"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

venerdì 31 marzo 2023

Domenica delle Palme 2023: significato e tradizione della festa che precede Pasqua


Tra le tante tradizioni legate al cosiddetto Triduo Pasquale, una delle più importanti è certamente la domenica che precede la Pasqua: quella delle Palme.

La data della domenica delle Palme varia ogni anno a seconda di quando inizia la quaresima, che, lo ricordiamo, inizia dopo carnevale per terminare il giovedì Santo. Poiché le Palme si festeggiano sempre una settimana prima di Pasqua, quest'anno, poiché Pasqua è il 9 aprile, la domenica delle Palme è il 2.

COSA SIMBOLEGGIA LA DOMENICA DELLE PALME
Secondo il rito cattolico, durante la Domenica delle Palme si celebra l’ingresso trionfale di Gesù Cristo a Gerusalemme. La tradizione vuole che questo avvenga col Figlio di Dio in sella a un asino, acclamato da una folla di fedeli che agita rametti e foglie di palma. Per questo motivo, questa domenica è detta delle Palme. Con questa festa, quindi, si ricorda che Gesù stava andando incontro alla morte. Così, per i cattolici, la domenica delle Palme indica l’inizio della Settimana Santa, ovvero i sette giorni che precedono la Pasqua e durante i quali si svolgono le varie celebrazioni che portano alla passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo.

LA CELEBRAZIONE
La Domenica delle Palme viene celebrata con una messa speciale, in cui il sacerdote benedice rami di palma o di ulivo. Il tutto, prima di avviarsi in processione fino alla continuazione della liturgia all’interno della chiesa. I simboli di questa ricorrenza sono la palma e il ramoscello d’ulivo perché simboleggiano l’acclamazione e il trionfo oltre che l’immortalità di Cristo. In chiesa la messa recitata è una lunga lettura del cosiddetto Passio, ovvero la storia della Passione di Gesù Cristo, dai Vangeli di Marco, di Luca, o di Matteo, in base all’anno liturgico. Durante questa celebrazione particolare il sacerdote veste di rosso.

I RAMI DI ULIVO BENEDETTI
La tradizione vuole che, al termine della messa i fedeli possano portare a casa i rami benedetti, conservandoli come buon auspicio e simbolo di pace per il resto dell'anno in corso.

domenica 26 marzo 2023

La Domenica con Gesù, V di Quaresima/A

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


«Lazzaro, vieni fuori!»
Ogni anima vive, ma chi crede in Gesù ha la vita che lui è venuto a portare. Sicuramente noi non moriamo, non scompariamo: questa è la grande pace.

Il racconto della risurrezione di Lazzaro è una delle “storie di segni” che racconta san Giovanni. Si tratta qui di presentare Gesù, vincitore della morte. Il racconto culmina nella frase di Gesù su se stesso: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me non morrà in eterno” (vv. 25-26).
Che Dio abbia il potere di vincere la morte, è già la convinzione dei racconti tardivi dell’Antico Testamento. 
La visione che ha Ezechiele della risurrezione delle ossa secche - immagine del ristabilimento di Israele dopo la catastrofe dell’esilio babilonese - presuppone questa fede (Ez 37,1-14). 
Nella sua “Apocalisse”, Isaia si aspetta che Dio sopprima la morte per sempre, che asciughi le lacrime su tutti i volti (Is 25,8). 
E, per concludere, il libro di Daniele prevede che i morti si risveglino - alcuni per la vita eterna, altri per l’orrore eterno (Dn 12,2). 
Ma il nostro Vangelo va oltre questa speranza futura, perché vede già date in Gesù “la risurrezione e la vita” che sono così attuali. 
Colui che crede in Gesù ha già una parte di questi doni della fine dei tempi. Egli possiede una “vita senza fine” che la morte fisica non può distruggere. 
In Gesù, rivelazione di Dio, la salvezza è presente, e colui che è associato a lui non può più essere consegnato alle potenze della morte.

