"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 6 novembre 2022

LA DOMENICA CON GESU', XXXII DEL TEMPO ORDINARIO / C

   ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Ci fu il caso di sette fratelli che…furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite…Uno di loro…disse:…Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri…” 2 Mac 7,1-2.9-14 . 
“Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio…conforti i vostri cuori…” 2Ts 2,16-3.5 . 
“…C’ erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette,…morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna…alla resurrezione di chi sarà moglie ?...Gesù rispose:…Quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione non prendono né moglie né marito…Perché sono uguali agli angeli…” Lc 20, 27-38.

“COSA CI ATTENDE DOPOLA MORTE ? E’ UN INTERROGATIVO CHE IMPONE ALL’ UOMO UNA SERIA RIFLESSIONE. LA FEDE NELLA VITA ULTRATERRENA SI CONSOLIDA PROGRESSIVAMENTE IN ISRAELE, E GESU’ NE CONFERMA LA VERIDICITA’. LA SUA RISURREZIONE E’ PRIMIZIA DELLA REDENZIONE DEI CREDENTI. I SADDUCEI, INVECE, NON CREDONO CHE L’ ANIMA POSSA SOPRAVVIVERE AL CORPO, MA GESU’ DIMOSTRA CHE DIO NON E’ DEI MORTI, MA DEI VIVI”.

Seguiamo la riflessione del teologo, Roberto Laurita. Egli esordisce, dicendo che I sadducei (=che non credono alla risurrezione), si recano da Gesù con l’ intenzione di mettere in ridicolo coloro che credono nella risurrezione. Pensano proprio di avere buon gioco con lui. Infatti, la storiella dei sette fratelli, che raccontano, presumono che debba distruggere qualsiasi possibilità di parlare di risurrezione. Non sarà nemmeno necessaria una lunga discussione, perché chi la pensasse diversamente sarebbe “sepolto da una risata”. L’ arma scelta si rivela, invece, un fallimento. Sì, perché attraverso di essa, gli interlocutori rivelano il loro modo errato di concepire il rapporto con Dio.

A loro avviso, la relazione di Dio con gli uomini è provvisoria, dura solo quanto dura la vita di un uomo. Poi, tutto è finito. L’ amore di Dio, quindi, svanirebbe come neve al sole. Da questa visione emergono una “filosofia di vita” e un “comportamento”, che Gesù non può accettare affatto.

Non è certamente questo il Dio che si è rivelato ai patriarchi, il Padre che Gesù ha rivelato agli uomini e che lo ha mandato a manifestare un progetto di salvezza, generato da un amore smisurato. L’ alleanza che egli offre non è una passeggiata, destinata a terminare presto.

Egli è un Dio che ama la vita. E’ un Dio che si impegna per la vita, al di là di qualsiasi nostra immaginazione e congettura. E’ un Dio che, per salvaguardare la vita, è disposto a pagare un prezzo altissimo: la morte del proprio figlio in croce. E’ il Dio che entra nella storia dell’ umanità, per trasformarla e trasfigurarla.

                                         Mons. Antonio Scarcione

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