"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

venerdì 30 aprile 2021

Illuminazione e rasi nella chiesa degli Angeli Custodi

Stamani 30 aprile è stato collocato il grande rosone davanti il portone d'ingresso della Chiesa degli Angeli Custodi, offerto dall'assessore allo sport e turismo Ettore Messina. All'interno della chiesa dal 25 aprile fanno bella mostra i paramenti in raso posti sull'altare maggiore, offerti dal Presidente del Consiglio Comunale Marco Incalcaterra.


 


 

giovedì 29 aprile 2021

Il consiglio direttivo del Nobile quartiere Monte Mira rende omaggio alla Madonna



Giovedì 29 aprile 2021, una delegazione del consiglio direttivo del Nobile quartiere Monte Mira ha partecipato alla celebrazione eucaristica delle ore 19:00, per venerare la sacra immagine di Maria Santissima delle Vittorie in questi giorni custodita nella Chiesa degli Angeli Custodi.
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato pur in un periodo di limitazioni, per via della pandemia.





lunedì 26 aprile 2021

Un 25 aprile che resterà nella storia cittadina

Un 25 aprile che resterà nella storia cittadina, infatti per via della pandemia anche quest'anno i festeggiamenti della Santa Patrona Maria SS. delle Vittorie, che ricordano il ritrovamento della sacra immagine nel 1348 averanno in forma più che ridotta. 

Di seguito le immagini in cui il parroco della cattedrale, l'arciprete don Giovanni Tandurella in "forma privata" preleva l'immagine della Madonna e percorrendo la contrada piazza vecchia giunge in città fino alla chiesa degli Angeli Custodi. 

Di seguito il link della pagina: Maria SS. delle Vittorie

https://fb.watch/5ebQUiw528/



https://fb.watch/5ebQUiw528/

L'Aforisma della Settimana


 

domenica 25 aprile 2021

Tornano a suonare le campane della chiesa degli Angeli Custodi.

Chiesa degli Angeli Custodi,
disegno di Giuseppe Liguori 

Dopo oltre un anno ritornano a suonare le campane della chiesa degli Angeli Custodi. Infatti, il meccanismo di dette campane aveva iniziato a fare i capricci tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 fino a quando si è guastato definitivamente. 

Nel corso del periodo pasquale, avendo più volte incontrato il parroco del quartiere, don Giovanni Tandurella, ci dice il presidente  Filippo Rausa, avevo informato il prelato del non funzionamento delle campane e dei tanti parrocchiani che avevano sollecitato il comitato di quartiere di farlo presente alle autorità ecclesiastiche. 

Detto fatto, il parroco della parrocchia Maria Santissima delle Vittorie, l'arciprete don Giovanni Tandurella, in coincidenza dei festeggiamenti alla santa patrona Maria Santissima delle Vittorie, che come da consuetudine si festeggia due volte l'anno, con il rientro di una copia della Sacra effige in città per rievocare il ritrovamento del vessillo avvenuto il 3 maggio del 1348; nel corso della scorsa settimana, ha dato mandato ad una ditta specializzata che si è occupata della sistemazione delle campane, che da qualche giorno sono ritornate a scandire le ore della giornata.

I rintocchi hanno “rotto” un silenzio che durava da troppo tempo e averle sentite “cantare” ha colto piacevolmente di sorpresa i parrocchiani, i quartieranti tutti abituati alla compagnia dei rintocchi delle campane. 

Per tutto ciò, ringraziamo il parroco, l'arciprete don Giovanni Tandurella, per avere fatto ripristinare in tempi più che rapidi le campane, che oltre a scandire il trascorrere del tempo rappresentano un richiamo liturgico irrinunciabile.

Rievocando il 1348, la Madonna delle Vittorie scende in città.



Buongiorno a tutti miei cari, oggi 25 Aprile festeggiamo l'anniversario della Liberazione d'Italia dall'occupazione nazista e dal regime fascista. Coincide con la santa domenica, che per secolare tradizione vuole che i piazzesi riportino in città il vessillo, l'icona bizantina di Maria Santissima delle Vittorie (naturalmente questa è una copia perché l'originale è conservata nella Basilica Cattedrale), facendo rivivere come in un film, al popolo piazzese, quel famoso 3 maggio del 1348 giorno del ritrovamento e dalla Liberazione del morbo pestilenziale che avvolgeva la nostra città, PLATIA, lo stesso morbo di cui parla nella sua opera, il Decamerone, Giovanni Boccaccio, che migliaia e migliaia e migliaia di morti aveva fatto in tutta Europa.

