"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

lunedì 25 marzo 2024

Realizzato per il 18° anno consecutivo il Calvario al Castello Aragonese.


Il Nobile quartiere Monte Mira scrive il numero 18, tante sono le edizioni in cui i soci del quartiere si sono cimentati per realizzare il Calvario sul costone esterno in Castello Aragonese, simbolo sacro e importante dei cristiani nel mondo.
La croce è il simbolo cristiano più diffuso e riconosciuto in tutto il mondo, una rappresentazione stilizzata del supplizio che secondo i vangeli e la tradizione cristiana è stato inflitto a Gesù Cristo.
Abbiamo voluto anche quest'anno rendere partecipi tutti i quartieranti, i cittadini, affinché la visione delle croci poste in un luogo diverso dalla Chiesa, ci ricordi sempre che per noi cristiani la croce costituisce:
• un ricordo della passione, morte e risurrezione di Gesù;
• un monito dell'invito evangelico ad imitare Gesù in tutto e per tutto, accettando pazientemente anche la sofferenza.

Se per noi cristiani la crocifissione è un simbolo di speranza e un monito, affinché l'uomo si redimi, la comunità di Piazza Armerina si fermi per perdonare il suo prossimo, ed insieme costruire un futuro migliore.
Grazie ai soci che si sono impegnati per la collocazione delle croci Filippo Cavolo, Lagati Renzo, Osvaldo Zitelli, Francesco Lentini, Filippo Aloi, Tony Amato, Giuseppe Lagati, Simone Grillo, Filippo Rausa e con la supervisione del grande Filippo Purrazza, 
Un particolare ringraziamento al proprietario del Castello Giancarlo Scicolone per la sua fattiva e grande collaborazione.

                                                            Veruska Renova
















domenica 24 marzo 2024

LA DOMENICA CON GESU', DOMENICA DELLE PALME

 …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Ho presentato il mio dorso ai flagellatori…Non ho sottratto la faccia agli insulti…” Is 50,4-7 . 
“Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio…svuotò sé stesso assumendo una condizione di servo…” Fil 2,6-11 . 
“…Una delle giovani serve…vedendo Pietro che stava scaldandosi…gli disse: Anche tu eri con…Gesù. Ma egli negò dicendo: Non so e non capisco che cosa dici…e un gallo cantò…” Mc 14,1-15,47.

“SAPER RESISTERE ALL’ IRA E’ UNA PRECISA SCELTA. GIOTTO RAPPRESENTA APPUNTO LA TEMPERANZA COME UNA DONNA, CHE REGGE IN MANO UNA SPADA FASCIATA DENTRO IL FODERO, SEGNO DELL’ INTENZIONE DI NON USARLA MAI. IN BOCCA HA UN MORSO DI CAVALLO, INDICE DI AUTOCONTROLLO, CHE INIZIA GIA’ DAL MODO DI PARLARE. AL CONTRARIO, L’ IRA E’ UNA DONNA IMBRUTTITA DALL’ ODIO, CHE SI STRACCIA LE VESTI NEL TENTATIVO DI TROVARE UNO SFOGO: UNA POSA SIMILE A QUELLA DEL SACERDOTE CAIFA, RAPPRESENTATO DA GIOTTO NEL RIQUADRO CHE RACCONTA IL PROCESSO DI GESU’ DAVANTI AL SINEDRIO. L’ IRA E’ FONTE DI SCELTE IMPULSIVE E SBAGLIATE E LASCIA MOLTO PIU’ VULNERABILI DELLA TEMPERANZA”.

Gesù, nel vedere la folla osannante, come afferma il commento di Luigi Verdi, cosa prova nel suo cuore, sapendo quello che lo attende, quando giungerà a Gerusalemme ?. Come guarda quei volti che ora lo acclamano con l’ appellativo di “Benedetto !”. Sa che saranno gli stessi che, con odio, grideranno “Crocifiggilo ?”. Una folla di sbandati, di gente come noi, pronta a vendersi, ad agitare palme e ramoscelli di olivo, a garanzia di una vita assicurata contro le disgrazie altrui.

E ci chiediamo, continua L. Verdi, quanto pesi nel cuore del Signore la domanda, se valga la pena di morire per questa gente ? Ma forse Gesù non se la pone affatto questa domanda, perché, quando si ama, si è disposti anche a perdere e ad attraversare il buio delle incomprensioni, dei tradimenti e dei fallimenti.

Un amore appassionato, quello di Dio, un amore che strappa l’ anima e fa dire: “Ti amo da morire”. Nonostante tutto. Come afferma Papa Francesco, “Non ci si abitua mai ad un Dio umile”. Il nostro è un Dio che si fa prestare un asinello. Non un nobile destriero. E’ un Dio che accetta insulti, sputi e morte. E perdona. E’ vero, si è disposti a perdere tutto, quando si ama.

Anche nel buio dei tradimenti si aprono fessure di luce, a consolare, a fare da scudo al dolore. Perché solo la tenerezza sa toccare il corpo dei crocifissi.

Il velo del tempio squarciato sta a dimostrare che ora possiamo vedere il volto di Dio, un volto tumefatto di botte, ma in cui brillano occhi innamorati. La logica paradossale di Dio, ancora una volta, ribalta la nostra logica: “…Ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini”.

“In questa Settimana Santa, come suggerisce L. Verde, cerchiamo di allargare il nostro respiro, le nostre braccia, i nostri occhi… Perché la vita, quella vera, è molto più di una sconfitta, più di un tradimento, più di una morte”.

                            Mons. Antonio Scarcione

mercoledì 20 marzo 2024

Un successo la 18^ Tavola di San Giuseppe del Monte Mira


Anche quest'anno abbiamo lasciato il segno, tra le Tavole di San Giuseppe quella del Nobile quartiere Monte Mira è stata la più ricca e generosa di pane è di alimenti in genere, e siamo fieri di dirlo, perché a differenza di altri, non ci è piovuto alcun contributo dall'alto. 
Grazie ancora di cuore a tutti coloro che ci hanno sostenuti donandoci le pietanza è il pane, e grazie a tutti i soci del nobile quartiere che come al solito con spirito di sacrificio e abnegazione si sono adoperati per questa importante tradizione, che nel 2001 ritornava in auge in città, proprio su iniziativa del nostro Comitato di quartiere.
                                                 Filippo Rausa