venerdì 24 marzo 2023

Altro crollo presso il convento di Santa Maria di Gesù


Nel silenzio delle istituzioni continua a sbriciolarsi il patrimonio storico, artistico e monumentale della città di Piazza Armerina.
Il convento di Santa Maria di Gesù edificato nella prima metà del 1400 dai Frati Minori Osservanti in contrada Rambaldo, nei pressi di un antico villaggio di età romana, continua a sbriciolarsi.
Dopo aver perso il chiostro del convento, ormai in rovina, il crollo di parte del muro perimetrale nel corso dell'anno 2009, la perdita degli affreschi che si trovavano all'ingresso laterale della chiesa precisamente dove vi sono le colonnine che reggono gli archi del portico pilastrato, il quasi crollo del basamento che sostiene la croce, messo in sicurezza, con lame di ferro, continua, nel silenzio generale, la morte di uno dei più importanti conventi di Sicilia, infatti in questi giorni un'altra porzione di muro perimetrale è collassando a terra.
È pensare che qualche decennio fa è stato scoperto che proprio nella chiesa di Santa Maria di Gesù di c/da Rambaldo è seppellito uno dei "tanti" frati Beati morti in odor di santità.
Ora, è mai possibile che le istituzioni ad iniziare dalla Soprintendenza in tutti questi anni di abbandonato ed incuria si sono sempre girati dall'altra parte con una tale indifferenza?...
Mi auguro che con i fondi del PNRR si possa mettere in sicurezza l'intero convento, compresa la chiesa e il cimitero, e destinarlo a nuova vita.




martedì 21 marzo 2023

Mostra a palazzo Trigona dell' artista Danila Mancuso, dal 22 marzo al 31 maggio 2023


La mostra artistica ospitata nel Palazzo Trigona, sede museale del Parco Archeologico Morgantina Villa Romana del Casale aprirà al pubblico Mercoledì 22 marzo ore 17:30. 
La mostra sarà visitabile fino al 31 Maggio 2023 e costituisce un progetto artistico realizzato in sinergia con il Parco Archeologico Morgantina - Villa Romana del Casale, che per la prima volta ha aperto le porte del Museo Trigona a una mostra di arte contemporanea, con l'obiettivo di promuovere la crescita culturale e artistica del nostro territorio.
Saranno esposte opere inedite dell' artista Danila Mancuso, dal titolo “mosaico mediterraneo”.

Inaugurazione 22 marzo ore 17:30.

sabato 18 marzo 2023

La Domenica con Gesù, IV di Quaresima/A

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeteva a Iesse: Il Signore non ha scelto nessuno di questi…Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto…Disse il Signore: Alzati e ungilo: E’ lui…” 1 Sam 16,1b.4.6-7.10-13 . 
“ Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete figli della luce…” Ef 5,8-14 . 
“…Spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: va’ a lavarti nella piscina di Siloe…Si lavò e tornò che ci vedeva…” Gv 9,1-41

“DOMENICA SCORSA GESU’ APPARIVA COME L’ ACQUA VIVA, IN GRADO DI SPEGNERE LA NOSTRA SETE PIU’ PROFONDA. ORA EGLI SI RIVELA COME LUCE DEL MONDO, DAVANTI ALLA QUALE OGNUNO DI NOI DEVE NECESSARIAMENTE PRENDERE POSIZIONE. ANCORA UNA VOLTA, L’ ELEMENTO SIMBOLICO ( LUCE) E QUELLO NARRATIVO (STORIA DELLA GUARIGIONE DEL CIECO NATO ) CONCORRONO A FARCI RIPERCORRERE IL NOSTRO ITINERARIO BATTESIMALE”.

