"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 14 luglio 2012

La Domenica con Gesù XV del Tempo Ordinario

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.


I Lettura. "...Non ero profeta, nè figlio di profeta...Il Signore mi chiamò...mi disse: Va', profetizza al mio popolo
               Israele. " Am 7, 12-15
 II Lettura. "Benedetto Dio,... che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo"...
                       Ef 3,7-14
 Vangelo. "...Gesù' chiamò a sè i Dodici e prese a mandarli a due a due. E ordinò loro di non prendere per il viaggio ...nè pane, nè sacca, nè danaro..."

 
Gesù invia in missione i Dodici. Noi pensiamo che la predicazione sia iniziata solo dopo la resurrezione e la Pentecoste.
 Il vangelo, invece, presenta qui un caso di "missione", di cui anche Matteo e Luca riferiscono. Gesù dà agli apostoli dei consigli, che anche oggi appaiono essenziali: il distacco dalle cose e il portare con sé l'indispensabile. E' importante non perdere di vista lo scopo della missione. Un elemento caratterizzante è certamente quello della povertà, che nasce  dall' "urgenza" dell' annuncio. 
 Marco invita a portare bastone e sandali, in quanto il missionario deve  avere soltanto ciò che rende agile il cammino.
 La povertà viene raccomandata per il fatto che chi predica il vangelo deve avere fiducia in colui che lo ha inviato.
 "Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì". Andare di casa in casa potrebbe sollevare dicerie.
 L'ordine di fermarsi nella stessa casa è finalizzato ad economizzare tempo, sottraendosi agli interminabili riti del saluto, propri dell' oriente.
 La predicazione degli apostoli ha per fine la conversione e l'annuncio del regno di Dio. L' annuncio stesso è contrassegnato da miracoli: gli apostoli, infatti, scacciano demoni, ungono infermi e li guariscono.
 C'è, anche, un altro messaggio del Signore: anche loro, come Gesù, rischiano l' "insuccesso" . Non dovranno, quindi, "meravigliarsi" del rifiuto, né, tanto meno, sentirsi "colpevoli" di eventuali fallimenti; perché il vangelo non si impone a nessuno. L'uomo rimane libero di aderire, o meno, al messaggio. Il compito del "missionario" è, semmai, quello di "seminare" la parola di Dio.
 La polvere da scuotere dai calzari, non dev'essere considerata come una maledizione e/o condanna, bensì vuole significare la grande responsabilità, che ci si assume, in caso di diniego.
 Anche il missionario, come Gesù, dopo il rifiuto, va altrove e continua la predicazione della salvezza.
 E' sbagliato pensare che i successi della Chiesa, delle associazioni e delle attività pastorali dipendano solo dalle capacità organizzative di sacerdoti e laici.
 Infatti, l'esperienza, consolidata nella storia della Chiesa, dice ben altro: i buoni risultati della predicazione sono stati,cioè, conseguiti in momenti difficili e addirittura in tempi di persecuzione.
 Conseguentemente, la cosa più importante non è la "bravura" degli uomini, bensì l'azione dello Spirito Santo. I nostri contemporanei si attendono "testimoni", che credano nel Dio, che annunciano.
 "Cacciare i demoni". Questa indicazione del Signore si può interpretare come un pressante invito a tenere una condotta di vita sobria, per cacciare certi "demoni", come la ricchezza e l'autosufficienza, che allontanano da Dio e dai fratelli.
 Ciò che noi abbiamo, quindi, siamo chiamati a condividerlo in spirito di fraternità. Siamo, inoltre, invitati ad allontanare l'egoismo e l'efficientismo, che talvolta inducono a  relazionarci con gli altri, soltanto quando "servono".
 Il vero cristiano, invece,  sa vedere le sofferenze degli altri e  accogliere le persone per quello che sono e non per quello che hanno; cresce in unità e fraternità nella propria famiglia e nella Chiesa.
 In questo modo, saranno sconfitte le divisioni e le contrapposizioni interne, che rendono la comunità educante poco credibile .
                                                                                 Mons.  Antonio Scarcione

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