Mons. Antonino Scarcione
domenica 4 novembre 2018
La Domenica con Gesù, XXXI del Tempo Ordinario / B
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per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio:
un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa
Messa domenicale
Mons. Antonino Scarcione
“L’ amore che salva”. Dt 6,2-6 .
“Cristo possiede un sacerdozio che non tramonta” Eb 7,23-28 .
“Unico comandamento: l’ amore a Dio e al prossimo” Mc 12,28b-34.
Qual è, nella Legge, il più grande comandamento ? La risposta la conoscevano tutti in Israele, il terzo: santificare il sabato; perché anche Dio lo aveva osservato (“…cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro…” Gen 2,2). La risposta di Gesù, come osserva opportunamente Ermes Ronchi, che seguiamo nella breve riflessione, spiazza tutti. Egli non cita nessuna delle dieci Parole(=i 10 Comandamenti), ma pone, al centro del Vangelo, la cosa che sta nel cuore della vita: tu amerai. Il verbo è al futuro, come fosse un viaggio che non termina mai, quasi una profezia di felicità per ogni uomo.
Il cammino della fede inizia con le parole: “Tu sei amato” e termina con l’ esortazione: “Tu amerai”.Amore). Averle separate, è l’ origine dei nostri mali: fondamentalismo, arroganza e individualismo.
Amerai Dio con tutto il tuo cuore e il prossimo tuo come te stesso.
Notiamo che Gesù non aggiunge nulla di nuovo: la Prima e la Seconda Parola sono già scritte nel Libro.
Semmai, la novità consiste nel fatto che le due Parole costituiscono insieme una sola Parola, la Prima
Ma, in realtà, amare, che cosa ? Amare l’ Amore. Se amo Dio, amo: vita, compassione, perdono, bellezza; ogni briciola di buon pane, ogni atto di coraggio, ogni abbraccio rassicurante, ogni intuizione illuminante, ogni angolo di armonia.
Amerò ciò che lui più ama: l’ uomo, di cui va orgoglioso. Amare come? Mettendosi in gioco, lasciando risuonare e agire la forza dell’aggettivo “tutto”, che viene ripetuto ben quattro volte. Fare tutto di cuore: mente, anima e forza.
Pensiamo, sbagliando, che la santità consista nel dominio delle passioni.
Ma dov’ è questa moderazione delle passioni nella Bibbia ? Notiamo, invece, che l’ unica misura dell’ amore sia quella di “amare senza misura”.
Amare con “tutto” il cuore, con “tutta” la mente, con “tutta” l’ anima, con “tutta” la forza, implica già la “guarigione” dell’ uomo: egli ritrova, così, l’ unità e la convergenza di tutte le facoltà.
Questa diventa la nostra “pienezza” felice: “Ascolta, Israele. Questi sono i comandi del Signore…perché tu sia felice” (Deuteronomio 6.1-3).
Non c’ è altra risposta al desiderio di felicità dell’ uomo: Amerai Dio e il prossimo.
Per raccontare l’ amore verso il prossimo, Gesù “regala” la parabola del buon Smaritano. Per indicare come amare Dio con tutto il cuore, sceglie, invece, una donna, Maria (sorella di Marta e di Lazzaro ), “che seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola” (Lc 10,38 ).
Gesù ci presenta la scelta migliore, idonea a raccontare come si ami Dio: come un’ amica che siede ai suoi piedi, sotto la cupola d’ oro dell’ amicizia e lo ascolta, rapita, e non lascia cadere nel nulla, neppure una delle sue parole.
Amare Dio è ascoltarlo, quasi come bambini e come innamorati.
Mons. Antonino Scarcione
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