Un cieco nato. Povero, che possiede soltanto sé stesso. La prima domanda: Perché è cieco ? Chi ha peccato? Lui o i suoi genitori ? Gesù ci allontana subito dall’idea che il peccato sia la spiegazione del male, la chiave di volta della religione. La Bibbia non dà risposte al perché del male innocente. Lo cercheremmo invano. Neppure Gesù lo spiega. Lui libera dal male, si commuove, tocca, abbraccia, fa rialzare. Il dolore più che spiegazione vuole condivisione.

Gesù spalma un po’ di fango sulle palpebre del cieco, lo manda alla piscina di Siloe. Egli torna che ci vede. Nella nostra lingua, partorire si dice anche “dare alla luce”. Il filo del racconto è costituito dalla seconda domanda, ripetuta ben sette volte: Come ti si sono aperti gli occhi ? Tutti vogliono sapere quel “come” ? “Come” ci si impadronisce del segreto di occhi nuovi e migliori ?. Lo sappiamo bene: basta una lacrima e non ci si vede più.

Quanti occhi acuti abbiamo visto spegnersi: basta una semplice lacrima e si sono annebbiati gli orizzonti. Di fronte alla gioia dell’ uomo “dato alla luce”, che vede il sole, il blu del cielo e gli occhi di sua madre, gli alberi, se potessero, danzerebbero, i fiumi batterebbero le mani, come dice il salmista. Ma i farisei no. Essi non vedono il cielo illuminato, bensì, un articolo violato ! : niente miracoli di sabato. Non si salvano vite, oggi. C’ è il riposo. Avete sette giorni per farvi guarire: non venite di sabato ! Di sabato, Dio vuole ciechi ! Che religione è mai quella dei farisei, che non guarda al bene dell’ uomo, ma parla solo di sé stessa, a sé stessa ? (E. Ronchi ). “Una fede, che non si interessi dell’ umano, non merita che ad essa ci dedichiamo” ( D. Bonhoeffer ). In questa pagina c’ è un’ infinita tristezza. I farisei mettono Dio contro l’ uomo: questo è il peggior dramma che possa capitare alla nostra fede, a tutte le fedi: mostrano che è possibile essere credenti, senza essere buoni. Invece no, gloria di Dio non è il sabato osservato, ma un mendicante che si alza, che ritorna a vita piena, ”un uomo finalmente promosso a uomo” (P. Mazolari ).

Come il cieco guarito, ritorniamo ad avere occhi di bambini, di figli amati. Occhi grati e fiduciosi, occhi che ridono o piangono con chi sta loro davanti, contagiati di cielo.

                                             Mons. Antonio Scarcione

Invito preparazione alla S. Pasqua 2023

 




domenica 12 marzo 2023

Aspettando la XVII Tavola di San Giuseppe

 

A otto giorni dall’evento “Tavola di San Giuseppe”, entra nel vivo la preparazione della XVII edizione.

Il Consiglio direttivo del Comitato di Quartiere dopo i due anni di stop dovuti alle restrizioni sulla pandemia; all'iniziativa nel 2022 di una Tavola di S. Giuseppe in comune tra i tre quartieri M.M., Castellina e Canali, quest'anno torna a realizzare la Tavola presso la sede del Quartiere di via Floresta.

Grande entusiasmo da parte del neo Consiglio direttivo, che capeggiato dai vice presidenti Totò Di Dio e Filippo Purrazza e da diversi soci del direttivo, nelle ultime settimane si sono adoperati, coinvolgendo panificatori, attività artigianali, commercianti e tanta altra bella gente per continuare a portare avanti una tradizione, che dal lontano 2001 venne ripresa con la fattiva collaborazione dell'allora panificio Tre Spighe di Nino Scordi, che operava nel territorio del Quartiere.

Infatti, il classico pane nelle diverse forme sarà in parte donato dai panificatori piazzesi che hanno aderito all’iniziativa e in parte acquistato dal Comitato di quartiere.