Rimettendoci nelle mani della Vergine Maria, auspichiamo che il Covid19 ci lasci definitivamente ritornando a farci vivere la vita di tutti i giorni nella normalità con i nostri cari e i nostri amici. Amen.

                                                             Filippo Rausa


sabato 24 aprile 2021

LA DOMENICA CON GESU', IV DI PASQUA / B

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Nel nome di Gesù il Nazareno…Crocifisso e Risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato…Gesù è la pietra…scartata…diventata la pietra d’ angolo…” At 4,8-12 . 
“…Carissimi, noi,…siamo figli di Dio…noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è”. 1 Gv 5,1-2 . 
“…Io sono il buon pastore…Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario…vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce le disperde…” Gv 10,11-18.

IL BUON PASTORE E’ ATTENTO ALLE PECORE CHE MANCANO. IL CATTIVO PASTORE PASCE SE STESSO E NON LE PECORE.

-Il pastore bello-buono. La IV Domenica di Pasqua viene detta Domenica “del buon pastore”, perché si legge un brano del 10° Capitolo di Giovanni, imperniato su questa immagine del buon pastore, tenera e drammatica, la più antica dell’ arte paleo-cristiana. Dopo il superamento del tabù contro e immagini, sulle pareti delle catacombe di Priscilla e di S. Callisto, compare la rappresentazione di un Cristo giovane, dai tratti apollinei, con la pecorella smarita sulle spalle.

La traduzione letterale della parola greca “calòs” è: “bello”. Cristo è “il bel Pastore”. Cioè il Pastore ideale: colui che realizza la missione del pastore. Dunque il “vero”, “autentico” pastore. Durante le nozze di Cana, anche il maestro di tavola commenta la somministrazione del vino di qualità, offerto fino al termine, utilizzando l’ aggettivo “bello”. “Io sono il pastore buono”, è il titolo più disarmato e disarmante che Gesù abbia dato a sé stesso: E’ il pastore forte che si erge contro i lupi e ha il coraggio di non fuggire.

Il pastore bello non è il campione o l’ eroe, ma il servitore fedele. Qui, la bellezza coincide con lo spirito di servizio e di gratuità.

-Il pastore generoso e i pastori mercenari. Come opportunamente osserva Papa Francesco, il buon pastore è attento alle pecore che mancano. Il cattivo pastore, afferma Sant’ Agostino, è quello che pasce sé stesso e non le pecore. Costui non le guida e non le cura.

Avendo introdotto il termine “bello”, nel brano bisognerebbe aggiungere quello di “brutto”. La mondanità, evidenziata dal S. Padre e dalle relazioni diocesane più equilibrate, rivela, tra gli operatori, una mediocrità preoccupante. Viene fuori, così, la teoria delle due “M”: Mondanità e Mediocrità, che si alleano, creando i disastri che conosciamo.

-Il cristiano e il buon pastore. L’ esperienza cristiana è l’ incontro con Gesù: sequela e unione con Lui. Ma chi è il cristiano? E che cos’ è il cristianesimo ? Cosa significa vivere da cristiani ?

Sicuramente non si è cristiani semplicemente per nascita o appartenenza etnico-nazionale. Lo si diventa, se si “rinasce” personalmente e si passa a convinzioni maturate e vissute, in cammino permanente di conversione. Il cristianesimo non è una dottrina, una filosofia o un’ ideologia, un sistema di principi e di valori nell’ interpretazione della realtà, in dialogo o in conflitto con altri sistemi di pensiero. Non è nemmeno una morale individuale e collettiva: l’ etica viene dopo. Il cristianesimo non può accettare di essere indicato come “religione civile”, cioè come giacimento e riserva di valori, per dare un’ anima ad una convivenza democratica debole di coesione: rischierebbe di essere strumentalizzato e asservito alla logica di questo mondo.

