"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

martedì 27 maggio 2025

Filippo Rausa insignito del titolo di Cavaliere di Malta



Sabato 23 maggio 2025, Filippo Rausa, presidente del quartiere Monte Mira di Piazza Armerina, è stato insignito del prestigioso titolo di Cavaliere di Malta (S.H.O.S.J.), uno dei più antichi riconoscimenti conferiti dal Sovrano Ordine Ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme.

La solenne cerimonia si è svolta a La Valletta, capitale di Malta, seguendo un antico protocollo. Una processione ha preceduto l'evento, con i nuovi cavalieri in tenuta tradizionale: mantello nero, croce ottagona bianca e decorazioni tipiche del rango cavalleresco. 

Il corteo, aperto da un reggimento di alabardieri in divisa medievale accompagnati da tamburi e trombe, ha sfilato da Piazza del Palazzo del Parlamento lungo Republic Street (Triq ir-Repubblika in maltese), la via principale della città, tra turisti incuriositi e cittadini in festa.

La cerimonia ha avuto luogo presso la Pro-Cattedrale di San Paolo, alla presenza di importanti figure come il Gran Maestro dell’Ordine, S.A.R. il Principe Sandor Asburgo-Lorena, l'Arcivescovo Miguel Luis Perea Castrillon e il Gran Priore dei Cavalieri di Malta, M° Mark Agius. Un nutrito gruppo di Cavalieri officianti ha guidato la funzione, ricca di preghiere, simboli e parole dense di significato.

S.A.R. il Principe Sandor Asburgo-Lorena
Gli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, noti anche come Cavalieri di Rodi e di Malta, sono un Ordine religioso cavalleresco nato a Gerusalemme intorno alla prima metà dell'XI secolo (probabilmente nel 1048), intitolato a San Giovanni Battista.

Al termine della cerimonia, un lungo applauso ha salutato l'uscita dei Cavalieri, accompagnati da una leggera pioggerellina, quasi una benedizione. 

Al nostro Filippo Rausa, ora Cavaliere di Malta, vanno gli auguri più sinceri di tutto il Consiglio direttivo e dei soci del Nobile Quartiere per questo importante riconoscimento, nella certezza del suo continuo e costante impegno in tutte le attività che da decenni propone e insieme porta avanti con immutato zelo.




 

venerdì 16 maggio 2025

Problematica percorsi cittadini, Processioni Religiose e Palio dei Normanni.

Di seguito il documento relativo la Problematica percorsi cittadini, Processioni Religiose e Palio dei Normanni inviato alle autorità in indirizzo.

 Piazza Armerina, 16 maggio 2025

Al Sig. Sindaco, Avv. Nino Cammarata
A Sua Eccellenza il Vescovo, Mons. Rosaria Gisana
Al Parroco della Cattedrale, don Alessio Aira  
Al Rettore della Chiesa di San Giuseppe, Mons. Nino Rivoli
Al Rettore della Chiesa di San Giovanni Evangelista, Mons. Antonino Scarcione
Al Parroco della Chiesa dell’Itria, don Mihael Bilha
All’Assessore ai BB.CC. e Turismo, Ettore Messina
Al Cons Com.-coordinatore del Palio dei Normanni, Dino Vullo 
Al Consigliere Comunale-consulente Feste e Tradizioni Lucio Paternicò
                                                                                      e, p.c.      Sua Eccellenza il Prefetto di Enna
e, p.c.  Al Commissario di Polizia di Stato di Piazza Armerina 
                                                                                                              LORO SEDI         

 

Oggetto: Problematica percorsi cittadini, Processioni Religiose e Palio dei Normanni.

via Monte
Nonostante l'impegno costante e il prezioso lavoro del Comitato Nobile Quartiere Monte Mira la cui dedizione alla salvaguardia, promozione e valorizzazione dell'antico territorio merita riconoscimento e sostegno, negli ultimi tre anni si è assistito a una realtà desolante, infatti tutte le attività, le iniziative, le aspettative e le speranze di chi ha scelto di investire nel Quartiere, di viverlo, di mettere su casa e far crescere la propria famiglia in centro storico, negli ultimi anni sono state disattese.

Si constata con disappunto come l'azione delle Istituzioni possa arrecare un pregiudizio, una mortificazione per l'anima del quartiere e per chi lo vive con passione, manifestandosi concretamente con l'esclusione di Processioni Religiose e del corteo del Palio dei Normanni dai loro consolidati percorsi storici, motivata da cavilli legali e normative che appaiono strumentali alla cancellazione di importanti testimonianze storiche.

Infatti, prendendo spunto dall’ultima malefatta del Primo Maggio, da due anni, la tradizionale processione di San Giuseppe ha inspiegabilmente abbandonato il suo storico itinerario nel nobile quartiere Monte Mira (vie Monte, Crocifisso, San Martino, San Nicolò e rientro su via Monte fino alla chiesa degli Angeli Custodi per la visita alla Madonna delle Vittorie).

Non può essere una giustificazione quella del simulacro posto su un carro e trainato da un cavallo, poiché nel 2023 il percorso venne effettuato come da tradizione.

Se l'anno scorso, 2024, le avverse condizioni meteorologiche offrirono una spiegazione, quest'anno la scelta di ignorare il tracciato storico da parte del rettore della Chiesa di San Giuseppe appare incomprensibile e desta perplessità tra i quartieranti.

Tale decisione sembra penalizzare ulteriormente il nobile quartiere Monte Mira, già interessato da riduzioni nei percorsi di altre processioni (l’Immacolata Concezione e Santa Lucia lo scorso dicembre 2024, l’Ausiliatrice maggio 2024 e il corteo del Palio dei Normanni negli ultimi due anni 2023 - 2024).

