"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 15 ottobre 2017

La Domenica con Gesù, XXVIII del Tempo Ordinario / A

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale.

Testi: “Preparerà il Signore…per tutti i popoli…un bancheto di grasse vivande,…di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati…” Is 25,6-10° . 
“Fratelli, so vivere nella povertà come…nell’ abbondanza…” Fil 4,12-14.19-20 . 
“…Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio…” Mt 22,1-14.


Quella del vangelo odierno, è un a parabola inquietante: non riusciamo a capire molte cose di questo re. Né, tanto meno, comprendiamo, perché gli invitati declinino l’ invito e continuino a dedicarsi ai loro affari. Gli invitati, come giustamente afferma Paola Bignardi, siamo noi, che non comprendiamo il valore del banchetto di nozze e non apprezziamo l’ opportunità offertaci, a causa di impegni, interessi e pigrizie.

L’ indifferenza nei confronti di Dio è molto estesa e sembra aumentare. Sono almeno tre le categorie di indifferenti, che “vedono Dio come un intruso”, uno che disturba.

1.”Vi è chi subisce la vita”. Si tratta della passività, che riguarda una certa “filosofia dell’esistenza”, ed è diffusa non solo tra i giovani. Come se mettersi in disparte, compilare la propria pagina di “faceboock” o giocare alla “play station”, o fare nulla, potesse riempire la giornata.

2.”Vi sono, poi, quelli che non hanno tempo per Dio”, perché hanno tante cose “serie” da fare: i loro affari, i loro interessi, i loro impegni, e, poi, il diritto di “spassarsela” un po’ ! Sono quelle persone, che, avvolte e travolte dalla “schiuma” della vita, dalla sua parte “superficiale”, non hanno mai tempo per il Signore: pensano di potersela cavare da sole: nelle loro giornate non c’ è spazio per il silenzio, per la preghiera e per Dio. Non “toccano” mai la soglia della chiesa, salvo, forse, per Natale e Pasqua. Vi è un modo di vivere, che non permette più di gustare, desiderare, cercare ciò che è in profondità, né, tanto meno, ci si accorge che, in una vita vissuta così, mancano la gioia, la gratuità e l’ amore. Per ritornare ad intuire la bellezza dell’ invito da parte di Dio alla festa, forse, è necessario recuperare uno stile di vita più essenziale ed uscire dal consumismo, che riempie la vita di cose e, quasi, “anestetizza” le coscienze.

3.”Ci sono, in fine, coloro che sono stati abituati a vedere Dio come uno che alla vita toglie qualche cosa”. Costoro, forse, nel loro cammino hanno incontrato chi ha parlato solo di un a vita cristiana, fatta di sacrifici, rinunce, mortificazioni, doveri ed impegni. Essi, più che indifferenti, si sentono “infastiditi” da Dio. E, quindi, girano alla larga ! In questo caso, bisognerebbe che nella comunità cristiana ci si chiedesse, qual è l’ immagine di Dio e di vita cristiana, che vengono comunicate, ad esempio, ai giovani ?

Vediamo, quindi, che gli indifferenti non sono una categoria, bensì, persone che Dio conosce nella profondità delle loro coscienze.

E noi, a quale di questi tre tipi pensiamo di appartenere ? Il vangelo di questa celebrazione riesce a farci intravedere e desiderare la bellezza dell’ invito alla festa da parte Dio ed a farci adottare qualche decisione ?

                                                                                              Mons. Antonino Scarcione



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