"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 11 ottobre 2014

La Domenica con Gesù, XXVIII del Tempo Ordinario / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: " Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte...un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti...Eliminerà la morte per sempre...Asciugherà le lacrime su ogni volto..." Is 25, 6-10a . "Fratelli, so vivere nella povertà come so vivere nell' abbondanza, sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame. Tutto posso in colui che mi dà la forza..." Fil 4, 12-14.19-20 . "...Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio...Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire...Allora il re si indignò...Entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l' abito nuziale...Amico, come mai sei entrato qui senza l' abito nuziale ?... Mt 22, 1-14. 

Vediamo che Matteo ha "riscritto" la parabola, fecendola diventare un' allegoria (= un breve schizzo della storia della salvezza, in cui ogni elemento riferito ha il corrispettivo nella realtà storica). L' evangelista ha riutilizzato lo stesso schema della parabola dei vignaioli, per interpretare anche questa: Israele ha rifiutato l' invito di Dio e, quindi, il suo posto è stato preso da altre persone. Dio è paragonato ad un re, che organizza il banchetto di nozze per suo figlio. Il re è Dio, il banchetto di nozze indica il patto di alleanza Dio-Israele, il figlio è il Messia-Figlio di Dio. 

Con le stesse parole della parabola dei vignaioli omicidi vengono ricordate due missioni successive dei servi: nel primo gruppo sono riconoscibili i profeti, respinti e uccisi; il secondo gruppo (gli apostoli) può invece annunciare che "tutto è pronto", ma anche ad essi gli invitati rispondono con l' indifferenza e la violenza. 
Inoltre, Matteo ha voluto accennare, appena, alla distruzione di Gerusalemme (70 d.C.). Appare, altresì, evidente il netto cambiamento, avvenuto nella Chiesa apostolica, con la predicazione ai pagani e la conseguente adesione alla Chiesa di moltissime persone, provenienti anche dal mondo non ebraico. 

A tal proposito, sono particolarmente significative le parole degli Atti degli Apostoli: "Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poichè la respingete...noi ci rivolgiamo ai pagani" (At 13,46). I pagani si rallegrano per questo invito e lo accolgono. La sala, che si riempie di commensali, con la distinzione di essi in "buoni e cattivi", richiama i termini utilizzati nella parabola della zizzania (Mt 13,24-30. 36-43). In tal modo, il sacro autore prepara lo scenario della separazione, tra buoni e cattivi, che egli svilupperà nella parte finale del vangelo. 

- L' aggiunta di un' altra scena. L' ultima scena corrisponde alla situazione della comunità di Matteo. Probabilmente molti cristiani ritenevano sufficiente l' adesione iniziale al Cristo, senza altre implicanze per la loro vita quotidiana. Erano, quindi, inevitabili certe forme di lassismo morale. Probabilmente, Matteo, per educare questi fedeli, aggiunge alla parabola un altro elemento: l' abito nuziale, quale requisito, per partecipare al banchetto. 

Nella Bibbia, ad es. nell' Apocalisse, il simbolo della veste e delle nozze indica la salvezza e l'appartenenza alla comunità dei salvati. Lo stesso libro precisa che "la veste di lino sono le opere giuste dei santi" (Ap 19, 8b) e ricorda la necessità della coerenza tra fede e vita. Questa parabola è, certamente, un ammonimento per il nuovo popolo di Dio, la Chiesa, a cui è affidata "la vigna da far fruttificare": dentro di essa ci sono buoni e cattivi. Ma l' essere, semplicemente, dentro non è garanzia di salvezza, perchè un cristiano, incoerente, può essere "buttato fuori nelle tenebre" (Mt 22, 13). 

                                                                         Mons. Antonino Scarcione

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