La delusione tra i fedeli è palpabile. Questa sequenza di decisioni amareggia profondamente tutti i quartieranti, che vedono contraddette le promesse di sostegno e valorizzazione del Centro Storico con la cancellazione di usanze, tradizioni e percorsi secolari.

via San Martino
Negli ultimi anni è stato fatto passare il messaggio che il quartiere Monte Mira sia spopolato, abitato da qualche migliaio i residenti e quindi a che vale far percorrere le processioni se non ci abita nessuno!!. Come se in altre parti della Città, al passaggio delle processioni, i concittadini stessero assiepati ai bordi dei marciapiedi e/o davanti l’uscio di casa.

È falso sostenere una tesi del genere anche perché sia nelle varie e diverse processioni religiose che nel corteo del Palio dei Normanni, la gente del quartiere partecipa e assiste ai bordi delle strade o sui balconi adornati da bellissimi fiori, con bandiere o drappi particolari.

Stabilire i percorsi delle processioni è diventato opzionale da parte di chi è preposto ad autorizzarle, cioè questo evento sì e quest'altro non più perché è di libero arbitrio senza consultare i cittadini e cosa ancor più grave il Comitato di Quartiere costituito nel lontano 1983, col patrocinio dell'arciprete don Michele Nicosiano.

Questo Comitato, infatti, ha da sempre attenzionato le varie problematiche del Quartiere al fine di rendere la vita di chi vi abita più agevole e funzionale. Negli anni si sono fatte assemblee o proteste di ogni genere alla presenza di politici o rappresentanti ecclesiali, ottenendo risultati che hanno migliorato le condizioni di vita della comunità: dalla problematica dell’acqua, all’illuminazione, al verde pubblico, alla viabilità, ad un efficiente Ufficio Postale, ecc, mentre per altre tematiche si è ancora in attesa di riscontro.

Questo inconsueto fenomeno del taglio dei percorsi storici parte con il Palio dei Normanni; per giustificare la decisione di non far più scendere il Palio dei Normanni da via Monte fino a San Martino, si è sollevata la questione, ritenuta pretestuosa, delle presunte vie di fuga mancanti in via S. Nicolò. Questa motivazione ignora che analoghe problematiche di vie strette e a budello esistono in molte altre zone della città, anch’esse percorse dal corteo del Palio.

Questa decisione ha cancellato con un colpo di spugna le profonde ragioni storiche di quel percorso tradizionale. Si trascura infatti l'importanza del passaggio per San Martino, la prima Chiesa Madre di Piazza Armerina, e di via San Nicolò, testimone della medievale cinta muraria. Appare inoltre illogico come una limitazione che inizialmente poteva riguardare i soli cavalli sia stata estesa a tutti i figuranti, mettendo in secondo piano l'inestimabile significato storico di questo tracciato.

via Crocifisso, già Strada Mastra
Per le processioni religiose è andata a finire che un Santo scende fino a San Martino mentre l'altro non più, poiché a deciderlo e chi si alza prima al mattino e intanto la gente del Quartiere, specie gli anziani, ci mangiano la faccia dicendoci dov'è il vostro potere consultivo, sancito per altro dalla Legge e la vostra partecipazione agli eventi della città? Questo aspetto ci rende infatti impotenti o addirittura cancellati da una eventuale consultazione.

Egregio Signor Sindaco e Autorità in indirizzo, il nobile quartiere Monte Mira e i suoi rappresentanti esprimono profonda preoccupazione, disappunto e ingiustizia per il rischio di una continua penalizzazione delle tradizionali processioni e cortei radicati nella storia e nell'identità del quartiere Monte Mira.

Fatichiamo a comprendere come si possa ghettizzare una parte così importante e significativa del nostro Quartiere, della Città, adducendo motivazioni che appaiono futili e che richiamano, in maniera impropria, eventi come il grave incidente di Torino (3 giugno 2017, avvenuto in occasione della finale della Champions League tra Juventus e Real Madrid, dove in piazza San Carlo fu installato un maxischermo per permettere agli oltre 30.000 tifosi juventini rimasti in città di seguire in diretta la partita, incidente peraltro causato da malviventi che utilizzarono dello spray urticante facendo scatenare il panico).

Comprendiamo pienamente la Direttiva e le Linee guida del Ministero dell'Interno sulle manifestazioni pubbliche. Tuttavia, si ritiene necessario operare una contestualizzazione rispetto alle dimensioni e alla densità abitativa delle diverse realtà urbane. Il dato di 30.000 partecipanti a Torino, in relazione a una popolazione residente di 858.404 unità (dato 2021), assume una valenza proporzionale significativamente differente rispetto ai 20.516 abitanti (dato 2025) di Piazza Armerina, distribuiti sull'intero tessuto urbano, comprendendo fasce di popolazione sensibili come anziani e bambini. Anche considerando un incremento di circa 10.000 presenze durante le giornate centrali del Palio, la concentrazione di pubblico più rilevante si focalizza in aree specifiche come piazza Cattedrale e il campo sportivo (con ingressi gestiti), e nella zona di piazza Generale Cascino.

Detto ciò, con numeri alla mano è incomprensibile come sia stato possibile negare la presenza del corteo storico del Palio dei Normanni là dove tutto ha avuto origine.   

Il direttivo del nobile Quartiere Monte Mira, con il suo presidente, ci sentiamo investiti della responsabilità di valutare ogni azione necessaria alla tutela dei diritti storicamente acquisiti dal Quartiere nel contesto del Palio, nel corso degli ultimi 70 anni, e, in una prospettiva secolare, per quanto concerne i tracciati delle processioni religiose. Allo scopo, si inoltra la presente istanza al Prefetto di Enna, preannunciando la disponibilità ad intraprendere forme di protesta, tra cui l'astensione dalla partecipazione ad alcune attività cittadine.