Quella, ci dice il presidente Filippo Rausa, fu un esperienza che ci vide impegnati come Quartiere al fianco del Panificio Tre Spighe per quattro lunghi anni dal 2001 al 2004, si riproponeva la organizzazione di una Tavola di San Giuseppe innovativa, ovvero la Tavola di San Giuseppe che nei secoli precedenti era stata ad appannaggio delle singole famiglie, quale ex voto suscepto "secondo la promessa fatta" al patriarca San Giuseppe. 

Così, dal 2001 dopo anni di silenzio in Città, poiché erano diventate pochissime le Tavolate che venivano realizzate, prese nuova linfa la organizzazione dell'evento da parte di un soggetto, se così possiamo definirci, superiore, ovvero il Comitato di Quartiere, che si caricava l'onere di organizzare per Tutti i quartieranti l'importante e tradizionale iniziativa.

La nostra scesa in campo, a distanza di oltre vent'anni, fu più che mai provvidenziale, e sono i risultati a darcene ragione, infatti dopo di noi il quartiere Castellina, i Club Service, le Scuole, varie e diverse associazioni sul solco da noi tracciato puntualmente hanno dato vita a grandi o piccole Tavolate di San Giuseppe quale segno della continuità religiosa-culturale dei nostri antenati, che se non fosse stata sostenuta ed alimentata rischiava di essere perduta per sempre.

Il programma delle due giornata così come negli anni trascorsi prevede per giorno 18 l'allestimento e la veglia di preghiera con inizio alle ore 20:15 circa. Il giorno 19 marzo, che quest'anno cade di Domenica, la visita per tutta la giornata da parte dei quartieranti, concittadini e visitatori in genere, a mezzogiorno la benedizione della Tavola, nel primo pomeriggio il "Pranzo dei Santi", (San Giuseppe, Gesù Bambino e la Madonna), impersonati da alcuni quartieranti, infine la distribuzione di tutti gli alimenti, ad iniziare dal pane in senso della condivisione verso tutti i presenti.

A una settimana di distanza dal grande evento un affettuoso e caloroso ringraziamento a tutti gli sponsor, i Panificatori, le Pizzerie, le Pasticcerie, i Ristoratori, i Commercianti, le Famiglie, le Suore della Sacra Famiglia, i Soci del quartiere e comunque a Tutti coloro che grazie al loro sincero e fattivo contributo ci permetteranno anche quest'anno di realizzare la XVII Tavola di San Giuseppe.

                                                Laura Saffila

SALVATORE CIFALÙ E' IL NEO REFERENTE REGIONALE DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE SPORT EQUESTRI, SETTORE GIMKANA WESTERN.


Salvatore Cifalù, 36 anni, volto noto del Palio dei Normanni, cavaliere giostrante del nobile quartiere Monte Mira, già miglior fantino del Palio nelle passate edizioni, è il primo referente per la regione Sicilia della Federazione Nazionale Sport Equestri per il settore Gimkana Western.

La designazione è pervenuta da Granarolo dell’Emilia, provincia di Bologna, sede italiana dell’ANSE, convenzionata con il CONI per il tramite dell’Associazione Italiana Cultura e Sport.

Grande soddisfazione è stata espressa da Salvatore Cifalù a cui è stato conferito questo importante incarico, che corona il suo passionale impegno che lo ha portato a diventare un esperto uomo di sport equestri della città dei mosaici; non a caso Cifalù da qualche anno è il gestore di un ranch privato, fondatore e componente del direttivo dell’associazione ASDEA.

A Salvatore Cifalù, il Presidente Filippo Rausa e il Governo di Quartiere nel congratularsi per il prestigioso incarico ottenuto, sono certi che attraverso la sua esperienza e la sua competenza contribuirà a dare alla Federazione Nazionale Sport Equestri per il settore Gimkana Western, quel contributo fondamentale per la crescita sua professionale e della Federazione.




La Domenica con Gesù, III di Quaresima

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale


Esodo 17,3-7 . 
Salmo 94 . Romani 5, 1-2.5-8 . Gv 4,5-42.