Al centro della fede e dell’ amore del cristiano c’ è Gesù, il Messia-Cristo, il buon pastore, figlio di Dio fatto uomo, morto e risorto, vivente nella Chiesa e nel mondo: non semplicemente un profeta o un maestro, ma la donazione e la rivelazione del volto e del cuore di Dio.

                                                                                  Mons. Antonino Scarcione 

Aspettando l'arrivo della Madonna, collocate le bandiere del Nobile quartiere Monte Mira


Aspettando l'arrivo della santa patrona, collocate le bandiere con i colori e l'araldica del Nobile quartiere Monte Mira sulla via Monte, per onorare e festeggiare " Maria Santissima delle Vittorie" in Piazza Vecchia, che ritorna in città dopo la pausa dei festeggiamenti dello scorso anno, per via della pandemia.

L'icona resterà in città, presso la chiesa degli Angeli Custodi da domenica 25 e fino a lunedì 3 maggio, per poi ritornare come da consuetudine al santuario di Piazza Vecchia.

Grazie ai soci che come al solito hanno dato la disponibilità per realizzare questo momento.



 










lunedì 19 aprile 2021

L'Aforisma della Settimana


 

“PER LE SCUOLE ITALIANE IL REGNO DI SICILIA NON È MAI ESISTITO”


di Massimo Costa

Dove nasce il complesso di inferiorità dei Siciliani.
Risposta: in gran parte sui banchi di scuola (oltre che guardando la TV italiana), che nega ab origine ogni forma identitaria propria della Sicilia.
Questo il libro di testo della Mondadori per la classe di seconda liceo di mia figlia.
Parlando della Sicilia medievale….
Intanto c’è tutta la solita marmellata sull’incontro di popoli, culture, etc. da cui non si capisce nulla se non che sembra che questi popoli stranieri si sono incontrati qua, mentre dall’altra parte i Siciliani, altro popolo (assente dalla storia che conta), stavano a guardare passivamente, mentre quelli andavano d’amore e d’accordo, etc. Sembra scritto da Orlando, vabbè.
Ma la cosa scandalosa è un’altra. Leggiamo:
«Nel 1061, infatti, i Normanni, popolo bellicoso e proveniente dal Nord Europa, giunsero in Sicilia, SACCHEGGIANDOLA E DEPREDANDOLA DI OGNI BENE.» E questo è tutto, gente.
I Normanni (forse scambiati con i Vandali di qualche secolo prima) vengono, saccheggiano, una specie di orda di Unni, va…. Prima dell’Italia solo dolore e morte, specie se si tratta di civiltà occidentale e cavalieri cristiani.
Con un’eccezione, naturalmente: i Saraceni, la cui conquista dell’Isola «diede l’avvio a un periodo di splendore per l’isola…Grazie infatti a un governo politicamente illuminato, che consentì per esempio la pacifica coesistenza tra i popoli garantendo la libertà religiosa…Soprattutto Palermo, capitale del califfato (sic!) arabo…». E io che credevo che i califfi stessero a Baghdad ed al Cairo. Ho scoperto che Palermo era la sede del califfato, mah…
Nella mappa degli “stati nazionali” che si formano: Francia, l’Italia di Berengario II, la Germania del Sacro Romano Impero e, naturalmente, l’Inghilterra dei Normanni (lì si forma uno stato nazionale, da noi fu una “conquista”, non aggiungo altro).
Poi, in una scheda, parlando dei Normanni, si riesce nel capolavoro retorico di parlare di Ruggero I e Ruggero II, SENZA MAI PRONUNCIARE LA “PAROLACCIA” “REGNO DI SICILIA”. RUGGERO II era re, sì, ma non si sa di che cosa, della Normandia, di un suo dominio personale, chissà.
E infine, ciliegina sulla torta, parlando di ciò che successe ai Siciliani “dopo” questa brutale conquista….
«Nei secoli successivi, la Sicilia venne ancora conquistata da Francesi e Spagnoli fino a essere annessa al Regno d’Italia nel 1860.»
Evidentemente il Vespro per loro fu un episodio della “conquista spagnola”. 8 secoli di stato, parlamento, esercito, leggi, moneta proprie, liquidate come un paio di dominazioni (di cui una, la francese, in verità durata solo 16 anni). Poi la “liberazione”, ops, l’annessione (qui gli è scappata giusta), al Regno d’Italia, l’origine di TUTTI O QUASI I NOSTRI MALI.
Poi ci lamentiamo di mancanza di senso civico, rassegnazione, apatia, subalternità a “quello che viene di fuori”, insuccesso delle formazioni politiche “regionali”…. Con questo lavaggio di cervello dalla culla sfido chiunque a provare ad alzare la testa.

