuti nel Santuario dell'Annunciazione a Nazareth. 
La stessa archeologia quindi conferma il particolarissimo ruolo che Maria madre di Gesù ha sempre avuto nella Chiesa cattolica con buona pace di chi ancora oggi vuole affermare il contrario.

sabato 23 febbraio 2019

La Domenica con Gesù, VII del Tempo Ordinario / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Oggi, Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico…Ma Davide disse ad Abisai: Non ucciderlo !...” Sam 26,2.7-9.12s.22s. . 
“…Il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ ultimo Adamo divenne spirito datore di vita…” I Cor 15,45-49 . 
“…Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano…” Lc 6,27-38.



Ci troviamo di fronte ad un insieme di comandamenti che Gesù propone a noi e noi stessi restiamo colpiti dalla loro concretezza e radicalità. Amare i nemici, fare loro del bene, benedire coloro che ci maledicono e pregare per coloro che ci maltrattano ? E’ possibile ? Vediamo che si tratta del capovolgimento della logica umana della guerra e del mandare al diavolo l’ avversario. Chiaramente, siamo invitati, in modo pressante, alla conversione, a vedere le cose dal punto di vista di Dio, a seguire l’ unico modello: Gesù di Nazareth, che ha amato tutti, fino al dono della sua stessa vita e al perdono dei suoi uccisori.

Notiamo che Gesù si ferma ed “abbraccia” con uno sguardo i suoi discepoli, poi, proclama la felicità di poveri, affamati, sofferenti, perseguitati e manifesta il suo rammarico per quanti, invece, hanno già tutto, credono di non aver bisogno di altro e si illudono di possedere la felicità per mezzo del denaro, dell’ abbondanza e del successo.

In questo discorso, Gesù parla col cuore in mano ed annuncia la buona notizia: il Regno di Dio è già qui. 
I presupposti del Regno ci sono già. Sono coloro che ascoltano: poveri, sofferenti, maltrattati, perseguitati. Coloro che non si lasciano plagiare dagli idoli della ricchezza e del successo. Bisogna mettersi in cammino, andare oltre il proprio io e superare il criterio della reciprocità, che il buon senso ci induce e seguire. Siamo invitati, quindi, a scoprire la “ricchezza” della propria condizione di “scarto dell’ umanità” nell’ amore di Dio, di realizzare ciò che appare follia. Infatti, solo l’ amore può disarmare il nemico.

Così, vediamo che l’ amore per il nemico precede la regola d’ oro che Gesù ci propone: “ciò che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. Figura anche in altre religioni; ad esempio, nell’ Ebraismo, nella filosofia greca e in tutti i profeti della non-violenza. Si fonda su due pilastri: la fiducia nell’ uomo e la fede in Dio.

Certamente, l’ uomo da solo non può vincere l’ impulso alla vendetta, che cova dentro di sé, se il seme dell’amore che è in lui non viene corroborato dalla grazia di Dio. Per questo, opportunamente, Luca conclude con le sagge parole: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”. 

