"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 25 maggio 2014

La Domenica con Gesù, VI^ di Pasqua

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: "In quei giorni, Filippo...predicava il Cristo...E le folle...prestavano attenzione...Gli apostoli inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi...pregarono per loro, perchè ricevessero lo Spirito Santo..." At 8, 5-8 . 14-17. 

"Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi...Con dolcezza, e risprtto, con retta coscienza..." I Pt 3, 15-18 . "...Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io preghero' il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito, perchè rimanga con voi per sempre"... Gv 14, 15-21.

- Testimoni dell' Amore. In questa VI Domenica di Pasqua emerge il tema dell' amore. Al di là di una certa retorica amorosa e di un linguaggio logoro, di estrazione romantica, il tema dell' amore vuole essere un "discorso nuovo". L' amore è frutto della Pasqua, è "realtà nuova", tanto da indurre i cristiani a coniare un nuovo vocabolo, per esprimere questa specificità: "agape"(=amore di benevolenza). "Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama": proprio un ritratto del discepolo. "Chi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui ".

- Lo Spirito della verità, che è amore. Il riferimento allo Spirito è presente in tutte le letture. I segni della Pasqua durante la missione (le guarigioni) sono segni dell' azione dello Spirito. Ecco perchè gli apostoli lo invocano e lo comunicano nel gesto dell' imposizione delle mani. La testimonianza cristiana, tratteggita nell' esortazione della "Lettera di Pietro", vive dell' azione dello Spirito. Il Paraclito "rimane con noi per sempre". E' lo Spirito della verità, lo Spirito che accende la fede, perchè apre gli occhi della fede, gli unici che "lo vedono e lo conoscono".

Il termine "testimonianza", pur non essendo un vocabolo presente nelle letture, potrebbe essere il nodo, che intreccia molti dei loro fili. Ad es. la "missione" di Filippo, accompagnata dai segni e la preghiera degli apostoli; l' esortazione di Pietro sullo stile dei cristiani e il dono dello Spirito, che accompagna la vita del discepolo.

La "Prima Lettura" narra un evento importante: la missione di Filippo in Samaria. Esperienza convalidata dall' intervento diretto degli apostoli, che pregano ed impongono le mani, confermando interamente l' iniziatva di Filippo.

Anche oggi, siamo chiamati a non aver paura, a "scendere nelle tante Samarie" del nostro tempo, quali le periferie dell' esistenza, che ci disturbano, ma che attendono un annuncio di speranza. Come ai tempi degli apostoli, anche adesso, è necessario che qulche "moderno Filippo" prenda l' iniziativa e diventi un pioniere dei nostri tempi.

Il coinvolgimento degli apostoli, poi, sostiene la missione nella comunione di tutta la Chiesa. Questa dinamica ricorda che la missione è sempre di tutta la comunità, anche se è legata all' impegno di singole persone. La comunità, alla quale San Pietro rivolge la sua lettera, vive in un contesto difficile. C' è da chiedersi, in verità, se esistano realmente contesti facili, dato che il vangelo è sempre segno di contraddiozione. La situazione di prova, sofferenza, fatica, unita alla sensazione di minorità ed estraneità, sperimentate dai cristiani, si intravedono, spesso, tra le righe della stessa lettera.

Il brano di questa domenica è, certamente, una "lezione di stile", una piccola lezione di "metodologia". Sia l' argomentazione, che le parole scelte, sono molto pregnanti, nel delineare le sfumature della testimonianza. Innanzitutto, il rapporto intimo con Cristo: "adorate il Signore nei vostri cuori". Poi, l'assunzione di responsabilità e l' apertura a tutti: "Pronti sempre a rispondere a chiunque". 

La consapevolezza di portare un messaggio significativo, che si intreccia con la vita: "Una speranza che è in noi". Infine, alcuni elementi di stile di grande delicatezza: "Con dolcezza, rispetto e retta coscienza". Queste indicazioni tratteggiano lo stile del cristiano, mite e umile di cuore, come il Signore.

E poi, "meglio soffrire operando il bene, che facendo il male". Anzi, si potrebbe dire, meglio essere cristiani, senza dirlo, che dirlo senza esserlo. La testimonianza, dunque, non appare una categoria vuota; queste parole, al contrario, le danno corpo e ne descrivono sfumature importanti. La testimonianza, vero stile della missione e della presenza dei cristiani nel mondo, è frutto dello Spirito. Esso ci accompagna, ci rende figli, non orfani. Lo Spirito "rende vivo" il Signore, introduce nella comunione con il Padre e il Figlio.

                                                                                    Mons. Antonino Scarcione

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