Errori del libro: 1. con tutto il rispetto per i Saraceni di Sicilia, contro i quali non ho come alcuni alcun pregiudizio specifico, pur di esaltare tutto ciò che è musulmano si confonde il loro periodo con quello successivo del Regno di Sicilia. Sotto il Regno di Sicilia, in un certo senso almeno, ci fu tolleranza dei popoli e delle religioni. E sotto il regno di Sicilia ci fu il massimo splendore. Tutto sommato la seconda parte del periodo islamico (l’emirato di Sicilia) fu un periodo positivo, con la costruzione di un primo stato di Sicilia, e una certa floridezza, ma niente di che in confronto al dopo. La prima parte fu di veri saccheggi e stermini di cristiani, una violenza inaudita. I cristiani sopravvissuti erano dimmi, cioè “umiliati”, costretti a pagare la gezia, una tassa speciale, a non poter andare a cavallo, a non costruire nuove chiese, a lasciare il passo a tutti i musulmani che incontrassero per via, a non poter avere dipendenti o servi musulmani, esclusi dalla vita politica del paese, etc. Altro che tolleranza.

2. errore. L’emirato di Sicilia non fu mai un califfato.

3. errore La valutazione dell’invasione normanna è semplicemente ridicola. I Normanni furono liberatori non barbari invasori. Certo, le guerre non erano passeggiate ed erano violente. Ma fu una conquista rapida e accolta da tutti i cristiani dell’Isola come una vera liberazione. Poi, dopo, la civiltà che ne derivò, segnò uno dei momenti di maggiore splendore per la Sicilia, altro che saccheggi. A meno di non dire che le cattedrali di Palermo e Monreale le hanno fatte…. gli arabi.

4. A parte l’elite dei cavalieri normanni, quello che i Normanni costruirono in Sicilia fu un regno nazionale, ESATTAMENTE COME FECERO IN CONTEMPORANEA IN INGHILTERRA. Dove non a caso c’era il Parlamento come in Sicilia. La Sicilia è un regno nazionale, e viene negato da questo libro, che paradossalmente invece riconosce questo carattere all’identico fenomeno inglese. La parola Regno di Sicilia è accuratamente evitata, E questo è semplicemente un falso storico.

5. Ancora peggio il dopo. Saltata la grande epoca della dinastia Hohenstaufen, sotto cui non c’era proprio alcuna dominazione,. Saltata la monarchia indipendente dopo il Vespro (1282-1412). Si vende come “dominazione” spagnola l’unione personale tra le corone di Spagna e Sicilia di ‘400, ‘500 e ‘600. Persino dopo (‘700) siccome i Borbone di Napoli sono di origine spagnola, anche quella sarebbe “dominazione spagnola”. Un fake spaventoso. La Spagna non ha mai conquistato la Sicilia. E la Sicilia non è mai stata una colonia o un possedimento spagnolo: sempre una monarchia costituzionale, che aveva in comune con la Spagna solo il Re (per vicende dinastiche), il quale inviava un viceré che rispettava in tutto e per tutto leggi e parlamento siciliano. Poi la “dominazione francese” è vera, ma durò solo 16 anni, travolta dal Vespro. Insomma, dire che “dopo i Normanni”, la Sicilia era una pallina da ping pong tra francesi e spagnoli è un insulto alla cultura.

6. Ci si domanderà a questo punto di che cosa fosse mai stato re il buon Ruggero II. A quanto pare era, come scritto in non pochi testi italiani di storia, “re di Napoli”, o forse “delle Due Sicilie”, così completiamo la frittata.

