"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 22 febbraio 2025

LA DOMENICA CON GESU', VI DEL TEMPO ORDINARIO / C

   …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Maledetto l’uomo che confida nell’ uomo…Sarà come un tamerisco nella steppa…Benedetto l’uomo che confida nel Signore…E’come un albero piantato lungo un corso d’ acqua…Non teme quando viene il caldo…” Ger 17,5-8 . 
“…Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede…Invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti”. 1 Cor 15,20-26 . 
“…C’ era gran folla…da tutta la Giudea, da Gerusalemme, e dal litorale di Tiro e di Sidone. Ed egli…diceva: Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio…Beati voi, quando gli uomini vi odieranno…a causa del Figlio dell’ uomo…Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione…Lc 6, 20-26.

"E’ EVIDENTE CHE GESU’, IN QUESTO PASSO DEL VANGELO, PARLA A COLORO CHE LIBERAMENTE, ASSUMONO, COME PARADIGMA, LA POVERTA’. L’ INTENTO DEL MAESTRO E’ QUELLO DI AIUTARE I SUOI INTERLOCUTORI A COMPRENDRE, COL CUORE E CON LA MENTE, CHE PER ESSERE FELICI BISOGNA CONDIVIDERE. SI’, PERCHE’, EVANGELICAMENTE, NON SI PUO’ ESSERE FELICI DA SOLI. PURTROPPO, A DUEMILA ANNI DALLA VENUTA DEL MESSIA, DOBBIAMO PRENDERE ATTO CHE IL MONDO GLOBALIZZATO E’ SEGNATO DALLE DISEGUAGLIANZE.

OGGI, MENO DELL’ 1% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE, POSSIEDE UNA RICCHEZZA SUPERIORE AL RESTANTE 99%".

Come, opportunamente, afferma Samuele Riva nel suo commento, che noi seguiamo, la liturgia, oggi, ci propone la lettura e meditazione del discorso-manifesto della morale secondo Cristo, che Matteo chiama “della montagna” e Luca, invece, chiama “della pianura”, perché la pianura si presta meglio all’ impresa grandiosa dell’evangelizzazione, l’annunzio del Vangelo fino agli estremi confini della terra (Cfr. Servizio della Parola n. 564, pag. 158 e ss.).

Siamo chiamati come chiesa all’ ascolto di quanto il Signore proclama, sia che collimi sia che contrasti con i nostri gusti e desideri. Perché le beatitudini ed i guai proclamati da Gesù Cristo tracciano la carta d’ identità del cristiano.

Per accogliere il messaggio di beatitudine e di guaio, la liturgia ci propone Geremia, che denunzia il principale peccato umano, causa ed origine di tutti gli altri: l’ idolatria. Rifiutare, cioè, Dio, per sostituirlo con cose o persone. Si tratta di scegliere liberamente, individualmente e comunitariamente, tra vita-deserto inospitale o vita-giardino lussureggiante e fruttuoso.

Il Signore accompagna le beatitudini con i relativi ed opposti guai, anzi, ha vissuto, sulla sua pelle, le beatitudini e i guai e, da Lui, le beatitudini e i guai si sono allargati a cerchi concentrici su coloro che hanno creduto ed abbracciato la sua proposta di vita. Anche il regno del dolore, addirittura, viene trasformato in regno dell’ amore e della salvezza, e quindi in beatitudine.

Gesù Cristo, crocifisso e risorto, è la beatitudine per chiunque è afflitto dai guai della vita, Gesù Cristo è il modello e riferimento per ogni ricerca di felicità e di beatitudine: Dio, esperto nel trasformare il male in bene, la tristezza in gioia, la tenebra in luce, la sofferenza in salvezza, la morte in vita. Nella povertà e miseria, Gesù si è fidato e affidato al Padre, che gli ha fatto sperimentare la beatitudine della resurrezione. Così il discepolo, oggetto di odio, di emarginazione, di insulto e disprezzo, vive una tale identificazione al Signore Gesù Cristo, da partecipare alla sua Passione, morte e risurrezione.

Ma ben altri sono i guai della vita, le sciagure che ci possono aggredire: la ricchezza che diviene prigione del cuore e della vita, la sazietà che confonde e distoglie dai veri beni della vita. Evidentemente, questi discorsi non si possono inquadrar nella logica umana, ma nel progetto e nello stile sapiente ed amorevole di Dio, che non si serve di sofismi, ma dell’ amore.

Del resto, se Cristo non è risorto, ci ricorda Paolo, ogni ragionamento o proposta evangelica collassano su sé stessi.

E’ solo la Pasqua la ragione e la forza che mantiene in vita qualsiasi proposta evangelica.

Ogni domenica, saggiamente, la chiesa fa risuonare il kerygma (l’annuncio): “Cristo è risorto”.

                                          Mons. Antonio Scarcione

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