                                                                                   Mons. Antonino Scarcione

L'Ucim incontra il vescovo mons. Rosario Gisana


Giovedì 21 febbraio 2019 nel pomeriggio dalla 16.30 alle 18.00 presso il Vescovado di Piazza Armerina la Sezione Uciim di Piazza Armerina ha realizzato un incontro con il vescovo, introdotto da mons. Antonio Scarcione assistente spirituale dell’Uciim locale, per la consegna del nuovo Calendario 2019 prodotto e curato dalla sezione di Piazza che è stato offerto a S. E. mons. Rosario Gisana vescovo della diocesi armerina. 
Il calendario contiene una scelta di rappresentazioni degli affreschi di Guglielmo Borremans presenti nella Chiesa di S. Giovanni Evangelista di Piazza, che è stata adottata per le cerimonie ed attività promosse dalla locale sezione Uciim, con l’inserimento in chiave ecumenica per ogni mese dell’anno di una serie di riflessioni spirituali di scrittori e pensatori appartenenti a varie culture. 
L’incontro è stato animato in un primo momento da un gruppo di studenti del Liceo Scientifico Statale “V.  Romano” dell’I.I.S. Majorana-Cascino di Piazza Armerina guidati dal prof. Luigi Di Franco, docente di storia e filosofia, e dagli studenti Susanna Lo Leggio, Martina La Rosa, Aurora Lazzara, Sofia Persico, Veronica Giarrizzo, Corinna Merco, Alessandro La Delia e Andrea Bruno della classe 5 sez. A del Liceo Scientifico, che hanno proposto riflessioni e la lettura di pensieri spirituali e di articoli della Costituzione italiana contenuti nel calendario 2019. 
Susanna Lo Leggio ha letto un pensiero di A.P. Gouthey e una poesia del prof. Di Franco a Maria SS. Delle Vittorie, Veronica Giarrizzo un pensiero di Papa Francesco, Aurora Lazzara un pensiero di M. Quoist, Sofia Persico un pensiero di A. Scweitzer, Alessandro La Delia l’Art. 3 della Costituzione sulla dignità sociale e civile di tutti i cittadini. 
Il prof. Luigi Di Franco, introducendo la presentazione del calendario al Vescovo, ha delineato il contenuto e il significato teologico degli affreschi del Borremans, pittore fiammingo che operò a Napoli e poi in Sicilia dal 1715 sino alla morte a Palermo nel 1744. In particolare il  Ciclo di affreschi, raffiguranti il Mistero dell'Eucaristia, la Nascita di Gesù, l'Adorazione dei pastori, il Battesimo di Gesù, la Crocifissione, l'Adorazione dei Magi e le Virtù, la Visione apocalittica di San Giovanni, scene di Vita di San Benedetto e riconoscimento della regola benedettina, il Martirio di San Placido sulla volta, e l’apparato decorativo pittorico realizzato nella chiesa di San Giovanni Evangelista di Piazza tra il 1721 e il 1734, assume un alto valore dottrinario ancora oggi. 
Infatti i modi figurativi come sono rappresentate negli affreschi verità fondanti del Cristianesimo ne fanno una “piccola cappella sistina” e danno prova dell’alto valore dello spirito che valorizza il soggetto umano pensante come essere dotato di libertà e creatività. 
Il Borremans con la sua moderna visione di alcuni significati centrali della realtà di Gesù Cristo, legati ad una specifica comprensione del soggetto umano e della sua vita spirituale nel crocevia del primo ‘700 siciliano, diventa specchio pittorico dell’incontro tra antichi e moderni e mette in luce una nuova sintesi tra sacro e realtà umano in grado di conciliare non solo pittura e metafisica moderna ma anche l’uomo con Dio. 
Anche un gruppo di studenti della Scuola Media “A.Cascino”, guidati dalla prof.ssa di lettere Abati Sabrina, ha partecipato all’incontro animandone un secondo e significativo momento spirituale con la lettura di alcune poesie a tema spirituale proposte da studentesse della prima media. Gabriella Gugliara ha letto la poesia “Trova il tempo” di Madre Teresa di Calcutta, Rebecca Scivoli la poesia “Non vivere su questa terra come aquilino” di Hikmet, Jennifer Gugliara la poesia “Prendi un sorriso” di M. Gandhi. 
Quindi S.E. il vescovo mons. R. Gisana, nel ringraziare per l’iniziativa dell’UCIIM e i suoi significati, ha proposto una profonda riflessione spirituale sul viaggio nella vita, un percorso mai destinato a finire che lega giovani ed adulti in compiti complementari finalizzati al raggiungimento della vita per sempre. 
Alla fine dell’incontro il vescovo ha donato a tutti gli intervenuti una copia dei Vangeli invitando alla loro giornaliera lettura e meditazione.

mercoledì 20 febbraio 2019

Festa Regionale della Famiglia, Domenica 26 maggio, santuario Madonna della Sciara - Mascalucia (CT) .


