- La rivelazione di Dio. Al centro del vangelo c' è la triplice auto-rivelazione di Gesù: via, verità e vita. Il contrasto tra il turbamento dei discepoli, il distacco annunciato da Gesù e la tristezza del lutto per la sua uccisione fanno parte della "via", che Dio ha scelto, per rivelarsi all' uomo. La "via" della croce e della risurrezione attraverso la quale è pienamente rivelata la "verità" di Dio ed è comunicata a tutti la sua "vita".
- Gesù, pietra angolare e Figlio di Dio. L' immagine della "pietra viva", rifiutata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio" rende bene il "paradosso" della rivelazione di Dio ed anche lo scandalo che un uomo di Nazareth, ucciso col supplizio della croce, possa avere la "pretesa" di essere la "pietra d'angolo", l' immagine del Padre e il Figlio di Dio
Notiamo, inoltre, che la vita della Chiesa continua, con le sue novità, come ad es., la nascita di nuovi ministeri, di cui parlano gli Atti degli Apostoli. La "I Lettera di Pietro" ed il vangelo ci mettono, chiaramente, davanti all' essenzialità della vita della Chiesa, cioè, la rivelazione di Dio in Gesù, nella sua storia, nel mistero pasquale. Il nucleo del cristianesimo è, allo stesso tempo, il "sasso d' inciampo". Dio infinito si rivela nel finito e la finitezza di Gesù contiene, nello stesso tempo, il mistero di Dio, per il quale è richiesta all' uomo la fede: "Credete a me: io sono nel Padre e i Padre è in me".
- Gesù risorto è via, verità e vita. La triplice auto-rivelazione di Gesù merita, certamente, una grande risonanza, capace di espanderne lo spessore, che, talvolta, appare ridotto ad uno "slogan" e, quindi, non viene colto in tutta la sua portata.
- La "via" è tale, perchè ha come meta il Padre, la sua casa e indica il "movimento" della rivelazione nella storia e il suo compimento nell' "ultimo giorno". La "via", è proprio quella dell' incarnazione, della croce, del ritorno al Padre. Essa è cammino, processo, comunicazione e movimento.
- Così anche la "verità", posta vicino al termine "via" ed in bocca ad una persona, Gesù, che dice di "esserla" e non di "averla", assume un volto concreto: la "verità" è, quindi, una persona, una storia, un dono.
- Infine, la "vita". "Perchè abbiano la vita e l' abbiano in abbondanza": questo è il senso dell' incarnazione e del mistero pasquale. Per mettere a fuoco il mistero pasquale, come rivelazione del volto di Dio, partendo dalle tre parole, utilizzate da Gesù, è molto utile, da una parte, iniziare dalle stesse parole , accompagnate da certi aggettivi, come, via pericolosa, impossibile...verità parziale, irraggiungibile...vita fragile, precaria, bella...; dall'altra parte, dare corpo al contenuto rivelativo di queste parole, facendo riferimento a gesti e incontri di Gesù.
Mons. Antonino Scarcione
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