Confidando in un vostro pronto riscontro e la possibilità di incontrarci per discutere nel dettaglio questo stato di cose affinché si possano trovare soluzioni che tengano conto sia delle normative vigenti che del valore storico e affettivo di queste importanti tradizioni, auspicando che la presente istanza riceva la dovuta attenzione e considerazione, porgiamo cordiali saluti.

                                                                                    Il Presidente
                                                                                   Filippo Rausa

Il Consiglio Direttivo

Osvaldo Zitelli, Concetto Favella, Filippo Purrazza, Filippo Aloi, Laura Saffila, Jessica Libro, Francesco Lentini, Filippo Cavolo, Anna D’Aria, Moreno Purrazza, Benedetto Pulici, Renzo Lagati, Alfredo Bandiera, Verusca Denaro, Grazia Delia, Giuseppe Lagati, Manuel Favella, Simone Grillo, Lina Favella, Giuseppe Bandiera, Antonino Amato, Claudio Picicuto, Claudio Gennaro, Lo Presti Giusy, Giancarlo Scicolone, Roberto D’Assaro, Filippo Nobile, Ketty Puglisi, Massimo Parlascino, Siria La Delia, Danilo Bonifacio, Damiano Rausa, Andrea Galletta, Giuseppe Di Dio.


sabato 10 maggio 2025

LA DOMENICA CON GESU', IV DI PASQUA

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore…I Giudei furono ricolmi di gelosia…Paolo e Barnaba…dichiararono: Era necessario che fosse proclamata…a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete…noi ci rivolgiamo ai pagani…I pagani si rallegravano…” At 13,14.43-52 . 
“Io, Giovanni vidi: …Una moltitudine che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolazione o lingua…E Dio asciugherà ogni lacrima…” Ap 7,9-14 . 
“…Le mie pecore ascoltano la mia voce…Io do loro la vita eterna…” Gv 10,27-30.

“IL RAPPORTO TRA IL GREGGE E IL PASTORE CORRE LUNGO LE VIE DELLA STORIA. L’ INCONTRO CON IL RISORTO E’ FONTE DELLA MISSIONE DELLA CHIESA CHIAMATA A MISURARSI CON CAMBIAMENTI, PROVE E PERSECUZIONI”

“Sentirsi in buone mani…Nessun vento, nessun uragano, nessuna tempesta potrà strappare le nostre fragili vite dalla vita vera, quella del “per sempre”. Così esordisce Luigi Verdi nel suo commento. Noi, in questa IV Domenica di Pasqua, ne facciamo tesoro. Egli afferma: “Non importa quali paure ci sfioreranno. Lui, il Signore, ci sarà sempre, sarà per noi la mano robusta che afferra Pietro mentre sta affogando, come in quella notte, quando volle imitare il Maestro, iniziò a camminare sulle acque del lago e stava per sprofondare dalla paura per il forte vento.

Egli sarà per noi nido e riparo, mano calda in cui il freddo potrà solo sfiorarci, ma non assideraci, come afferma Paolo, “Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi” (2 Cor 4,8-9). Vasi di creta che possono anche frantumarsi, ma che custodiscono un tesoro infrangibile ed eterno.

Basta ascoltare la sua voce e seguirlo. Ma qui, forse, inizia il problema. Siamo noi capaci di “ascoltare” nel frastuono delle mille preoccupazioni, dei nostri sentimenti, nelle false sicurezze delle nostre comode scelte ? Siamo capaci di ascoltare quel richiamo appena sussurrato, quella voce che giunge nel centro del cuore e lega il cielo alla terra ?

C’ è troppo rumore intorno e dentro di noi. Troppa fretta. Troppa frenesia nella nostra vita, che è diventata una corsa verso non si sa che cosa. Rischiamo di smarrirci, di trovarci da soli in un campo di erba secca e bruciata dal sole. Rischiamo di non trovare più la strada di casa. E vaghiamo nella notte.

Come Pietro, aspettiamo che la Sua mano ci afferri e non lasci cadere nel dirupo. Pastore attento è il nostro, egli conosce il nostro cuore e non permetterà a niente e a nessuno di portarci lontani da Lui. Nessun lupo potrà addentarci. Il Signore “conta i passi del mio vagabondare e le mie lacrime raccoglie nel suo otre” (Sal. 56,9).

Vorremmo realmente avere orecchie attente e cuori in grado di captare le onde della sua voce, riconoscere il suo richiamo gentile, sentir pronunciare il nostro nome e avvertire un brivido di gioia. “Mi sento finalmente al sicuro…nelle sue mani che profumano di eterno” (Luigi Verdi).

                                                              Mons. Antonio Scarcione  

sabato 3 maggio 2025

LA DOMENICA CON GESU', III DOMENICA DI PASQUA / C

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli…così: …Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te…” Gv 21,1-14.

