sabato 25 gennaio 2025
LA DOMENICA CON GESU', III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / C
…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
AL CENTRO DI QUESTA LITURGIA C’ E’ LA PAROLA DI DIO. QUESTA PAROLA, PROCLAMATA E ASCOLTATA DAL POPOLO EBRAICO, SI COMPIE IN CRISTO. EGLI E’ IL VERBO ETERNO DEL PADRE, LA PAROLA FATTA CARNE, ATTRAVERSO LA QUALE IL PADRE HA RIVELATO SE’ STESSO. A NAZARET INFATTI GESU’ APRE IL LIBRO DI “ISAIA”, LEGGE IL PASSO CHE RIGUARDA LA SUA MISSIONE E LO APPLICA A SE’.
“Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’ unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista…e proclamare l’ anno di grazia del Signore…Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”.
Un “oggi” che è per sempre, un “oggi” che non diventa ieri- come opportunamente afferma Luigi Verdi, che noi seguiamo nella sua formidabile riflessione-il ricordo di un qualcosa avvenuta lontano nel tempo, ma che ricomincia sempre, come un incepparsi del calendario, come un orologio che non fa scorrere le lancette.
L’“Oggi”, che leggiamo nel Vangelo, scritto 2.000 anni fa, è veramente oggi: è l’ oggi della mia vita. E’ l’ oggi di Zaccheo. Gesù gli dice: “Scendi subito, perché, oggi, devo fermarmi a casa tua”. E’ l’ oggi del dacci, oggi, il nostro pane quotidiano, ed ha, a volte, il sapore amaro dell’ oggi, “tu mi tradirai”, detto da Gesù a Pietro.
Quando Dio entra nella storia, lo fa per sempre. Perché l’ amore non si stanca mai. A questo punto, vediamo che Gesù non spiega il brano di Isaia, che ha appena letto. Perché il programma è quello. Alle parole succedono i fatti, la Parola diventa gesto concreto: per gli afflitti e i poveri oggi, proprio oggi, inizia un tempo nuovo.
Gesù comincia dalle periferie della terra, da chi non ce la fa più: con Lui gli ultimi saranno i primi, le prostitute precederanno i giusti nel regno dei cieli. Le novantanove pecore saranno abbandonate per amore di quella che si è perduta. C’ è proprio un capovolgimento delle logiche razionali. Con Lui servono altri occhi, capaci d’ intravedere il germoglio sotto la neve, la primavera nel cuore dell’ inverno, l’ infinito nel finito.
I tuoi occhi , Gesù, vedono oltre. Per te ognuno di noi è un piccolo infinito, degno di essere guardato, accarezzato, amato, e diventa il figlio prediletto. La pecorella portata tra le braccia: piano, per non farle del male.
Per tutti noi poveri, prigionieri, ciechi, oppressi è questa speranza che si compie. Anche nel buio, nelle nostre debolezze, nelle fatiche e nei nostri sogni.
Mons. Antonio Scarcione
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento