"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 24 febbraio 2018

La Domenica con Gesù, II di Quaresima / B

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Abramo…prendi il tuo figlio…Isacco…e offrilo in olocausto…L’ angelo disse: Non stendere la mano contro il ragazzo…Ora so che tu temi Dio…” Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18 . 
“Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi ? “ Rm 8,31b-34 . 
“…Le sue vesti divennero splendenti, bianchissime…Dalla nube uscì una voce: Questi è il Figlio mio, l’ amato: Ascoltatelo…” Mc 9,2-10.

Seguendo la riflessione di Enzo Bianchi, vediamo che il Priore di Bose parte dalla contestualizzazione del racconto della Trasfigurazione di Gesù. Marco sottolinea che dopo la confessione di Pietro, Gesù cominciò ad insegnare che Egli doveva soffrire, essere rifiutato, venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Dunque, confessione di Pietro, profezia di Gesù sulla sua passione, morte e resurrezione e promessa della visione del regno di Dio sono gli elementi, che precedono (di sei giorni) la Trasfigurazione. Esattamente, il “sesto giorno”, in cui avviene la creazione dell’ uomo (Cfr. Gen 1,26-31), l’ uomo Gesù è rivelato, come il Figlio amato, al quale dare ascolto.

Proprio per questo, Marco precisa: “Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte. Vediamo che Gesù “porta in alto” i tre discepoli più vicini a lui, per essere testimoni di esperienze uniche, come la resurrezione della figlia di Giairo, la Trasfigurazione e l’ agonia al Getsemani. 
Notiamo che Matteo esprime il “mutamento” di Gesù in questi termini: “il suo volto brillò come il sole”. Luca dice: “L’ aspetto del suo volto divenne altro”. Marco, in fine, con discrezione, afferma: “le sue vesti divennero splendenti, bianchissime”.

Sappiamo che ciò che è avvenuto è indicibile. Infatti, sono le creature del cielo, gli angeli, ad essere luminosi. In questa visione apocalittica figurano presenti Elia e Mosè. Essi, rispettivamente, rappresentano la profezia e la legge. Gesù, quindi, è il Figlio, l’ amato, al quale bisogna dare ascolto: “Ascoltatelo”, come dice il testo.

Il tema della conversazione tra Gesù, Elia e Mosè non viene indicato, ma, certamente, il dialogo testimonia la continuità, nella fede, tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Allora, Pietro dice a Gesù che quell’ esperienza è caratterizzata da bellezza e beatitudine. Anzi egli vorrebbe prolungare quella condizione, costruendo tre tende: una per Gesù, una per Elia e una per Mosè. Sicuramente, Pietro balbetta, perché è in preda allo spavento. Quindi, una nube avvolge i tre discepoli e dalla nube viene fuori una voce: “Questi è il Figlio mio, l’ amato: ascoltatelo”.

Chiaramente, l’ invito è quello di ascoltare Lui. Non le propre paure, i propri desideri, le proprie proiezioni su Dio. Ed i discepoli, “improvvisamente, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro”. Dopo la I Domenica di Quaresima, in cui abbiamo contemplato Gesù, tentato dal demonio, la Liturgia odierna, invece, ci fa contemplare il Signore, trasfigurato nella gloria del Padre.

                                                                           Mons. Antonino Scarcione

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