Domenica 17 febbraio 2019 si è svolta, presso la Casa Provinciale di Catania dell'Istituto Suore Sacra Famiglia, la riunione di programmazione per la FESTA Regionale della Famiglia. 

Erano presenti alcuni rappresentanti provenienti dalle realtà di Catania, Palermo, Agira, Piazza Armerina, Niscemi, Ispica e Pachino. 

Lo scorso anno la festa era stata organizzata presso la Diocesi di Catania. 

Anche per quest'anno è stato scelto come luogo la città di Catania che ospiterà le famiglie provenienti dalle varie città siciliane.
Il tema scelto per quest'anno è :
" La vocazione e la missione della famiglia nella chiesa e nel mondo contemporaneo".

L' appuntamento è previsto per Domenica 26 maggio 2019 presso il santuario Madonna della Sciara - Mascalucia (CT) .
Già negli anni precedenti il raduno festa ha coinvolto più di 600 famiglie...
Per informazioni più dettagliate sull'organizzazione della festa rivolgersi a :

- suor Silvia Minutilli 3349827849 - Enza Bonnici 3470060349 - Davide Campione 338.3934693

Ringraziamo fin da ora tutti coloro che credono alla buona riuscita della festa, in particolare la superiora delegata della provincia Suor Silvia Minutilli, le suore della Sacra Famiglia, l'equipe organizzativa, l'associazione dei Bonilliani, la comunità dei Giovani Orizzonti, il ramo isga della Famiglia Paolina, la comunità parrocchiale Santo Stefano di Catania, le varie comunità cittadine e tutte le famiglie appartenenti al territorio siciliano.

A tutti un buon lavoro di preparazione..


                         O.p.G. Davide Campione

L'aquila della Cattedrale dove essere recuperata ma a farlo dovrà essere il proprietario, ovvero la santa romana chiesa

Facendo seguito alla recente nota trasmessa alla Soprintendenza di Enna, relativamente il distacco della coda e della zampa dell'aquila posta sul cantonale della Basilica Cattedrale di Piazza Armerina, il soprintendente Salvatore Gueli, con la nota sotto indicata, ha riscontro, ha dato precise indicazioni in merito al recupero e restauro dell'aquila marmorea.
Viene ribadito che l'Associazione culturale Mira 1163 e il nobile quartiere Monte Mira, nel ringraziare il soprintendente Gueli per il solerte intervento, auspicano l'immediato intervento da parte di chi deteiene la responsabilità.

domenica 17 febbraio 2019

La Domenica con Gesù, VI del Tempo Ordinario / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Maledetto l’ uomo che confida nell’ uomo… Benedetto l’ uomo che confida nel Signore…” Ger 17,5-8 . 
“…Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti…” I Cor 15,12.16-20 . 
“…Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio…Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra ricompensa…” Lc 6,17.20-26.



Come afferma, opportunamente, E. Ronchi, nella sua riflessione sul vangelo delle beatitudini di Luca, l’ uomo è un mendicante di felicità. Gesù lo sa bene e per ben quattro volte dice: beati voi, che significa: mettetevi in piedi, voi che piangete, andate avanti, in cammino, non demoralizzatevi, siete la carovana di Dio. Nella Bibbia Dio conosce solo persone in cammino, verso una “terra nuova e cieli nuovi”. Verso un altro modo di essere liberi. “Beati voi, poveri ! “. “Beati voi, che avete fame”. “Beati voi, che ora piangete”. E non si tratta di lacrime di gioia, bensì di gocce di dolore. Beati, perché ? Forse, perché povero è bello, perché è buona cosa soffrire ? No, certamente. Ma per un altro motivo. La bella notizia è questa: Dio ha un debole per i deboli, li raccoglie dai margini dell’ esistenza, si prende cura di loro, fa avanzare la storia, attraverso semi di giustizia, di condivisione, di pace e di lacrime asciugate.