E però è il disegno complessivo ad essere inquietante. La negazione di identità al popolo siciliano (solo spettatore di questi dominatori che vanno e vengono e fanno i fatti loro, nessuno dice che quei popoli non erano dominatori ma i nostri nonni). La negazione di identità allo Stato di Sicilia e alle sue istituzioni, per poter dire che solo il Nord d’Italia ha una sua storia. E che la nostra comincia con “l’annessione all’Italia” del 1860. Se ci pensi è la stessa ragione per la quale tutti i centri storici siciliani hanno visto cambiare la loro toponomastica con i Savoia, Garibaldi, etc. Come se prima ci fossero stati secoli di “nulla”, sbrigativamente e falsamente liquidati come “dominazioni”. Qua l’unica vera dominazione, è quella italiana.

domenica 18 aprile 2021

LA DOMENICA CON GESU', III DI PASQUA / B

  ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù…Voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto…Ma Dio l’ ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni…” At 3,13-15,17-19 .
“…Gesù Cristo il Giusto…E’ lui la vittima di espiazione per i nostri peccati…Chi dice: lo conosco, e non osserva i suoi comandamenti, è un bugiardo…” 1 Gv 2,1-5a . 
“…Pace a voi…Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore ? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io !...Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse:…Il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno e…saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati…” Lc 24,35-42.

GESU’ AFFIDA AGLI APOSTOLI IL COMPITO DI ANNUNCIARE AL MONDO LA RESURREZIONE E IL PERDONO. I protagonisti della narrazione sono: le donne della Galilea, i discepoli e gli apostoli. Si susseguono, quindi, una serie di rivelazioni: dall’ incredulità alla luce della fede. Il tema dominante del brano è costituito da uomini, che avevano vissuto con Gesù e avevano sentito, dalla sua viva voce, l’ annuncio della sua passione, morte e resurrezione. Essi, anche di fronte a racconti e immagini incontrovertibili, non riescono a credere e rimangono sopraffatti da dubbi, pregiudizi, falsi convincimenti e, soprattutto, dall’ ignoranza delle Scritture.

La prima rivelazione della resurrezione è quella fatta dagli angeli alle donne: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo ? Non è qui, è risuscitato “. Ma questo annuncio è interpretato come “un loro vaneggiamento “. “E non credettero ad esse “. Segue, poi, la corsa al sepolcro da parte di Pietro e Giovanni. Quindi, l’ esaltante racconto dei due discepoli di Emmaus, che dicono, anch’ essi, di aver riconosciuto, nel pellegrino che camminava con loro, il Signore. Mentre essi ancora parlano, si presenta in mezzo a loro Gesù in persona con le parole di saluto: “Pace a voi”. Qual è la reazione ? Stupore e spavento. Perché credono di vedere un fantasma.

Luca, autore di questa pagina, mette in grande evidenza Gesù, che si presenta vivente nel suo corpo in carne ed ossa. Il testo aggiunge che “per la grande gioia non credevano ed erano stupefatti”. Proprio così: l’ emozione a volte “blocca” l’ intelligenza e la rende incapace di andare in profondità. Vediamo che Gesù chiede, allora, del cibo e mangia davanti a tutti una porzione di pesce !

Gesù, infine, passa al messaggio centrale, quello di scrutare le Sacre Scritture. Cioè, l’ invito a cogliere in esse il compimento delle cose scritte su di Lui nella Legge Mosaica, nei Profeti e nei Salmi: “ Allora aprì loro la mente all’ intelligenza delle Scritture”, donando loro le fede idonea a comprendere l’ vento della resurrezione.

I discepoli, così, hanno, in fine, compreso e accolto la verità di quella straordinaria esperienza. Per questo, i discepoli sono adesso mandati a predicare “la conversione e il perdono dei peccati” a tutte le genti. Certamente, Gesù ha anche lo sguardo rivolto a tutta l’ umanità, che deve ancora conoscerlo. Indubbiamente, l’ aspetto più gratificante di questa verità è questo: Chi lo accoglierà come il Figlio di Dio e lo seguirà, potrà insieme a Lui risorgere.

