"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 11 dicembre 2021

LA DOMENICA CON GESU', III^ DI AVVENTO / C

       ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele…Il Signore ha revocato la tua condanna…” Sof 3,14-17 . 
“Fratelli, siate sempre lieti nel Signore…Il Signore è vicino…” Fil 4,4-7 . 
“…Le folle interrogavano Giovanni, dicendo: “Che cosa dobbiamo fare ? Rispondeva loro: “Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto…Vennero anche dei pubblicani…e chiesero: “Maestro, che cosa dobbiamo fare ? Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato…Alcuni soldati: “E noi che cosa dobbiamo fare ? Rispose…”Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno…” Lc 3,10-18.

“C’E’ PIU’ GIOIA NEL DARE CHE NEL RICEVERE” (S. Paolo).

Il profeta Sofonia così si esprime: “Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele”. Se ci chiediamo quale sia la ragione di quelle famose parole, troviamo subito la risposta: “Il Signore è in mezzo a te”. Dunque, “non temere più alcuna sventura”, perché egli è “un Salvatore potente”.

-“Quale gioia ?” A questo punto, bisogna sicuramente precisare di quale tipo di gioia stiamo parlando. Sappiamo bene che l’ uomo contemporaneo avverte il bisogno di una gioia autentica. Per identificare la vera gioia, però, dobbiamo volgere lo sguardo verso Dio. Gesù stesso ha conosciuto e apprezzato le gioie umane: la gioia della madre che attende un figlio, quella degli invitati al banchetto di nozze, del pastore che ritrova la pecora perduta, della donna che ritrova la moneta smarrita o del padre che festeggia il ritorno del figlio. Ma il Signore ci ha anche mostrato che la gioia si riceve da un Altro: attraverso l’ abbandono alla volontà del Padre. Chi pone la propria vita sotto lo sguardo del Signore e sa riconoscere che Dio lo ama, conosce la vera gioia. Certo essa non elimina né la sofferenza, né la prova. La gioia cristiana sgorga dal mistero pasquale di Cristo, dalla sua morte e risurrezione.

-“Qual è il motivo e la conseguenza della gioia ? ”. Dio è disposto a dimenticare l’ infedeltà e il peccato del suo popolo. Anche Paolo, scrivendo ai cristiani di Filippi, ribadisce l’ invito alla gioia e ne rivela la ragione: “Il Signore è vicino ! ”. Questa certezza è più forte di qualsiasi sofferenza. Di quale gioia si parla ? Non di una fuga dalla realtà, ma di un modo di affrontarla, senza angustiarsi, senza perdere quella pace che viene dall’ alto.

In effetti, l’ amabilità verso tutti è da considerarsi una conseguenza della gioia. Essa assume diverse facce: pazienza, indulgenza, mitezza, mansuetudine e affabilità. Notiamo subito che Giovanni Battista non avanza richieste impossibili a coloro che sono venuti a farsi battezzare. Tutt’ altro ! Per lui la conversione è:

-praticare la solidarietà, condividendo cibo e vestito con i più indigenti;

-astenersi da ogni arbitrarietà, illegalità e imbroglio, esigendo solo quanto è stato fissato dalla legge;

-rinuncia a qualsiasi sopruso, violenza e malversazione, approfittando del proprio potere, del ruolo e della propria condizione.

In queste semplici indicazioni, viene evocata la gioia del dono, dell’ onestà, della legalità, della non violenza e del rispetto dei diritti. Certamente, come insegna Paolo: “C’ è più gioia nel dare che nel ricevere”.

                                     Mons. Antonio Scarcione

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