Vediamo bene che il progetto di Dio è più profondo e più delicato. Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno, perché avete più spazio per Dio, perché avete il cuore libero, affamato di un oltre, perché c’ è più futuro in voi. Proprio così: i poveri sono il grembo, dove è in gestazione il Regno di Dio, il laboratorio, dove si plasma un mondo nuovo e nuovi rapporti umani. Beati i poveri, che di nulla sono proprietari, se non del cuore, che non hanno nulla da donare, se non sé stessi, che sono mano protesa, che chiede e mano tesa, che dà, che tutto ricevono e tutto danno.

Ci sorprende, invece, il “guai”, presente nella seconda parte del testo. Ma Dio non maledice. Dio è incapace di augurare il male. Chiaramente, si tratta di una considerazione: se ti riempi di cose, se sazi tutti gli appetiti, se cerchi applausi o consenso, non sarai mai felice. I guai sono un lamento, il compianto di Gesù su coloro che confondono superfluo con essenziale, sono pieni di sé, si aggrappano alle cose e non trovano spazio per l’ eterno e per l’ infinito. Le beatitudini sono, certamente, “la bella notizia”, che Dio regala vita a chi produce amore.

                                                                                  Mons. Antonino Scarcione

martedì 12 febbraio 2019

L'Aforisma della Settimana


Per ogni metro nuovo di Città costruita in periferia, si crea un ettaro nuovo di Quartiere in abbandono nel cuore della Città.
                                                                                                                                                                                        Filippo Rausa

domenica 10 febbraio 2019

La Domenica con Gesù, V del Tempo Ordinario / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


“…Eccomi, manda me…”Is 6,1-2.3-8 . 
“Vi proclamo, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto…” 1 Cor 15,1-11 . 
“…Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare…”Lc 5,1-11.

Una comunità di inviati. Luca racconta la reazione di Pietro e dei suoi compagni di fronte all’ inspiegabile abbondanza di quella pesca in un luogo (quasi in riva al mare), nel quale i pescatori sapevano bene che non era possibile trovare pesci. 
La reazione di quegli uomini consiste certamente nella meraviglia. Vediamo che il testo presenta il profondo stupore, che si impadronisce di una persona o più persone, quando assistono ad una rivelazione divina. Questo indica, puntualmente, la commozione sperimentata da quei discepoli.

Come giustamente afferma J.M.Castillo, in quel momento, si è verificata una “teofania” (=manifestazione di Dio ). L’ aspetto più curioso è questo: Dio, in questo caso, non si è rivelato un luogo sacro, ad esempio nel tempio, spazio sacro per eccellenza, bensì, in un luogo “profano” ( nel mondo del lavoro faticoso della pesca). Non nel “riposo” del tempio, ma nell’ occupazione del lavoro. Gesù ha “tolto” la religione dal tempio e l’ ha collocata nelle occupazioni della vita e nelle preoccupazioni della produttività, di cui abbiamo bisogno, per poter vivere dignitosamente.

Probabilmente, l’ aspetto più eloquente del brano è proprio questo: Gesù associa la “presenza” di Dio all’ “abbondanza”. Dio non vuole la penuria, la mancanza di risorse. Egli, infatti, si è rivelato in questo modo nei racconti della condivisione dei pani, nel vino buono della nozze di Cana e nella pesca miracolosa del Risorto. La religione di Gesù non vuole che il nostro lavoro si faccia, pensando al “guadagno”, ma alla produttività, che genera “abbondanza”. E tutto il racconto finisce con le parole-chiave: “lasciarono tutto e lo seguirono”.

Notiamo, quindi, abbastanza agevolmente, che il centro della narrazione è proprio l’ affermazione finale: la “sequela” di Gesù. Religione, lavoro, preoccupazioni della vita devono incentrarsi nella sequela di Gesù.

