Mons. Antonino Scarcione
domenica 22 ottobre 2017
La Domenica con Gesù, XXIX del Tempo Ordinario / A
……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.
Mons. Antonino Scarcione
Testi: “…Io sono il Signore e non c’ è alcun altro, fuori di me… “Is 45,1.4-6 .
“…Rendiamo grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presente l’ operosità della vostra fede…” I Ts 1,1-5b .
“…Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio…” Mt 22,15-21.
E’ lecito, o no, pagare il tributo a Roma ? Insomma, tu stai con gli invasori o con la tua gente ? Ecco la trappola, ben congegnata dai farisei, per il giovane maestro.
Con qualsiasi risposta, Gesù avrebbe rischiato la vita: o attraverso la spada dei Romani (quale istigatore alla ribellione contro i Romani), o attraverso il pugnale degli Zeloti ( quale sostenitore degli stranieri occupanti). Ma Gesù non cade nel tranello, anzi, bolla i farisei con l’ epiteto di ipocriti.
E afferma: mostratemi la moneta del tributo. Siamo a Gerusalemme, nell’ area del tempio, dove era severamente proibito introdurre qualsiasi immagine umana, anche se incisa sulla moneta.
I farisei, quindi, che hanno portato dentro il tempio la moneta pagana, sono proprio loro a violare la norma, perché reca impressa l’ effigie dell’ imperatore Tiberio.
Essi sbagliano, infatti, seguono “la legge del denaro” e non quella di Mosè. Bisogna rendere, dunque, a Cesare quello che è di Cesare.
Ecco perchè: perché abbiamo ricevuto istruzione, sanità, giustizia, coesione sociale, servizi, cultura, assistenza, dobbiamo, allora, “versare qualcosa”.
Dare a Cesare significa, conseguentemente, pagare, tutti, le imposte. Come non applicare la chiarezza di Gesù ai nostri giorni su: manovre finanziarie, tasse e fisco ? Per i farisei di oggi, purtroppo, evadere le imposte, è diventata cosa normale.
E aggiunge: Restituite a Dio quello che è di Dio. Come opportunamente dice E.Ronchi, “di Dio è la terra e quanto contiene”. L’ uomo è cosa di Dio. Di Dio è la nostra vita. Neppure essa ci appartiene. Ogni uomo e ogni donna vengono al mondo, come talenti d’ oro su cui è scolpita l’ immagine di Dio e l’ iscrizione: “tu appartieni alle sue cure”. Restituisci a Dio ciò che è di Dio, cioè te stesso. Dunque, a Cesare le cose, a Dio le persone.
A Cesare oro e argento, a Dio l’ uomo. A me ed a ogni persona, Gesù ripete: tu non appartieni a nessun potere, resta libero da tutti. Ad ogni potere umano il Vangelo dice: non appropriarti del’ uomo. Non violarlo, non umiliarlo.
Mons. Antonino Scarcione
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento