"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

sabato 31 agosto 2019

La Domenica con Gesù, XXII del T.O. / C

……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale 

“...Quanto più sei grande, tanto più fatti umile…Ai miti Dio rivela i suoi segreti…” Sir 3,17-20.28-29 . 
“Fratelli… Voi vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste…” Eb 12,18-19.22-24a . 
“…Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto…Invece…Vai a metterti all’ ultimo posto, perché…Colui che ti ha invitato ti dica: amico, veni più avanti…” Lc 14,1.7-14.

Come, acutamente, osserva E. Ronchi, Gesù è un rabbì (maestro), che “ama i banchetti”, anzi li prende ad “immagine e collaudo del Regno”: a tavola, con farisei o peccatori, amici o pubblicani, ci ha tramandato alcuni tra i suoi insegnamenti più belli.

Il Signore non separava mai la vita reale dalla vita spirituale. A noi, invece, i gesti, che compiamo in chiesa e quelli che facciamo in una cena con gli amici, sembrano essere esperienze così diverse, da non comunicare mai tra di loro, quasi fossero rette parallele, che non si incontrano mai. E’ meglio, quindi, ritornare alle sorgenti: il culto autentico, come affermano i profeti, non è soltanto quello che si svolge nel tempio, bensì, quello che coinvolge la vita quotidiana. Per il Signore, tutto è una sillaba della Parola di Dio: il pane e il fiore del campo, il passero e il bambino, un banchetto festoso e una preghiera nella notte.

Gesù si mette a tavola con Levi (Matteo), Zaccheo, Simone il fariseo, i cinquemila in riva al lago, i dodici nell’ ultima cena. Egli fa, del pane condiviso a mensa, lo specchio e la frontiera avanzata del suo programma messianico.

Certamente, il vangelo odierno crea un paradosso e una vertigine. Il paradosso: “Vai a metterti all’
ultimo posto”, non per umiltà o per spirito di sacrificio, ma perché quello è “il posto di Dio”, che “comincia sempre dagli ultimi della fila” (Don Orione). E’ il paradosso dell’ ultimo posto, quello del Dio capovolto, “venuto non per essere servito, ma per servire”.

Il linguaggio dei gesti lo capiscono tutti: bambini, adulti, teologi e illetterati.

I gesti generano un capovolgimento della nostra scala di valori. Creano una voragine: “Quando offri una cena, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi”, persone che nessuno accoglie, dona generosamente a quelli, che non ti possono restituire niente.

Notiamo che, il nostro, è un Dio che “ama in perdita”, ama senza condizioni, senza nulla calcolare, se non “un’ offerta di sole in quelle vite al buio”, una fessura che si apre su di un modo più umano di abitare la terra insieme. “E sarai beato, perché hai invitato coloro che non hanno da ricambiare”.

Poveri, storpi, ciechi, zoppi sembrano quattro categorie di persone infelici, invece, come afferma il sacro testo, tu sarai beato, perchè troverai la gioia dipinta nel loro volto.

                                                                         Mons. Antonino Scarcione

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