sabato 5 aprile 2025
LA DOMENICA CON GESU', V DI QUARESIMA / C
…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
“…Il Signore… aprì una strada nel mare…in mezzo ad acque possenti…fece uscire carri e cavalli…Non pensate più alle cose antiche !...Io faccio una cosa nuova…Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa…per dissetare il mio popolo…” Is 43,16-21 .
“…Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo…Io sono stato conquistato da Cristo Gesù…Corro verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù…” Fil 3,8-14 .
“…Scribi e farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio…e gli dissero:” Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio…Mosè…ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici ? “…Gesù si chinò e scriveva col dito per terra…si alzò e disse: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. E…di nuovo scriveva…Quelli…se ne andarono…cominciando dai più anziani…Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono ? Nessuno ti ha condannata ?...Rispose: “Nessuno…E Gesù…: Neanch’ io…D’ ora in poi non peccare più”. Gv 8,1-11.
“CI SONO SITUAZIONI CHE SEMBRANO SENZA VIA D’ USCITA. E INVECE SI APRE UNO SPIRAGLIO E SI FA STRADA UNA NOVITA’ FINO AD ALLORA INAUDITA. E’ DI QUESTA NOVITA’ CHE CI PARLANO LE LETTURE. ESSA VIENE DA DIO CHE SI RIVELA L’ UNICO CAPACE DI FARE COSE NUOVE. LA GIOIA PRENDE IL POSTO DELLE LACRIME. GESU’ SALVA DALLA LAPIDAZIONE LA DONNA E LE SPIANA UNA VITA NUOVA, LIBERATA DAL PECCATO”.
Come afferma Roberto Laurita, “appare opportuno cominciare dalla scena evangelica” (Servizio della Parola n.565 pag.133). Una scena che sembra, all’ inizio, avere un’ unica via d’ uscita: la condanna a morte della donna, per lapidazione. E, invece, il cerchio della morte viene spezzato, grazie al Signore Gesù.
-“Un contrasto molto forte”. Da una parte, le urla degli scribi e dei farisei, che esigono un castigo esemplare; dall’ altra, alcuni segni enigmatici sulla sabbia e la reazione muta di Gesù. Tanto impressionante da convincere gli accusatori a lasciar cadere le pietre e a tornarsene a casa. Il tutto davanti alla donna, che non dice nulla. Né per discolparsi, né per chiedere misericordia.
-“Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo per accusarlo”. Ci chiediamo, che cosa animi gli scribi e i farisei ?. L’ evangelista lo dice con chiarezza. La condanna della donna è solo un pretesto, per mettere in difficoltà Gesù. E noi ? Siamo proprio così diversi da quegli scribi e farisei ? .
-“Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra”. Che cosa scriveva ?. Le ipotesi sono le più diverse. Egli non si limita a scrivere. Il testo sottolinea: ”Si chinò” e “si alzò”. Se lo accostiamo alla menzione del monte degli Ulivi, esso acquista un significato particolare. Attraverso questi due verbi, il gesto acquista un significato cristologico: mima l’ abbassamento e l’ innalzamento attraverso i quali Gesù riconcilia con Dio l’ umanità prigioniera del peccato.
-“Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. La risposta di Gesù è abile, rappresenta un’ apertura verso la vita e non una chiusura nella morte. All’ inizio resta seduto e risponde solo con dei graffiti. Ma adesso, davanti alla loro insistenza, egli rinvia ognuno alla sua condizione di peccatore. A questo punto, gli accusatori se ne vanno. Il suo dito levato da terra rimette in questione quei giudici, che dimenticano il loro peccato.
-“Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”. Contrariamente a quello che facciamo noi, Gesù non mette su nessuno delle etichette, non ci riduce al nostro peccato. Ogni creatura è un essere incompiuto, che cresce, se c’è qualcuno che crede in lui. La fiducia è la forza dinamica dell’ amore.
-“Un Dio che fa cose nuove”. Dio non imprigiona in un passato e neppure nel presente del proprio errore. I farisei preferiscono aggrapparsi al passato, che imprigiona e impedisce di crescere.
La donna è messa davanti al suo peccato, ma è anche invitata ad andare oltre.
Mons. Antonio Scarcione
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