"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 28 maggio 2023

La Domenica con Gesù, PENTECOSTE / A


 …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…All’ improvviso un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso e riempì tutta la casa…lingue come di fuoco che si…posarono su ciascuno…e cominciarono a parlare in altre lingue…siamo Parti, Medi, Elamiti…” At 2,1-11 . 

“…Vi sono diversi carismi…diversi ministeri…diverse attività…Come…il corpo è uno solo e ha molte membra…e…pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo…” 1 Cor 12,3b-7.12-13 .

 “…Mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano…venne Gesù…e disse: Pace a voi ! come il Padre ha mandato me, anch’ io mando voi…A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati…” Gv 20,19-23.

“DOPO 50 GIORNI ( PENTECOSTE), “L’ ALBERO” E’ GIUNTO AL COMPIMENTO DEL SUO SVILUPPO. HA PORTATO IL FRUTTO DELLO SPIRITO, CIOE’, IL FINE ULTIMO, LA MATURITA’ DELLA PASQUA DI RESURREZIONE. E’ LA MATURITA’ DEL CRISTIANO, LA MATURITA’ DELLA CHIESA, CHE PORTA IN SE’ TUTTA LA POTENZA SALVIFICA DELLA PASQUA. E’LA MATURITA’ DEL MONDO, PRONTO PER ESSERE RACCOLTO DAGLI OPERATORI DEL VANGELO” (M. DELLA BIANCA).

Come afferma, opportunamente, il commentatore, il discepolo adesso è chiamato ad addentrarsi nei meandri del mondo e in quelli del proprio cuore. Può farlo, grazie allo Spirito, che gli ha donato un linguaggio, che gli uomini avevano perduto: il linguaggio della misericordia, della consapevolezza del limite, che ci distingue dall’ altro, rendendoci entrambi originali. Nonché il linguaggio dell’ accoglienza, elemento fondamentale, che è alla base della vita, che, se non viene accolta, non esiste.

-“Giungla o frutteto ? “ Stiamo assistendo ad un paradosso: In un mondo iperconnesso, sembra che il dialogo si sia man mano affievolito. Da un lato figurano particolarismi sempre più ristretti, in cui il senso di appartenenza viene riservato a gruppi sempre più piccoli: ad es., dalla nazione fino al singolo individuo. Dall’ altro lato assistiamo a preoccupanti fallimenti diplomatici.

Sembra quasi di trovarci in una nuova Babele, in cui l’ unificazione basata solo sull’ autorealizzazione si scontra con l’ esigenza del bisogno di parlare con Dio, non di prendersi il suo posto. C’ è il bisogno di mettere in comunione con gli altri i cuori, prima che i quattrini. La confusione delle lingue, così, fa emergere la netta diversità che ci rende tutti unici e, per questo, bisognosi del dialogo con colui che, solo, in quanto Padre e Creatore di tutto, è capace di riunirci insieme. Solo nella prospettiva di Dio, quella giungla, che è il mondo, diventa un frutteto nel quale addentrarsi.

-“Conserva o macedonia ?” Ciò vale, innanzitutto, per la Chiesa. La Pentecoste esprime chiaramente che tipo di comunità dev’ essere quella dei discepoli del Signore. Il frutto che lo Spirito ha maturato in loro non è per la conserva, in cui tutto viene mischiato e chiuso ermeticamente in attesa di tempi migliori. Il frutto di ognuno va mescolato a quello degli altri, ognuno con il suo sapore, ma al tempo stesso, armonizzato al sapore degli altri. A ciascuno lo Spirito dà una sua particolare manifestazione, orientata al bene comune.

-“Uno per uno o quantità industriali” ? L’ annuncio di pace e il dono dello Spirito, con la capacità di dare un perdono pieno, mostrano lo stile con cui lo Spirito stesso attira verso il Signore. I discepoli dovranno, come Gesù, incontrare le persone, dare loro l’ augurio di pace e portare misericordia dovunque. L’ annuncio colpisce nel segno, quando uno si sente toccato e interpellato nella propria vita personale. La ferita della colpa, la responsabilità delle proprie azioni e tutti i dubbi vengono sanati dallo Spirito che, con un incontro personale con un discepolo di Cristo, ha raggiuto anche noi. Il perdono diventa, quindi, il legame essenziale, che costituisce la Chiesa: un legame, della cui qualità occorre prendersi cura, perché è la misura del nostro essere figli misericordiosi come il Padre. 

                                                                      Mons. Antonio Scarcione

 

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