"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 1 luglio 2018

La Domenica con Gesù, XIII Del Tempo Ordinario / B

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Dio non ha creato la morte…Dio ha creato l’ uomo per l’ incorruttibilità…Per l’ invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo…” Sap 1,13-15; 2,23s . 
“…Gesù Cristo: da ricco che era si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà…” 2 Cor 8,7.9.13-15 . 
“…Giairo…Gli si gettò ai piedi…La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva…Prese la mano della bambina e le disse: Talità kum…Fanciulla, io ti dico: alzati. E subito la fanciulla si alzò e camminava…” Mc 5, 21-43.

Vediamo che la casa di Giairo è nella tempesta: la figlia, una bambina, di dodici anni, è morta. La gente piangeva e gridava. Di fronte alla morte, Gesù si commuove e dice a Giairo: tu continua ad aver fede; e alla gente: “la bambina non è morta, ma dorme”. Allora, Gesù prese con sé il padre e la madre della bambina, le due persone che la amano di più; perché ciò che vince la morte non è la vita, è l’ amore. E mentre si avvia verso la bambina, in silenzio, prende con sé i tre discepoli prediletti, Pietro, Giacomo e Giovanni. Vuole che si “addossino” il dolore di una famiglia, perché così potranno acquisire la sapienza del vivere, la sapienza sulla vita e sulla morte, sull’ amore e sul dolore.

Ed entrò dove si trovava la bambina. Certamente, il luogo dove Gesù entra non è solo la stanza interna della casa di Giairo, è la stanza più intima del mondo, quella della morte, attraverso la quale devono passare tutti gli uomini. Gesù stesso sceglierà di fare l’ esperienza della morte. Lo vorrà fare, per essere con noi e come noi, perché noi possiamo essere con lui e come lui.

“Talità kum” (=Bambina, alzati). Gesù ci solleverà tutti, tenendoci per mano e ripetendo i due verbi, che descrivono la sua resurrezione: “svegliarsi e alzarsi”. Proprio i verbi della nostra piccola “resurrezione quotidiana”.

La bambina si alzò e camminava. Venne, così, restituita ai suoi genitori. Come, opportunamente, afferma E. Ronchi, “su ogni creatura, su ogni fiore, su ogni bambino, in ogni loro caduta, scendono ancora quelle antiche parole: “Talità kum”, dico a te, bambina, alzati, rivivi, risorgi, riprendi il cammino, continua a dare e a ricevere amore”. 

                                                           Mons. Antonino Scarcione

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