"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 3 giugno 2018

La Domenica con Gesù, SS.MO CORPO E SANGUE DI CRISTO / B

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Mosè prese metà del sangue e la mise in catini e ne versò l’ altra metà sull’ altare…Prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo…” Es 24,3-8 . 
“…Cristo…Entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo…una redenzione eterna…” Eb 9,11-15 . “…Prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro dicendo: prendete, questo è il mio corpo. Poi prese il calice…e disse…:Questo è il mio sangue dell’ alleanza, che è versato per molti…” Mc 14,12-16.22-26.

La festa dell’ ‘Eucaristia è stata istituita nel XIII secolo. Rimane, invece, sconosciuta nella tradizione ortodossa. 
L’ intenzione della Chiesa è quella di proporre l’ adorazione e la celebrazione del mistero eucaristico, anche fuori del triduo pasquale. Il messale italiano, anno B, propone il racconto dell’ ultima cena di Marco. Gesù, prima del suo arresto e della sua morte in croce, celebra la Pasqua con i suoi discepoli. Egli sa bene di essere “braccato”, di non potersi fidare neppure di tutti i suoi, perché uno lo ha ormai tradito. Dunque, predispone ogni cosa con molta circospezione.

Occorre preparare il pane, il vino, l’ agnello, le erbe amare, per ricordare l’ uscita di Israele dall’Egitto e la liberazione dalla schiavitù.

Gesù a tavola dice alcune parole sul pane e sul vino. Di questa scena abbiamo quattro racconti, tre nei vangeli ed uno nella Prima lettera ai Corinzi. Le prime comunità cristiane, dunque, volendo restare fedeli all’ intenzione di Gesù, hanno ridetto le sue parole, ripreso i suoi gesti e da allora la cena del Signore è sempre e dovunque celebrata nelle chiese. Innanzitutto, Gesù compie un’ azione rituale. Prendere il pane, spezzarlo e darlo è un gesto quotidiano, fatto da colui che presiede la tavola, ma Gesù lo compie con un’ intensità carica di significato. Infatti, egli assume l’ atteggiamento di Dio che parla ed invita al banchetto, mentre offre come cibo la sua vita, il suo corpo e sé stesso.

Come afferma, giustamente, Enzo Bianchi, di fronte a quest’ azione i discepoli furono certamente scossi e solo dopo la morte e la resurrezione compresero quell’ evento. Il gesto dello spezzare il pane indicava il condividere il pane con i poveri, i bisognosi e gli affamati, esprimendo una condivisione di ciò che fa vivere, che manifesta la comunione tra quelli che mangiano lo stesso pane. Ecco perché il primo nome dato all’ Eucarestia dai cristiani delle origini è “frazione del pane”.

Poi, Gesù prende anche il calice tra le sue mani e dichiara: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’ alleanza, che è sparso per le moltitudini”. Come ha dato il suo corpo, porgendo il pane, così dà il suo sangue, porgendo il calice del vino. Vediamo che l’ evangelista sottolinea che a questo calice “bevvero tutti”, perché il dono di Gesù è per tutti. Certamente, l’ alleanza che Gesù stipula con il dono della sua vita non è più circoscritta al popolo d’ Israele, bensì, è un’ alleanza universale, aperta a tutte le genti.

A questo punto, dovremmo cogliere come il dono dell’Eucaristia non è un premio, un privilegio per i giusti, ma un farmaco per i malati, un viatico per i peccatori. 
L’ Eucaristia è una narrazione in parole e gesti dell’ amore di Dio, è la sintesi di tutta la vita del Figlio Gesù, la sintesi di tutta la storia della salvezza.

                                                             Mons. Antonino Scarcione


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