La vera acqua viva è dono di Dio attraverso Gesù. Gli Israeliti nel deserto hanno avuto sete, e, pur nella difficoltà di fede, hanno fatto esperienza della provvidenza di Dio. Gesù si avvicina a una donna segnata dalla vita ed assetata di senso, e offre sé stesso come fonte di un’ acqua viva che sgorga nel cuore dell’ uomo; così la samaritana è condotta a riconoscere in lui il Messia. E diventa missionaria anche per i suoi concittadini.

Dammi da bere. Dio ha sete, ma non di acqua, bensì, della nostra sete di lui. Lo Sposo ha sete di essere amato. La donna obietta: giudei e samaritani sono nemici, perché dovrei darti dell’ acqua ? E Gesù replica: se tu conoscessi il dono di Dio. Dio non chiede, dona, offre. C’ è un metodo, uno solo per raggiungere l’ io profondo di una persona. Non è il rimprovero o la critica, non il verdetto da giudice o il codice, ma il far gustare un di più di bellezza, di vita, di gioia. E aggiunge: ti darò un’ acqua, che diventa, in te, sorgente che zampilla.

Gesù usa il linguaggio delle metafore che sanno parlare a tutti: tu, o donna, lo sai bene che la sorgente è ben di più dell’ acqua, essa è senza misura, senza fine. Dilaga oltre te e scorre verso ogni bocca assetata. Cos’ è quella sorgente, chi è, se non Dio stesso ? Dio è una sorgente, che non viene mai meno, non inganna, che non puoi trattenere per te solo.

Se tu conoscessi il dono di Dio ! Egli non può dare nulla di meno di sé stesso (M. Eckart ), il dono è Dio stesso. Cioè, metterò Dio dentro di te. Vediamo che il dono è il fulcro della storia trai due interlocutori, Gesù e la Samaritana. Non una brocca, non un pozzo, ma molto di più: lei, pur con tanti amori, era nel deserto dell’ amore.

Vai a chiamare tuo marito. Notiamo che Gesù, come afferma E. Ronchi, va direttamente al cuore del problema. Ma non punta il dito sui cinque matrimoni finiti, non pretende che ora si regolarizzi, prima del dono. Gesù con suprema delicatezza non rovista nel passato dell’ interlocutrice, ma cerca il bene, il frammento d’ oro e lo mette in luce. Hai detto bene che non hai marito. Dio non cerca eroi, ma uomini veri.

Tu, o donna, mi chiedi dove adorare Dio: su quale monte ? Ma sei tu il monte ! Sei tu il tempio. Dio si adora in Spirito e verità. Il Padre è con te, sorgente che non si esaurisce mai.

                                      Mons. Antonio Scarcione
                            

sabato 11 marzo 2023

“Le Donne per la Pace”, breve resoconto dell’ evento.