Credere nella resurrezione significa comprendere, con l’ aiuto dello Spirito Santo, che il Risorto è “primizia di coloro che sono morti” (1 Cor 15,20) e che la resurrezione è il dono che Gesù è venuto a condividere con l’ umanità. Questa è la bella notizia che nel Vangelo odierno Gesù affida ai credenti.

                                                                        Mons. Antonio Scarcione

sabato 17 aprile 2021

Filippo Rausa immortalato nel servizio Mediaset su nonna Maria

Nel servizio mandato in onda dalle reti Mediaset c'è pure il presidente del nostro quartiere a celebrare nonna Maria, ribadendo a gran voce 112...esilarante, hahahaha....



venerdì 16 aprile 2021

La visita dei rappresentanti del Quartiere a Nonna Maria nel giorno del suo 112 compleanno


Di seguito il servizio di Piazza In diretta nel giorno del 112° compleanno di Nonna Maria, con la visita di una piccolissima delegazione del nobile quartiere Monte Mira, guidata da Filippo Rausa e Salvatore Di Dio, in rispetto delle normative anticovid.

In dono a nonna Maria, un mazzolino di fiori, margherite e rose gialle e la caratteristica mascherina con l'emblema del nobile quartiere. 








giovedì 15 aprile 2021

Nonna Maria Oliva, la NONNA D'ITALIA spegne 112 candeline...


Auguri alla nonna del Monte Mira che domani, venerdì 16 aprile 2021, festeggia i suoi 112 anni. 

La signora Maria Oliva oggi taglia il traguardo dei 112 anni di vita, migliorando ancora una volta il suo già invidiabile record di longevità.

A causa del coronavirus non si potrà festeggiare tutti insieme come negli anni trascorsi il compleanno, pazienza, questo è solo un dettaglio, la cosa importante è che nonna Maria si mantenga in salute sotto l'occhio vigile dei figli che l'accudiscono e dei nipoti e parenti tutti. 


Ci preme ricordare che nonna Maria con i suoi 112 anni, è la cittadina più longeva non solo di Piazza Armerina, ma ha il record di essere la nonna d'Italia, tant'è che da ieri, a lei, la Rai nazionale e Rai Sicilia le ha dedicato un ampio servizio.

Per l'occasione, il Presidente Filippo Rausa i Soci del consiglio direttivo e il Popolo del Quartiere tutto, si uniscono a questo importante evento  AUGURANDO A NONNA MARIA OGNI BENE.

martedì 13 aprile 2021

Auguri di Buon Compleanno a mons. Rosario GISANA


Mercoledì 14 aprile, Sua Eccellenza il Vescovo Mons. Rosario Gisana, nostro Pastore, celebra il Suo 62° Compleanno.

La Presidenza ed il Consiglio Direttivo porgono un Augurio particolare e di Cuore a Sua Eccellenza. 

"La Sua opera costante ed instancabile di Apostolato, il Suo carisma, la Sua grande capacità di comunicazione sono doni immensi per noi. 

Nel ritenere la città di Piazza Armerina e la Diocesi molto fortunata, ad averLa come guida, con sincero affetto Le auguriamo ogni bene.
                                                   Il Presidente, Filippo Rausa

domenica 11 aprile 2021

È morto il principe Filippo, consorte della regina Elisabetta, aveva 99 anni.


Sempre un passo indietro: per tutta la sua vita. Questo è stato il destino di Filippo, consorte di Elisabetta, morto nella mattinata di Venerdì 9 aprile «serenamente», come comunicato «con profondo dolore» dalla Regina attraverso l'account ufficiale di Buckingham Palace, all'età di 99 anni: compagno della regina Elisabetta, ma non suo pari.

Un ruolo che il duca di Edimburgo – quello il suo titolo – ha sempre interpretato con rispetto e dignità: ma anche con la libertà concessa a chi non portava il peso della corona sul capo. Il duca di Edimburgo sarà probabilmente sepolto ai Frogmore gardens del castello di Windsor e la regina Elisabetta ha fatto sapere che rispetterà otto giorni di lutto per la morte del marito. Inoltre non ci saranno funerali di Stato ma, ha fatto sapere la casa reale inglese, solo «una cerimonia di natura privata».

