Abramo, Isacco e Giacobbe |
sabato 24 agosto 2013
La Domenica con Gesù, XXI del Tempo Ordinario/C
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale
Testi:
"Cosi' dice il Signore: Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le
lingua; essi verranno e vedranno la mia gloria..." Is 66, 18 b-21.
"...Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore...Dio vi tratta
come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre ?..." Eb
12, 5-7. 11-13.
"...Un tale gli chiese: Signore, sono pochi quelli che si
salvano ? ..." Lc 13, 22-30
Alla
domanda dell' anonimo interlocutore, Gesù non risponde direttamente, ma
valorizza il quesito, per fornire un insegnamento. Infatti ci sollecita a non
preoccuparci per il futuro, conosciuto soltanto da Dio, ma a concentrare la
nostra attenzione sul presente. A questo proposito, si serve dell' immagine del
banchetto e della porta di accesso. E' una porta "stretta" e l'
entrata richiede uno "sforzo" . Per comprenderne il senso, appare
opportuno consultare gli "Atti degli Apostoli", dove possiamo
leggere:
" Dopo
aver annunciato il Vangelo...ritornarono a Listra, Iconio e Antiochia,
confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede, " perché,
dicevano, dobbiamo entrare nel regno di Dio, attraverso molte
tribolazioni" ( 14, 22-23 ). Notiamo che si tratta, quindi, di perseverare
nella sequela del Signore, che, per primo, percorre la via
del Calvario. Alla sua comunità, che oscilla tra facili entusiasmi e
successivi scoraggiamenti, Luca ricorda che occorre " prendere" la
propria croce, "ogni giorno", per non essere come coloro che,
"quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici;
credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno" ( 8, 13
) .
La
porta stretta potrebbe essere un' allusione all' architettura delle sinagoghe,
dotate di una porta principale, larga, destinata alle persone altolocate e una
porta secondaria, stretta, per coloro che vivono ai margini della società.
Entrare dalla porta stretta, potrebbe, quindi, indicare umiltà e solidarietà
con chi non è considerato degno di accedere dalla porta principale: donne,
mendicanti, disabili, Gentili.
Un
particolare inquietante: la porta non rimarrà aperta per sempre. Il padrone di
casa sta per tornare e la porta sarà chiusa. La domanda iniziale, dunque, dev'essere
cosi' modificata dal lettore del Vangelo: non "quanti si salveranno",
bensì , cosa fare, "per essere inclusi ? ". La parabola
toglie ogni falsa sicurezza: l' ingresso non sarà garantito dalla semplice
"familiarità" con Gesù !
-
"Condividere il banchetto": indica la condivisione della vita del
Maestro. Non basta, quindi, mangiare e bere con lui e ricevere il suo
Corpo e il suo Sangue: è necessario fare proprie le sue scelte.
-
"Ascoltare la Parola": indica accogliere il Regno, per divenire figli
del Regno. Le parole di Gesù non sono "magiche": richiedono l'
attuazione responsabile di coloro che ascoltano con "cuore integro e
buono, capace di custodirle e di produrre frutto con perseveranza" ( 8, 15
). L' ultima parte della parabola contrappone gli esclusi e gli ammessi: "
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe
e tutti i profeti nel Regno di Dio, voi invece cacciati fuori" ( v.28 ).
E'
fondamentale "operare la giustizia" (v.7): il termine greco
"dìkaios" ( = giusto ) designa chi vive nel corretto rapporto con Dio
e trasforma l' esistenza in un atto di adesione alla sua volontà. Il Regno
appartiene ai giusti di ogni tempo. Abramo, Isacco e Giacobbe rappresentano il
popolo dell' Alleanza: Luca aggiunge i profeti (perseguitati e talvolta
uccisi); insieme a loro una moltitudine proveniente dai quattro punti cardinali
(proprio la dimensione universale della salvezza).
A
questo punto, come identificare gli "ultimi che saranno primi e i primi
che saranno ultimi ? " (v. 30). Forse Gesù parlava dei propri
contemporanei; probabilmente, Luca pensava ai membri della propria comunità,
che pur partecipando alla "memoria" del Signore e ascoltando le sue
parole, "non le mettono in pratica". Evidentemente la riflessione può
essere applicata a chiunque non "lotta", per entrare dalla porta
stretta e non si lascia plasmare dalla mensa e dalla Parola del Signore.
Chi,
dunque, si salverà ? Tutti coloro che abbracceranno "la logica della
croce" e seguiranno il Signore. Ognuno può essere escluso e ognuno può
essere incluso; non conta l'essere giudeo o pagano, conta, invece, la
"conversione" e lo sforzo perseverante, evitando di diventare
"operatori d'ingiustizia". Dunque, l'appello ultimo è fatto al
lettore, affinché agisca, "ora", per non rischiare di
precludersi l' ingresso alla porta della vita.
Quanti
si salveranno ? La risposta è: tutti coloro che appartengono al popolo di
Dio, costituito da Giudei e Gentili, poveri, disabili, donne e da chiunque
"lotta" e persevera nella sequela del Signore.
Mons. Antonio Scarcione
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