…Ma quella notte non presero nulla. All’ alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Egli disse loro: “…Non avete nulla da mangiare ? “. Gli risposero: “No”. Allora egli disse loro: “ Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora, quel discepolo, che Gesù amava, disse a Pietro: “E’ il Signore !”. Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito e si getto in mare. Come afferma Luigi Verde, che ci fa da guida in questo breve commento: “ Che notte quella. 
Notte insonne…Ognuno da solo con i suoi pensieri, i suoi rimorsi e le sue lacrime”. Una notte lunga, di quelle che sembra che non finiscano mai: inutile agitarsi e rigirarsi nel letto. Meglio alzarsi e andare a pescare, per non pensare, per non sentire il dolore. Il mare sembra più grande e profondo. E vuoto. E tiriamo su le reti, sempre più povere e inutili…Ora sta sorgendo il sole, l’ acqua comincia a brillare e là, sulla riva, si intravede qualcuno, forse un mendicante che chiede da mangiare. Ma è una voce dolce, che un’ eco gentile: “…Figlioli…gettate…e troverete”. Le mani tremano, gli occhi non credono. Ma poi Giovanni dice sicuro: “E’ lui! ”. Mi tuffo nell’ acqua, non posso aspettare che la barca appesantita giunga a riva: voglio vederlo subito, toccarlo, abbracciarlo. I suoi occhi mi guardano, la sua bocca mi sussurra che mi ama. Tra un po’, quando, seduti sulla sabbia, mangeremo il pesce, sarà lui a domandarmi se lo amo. Signore, so soltanto che ti voglio bene, so che, quando mi guardi, respiro sogni e libertà.

Certo, non sono capace di un amore come il tuo. Tu riesci a perdonare tradimenti e delusioni, paure e fallimenti. Aiutami.

                                         Mons. Antonio Scarcione

martedì 29 aprile 2025

Esposte le bandiere del nobile quartiere Monte Mira in onore della Madonna delle Vittorie



Come ogni anno alcuni soci del comitato di quartiere, capeggiati da Filippo Rausa, con Concetto Favella, Francesco Lentini, Filippo Aloi e Filippo Purrazza hanno collocato lungo la via Monte e sul prospetto della chiesa degli Angeli Custodi, le bandiere riproducenti i colori e l'araldica del nobile quartiere Monte Mira, collocate per l'occasione in segno di festa, per accogliere la Madonna, Maria Ss. delle Vittorie in piazza Vecchia, nel 677 anniversario del ritrovamento (1348), che dal santuario di contrada Piazza vecchia in processione sarà portata a spalla dai giovani portatori.

Una consuetudine che ormai si ripete da oltre trent'anni, a testimonianza del forte sentimento di appartenenza al quartiere, testimoniato con l'esposizione delle bandiere, nelle ricorrenze più importanti. Inoltre un banner di saluto all'immagine sacra.





sabato 12 aprile 2025

LA DOMENICA CON GESU', DELLE PALME - PASSIONE DEL SIGNORE / C

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io possa indirizzare una parola allo sfiduciato…”Is 50,4-7 . 
“Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio…svuotò sé stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini…” Fil 2,6-11 . 
“…Pilato, disse…”mi avete portato quell’ uomo come agitatore del popolo…io l’ ho esaminato…ma non ho trovato in quest’ uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate…”Lc 22,14-23.56.

“LA NARRAZIONE DELLA PASSIONE RAPPRESENTA IL FONDAMENTO DI TUTTO IL VANGELO. “L’ ATTENZIONE SI CONCENTRA SU GESU’ E SULLA SUA PASSIONE DOLOROSA”. EGLI E’ “IL PROTOTIPO DEL GIUSTO”, TANTO E’ VERO CHE AI PIEDI DELLA CROCE IL CENTURIONE RICONOSCERA’: VERAMENTE QUST’ UOMO ERA GIUSTO”.

In molte parrocchie-dato che oggi c’è la lunga lettura della Passione del Signore- non c’ è omelia. Oppure, se ne tiene una breve. Questa è la nostra scelta.

-“L’ ingresso di Gesù in Gerusalemme”. Al centro della celebrazione c’ è sicuramente la croce. In realtà, non solo la croce, ma la croce gloriosa, come afferma esattamente Roberto Laurita (Servizio della Parola n. 565 pag. 151 e ss.).

“Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme”.
Come il primo della cordata nel cammino verso la città. “Andate nel villaggio di fronte”. Vediamo che è Gesù stesso ad organizzare l’ ingresso nella Città Santa. Egli non cerca la gloria degli uomini. Gesù compie un gesto simbolico, vuole far comprendere che è il Messia annunciato dal profeta Zaccaria.

“Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore !”. Gesù attraverso la sofferenza e la morte ci conduce alla resurrezione.

-“Il percorso verso la croce”. Entrando a Gerusalemme, Gesù dà inizio al momento culminante di tutta la sua vita. Lasciamoci condurre, quindi, dal lungo racconto che viene proclamato. Sappiamo bene che la domanda fondamentale, che ci dobbiamo porre, è: “Chi è Gesù”..

E’un uomo che appare in tutta la sua fragilità, “nel momento della prova”. E’ in uno stato di prostrazione così profonda che il suo sudore cade a terra come gocce di sangue. Dopo il suo testamento, rappresentato dalla Cena, la chiave del messaggio si trova nel modo in cui Luca racconta l’ episodio del giardino.

E’ un uomo pieno di bontà e compassione. Luca ha evidenziato la tenerezza e la misericordia di Gesù, che è venuto a cercare e a salvare quello che era perduto. Anticipa a Pietro il suo rinnegamento, ma gli assicura anche la sua preghiera, quando l’ apostolo l’ avrà rinnegato. Lo sguardo intenso di Gesù sarà tale da far piangere Pietro, che si allontana con le lacrime agli occhi. Ed ancora, Gesù guarisce l’ uomo al quale era stato tagliato l’ orecchio. Consolerà le donne di Gerusalemme, che incontra sulla via del Calvario. Pregherà per i suoi carnefici. Assicurerà ad uno dei malfattori, crocifissi con lui, che entrerà con lui nella gioia di Dio.

E’ un uomo giusto. E’ un innocente condannato a morte.

