Il vangelo odierno segna una svolta decisiva della narrazione lucana. In questo passo vediamo, infatti, come “il volto bello” di Gesù (Cfr. la Trasfigurazione sul Tabor) diventi “il suo volto forte”, proprio nel cammino verso Gerusalemme. “E indurì il suo volto”, come letteralmente riporta il testo.
Certamente, con la descrizione del volto bello tratteggiato sul Tabor, termina la catechesi dell’ ascolto. Invece, con “il volto di Gesù in cammino verso Gerusalemme”, inizia l’ altra catechesi, quella della sequela: “Tu seguimi”.
Come afferma E. Ronchi, Luca in dieci capitoli, racconterà il trionfale e/o drammatico viaggio del Signore verso la Croce. Il primo tratto del volto in cammino lo delinea nella storia di un villaggio di samaritani, che rifiutano di accogliere il Signore. Notiamo, a questo punto, che Giacomo e Giovanni propongono immediatamente: “Vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li bruci tutti ? La posta in gioco, qui, è alta: Gesù mostra chiaramente che egli non ha nulla da spartire con coloro che invocano fuoco e fiamme sugli altri, fossero pure eretici e/o nemici: Dio non si vendica mai.
Gesù è l’ icona della libertà, difende perfino chi non la pensasse come lui. Nel difendere quel villaggio dei samaritani, difende tutti. “Per il Signore l’ uomo conta più delle sue idee: l’ uomo è sempre uomo, samaritano o giudeo, giusto o ingiusto” (D. M. Turoldo).
“Andiamo in un altro villaggio ! “. Egli ha il mondo davanti a sé, un mondo di incontri: c’ è sempre una creatura da ascoltare, una casa a cui augurare la pace, un cieco da guarire, un peccatore da perdonare, un cuore da “fasciare”. Certamente, il volto di Gesù in cammino fa trasparire la sua fiducia totale, nella creatura umana.
Nella seconda parte del vangelo, figurano tre personaggi, che ci rappresentano tutti. “Le volpi hanno tane, gli uccelli nidi, ma io non ho dove posare il capo”. Eppure, Gesù aveva “cento” case di amici e amiche felici di accoglierlo. Con la metafora delle volpi e degli uccelli, Gesù traccia il ritratto della sua esistenza minacciata dalle istituzioni. Chi vuole vivere tranquillo e in pace nel suo nido non potrà essere suo discepolo. Chi ha messo mano all’ aratro e volge lo sguardo indietro non può essere un discepolo. Infatti, ogni discepolo, chiamato a dissodare la terra, è invitato a non guardare sempre a sé stesso, ma al mondo intero.
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