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Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 12 dicembre 2009

Bisognerebbe mettere la croce sulla bandiera Italiana

La scorsa settimana subito dopo il referendum in Svizzera che ha detto NO alla costruzione di nuovi minareti, molti si sono indignati, preoccupati, si è pure detto che è stata messa in pericolo l’integrazione, tutte baggianate messe avanti di chi è lontano da Dio e vorrebbe un mondo senza credo.
Il vice ministro Castelli ha proposto di inserire la croce cristiana sulla bandiera italiana.
Questa premessa perché l’argomento sopra accennato è stato tirato in ballo nel corso della riunione di Consiglio direttivo di lunedì 7 dicembre.
Mentre si discuteva sulle cose da fare in preparazione del santo Natale, sulla realizzazione della classica capanna di Gesù bambino in piazza Castello, provocatoriamente un componente disse: “ma non pensate che potremmo urtare la sensibilità di un mussulmano che si trovi a passare da quelle parti”?.
Che mai l’avesse detto, si è aperto un vespaio sul cosiddetto buonismo italiano, sul timore di irritare il prossimo se di religione diversa, sui crocifissi da togliere, comunque, alla fine dopo ampia discussione, tutti ci siamo trovati concordi sulla difesa delle nostre tradizioni, condividendo pure la proposta leghista, di inserire la croce sulla bandiera.
In effetti noi non ci troviamo niente di così catastrofico se domani venisse inserita la croce sul tricolore.
D’altronde la croce è molto di più di un simbolo religioso. E' il simbolo della cultura occidentale.
Il cristianesimo ha fondato la storia di tutti gli stati dell'Occidente. Un simbolo di unità, non di divisione.
L'identità nazionale si difende anche con i simboli della cultura cristiana. Quella che ha fondato l'Occidente.
Nella storia della bandiera d’Italia la croce c'è già stata nel 1848 (Bandiera Sensiglia del 15º Reggimento di Linea Messapia) del Regno delle Due Sicilie, il Tricolore reca al centro la Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio; successivamente con il Regno d’Italia il 17 marzo 1861, per essere ammainata dopo un secolo (98 anni per l’esatezza), il 19 giugno 1946, quando l’Italia era già una repubblica.
In Italia è presente in tutti i luoghi statali. Tribunali, carceri, ospedali, stazioni di pubblica sicurezza. Anche a scuola il crocefisso ricorda la cultura nazionale. Cultura, religione, società e storia non possono essere separati in nessun Paese del mondo.
Già un sociologo ateo se n'era accorto. Emile Durkheim diceva: ""Non esiste una società conosciuta, senza religione. La religione ha dato tutto ciò che è essenziale allo sviluppo della società".
Ma anche Frèderic Le Play: "I popoli vivono delle loro credenze e muoiono delle loro incredulità". Qualche settimana fa con propria ordinanza il sindaco di Enna, Rino Agnello, del PD ha intimato ai presidi di non togliere alcun crocifisso dalle aule, pena multe di 500 euro, eppure ci viene da dire il sindaco di Enna non è un leghista.
Nel mondo sono 25 gli Stati che hanno il simbolo cristiano della croce sulla loro bandiera nazionale.
Australia, Città del Vaticano, Danimarca, Dominica, Figi, Finlandia, Georgia, Grecia, Isola Anguilla, Isola Bouvet, Isole Cocos, Isole Cook, Isola Falkland, Isole Faroe, Islanda, Malta, Norvegia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Repubblica Dominicana, Slovacchia, Svezia, Svizzera, Tonga, Tuvalu.
Inoltre Andorra ha sulla sua bandiera uno stemma con la tiara del vescovo e il bastone pastorale.
Per cui la proposta della Lega di apporre la croce, il simbolo della nostra cultura nazionale sulla bandiera nazionale italiana è perfettamente in linea con la scelta operata già da parecchi anni da 25 stati cristiani che hanno scelto di mostrarla come parte integrante del loro vessillo.
La croce è dappertutto. Solo l'ignoranza no lo sa. Un esempio?
La croce di San Giorgio (rossa su fondo bianco) è una delle due croci presenti sulla bandiera nazionale del Regno Unito, insieme a quella di Sant'Andrea, ed è parte anche del vessillo di Grecia, Georgia, Nuovo Galles del Sud e di due regioni italiane, Liguria e Sardegna.
La croce è presente sullo stemma di 25 grandi città mondiali, di cui 17 italiane tra cui Milano, Mantova, Padova, Genova, Reggio Emilia, e un migliaio di città “minori” tra cui Belluno, Alessandria, Parma, Domodossola, in Sicilia Messina e Caltagirone.
La croce di San Giorgio è anche sullo stemma di 9 società calcistiche italiane tra cui Milan, Genoa, Parma, Bologna, Novara, Sampdoria, Messina.
L'immagine di San Giorgio a cavallo che uccide il drago è presente su un totale di 135 stemmi di città e stati.
Inoltre è presente sullo stemma delle Forze armate russe, del Procuratore generale della Russia, (pensare che fino a ieri la Russia era comunista) e dell'Arma di Cavalleria dell'Esercito Italiano.
La croce greca è presente su tutte le autoambulanze dei Paesi occidentali...
Il rischio Eurabia è reale. Eurabia è una teoria geopolitica che si riferisce ad un ipotetico scenario futuro in cui l'Europa, a causa della continua massiccia immigrazione islamica e dello scarso tasso di natalità delle popolazioni europee autoctone rispetto a quello degli immigrati arabo-islamici, finirebbe con lo snaturare nel giro di qualche decennio la propria identità, mettendo allo stesso tempo a rischio le proprie libertà civili (in particolare quella d'espressione) oltreché la laicità dei vari Stati.
Viene infatti prospettato il rischio che i musulmani, una volta divenuti "massa critica", possano pretendere l'inserimento nei vari ordinamenti giuridici nazionali di norme provenienti dalla Shar'ia, la legge islamica.
La Svizzera ha giustamente detto no ai minareti anche per difendere la croce che dal 1918 è sulla sua bandiera, l'unica quadrata assieme a quella del Vaticano.
Non si tratta di negare luoghi di culto agli immigrati, si tratta di difendere e rivendicare un'identità, senza la quale non può esserci nemmeno accoglienza.
Filippo Rausa

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