Per ben tre volte, mentre è inchiodato sulla croce, gli dicono di salvare sé stesso, scendendo dalla croce. Ma sappiamo bene che egli non è venuto per salvarsi, bensì, per salvare tutti gli uomini.

Gesù ha sperimentato la prova terribile della sofferenza fisica e di quella morale. Ha conosciuto l’ abbandono da parte della folla e da parte dei discepoli. E’ un uomo che si fida totalmente del Padre.

                                             Mons. Antonio Scarcione

sabato 5 aprile 2025

Pasqua 2025

 


LA DOMENICA CON GESU', V DI QUARESIMA / C

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Il Signore… aprì una strada nel mare…in mezzo ad acque possenti…fece uscire carri e cavalli…Non pensate più alle cose antiche !...Io faccio una cosa nuova…Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa…per dissetare il mio popolo…” Is 43,16-21 . 
“…Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo…Io sono stato conquistato da Cristo Gesù…Corro verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù…” Fil 3,8-14 . 
“…Scribi e farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio…e gli dissero:” Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio…Mosè…ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici ? “…Gesù si chinò e scriveva col dito per terra…si alzò e disse: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. E…di nuovo scriveva…Quelli…se ne andarono…cominciando dai più anziani…Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono ? Nessuno ti ha condannata ?...Rispose: “Nessuno…E Gesù…: Neanch’ io…D’ ora in poi non peccare più”. Gv 8,1-11.

“CI SONO SITUAZIONI CHE SEMBRANO SENZA VIA D’ USCITA. E INVECE SI APRE UNO SPIRAGLIO E SI FA STRADA UNA NOVITA’ FINO AD ALLORA INAUDITA. E’ DI QUESTA NOVITA’ CHE CI PARLANO LE LETTURE. ESSA VIENE DA DIO CHE SI RIVELA L’ UNICO CAPACE DI FARE COSE NUOVE. LA GIOIA PRENDE IL POSTO DELLE LACRIME. GESU’ SALVA DALLA LAPIDAZIONE LA DONNA E LE SPIANA UNA VITA NUOVA, LIBERATA DAL PECCATO”.

Come afferma Roberto Laurita, “appare opportuno cominciare dalla scena evangelica” (Servizio della Parola n.565 pag.133). Una scena che sembra, all’ inizio, avere un’ unica via d’ uscita: la condanna a morte della donna, per lapidazione. E, invece, il cerchio della morte viene spezzato, grazie al Signore Gesù.

-“Un contrasto molto forte”. Da una parte, le urla degli scribi e dei farisei, che esigono un castigo esemplare; dall’ altra, alcuni segni enigmatici sulla sabbia e la reazione muta di Gesù. Tanto impressionante da convincere gli accusatori a lasciar cadere le pietre e a tornarsene a casa. Il tutto davanti alla donna, che non dice nulla. Né per discolparsi, né per chiedere misericordia.

-“Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo per accusarlo”. Ci chiediamo, che cosa animi gli scribi e i farisei ?. L’ evangelista lo dice con chiarezza. La condanna della donna è solo un pretesto, per mettere in difficoltà Gesù. E noi ? Siamo proprio così diversi da quegli scribi e farisei ? .

-“Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra”. Che cosa scriveva ?. Le ipotesi sono le più diverse. Egli non si limita a scrivere. Il testo sottolinea: ”Si chinò” e “si alzò”. Se lo accostiamo alla menzione del monte degli Ulivi, esso acquista un significato particolare. Attraverso questi due verbi, il gesto acquista un significato cristologico: mima l’ abbassamento e l’ innalzamento attraverso i quali Gesù riconcilia con Dio l’ umanità prigioniera del peccato.

-“Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. La risposta di Gesù è abile, rappresenta un’ apertura verso la vita e non una chiusura nella morte. All’ inizio resta seduto e risponde solo con dei graffiti. Ma adesso, davanti alla loro insistenza, egli rinvia ognuno alla sua condizione di peccatore. A questo punto, gli accusatori se ne vanno. Il suo dito levato da terra rimette in questione quei giudici, che dimenticano il loro peccato.

-“Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”. Contrariamente a quello che facciamo noi, Gesù non mette su nessuno delle etichette, non ci riduce al nostro peccato. Ogni creatura è un essere incompiuto, che cresce, se c’è qualcuno che crede in lui. La fiducia è la forza dinamica dell’ amore.

-“Un Dio che fa cose nuove”. Dio non imprigiona in un passato e neppure nel presente del proprio errore. I farisei preferiscono aggrapparsi al passato, che imprigiona e impedisce di crescere.

La donna è messa davanti al suo peccato, ma è anche invitata ad andare oltre.

                                                   Mons. Antonio Scarcione   

sabato 29 marzo 2025

ORA LEGALE 2025. Gli orologi dovranno essere spostati avanti di un'ora.

Alle due del mattino di domenica 30 marzo entra in vigore l'ora legale, che durerà fino al 30 ottobre prossimo. 

Gli orologi dovranno essere spostati avanti di un'ora. Il cambio comporterà un beneficio in termini economici e ambientali. 


LA DOMENICA CON GESU', IV DI QUARESIMA / C

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Gli Israeliti rimasero accanto a Galgala e celebrarono la Pasqua…nelle steppe di Gerico…Come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò…” Giosuè 5,9.10-12 . 
“…Gustate e vedete come è buono il Signore” Sal 33 . “Fratelli, se uno è in Cristo è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove…” 2 Cor 5,17-21 . 
“…Disse loro questa parabola: Un uomo aveva due figli. Il più giovane…disse al padre:…Dammi la parte di patrimonio che mi spetta…Pochi giorni dopo, il figlio più giovane,…partì per un paese lontano e lì sperperò il suo patrimonio…Andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti…che lo mandò…a pascolare i porci…Allora ritornò in sé e disse: quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io muoio di fame…Andrò da mio padre…Suo padre lo vide…gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò…Il padre disse:… Portate qui le vesti più belle…mangiamo e facciamo festa…Il figlio maggiore…quando fu vicino a casa, udì le musiche…e non voleva entrare…” Lc 15,1-3.11-32.

