"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 19 luglio 2025

LA DOMENICA CON GESU', XVI DEL TEMPO ORDINARIO

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Il Signore apparve ad Abramo…Egli…vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui…Corse loro incontro dall’ ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: “Mio Signore…non passare oltre senza fermarti…Lavatevi i piedi e accomodatevi…Andrò a prendere un boccone di pane…” . Allora Abramo andò…nella tenda da Sara e disse:…”Tre sea di fior di farina…e fanne focacce…Abramo prese un vitello tenero…e lo diede al servo…” Gen 18,1-10a . 
“…Io sono lieto nelle sofferenze per voi…” Col 1,24-28 . 
“…Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola…” Lc 10,38-42.

“LA SCRITTURA CI AIUTA A SCOPRIRE L’ OSPITALITA’. ESSA E’ UN COMANDAMENTO NUOVO DATOCI DA CRISTO. OSPITALITA’ SIGNIFICA APRIRE LA PROPRIA CASA COME HANNO FATTO ABRAMO, MARTA E MARIA, PER ACCOGLIERE IL FORESTIERO E LO STRANIERO. ACCOGLIERE IL SIGNORE NELLA NOSTRA CASA SIGNIFICA LASCIARLO PARLARE E ACCOGLIERE IL DONO DELLA SUA PAROLA”.

In queste domeniche, come giustamente suggerisce il commento proposto dalle Sorelle Povere di S. Chiara del Monastero S. M. Maddalena in S. Agata Feltria, abbiamo riflettuto su vari tipi di ospitalità: quella data, o meno, a chi annuncia il Vangelo; l’ ospitalità in noi del dolore e della sofferenza dell’ altro. In questa domenica, invece, meditiamo sull’ ospitalità di chi accoglie il Signore, fino a diventare sua dimora.

L’ ospitalità che il Vangelo ci guida a capire, che consiste nel creare uno spazio per l’ altro e dare del tempo all’ altro a fare di sé stessi una dimora, grazie all’ ascolto.

Per divenire dimora per l’ Altro, dobbiamo compiere una scelta: “Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”. Molti sono i gesti di cura, ma c’è una scelta da compiere e che chiede di cogliere, che cosa faccia spazio in noi all’ altro e non solo alla soddisfazione dei suoi bisogni. Maria sceglie ciò che dà senso a tutti gli altri gesti, ciò di cui c’ è bisogno e che libera da giudizi e recriminazioni, a cui, invece, è condotta Marta nel suo molto “fare”: “Non ti importa che mia sorella mi ha lasciata sola a servire ?

Vediamo che la Parola ci invita scegliere la relazione col Signore, fatta di ascolto, di porsi ai suoi piedi. E’ l’ ascolto quotidiano della Parola di Dio, che edifica una persona e ne plasma il cuore. Certamente, la cosa necessaria è la Parola del Signore, che mette a tacere le nostre parole vane e mette ordine e pace nelle nostre relazioni.

L’ unica cosa di cui ci sia bisogno, quindi, è ciò che rimane nel tempo, che non può essere tolto, perché afferente all’ essere stesso della persona, la vita della sua vita. Non è qualcosa che facciamo o misuriamo, bensì è qualcosa che costituisce noi stessi.

Dobbiamo, quindi, liberarci da tante interpretazioni che contrappongono il servizio all’ ascolto della Parola. Tutto questo lo vediamo meglio nel fatto che la parabola del Buon samaritano precede questo evento in casa di Marta e Maria.

Amore verso Dio e amore verso il prossimo sono elementi collegati indissolubilmente. Dobbiamo porre attenzione al modo in cui viviamo e “agiamo”. Non solo è importante il modo, lo è, ancora di più, la radice di tutto ciò che facciamo, perché la fonte, il motore e l’ amore nascono dall’ ascolto della Parola del Signore, che per primo ci ospita nel suo amore.

Dobbiamo sederci ai piedi del Maestro, per imparare a porci ai piedi dei fratelli. Maria, con questo suo atteggiamento, riconosce Gesù, quale Signore.

Notiamo che Maria, stando ai piedi di Gesù, si lascia plasmare dalla sua Parola, divenendo sua serva. Come l’ altra Maria, la Madre di Gesù.

A noi, come discepoli del Signore, non basta compiere dei servizi, fare opere anche grandi. A noi occorre diventare dei servi, ad immagine di Colui che si pone ai nostri piedi, per lavarli. Che sta tra noi come colui che serve fino a donare la propria vita per noi.

                                                         Mons. Antonio Scarcione

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