Nell’ Aula Magna dell’ I.C. ”Falcone-Cascino”, nell’austera Chiesa della Commenda dei Cavalieri di Malta e presso il Monumento ai Caduti nella Piazza Gen. Litterio Villari, presenti le Autorità Civili, Militari e Religiose e una folta rappresentanza di studenti dei vari Istituti e Scuole di Piazza Armerina, è stata celebrata la Giornata Ecumenica, “Le Donne per la Pace”.
Testi, canto, musica e danza sono stati proposti da un gruppo di donne cristiane di Taiwan a tutte le donne del mondo. 
L’ Ufficio Diocesano Ecumenismo Dialogo e Cura del Creato, guidato da Don Antonino Scarcione, in collaborazione con l’ Uciim Seniores e Juniores insieme ai Quartieri, Club, Associazioni Culturali e Osservatorio Cittadino, grazie agli alunni del Liceo Scientifico, I.I.S. “Ettore Majorana”, “Leonardo da Vinci” e “Falcone-Cascino”, hanno dato vita ad una grandiosa manifestazione per la Pace.
Un’ accurata ricerca e resoconto sui numerosi focolai di guerra nelle varie parti del mondo (curati dagli alunni: Biagio Fazio e Giulio Adamo), l “Inno alla Gioia” con Violino, Oboe e Chitarra (eseguito dagli studenti dello Scientifico), la simulazione dei Caduti in guerra (alunni del “Majorana” e del “L. Da Vinci” ), la preghiera del Pater in cinese (Luo Kehan Angela), inglese ( Elide Virdi ) e italiano,il canto, la musica e la danza artistica ( alunne del “L. Da Vinci”, docente L. Zagardo ) e il silenzio d’ ordinanza (magistralmente eseguito dal Prof. S. Zoccolo).
Sono intervenuti: La Vice Sindaca, Lucia Giunta, i Dirigenti Scolastici: Lidia Di Gangi, Vilma Piazza, Alessandra Messina. Le Presidenti delle rispettive Associazioni: Marianna La Malfa, Agata Caruso, Anna Di Rosa. 
I Presidenti o Delegati dei Quartieri: F. Rausa, S. Di Dio, M. Di Seri, Cateno, G. Di Giorgio, P. Di Gaetano.

La lettera scritta in cinese a tutte le donne inizia così: “PING-AN “ (La pace sia con te ! ).

Le Donne per la pace, Giornata Ecumenica Mondiale

Venerdì 10 marzo, il vice presidente Salvatore Di Dio con una rappresentanza del nostro direttivo, Tony Amato, Jessica Libro, Grazia Curcuraci hanno partecipato alla manifestazione Le Donne per la pace nel mondo, indetta dalla Diocesi piazzese.
Di seguito alcuni scatti fotografici.




Il video con la presentazione del logo giubilare nel 675° anniversario del ritrovamento dell'icona della Madonna delle Vittorie.

 

In occasione del Giubileo Mariano, quest'anno la Madonna delle Vittorie in Piazza Vecchia scenderà il 3 maggio e girerà l'intera città per tutto il mese di maggio.

Di seguito un Comunicato della Basilica Cattedrale per annunciare alcune significative iniziative giubilari nel 675° anniversario del ritrovamento dell'icona della Madonna delle Vittorie. 
A seguire il Messaggio del Vescovo. Ricordiamo nel pomeriggio alle ore 16 la Messa del secondo sabato nel Santuario di Piazza Vecchia.




lunedì 6 marzo 2023

QUANDO NASCE DAVVERO L'ITALIA?


Qualcuno dice che l'Italia unita sia un'invenzione ottocentesca. Ma è davvero così? La verità è che la nostra è una nazione con un'identità antichissima. Dobbiamo solo riscoprirla.
Grazie a Marco Trombino.

domenica 5 marzo 2023

La scomparsa del cavaliere Enrico Mantegna


Con sincera commozione partecipiamo alla scomparsa del cavaliere Enrico Mantegna, patron dell’Hotel Villa Romana di Piazza Armerina, uomo d’altri tempi, dai modi signorili, che abbiamo avuto modo di conoscere apprezzandone lo stile.

Un giorno, nel suo ufficio, mentre stavamo predisponendo il menù per una delle tante “Cene conviviali di Quartiere” gli dissi: “Caro cavaliere il suo stile non ha eguali, perché lei riesce a guardare avanti per vedere oltre”.

E in effetti, la conduzione del noto Hotel Villa Romana della Città dei Mosaici, né è stata la testimonianza, poiché grazie alla oculata e professionale gestione, riuscì a ridare nuova vita a un Hotel, facendolo risorgere dalle ceneri della catena alberghiera Jolly Hotel che aveva dismesso la struttura in Città, nel corso degli anni ’80.

Con la scomparsa del cavaliere Enrico Mantegna, Piazza Armerina, Enna e tutto il territorio provinciale certamente perdono un punto di riferimento, un esempio di laboriosità a cui tanti imprenditori nel settore dell’accoglienza e della ristorazione hanno sempre guardato cercando di coglierne la tendenza alla innovazione e ai rapporti con la clientela.