“TUTTE LE LETTURE SONO CARATTERIZZATE DAL TEMA DELLA GIOIA. E’ LA GIOIA D’ ISRAELE CHE SI LASCIA ALLE SPALLE LA SCHIAVITU’ DELL’ EGITTO E LA TRAVERSATA DEL DESERTO E INIZIA UN NUOVO MODO DI VIVERE NELLA TERRA PROMESSA. LA GIOIA DEL PADRE CHE HA RITROVATO IL FIGLIO CHE ERA MORTO E LO RISTABILISCE NELLA DIGNITA’ PERDUTA. E’ LA GIOIA DI CHI SI LASCIA RICONCILIARE CON DIO E ACCOGLIE UN PERDONO CHE NON SI E’ MERITATO. PROTAGONISTA, IN FONDO, E’ SEMPRE DIO. DIO CHE MANTIENE LE PROMESSE. DIO CHE SORPRENDE CON LA SUA MISERICORDIA. DIO CHE NON SI LASCIA VINCERE DAL PECCATO DELL’ UOMO, MA GRAZIE A CRISTO, GUARISCE E REALIZZA LA RICONCILIAZIONE”.

-“Questo padre sotto i riflettori”. Infatti, come afferma Roberto Laurita (Cfr. Servizio della Parola, n. 565 pag.114 e ss.), “è il padre che col suo silenzio…permette al figlio di andare lontano per fare esperienza della libertà”. Alla richiesta del figlio avrebbe potuto reagire con un rifiuto. Invece, egli accoglie la domanda del figlio. E’ ancora il padre che prende l’ iniziativa, quando il figlio si avvicina a casa e modifica il programma che il giovane aveva immaginato. Lo vede quando è ancora lontano, lo ristabilisce nella sua posizione, gli restituisce i suoi privilegi, rendendoli visibili (vestito, anello, sandali). E alla sua fame (motivo del suo ritorno) risponde con un banchetto e una festa.

E’ ancora il padre che deve sostenere il dialogo con l’ altro figlio. La sequenza rimane incompleta, perché non sappiamo che cosa accadrà dopo. Gli ascoltatori di Gesù sono sollecitati a tracciare la conclusione.

-“Chi è il padre ?“ Colui che tollera la partenza del figlio ? Colui che accetta la ribellione del maggiore ?

Gli ascoltatori di ieri e di oggi intravvedono “il comportamento di Dio”. Gli uomini tendono a presentare Dio come un giustiziere, pronto a cogliere l’ uomo in fallo. Gesù giustifica invece il suo comportamento proprio richiamando quello di Dio. Se va con i peccatori e partecipa ai loro banchetti , è perché Dio fa così. La figura del padre, quindi, calza a pennello. Il suo perdono è totale e corrisponde ad una nuova creazione, che fa ripartire.

-“Senza il maggiore ci sarebbe solo un lieto fine”. La protesta del maggiore appare ragionevole, ma è il padre che non lo è. C’ è qualcosa di “strano” in quest’ uomo, che vede arrivare il figlio, si getta al suo collo, lo bacia e gli organizza una festa. Come si può riabilitare, senza un breve processo, un figlio indegno al quale non si è lasciato formulare nemmeno una richiesta di scusa ?

“Ma cosa si guadagna a rimanere fedeli ? Non è forse questo l’ interrogativo che sentiamo nelle nostre famiglie, nei gruppi, e nelle comunità ? La misericordia del Padre non ci appare come una solenne ingiustizia ? Ecco perché dobbiamo ascoltare la risposta del padre della parabola. Questo padre deve rivelare ciò che egli considera la realtà più importante: la comunione di amore. L’ amore è anche follia: il maggiore ha calcolato ogni sua prestazione. L’ amore si rallegra per qualcuno che “era morto ed è tornato in vita”.

                                                               Mons. Antonio Scarcione

domenica 23 marzo 2025

LA DOMENICA CON GESU', III DI QUARESIMA / C

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Mentre Mosè stava pascolando il gregge…l’ angelo…gli apparve in una fiamma di fuoco dal…roveto…Il roveto ardeva…ma non si consumava. Mosè pensò:…Perché il roveto non brucia ? Il Signore…gridò…dal roveto: Mosè, Mosè !...Togliti i sandali…perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo !...Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto,…Dio disse a Mosè: Io sono colui che sono…Dirai agli Israeliti: Io- sono mi ha mandato a voi…” Gen 3,1-8a.13-15 . 
“…I nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il Mare…furono battezzati…mangiarono lo stesso cibo spirituale,…bevvero la stessa bevanda spirituale…quella roccia era Cristo…” 1 Cor 10,1-6.10-12 . 
 “…Si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici…Gesù disse…: Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte ? No…ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Siloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme ? No…ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo…” Lc 13,1-9.