Nipote del re di Grecia, aveva visto la monarchia ellenica rovesciata dalla rivoluzione; sua madre, la principessa Alice, aveva trascorso l’esistenza tra crisi mistiche e ricoveri in manicomio; sua sorella era morta in un incidente aereo e lui aveva dovuto presenziare ai funerali, appena sedicenne.

Già, la famiglia di Filippo: un po’ danesi e un po’ tedeschi, tutte le sue sorelle sposarono nobili germanici e finirono, chi più chi meno, compromesse col nazismo.

Ma l’influenza più grande su di lui la esercitò lo zio, Louis Mountbatten, nipote della regina Vittoria e ultimo viceré d’India: che lo considerò sempre alla stregua di un figlio, lo volle con sé in Inghilterra e fece in modo di propiziarne il matrimonio con Elisabetta, erede al trono britannico e lontana cugina di Filippo.

E' stato definito il principe delle gaffe, per certi versi, se si ricordano tutte le sue uscite sopra e fuori le righe: che poi gaffe non erano, ma piuttosto la maniera di esternare l’inevitabile insofferenza per le costrizioni cui veniva sottoposto. Ma anche principe modernizzatore, artefice nel corso dei decenni di molte aperture della monarchia britannica.

Un animo tormentato, al fondo, dietro la maschera di giullare che talvolta indossava, specie nella tarda età. Perché la sua famiglia aveva sofferto: e lui con essa.

Questa è probabilmente una delle foto più belle di oltre 73 anni di vita insieme, ombra discreta e divertente della regina. 

Nel 2003 il Principe Filippo (già ultraottantenne) indossa la divisa di Guardia della Regina e si finge piantone. Lei gli passa accanto e quando lo riconosce non riesce a trattenersi dal ridere.

LA DOMENICA CON GESU', II DI PASQUA / B ( O DELLA DIVINA MISERICORDIA )

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“ La moltitudine…aveva un cuor solo e un’ anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma tutto era comune…” At 4,32-35 . 
“…In questo infatti consiste l’ amore di Dio, nell’ osservare i suoi comandamenti…” 1 Gv 5,1-6 . 
“…Pace a voi ! Come il Padre ha mandato me, anch’ io mando voi…Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati…” Gv 20, 19-31.

IL RISORTO E’ VIVO E SI FA PRESENTE. I DONI DELLA PACE E DELLO SPIRITO SANTO. TOMMASO, L’ INCREDULO. I discepoli sono chiusi in casa per la paura. Paura dei giudei, delle guardie del tempio, della folla volubile, dei romani e di sé stessi. Tuttavia, Gesù viene. Otto giorni dopo, i discepoli erano nuovamente a casa. Questa volta, c’ era anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse. Secoli dopo, egli è ancora qui, davanti alle nostre porte chiuse. Come afferma Ermes Ronchi, “Gesù non accusa, non rimprovera, non abbandona, bensì, si ripropone, si consegna a discepoli, facili alla viltà e alla bugia.

Li aveva inviati per le strade del mondo e, invece, li ritrova “paralizzati” dalla paura. Eppure, egli accompagna delicatamente la fede esitante dei suoi. Ad essi non chiede di essere perfetti, ma semplicemente autentici. E si rivolge a Tommaso, il discepolo della proverbiale incredulità. “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani, tendi la tua mano e mettila nel mio fianco”. Vediamo che la risurrezione non ha chiuso i fori dei chiodi, perché la croce non è stata un semplice incidente di percorso, da dimenticare, ma è la gloria di Gesù, il punto più alto dell’ amore di Dio, che, in Gesù, si offre per sempre alla contemplazione dell’ universo.