Nel stringerci ai famigliari, alla moglie, ai figli Angela e Carlo al genero Guido, lo continueremo a ricordare per averne apprezzato il suo carisma, la serenità d’animo, la sua generosità, la sua capacità imprenditoriale che gli ha permesso di fare crescere anno dopo anno l’Hotel Villa Romana e il suo Ristorante gourmet, il catering di qualità per iniziative in ville, dimore storiche, o nel nostro caso al castello Aragonese con le Cene Medievali del nobile quartiere Monte Mira, organizzate con i Suoi saggi e intuitivi consigli, per diversi anni.

Del cavaliere Mantegna certamente non potremmo mai dimenticare l’invito cordiale che ci faceva sentire a casa nel volerci offrire l’immancabile caffè, dicendo nella classica dizione dialettale ennese “…u voli u caffè…”.

Per tutto ciò, la nostra vicinanza e il nostro cordoglio alla famiglia da parte dello scrivente, Presidente Filippo Rausa, del Consiglio Direttivo e del Popolo del nobile Quartiere Monte Mira tutto.

Che il Signore lo abbia in Gloria.  



La Domenica con Gesù, II di Quaresima

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Il Signore disse ad Abramo: Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò…Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno, maledirò…” Gen 12,1-4a .

“Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il vangelo. Egli…ci ha salvati…non…in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia…con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù…Egli ha vinto la morte…” 2 Tm 1,8b-10 . 

“…Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni…e li condusse…su un alto monte. …Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce…Apparvero…Mosè ed Elia…Pietro disse: …E’ bello per noi essere qui ! …Farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia. Una nube luminosa li coprì con la sua ombra…Una voce…diceva: Questi è il Figlio mio, l’ amato…Ascoltatelo…I discepoli…furono presi da grande timore…Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò…Non parlate a nessuno di questa visione prima che il Figlio dell’ uomo non sia risuscitato dai morti” Mt 17,1-9.

“LA VOCAZIONE NASCE DALL’ ASCOLTO. L’ ASCOLTO DELLA VOCE DI DIO E’ IL TEMA CENTRALE DI QUESTA DOMENICA. ABRAMO RICEVE IL COMANDO DI ABB ANDONARE LA SUA TERRA PER DIRIGERSI VERSO UN LUOGO CHE NON CONOSCE. PAOLO RICORDA A TIMOTEO CHE LA CONDIZIONE DEI CRISTIANI E’ QUELLA DI ESSERE STATI CHIAMATI FIN DALL’ ETERNITA’ A FARE PARTE DI UN PROGETTO. IL VANGELO E’ L’ ANNUNCIO DI LUCE CHE CONSENTE AGLI UOMINI DI PRENDERE COSCIENZA DELLA LORO VOCAZIONE”.

Il vangelo della trasfigurazione è estremamente ricco di elementi: la luce, i rimandi ad altri testi scritturistici, espressi in un linguaggio intriso di simboli. Gesù rivela la propria identità, nella relazione con il Padre e in continuità con la storia della salvezza. I dettagli con cui Matteo descrive la trasfigurazione precisano l’ identità del rabbi di Nazaret.

-“Il monte”. Il monte resta anonimo. Solo la tradizione lo identificherà col Tabor. L’ antropologia culturale insegna che il monte è un luogo privilegiato per l’ incontro con la divinità; in quanto, situato tra terra e cielo, esprime vicinanza al mondo ultraterreno e permette una visione più ampia della realtà terrena. Inoltre è, proprio questa, l’ambientazione delle rivelazioni dell’ A.T. Nel vangelo, il monte è il luogo della preghiera di Gesù, del suo insegnamento e della sua ascensione, oltre che della sua morte in croce. Il Signore, accompagnando i tre discepoli sul monte, accompagna il lettore a una più profonda conoscenza di lui.

