"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 7 settembre 2024

LA DOMENICA CON GESU', XXIII DEL TEMPO ORDINARIO / B

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Coraggio, non temete ! Ecco il vostro Dio…Viene a salvarvi. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi…Lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto…” Is 35,4-7a . 
“…Supponiamo che, in una vostra riunione, entri qualcuno con un anello d’ oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro…Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: tu siediti qui…e al povero dite, tu mettiti là in piedi…Non fate forse discriminazione…? Gc 2,1-5 . 
“…Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano…Gli pose le dita nelle orecchie e con la saliva gli toccò la lingua…Emise un sospiro e disse : “Effatà”, cioè, “Apriti” ! Subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della lingua e parlava correttamente…” Mc 7,31-37.

“IL VANGELO ODIERNO SI SVOLGE IN TERRITORIO PAGANO. GESU’ SI TRATTIENE LA’, PERCHE’ IL SUO ANNUNCIO RAGGIUNGA I PIU’ LONTANI. GLI VIENE PORTATO UN SORDOMUTO E PRONUNCIA UNA PAROLA, SINGOLARE ED EFFICACE: “EFFATA’”, CIOE’, “APRITI”. LA GUARIGIONE CONSISTE QUINDI IN UN’ APERTURA COMPLETA. LA PERSONA E’ RICOSTITUITA NELLA SUA CAPACITA’ DI COMUNICARE CON DIO E CON GLI ALTRI”.

Lo studioso, Gabriele Tornambè, fa un breve commento. Esso ruota attorno ad alcune parole, che caratterizzano la pagina del vangelo odierno: guarigione, coraggio, apertura a Dio e agli altri, gli smarriti di cuore (cioè, con ansia, debolezza, paura…)ritrovano la strada. Noi lo seguiamo nella sua riflessione (Cfr. Servizio della Parola, n.559 pag. 74).

“Guarigione”. Il termine guarigione viene inteso in senso ampio: guarigione spirituale oltre che corporale. Per quest’ ultima, sarebbe opportuno non dimenticare il riferimento alla salute mentale, che specialmente nei nostri giorni, sembra essere stata intaccata. Il tema della guarigione potrebbe toccare anche alcune nostre strutture relazionali, sociali ed ecclesiali.

La famosa “conversione pastorale”, di cui parla Papa Francesco, può essere una via di guarigione da situazioni e/o condizioni malate, nelle quali vivono o sopravvivono molte nostre comunità ecclesiali.

La sensibilità ecologica, sviluppatasi negli ultimi tempi e divenuta popolare anche tra i cristiani, ci sollecita a riflettere su quanto sia “sano” il nostro rapporto con il creato e quanto debba essere, eventualmente, “sanato”, anche in un impegno a favore della tutela del creato, di cui l’ uomo è parte e custode.

“Coraggio”. La parola coraggio risulta inflazionata. Collocarla in modo cristiano potrebbe fare la differenza ! E’ parola detta da Dio ai cuori timorosi, a cui rivolge il messaggio di salvezza. Sappiamo bene che, oggi, sono molte le situazioni di timore che il cristiano è chiamato ad affrontare: le ingiustizie nel mondo del lavoro, le ineguaglianze tra uomo e donna, le violenze psicologiche e fisiche, il bullismo tra giovani e giovanissimi, le strutture di peccato che soffocano il senso di giustizia di molti cristiani onesti.

La forza, che viene da Dio e che la parola “coraggio” evoca, può essere identificata in alcuni testimoni dei tempi a noi vicini, veri martiri della fede: Rosario Livatino, Giuseppe Puglisi, Gianna Beretta Molla, Maria Goretti…, segni visibili di Dio, che “fa bene ogni cosa”.

“Apertura a Dio e agli altri”. Le “chiusure” del covid sembrano aver portato strascichi non indifferenti, specie tra le giovanissime generazioni. La socialità sembra essersi trasformata; l’ ecclesialità si è “rachitizzata”. Da un lato la mancanza di schemi e sistemi nuovi ci impedisce nuove connessioni interpersonali e spirituali. Dall’altra la richiesta di nuovi spazi d’ incontro nelle città e nelle chiese, non ci trova preparati.

Come aprirsi ed aprire, in quanto comunità ecclesiali, a nuove esigenze con la potenza salvifica del vangelo ?

Aprirsi all’ azione salvifica di Dio, è atto divino che richiede disponibilità umana: è rendersi capaci all’ azione di Dio. Aprire all’ alterità e alla diversità in nuovi universi multiculturali ed interculturali, secondo quanto la Parola di Dio ci invita a fare.

“Gli smarriti di cuore”. Certamente si tratta di smarriti esistenziali (per ansia, debolezza, paura…). Cristo è la nostra “soluzione”, la nostra “giustizia”, la nostra salvezza: Egli non è una parola, un concetto, ma una persona : è Cristo Gesù, il cui nome stesso significa: “Dio salva”. E questa parola è performativa: agisce !

                            Mons. Antonio Scarcione

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