"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 4 febbraio 2024

LA DOMENICA CON GESU', V DEL TEMPO ORDINARIO / B

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…I miei giorni scorrono più veloci della spola, svaniscono senza un filo di speranza…” Gb 7,1-4.7 . 
“…Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero…Debole per i deboli…tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno…” 1 Cor 9,16-19.22-23 . 
“…La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano…Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni…Egli disse loro: Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là…” Mc 1,29-30.

“GESU’ HA INCONTRATO UN GRANDE NUMERO DI PERSONE AFFETTE DA MALATTIE FISICHE O MENTALI. AL CENTRO DEI VARI EPISODI TROVIAMO L’ ATTITUDINE UMANA ALL’ ASCOLTO E ALL’ ACCOGLIENZA DELLE PERSONE. VI E’ L’ INCONTRO. PERCHE’ CURARE E’ ANZITUTTO INCONTRARE. I VANGELI SOTTOLINEANO CHE GESU’ CURA I MALATI (IL VERBO “CURARE” RICORRE 36 VOLTE, GUARIRE RICORRE 19 VOLTE). CURARE SIGNIFICA “ONORARE, SERVIRE, PRENDERSI CURA DI QUALCUNO. IL GESU’ “TERAPEUTA” MANIFESTA CHE “CIO’ CHE CONTA E’ LA PERSONA MALATA, NON LA MALATTIA: EGLI NON PREDICA MAI RASSEGNAZIONE”. CERCA DI RESTITUIRE L’ INTEGRITA’ DELLA SALUTE E DELLA VITA. EGLI LOTTA CONTRO LA MALATTIA.

Come opportunamente sottolinea Massimo Orizio, nel suo commento, la Preghiera iniziale della Messa mette a fuoco e sintetizza il messaggio della celebrazione: “O Padre, che… ti accosti all’ umanità sofferente e la unisci alla Pasqua del tuo Figlio, insegnaci a condividere con i fratelli il mistero del dolore, per essere con loro partecipi della speranza del Vangelo”.

-“Paura della morte”. Lo studioso Ellis afferma: “Il dolore e la morte sono parte della vita. Rifiutarli è rifiutare la vita stessa”. L’ uomo sperimenta in tutta la vita il dramma della sofferenza. Nel dolore l’ uomo avverte il suo limite. Chi soffre sperimenta la problematicità di sé, del mondo e degli altri. Questa sofferenza blocca le possibilità, lacera le relazioni, crea barriere.

L’ esperienza di Giobbe costituisce un universo simbolico, che attraversa i secoli e permane nell’ attualità. Nessuno sfugge al dolore. Da questa fragilità nasce la paura della fine e della solitudine. La sofferenza, inoltre, ingenera il silenzio e l’ angoscia. In queste condizioni gli interrogativi e il mistero si amplificano e gli esiti possono variare: ribellione, sconforto, speranza, resistenza.

In un certo modo, la sofferenza è uno sperimentare già nel presente l’ evento della morte.

-“Dalla morte alla speranza”. Il salmo e il vangelo fanno intravedere uno spiraglio di luce. Giobbe, infatti, non interrompe la sua relazione con Dio; nonostante il suo dolore, egli si pone davanti al Creatore, quasi lo ostenta e lo espone, per provocare una risposta. Nel vangelo, poi, c’ è il tocco “sacramentale” di Gesù, che trasforma la vita, fa risorgere e genera una nuova disponibilità al servizio.

Tale visione, in verità, non contempla la grande speranza e la redenzione apportata dalla Croce. Infatti, soltanto, lo stare alla presenza di Dio, la lode espressa dal salmo, l’ invocazione e il grido di Giobbe, la muta richiesta della suocera di Pietro, innestano un processo inaudito.

                                      Mons. Antonio Scarcione

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