-“La luce”. Due immagini sono connesse con il simbolo della luce. Il volto di Gesù appare come il sole e le sue vesti bianche come la luce. Il paragone col sole è molto ardito e raro nella Bibbia: è riservato a Dio.

Il bianco era ritenuto il colore della divinità, della regalità e della festa. Il tema della luce richiama la capacità di vedere: Dio è luce perché permette di procedere nel cammino della vita. E’ un rimando anche alla gloria nella quale Dio abita: come il sole non si può contemplare direttamente, così la natura di Dio risulta inaccessibile all’ uomo.

-“La nube”. Connessa con quella della gloria è l’ immagine della nube. Essa significa contemporaneamente la presenza di Dio e la sua inconoscibiltà: egli resta nel mistero. Se, infatti, Dio è sicurezza e calore, la sua radicale alterità suscita il timore che lo storico delle religioni, Rudolph Otto, definì “numinoso”. Il sacro si presenta all’ uomo come un mistero che contemporaneamente è affascinante e tremendo, fonte di gioia e di paura. Questa l’ eperienza dei tre discepoli. Ma fu anche l’ esperienza degli Israeliti nel deserto, intimoriti dalla nube, dalla quale YHWH parlava con Mosè. Questa nube non si presentava come nuvola oscura, annunciatrice di calamità atmosferiche, bensì luminosa, tanto che di notte assumeva l’ aspetto di una colonna di fuoco

Come nel deserto, anche sul monte il Padre fa udire la propria voce. Nell’ A.T. la fedeltà a HHWH si configura come ascolto della su voce. Spesso la voce denota anche la potenza di Dio, tanto da essere associata al tuono o alla tempesta e suscita paura; è la reazione anche dei tre discepoli.

“Mosè ed Elia”. I due personaggi non sono casuali, gettano luce anche sull’ identità del loro interlocutore. Essi godono di uno speciale rapporto di intimità con YHW. Entrambi difendono l’ unicità della relazione tra YHWH e Israele quasi in solitudine, subendo l’ incomprensione e l’ostilità al popolo, a cui sono stati inviati. Se degli scritti autorevoli della Bibbia ebraica potevano essere sintetizzati nella Legge e i Profeti, Mosè è il mediatore della Legge, mentre Elia è il più ardente e rigoroso dei profeti; insieme rappresentano la sintesi della storia della salvezza. Entrambi godono di un particolare rapporto con la morte: Mosè muore al cospetto di YHWH e viene sepolto da Dio in un luogo sconosciuto, sicchè non ci sono testimoni della sua morte; mentre Elia non subisce la morte fisica, ma viene portato in cielo su un carro di fuoco.

“La voce del Padre”. La dichiarazione del Padre riguarda l’ identità di Gesù. Il termine “figlio” nell’ interpretazione ebraica era riletto in riferimento al messia futuro. L’ espressione “figlio amato” è utilizzata per indicare Isacco, oggetto del sacrificio che Abramo è chiamato a compiere. L’ invito ad ascoltare rimanda al comando di Mosè di obbedire al profeta inviato da Dio.

“L’ identità di Gesù”. Questi elementi simbolici scritturistici concorrono a definire chi è quel Gesù che i discepoli seguono da tempo senza una chiara percezione della sua identità: Gesù sul monte introduce i discepoli ad una relazione piena, intima e profonda con Dio, che supera quelle di Mosè ed Elia. Nella persona di Gesù, infatti, abita la presenza di Dio, che si fa vicino all’ uomo ma rimanendo “totalmente altro”. In Gesù è puntata tutta la storia della salvezza, riassunta dai due campioni della Legge e del profetismo. A differenza di chi lo ha preceduto, Gesù non è un semplice inviato: è il Figlio, investito dal Padre di una missione unica, che richiede l’ adesione degli uomini. 

                                                                                Mons. Antonio Scrcione