"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 12 luglio 2020

La Domenica con Gesù, XV del Tempo Ordinario / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra…così sarà della mia parola…” Is 55,10-11 . 
“…La creazione geme e soffre le doglie del parto…Anche noi…gemiamo interiormente aspettando l’ adozione a figli…” Rm 8, 18-23 “ . 
“…Il seminatore uscì a seminare…una parte cadde lungo la strada…un’ altra…sul terreno sassoso…un’ altra cadde sui rovi…un’ altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno, chi ha orecchi, ascolti…” Mt 13,1-23.

Vediamo che Gesù, come afferma Enzo Bianchi, non fa discorsi lunghi e complicati. Ma si serve di brevi parabole, che nascono dal tempo trascorso a ripensare gli eventi quotidiani, che egli stesso osserva nella vita reale. La prima parabola è quella che narra del seme caduto sui diversi tipi di terreno. E’ la più importante. Infatti, è una parabola “in atto”. Gesù sta parlando della sua semina della “parola del Regno” proprio in coloro che lo stanno ascoltando sulla riva del lago: sta descrivendo l’ accoglienza o il rifiuto della parola.

Secondo le usanze agricole della Palestina, la semina avveniva prima che il terreno fosse arato: il contadino spargeva il seme, dovunque. Per questo, come afferma il Signore, una parte cade lungo la strada, dove viene divorata dagli uccelli; un’ altra tra i sassi e subito germoglia, ma, allo spuntare del sole, secca per mancanza di radici; un’ altra tra le spine, che la soffocano; un’ altra, infine, sulla terra buona e porta frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta.

Gesù, poi, spiega il significato della parabola. I quattro tipi di terreno sono tutti rappresentati nel nostro unico cuore. Sono, infatti, quattro le possibili risposte alla Parola di Dio. Occorre interiorizzare la Parola, quasi “ruminarla”, altrimenti il maligno la rapisce dal nostro cuore: l’ ascolto superficiale, certamente, non è un vero ascolto. (E’ il seme seminato lungo la strada ). Inoltre, è facile accogliere la Parola con gioia, per breve tempo. (Essa porta frutto per un attimo, come il seme tra i sassi ).

Occorre lottare contro i seducenti idoli mondani ( particolarmente contro l’ accumulo delle ricchezze ). Altrimenti la Parola viene soffocata come il seme dalle spine. Infine, dice Gesù, “il seme seminato nella terra buona è colui che ascolta la Parola e la comprende. Egli produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta”.

Questo è l’ ascolto “con un cuore bello e buono” (Lc 8,15), che si oppone alla durezza del cuore (Cfr. Dt 10,16). Appare, quindi, opportuno un quotidiano esercizio di ascolto, da non intendersi soltanto come uno sforzo meritorio, bensì, come un predisporre tutto, affinchè la Parola di Dio possa operare in noi.

Infatti, la Parola è sempre efficace e non lascia mai il credente nella situazione di partenza. “Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare…” (Is 55,10). E’ proprio ciò che accade agli uditori di fronte alla persona di Gesù.

                                    Mons. Antonino Scarcione

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