                                                                             Mons. Antonino Scarcione

giovedì 7 febbraio 2019

BASTA RIFIUTI ABBANDONATI...


Basta Rifiuti Abbandonati...

Continua la "campagna" per smascherare i zozzoni che continuano a sporcare con i rifiuti la città, di seguito le immagini tratte dalla pagina facebook Nino Cammarata Sindaco  relative il nobile quartiere Monte Mira, via Monte-piazza Generale Giunta.
 
Non possiamo permettere che Piazza Armerina venga impunemente lasciata a marcire sotto un cumulo di immondizia. 
E' in gioco il nostro presente e il futuro dei nostri figli che presto o tardi ci chiederanno conto delle nostre azioni. 
Diamo il buon esempio (e una multa agli incivili).


 

sabato 2 febbraio 2019

La Domenica con Gesù, IV del Tempo Ordinario / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto…” Ger 1,4-5.17-19 . 
“…Se parlassi le lingue degli uomini…Se avessi il dono delle profezie…Se dessi tutti i miei beni…ma non avessi la carità, a nulla mi gioverebbe…” I Cor 12,31-13,13 . 
“…Nessun profeta è bene accetto nella sua patria…” Lc 4,21-30.


Quel giorno, la sinagoga è rimasta incantata dal sogno di un mondo nuovo, che Gesù ha delineato. Poi, incredibilmente, i compaesani di Nazaret, pieni di sdegno, lo condussero sul ciglio del monte, per gettarlo giù. 
Vediamo che la cittadina di Nazaret passa dalla fierezza e dalla festa per questo suo figlio, Gesù, che ritorna “avvolto” dalla fama, ad una specie di furore omicida. Proprio come la folla di Gerusalemme, quando passa immediatamente dall’ entusiasmo all’ odio e urla: “Crocifiggilo ! “. Perché ? Difficile dirlo. La storia biblica - come opportunamente afferma E.Ronchi- mostra che la persecuzione è la prova dell’ autenticità del profeta. Canzonandolo, gli urlano: “Fai anche da noi i miracoli di Cafarnao ! ” Essi, chiaramente non cercano veramente Dio, ma un taumaturgo, pronto ad intervenire nei loro piccoli o grandi naufragi: cercano uno che stupisca con effetti speciali e non uno che ci cambi il cuore. Ma questo non è il Dio dei profeti. Gesù, che aveva parlato di una bella notizia per i poveri, di sguardo lungo per i ciechi, di libertà, viene dai compaesani ricondotto dalla misura del mondo al piccolo recinto di Nazaret. Quante volte accadrà ! “Assicuraci pane e miracoli e saremo dalla tua parte ! Moltiplica il pane e ti faremo re.

Ma Gesù sa che con il pane e i miracoli non si liberano le persone, casomai, “ci si impossessa di loro”. E risponde ai suoi compaesani, collocandosi nella scia della più grande profezia biblica, narrando di un Dio, che ha come casa ogni terra straniera, protettore a Zarepta di Sidone di vedove forestiere, guaritore di generali nemici d’ Israele. Un Dio la cui patria è il mondo, la cui casa il dolorwe e il bisogno di ogni uomo. A questo punto, notiamo che il Signore rivela il loro errore più drammatico: si sono sbagliati su Dio. “Sbagliarci su Dio è la cosa peggiore che ci possa capitare. Perché poi si può sbagliare su tutto, sulla storia e sul mondo, sul bene e sul male, sulla vitra e sulla morte” (D.M. Turoldo).

“Allora lo condussero sul ciglio del monte per gettarlo giù”. Ma Gesù, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”. Mostrando chiaramente che si può ostacolare la profezia, ma non bloccarla. “Non puoi fermare il vento, gli fai solo perdere tempo”, come ben dice G.Gaber. Non puoi fermare il vento di Dio.

                                                                    Mons. Antonino Scarcione