E’ proprio a causa di quei fori nelle mani e nel fianco che Dio lo ha risuscitato: essi sono l’alfabeto indelebile della sua lettera d’ amore agli uomini. Osserviamo che Gesù non vuole forzare Tommaso, anzi, ne rispetta la fatica ed i dubbi, perché conosce la complessità dell’ esistenza di ogni uomo

Ciò che vuole è il suo stupore, nel momento in cui Tommaso capirà che la sua fede poggia su un atto di amore perfetto del Signore verso di lui e verso l’ umanità. Adesso, Gesù usa tre verbi all’ imperativo: tocca, guarda, metti ! Se il discepolo abbia toccato, o meno, le ferite del Risorto, l’ autore di questa pagina non lo dice nemmeno, perché non ha più alcuna importanza. Invece, comunica al lettore il grande atto di fede formulato dal discepolo incredulo: “Mio Signore e mio Dio”. L’ intensità con cui Tommaso pronuncia quell’ aggettivo possessivo, “mio”, fa cambiare e cancella la sua incredulità. Ecco una bella e famosa pagina della misericordia di Dio.

                                                Mons. Antonino Scarcione

mercoledì 7 aprile 2021

Barriere architettoniche da abbattere in Cattedrale


Domenica della Palme, nella chiesa Cattedrale di Piazza Armerina gremita per l’occasione e con la presenza dell’associazione Agedi (Associazione di Genitori di Figli Disabili Onlus.), Sua Eccellenza il vescovo Mons. Rosario Gisana a conclusione della santa messa è ritornato sull’argomento dell’abbattimento delle barriere architettoniche in Cattedrale, che consentirebbe alle persone diversamente abili di potere accedere senza difficoltà in chiesa.

L’idea progettuale di realizzare una rampa di accesso da collocare sulla porta laterale della Cattedrale, proprio di fronte il Museo Diocesano, negli ultimi anni è stato oggetto di discussione, ma per diverse motivazioni non ha ancora trovato nessun riscontro, neanche i buoni intendimenti programmati nel corso del bicentenario della Diocesi piazzese hanno portato frutto.

Il Vescovo, con l’arciprete della Cattedrale don Giovanni Tandurella, nelle intenzioni, con due progetti, uno redatto dall'Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi, ed uno redatto su commissione dallo stesso parroco, e dopo il parere favorevole della Soprintendenza, vorrebbero avviare i lavori per l'abbattimento delle barriere architettoniche esterne al corpo della Cattedrale nei prossimi mesi, per poi potere inaugurare rampa, scivoli, corrimano e quant’altro nel corso dei festeggiamenti della santa Patrona Maria SS. delle Vittorie, e finalmente poter consentire a tutti i fedeli e visitatori con difficoltà motorie di poter accedere senza lacuna difficoltà nel santuario mariano.

E’ intendimento del Vescovo, così come ribadito a conclusione della cerimonia eucaristica coinvolgere nelle prossime settimane i quartieri, il mondo associativo e il mondo imprenditoriale, per sostenere anche con una sottoscrizione parte delle spese necessarie alla realizzazione dell’opera.

La Basilica Cattedrale, dal 2019, con l’insediamento del neo parroco don Giovanni Tandurella, sta vivendo un nuovo impulso, e ad “eccezione” delle attività pastorali, al momento limitate per via del covid19, ha avviato una diversa tutela, con interventi di manutenzione ordinaria il cui riscontro è stato più che ritenuto positivo della comunità.

Di fatto un così importante sito mariano, non può non essere pronto anche attraverso l’accessibilità e una maggiore valorizzazione per consentire a tutte le persone di avvicinarsi a questo patrimonio di arte e fede.

                                                 Filippo Rausa


E' morto Fulvio Sottosanti

È tornato alla casa del padre uno dei maggiori politici che Piazza Armerina abbiamo mai avuto, Fulvio Sottosanti, colui che da solo, con la sua Fiat 500, contro tutti gli apparati di partito riuscì per ben due volte nell'impresa di essere eletto sindaco della città.

Con la sua morte si chiude un'altra importante pagina della storia cittadina, Fulvio, come tutti lo chiamavamo era nato e cresciuto nel nobile quartiere Monte Mira, in una casa di via Crocifisso, il suo legame con il quartiere me lo testimoniava spesso e volentieri raccontandomi aneddoti della sua fanciullezza.

Io, lo ricordo con immensa stima e affetto perché la mia esperienza politica da Consigliere comunale, dal 1993 al 1997 corrispose con il suo impegno di Sindaco nella sua prima legislatura e di Assessore, dal 1997 al 1999 nel suo secondo mandato.

Ciao Fulvio, che la terra ti sia lieve.