“IL BIBLISTA HA IDENTIFICATO IL FILO ROSSO CHE LEGA LE TRE LETTURE ODIERNE: IL SIGNORE ATTENDE LA CONVERSIONE DELL’ UOMO ED E’ PAZIENTE ! : CON MOSE’ ( E I SUOI DUBBI DI FRONTE ALLA MISSIONE CHE DIO GLI AFFIDA); CON LE FOLLE (CHE RIMANDANO LA LORO CONVERSIONE) ; CON I CRISTIANI DI CORINTO ( CHE NON SI DECIDONO A SGANCIARSI DALLO STILE E DAL MODO DI VIVERE DEI PAGANI E QUINDI NON CAMBIANO VITA ). IL SIGNORE ASPETTA IL CAMBIAMENTO-CONVERSIONE DI CIASCUNO E DI TUTTI”.

Gesù propone ancora una parabola: “Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: …Sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’ albero, ma non ne trovo. Taglialo, dunque !“. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’ anno, finchè gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti…Se no, lo taglierai “.

“Lo abbiamo già incontrato”- afferma L. Verdi nella sua riflessione, che noi seguiamo - “chino a zappare, lo abbiamo già incrociato, questo Dio contadino infaticabile, che ricomincia sempre d’ accapo e non si lascia abbattere dalle delusioni e dai tradimenti”. Dio è così. Come se dicesse: “Voglio lavorare ancora un anno attorno a quel fico e forse porterà frutto”.

E’ un Dio che si accontenta e si aggrappa ad un fragile “forse”, perché si fida dell’ uomo. Forse ti troverò, forse mi salverò, forse guarirò. Egli resta come sospeso e attende. Porta nel cuore un dubbio e custodisce la bellezza del nostro rientro. Sa che tutto può ancora accadere. Anche quel fico sterile può dare frutti. Anche per noi è bello sentirci sempre, in qualsiasi momento e a qualsiasi età, dei semi. Un concentrato di forza ed energia. Quel Dio contadino e visionario che dedica il suo tempo attorno alla mia terra arida. Forse cambieremo, forse riusciremo a diventare migliori, forse questi nostri difetti svaniranno, ma dobbiamo imparare ad essere pazienti.

Una pazienza che nasconde in cuore un sogno, accarezza e sospinge, accompagna e guida: la pazienza di Dio, che accetta il nostro povero amore, gli altalenanti buoni propositi.

Così, con questo “forse” nel cuore, ci avviamo verso la Pasqua, nel nostro cammino di resurrezione e di vita.

                                                 Mons. Antonio Scarcione

sabato 15 marzo 2025

LA DOMENICA CON GESU', II DI QUARESIMA / C

   …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Guarda il cielo e conta le stelle, se riesci a contarle…tale sarà la tua discendenza. Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia…” Gen 155-12.17-18 . 
“…Molti si comportano da nemici della croce…” Fil 3,17-41 . 
“…Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’ aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco…Mosè ed Elia…Pietro disse a Gesù: Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia…Venne una nube…e dalla nube uscì una voce…: Questi è il Figlio mio, l’ eletto: ascoltatelo…” Lc 9,28b-36.

“LA TRASFIFURAZIONE AVVIENE PROPRIO MENTRE GESU’ E’ IN PREGHIERA. LA COINCIDENZA NON E’ CASUALE. A TRASFORMARE IL SUO VOLTO E TUTTA LA SUA PERSONA E’ LA RELAZIONE CON DIO, IL PADRE SUO”.

Questa pagina del vangelo è un anticipo della Pasqua, un assaggio della resurrezione, come afferma L. Verdi, che noi seguiamo nella suo commento. Appena entrati nel tempo della Quaresima, la Trasfigurazione ci fa intravedere dove stiamo andando, la nostra meta. E cosa importa se tutto ancora deve accadere, come e quando accadrà ? Ora lo sappiamo, cosa ci attende. Accade anche a noi, quando l’ amore scorre nelle vene, di trasfigurarci. Lo leggiamo negli occhi di luce degli innamorati. Lo avvertiamo nel brivido della loro pelle, lo scopriamo da uno sguardo che luccica.

L’ amore non si vede, ma se ne vedono i giochi di luce, gli effetti speciali, come una veste improvvisamente sfolgorante. I volti, le vesti, a contatto con la carne dell’ infinito diventano luce e bellezza. Ma non possiamo pretendere che tutto succeda nelle frenesie della nostra vita, quando siamo distratti o concentrati solo sui problemi e le difficoltà, che possiamo avere. Anche noi, come Gesù, dobbiamo “salire sul monte” e cercare e pregare l’ infinito.

E magari ci sarà un attimo, in cui saremo raggiunti e sommersi da questo infinito e ci sembrerà di sognare in questo bagno di luce, così bello, da chiedere che non finisca mai. Capita anche a noi, quando qualcosa o qualcuno ci raggiunge nel profondo delle nostre fibre, di desiderare di prolungare quel momento all’ infinito.

Non si vorrebbe più uscire da quel mondo caldo e felice. Invece, anche per noi, come per i tre apostoli, arrivano le incertezze, che ci fanno dubitare: cosa succede ? Si stava così bene. Ora c’ è solo nebbia. Ora abbiamo paura. Non vediamo più niente. Ma una voce ci rassicura: Questi è il Figlio mio, l’ Amato, ascoltatelo. Gesù, l’Amore, con l’ iniziale maiuscola, non finisce mai, dobbiamo raggiungerlo, a qualsiasi costo.

                                          Mons. Antonio Scarcione

martedì 11 marzo 2025

Aspettando la XIX (19^) Tavola di San Giuseppe del nobile Quartiere Monte Mira

 

A una settimana dall’evento “Tavola di San Giuseppe”, entra nel vivo la preparazione della XIX (19^) edizione che anche quest'anno sarà realizzata presso la sede del Quartiere di via Floresta.

