"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 23 maggio 2021

LA DOMENICA CON GESU', PENTECOSTE / B

   ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Apparvero loro lingue come di fuoco…che si posarono su ciascuno di loro…e cominciarono a parlare in altre lingue…Parti, Medi, Elamiti…li udiamo parlare nelle nostre lingue…” At 2,1-11 . 
“…Le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizia, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidia, ubriachezze, orge…Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé…”Gal 5,16-25 . 
“…Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità…e vi annuncerà le cose future…” Gv 15,26-27. 16,12-15.

IL DONO DELLO SPIRITO E’ FONTE DI DIVERSITA’ E ORIGINALITA’. Attraverso una simbolica attesa, la Pentecoste (=50 giorni), prepara i credenti al dono della pienezza. Gesù stesso prepara il discepolo, facendogli comprendere che lo Spirito Santo, a chi si pone alla sequela di Cristo, dà forza, freschezza e passione per la missione. Vediamo che la Pentecoste viene descritta mediante allusioni bibliche, che richiamano l’ evento del monte Sinai: il fragore, il vento e il fuoco. Mentre la comunità dei discepoli è radunata “tutta insieme nello stesso luogo”.

Ma questa intima comunione tra Dio e l’ uomo crea una comunità: la Chiesa. Viene, qui, capovolta la pretesa di Babele (Gen 11,1-9): ciò che l’ uomo non può realizzare, cioè l’ unità delle lingue, viene compiuta come dono di Dio, mediante lo Spirito Santo. Ci viene quindi rivelato ciò che unisce gli uomini: lo Spirito che viene effuso. Inoltre, a Pentecoste, il simbolo del vento, che all’ improvviso investe il luogo dove erano riuniti i discepoli, si trasforma in fuoco che si posa su ciascuno, come se in quel giorno, attraverso lo Spirito, venisse donato un vento e un fuoco, tali da percorrere senza sosta ogni epoca ed ogni luogo.

Si può, allora, comprendere ciò che lo Spirito Santo compie nella Chiesa e in noi credenti: ci abilita ad essere testimoni del vangelo, annunziatori della parola del Signore e capaci di comunione e di unità.

Ed è l’aspetto che emerge nel vangelo di Giovanni: il discepolo fa esperienza delle situazioni in cui si è trovato il Signore. “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20). Gesù allora promette lo Spirito, il quale si rivela come “il Paraclito…lo Spirito di verità che procede dal Padre” (Gv 15,26 ).

Ci viene anche ricordato che solo lo Spirito può fare da esegeta della parola di Gesù. Mediante lo Spirito, la comunità viene condotta nel cuore stesso del mistero. E questo cammino, nello stesso tempo, è un cammino di fedeltà e di novità, di memoria e di rinnovamento, Senza lo Spirito, la parola di Gesù resta come qualcosa di duro, impossibile da capire. Solo lo Spirito ha la forza di inciderla nel nostro cuore e di nasconderla come seme che feconda la nostra esistenza. Lo Spirito può introdurci alla verità tutta intera: alla verità della parola di Dio, alla verità della nostra vita, del nostro cuore e alla verità dell’ altro.

Infine, mediante lo Spirito, la parola di verità si trasforma in vita. Come opportunamente ci ricorda Paolo, il dono dello Spirito fa maturare nella nostra esistenza il frutto dello Spirito: “…Lasciatevi guidare dallo Spirito” ( Gal 5,16.18). Tutto ciò nella logica del dono e della novità, significa vivere nell’ ascolto dello Spirito, il quale, conoscendo le profondità del nostro cuore, sa trarre da esso ogni desiderio di bene.

Paolo ci dice, tra l’ altro, che c’ è un solo frutto da portare: l’ amore. L’amore, come un dono gratuito ai fratelli.

                                        Mons. Antonino Scarcione

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