Seppure partiti in ritardo per via della concomitanza del Carnevale, l'entusiasmo da parte dei soci del direttivo non manca, tutti in fermento per coinvolgere panificatori, attività artigianali, commercianti e tanta altra bella gente per continuare a portare avanti una tradizione ripresa in città nel lontano 2001.

Infatti, il classico pane nelle diverse forme sarà in parte donato dai panificatori piazzesi che puntualmente aderiscono all’iniziativa e in parte acquistato dal Comitato di quartiere.

Il programma di massima delle due giornata così come negli anni trascorsi prevede per giorno 18 l'allestimento e la veglia di preghiera con inizio alle ore 20:15 circa. Il giorno 19 marzo, che quest'anno cade di Mercoledì, la visita per tutta la giornata da parte dei quartieranti, concittadini e visitatori in genere; a mezzogiorno la benedizione della Tavola, nel primo pomeriggio il "Pranzo dei Santi", (San Giuseppe, Gesù Bambino e la Madonna), impersonati da alcuni quartieranti, infine la distribuzione di tutti gli alimenti, ad iniziare dal pane in senso della condivisione verso tutti i presenti.

Per questo grande evento che vede la partecipazione di tanta bella gente, un affettuoso e caloroso ringraziamento va a tutti gli sponsor, i Panificatori, le Pizzerie, le Pasticcerie, i Ristoratori, i Commercianti, le Famiglie, le Suore della Sacra Famiglia, i Soci del quartiere e comunque a Tutti coloro che grazie al loro sincero e fattivo contributo ci permetteranno anche quest'anno di realizzare la XIX Tavola di San Giuseppe.

                                                Laura Saffila

sabato 8 marzo 2025

LA DOMENICA CON GESU', I DI QUARESIMA / C

   …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

Mosè…disse:…E tu pronuncerai queste prole davanti al Signore…: Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto…Gli Egiziani…ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù…Il Signore ascoltò la nostra voce…ci fece uscire dall’ Egitto…e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele…”Dt 26,4-10 . 
“Fratelli, che cosa dice Mosè ? Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore…Se con la tua bocca proclamerai: Gesù è il Signore e…crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo…Rm 10,8-13 . 
“…Gesù… si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto per quaranta giorni, tentato dal diavolo…Gli disse: Se tu se Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane. Gesù gli rispose: Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’ uomo. Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò…tutti i regni della terra e gli disse: Ti darò tutto questo potere….Se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo. Gesù gli rispose: Sta scritto: Il Signore Dio tuo adorerai: a lui solo renderai culto. Lo condusse a Gerusalemme…sul punto più alto del tempio e gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini…affinchè essi ti custodiscano…Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra. Gesù gli rispose: E’ stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo…” Lc 4,1-13.

“LO SCENARIO DI QUESTA I DOMENICA DI QUARESIMA E’ IL DESERTO: LUOGO INFIDO, PIENO DI RISCHI E DI PERICOLI, LUOGO DI DISAGIO E DI SOFFERENZA, DI DISORIENTAMENTO, DI FAME E DI SETE, LUOGO IN CUI EMERGE, DUNQUE, TUTTA LA FRAGILITA’ UMANA. PROPRIO PER QUESTE RAGIONI IL DESERTO E’ UN LUOGO DI PROVA E DI LOTTA. ANCHE PER GESU’ CHE STA PER INIZIARE LA SUA MISSIONE, DOPO IL BATTESIMO DI GIOVANNI NEL FIUME GIORDANO”.

A molti, le tentazioni di Gesù, nel deserto, sembrano strane. Come può essere tentato il Figlio di Dio ? Come può trovarsi in una situazione di prova ? Eppure, tre, dei quattro evangelisti, riportano questo particolare, senza scandalizzarsi.

Come dice bene R. Laurita nel suo commento (Cfr. “Servizio della Parola” n.565 pag. 57): “No, il regno di Dio non si realizza con mezzi facili e immediati. C’è una lotta da affrontare. Ogni anno, viene la Quaresima, perché usciamo dal nostro torpore, dalle nostre illusioni e affrontiamo la realtà del male e del peccato. Pronti ad essere nuovi, autentici e veri”.

Il termine Quaresima non è sinonimo di dieta. Indica ben altro. Quando dedichiamo al cibo un’ attenzione spasmodica, noi finiamo con l’ aprire una finestra sulla nostra esistenza. Siamo attraversati da un’ ansia nevrotica, da un bisogno di divorare, di riempirci, di colmare una fame profonda che nessun nutrimento riesce a calmare. Ma nello stesso tempo abbiamo paura di chiamare per nome questo desiderio, che ci afferra, di avvertire nel nostro io profondo il bisogno di qualcos’ altro.

Il digiuno della Quaresima, in realta’, indica un rapporto diverso col cibo, per avvertire necessità fondamentali, che cerchiamo di coprire, per provare fame e sete di Dio.

Quaresima non è sinonimo di tristezza. Di regole da osservare. Essa, anzi, deve evocare una nuova e concreta libertà. Legami e catene che ci tengono prigionieri degli idoli vengono, finalmente, recisi. Cominciamo a rispettare gli altri, evitando di sfruttarli. Tentiamo di esercitare il nostro ruolo senza essere prepotenti. Accettiamo la fatica di ascoltare, di dialogare, di collaborare.

Tutto nasce dalla fiducia, da una relazione diversa con Dio, che troppo a lungo abbiamo dimenticato o ignorato. Senza di lui, senza affidarsi alla sua bontà, alla sua misericordia, ogni guarigione è impossibile. Ma relazione è sinonimo di tempo, di attesa e di ricerca, di attenzione e di cura. La preghiera, l’ ascolto della Parola servono a questo.

                                             Mons. Antonio Scarcione