"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 10 luglio 2022

LA DOMENICA CON GESU', XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / C

   ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi precetti…”Dt 30,10-14 . 

“Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile…Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti…” Col 1,15-20 . 

“…Chi è il mio prossimo ? Gesù rispose: Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti; che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto…Un sacerdote…lo vide e passò oltre,…Un levita…vide e passò oltre. Invece un samaritano,…vide e ne ebbe compassione…Gli si fece vicino…Va’, e anche tu fai così” Lc 10,25-37.

“AL CENTRO DEL MESSAGGIO DEL VANGELO ODIERNO TROVIAMO UNA PARABOLA; AL CENTRO DELLA PARABOLA UN UOMO E QUEL VERBO INCONFONDIBILE: TU AMERAI. E QUINDI LE FAMOSE PAROLE: FA’ COSI’ E TROVERAI LA VITA”.

Questa la breve sintesi, tracciata da E. Ronchi, che valorizziamo in questa nota. Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico…Ecco uno dei racconti biblici più belli del mondo. Sappiamo bene che il mondo intero scende da Gerusalemme a Gerico. Come opportunamente afferma lo studioso, nel suo commento a questa pagina del vangelo di Luca, nessuno può dire: io faccio un’ altra strada, perché siamo tutti nella sessa strada. Ci salveremo insieme o non ci sarà salvezza.

Il primo che passa per quella strada è un prete. Vede l’ uomo ferito, ma passa oltre.

Invece, un samaritano, che era in viaggio, vide, ne ebbe compassione

e si fece vicino. Un samaritano, proprio uno di quelli appartenenti a gente ostile e disprezzata e che non frequenta il tempio, si commuove, si fa vicino e si fa prossimo. Notiamo che Luca usa termini molto belli, che denotano tanta umanità. Non c’ è, infatti, umanità senza compassione. Il samaritano si avvicina. Sappiamo che, fermarsi, non è un gesto spontaneo: i briganti possono essere ancora nella zona. E’ vero, avvicinarsi non è istintivo, ma è una conquista.

Dal testo, affiorano tre elementi concreti: vedere, fermarsi, toccare: essi tracciano i tre passi iniziali della risposta alla domanda: “Chi è il mio prossimo ?”.

“Vedere e lasciarsi ferire dalle ferite dell’ altro”. Il mondo è un immenso pianto e , come afferma Davide Turoldo: “Dio naviga in questo fiume di lacrime” invisibili, però, a chi ha perduto gli occhi del cuore, come il sacerdote e il levita. “Fermarsi addosso alla vita che geme e si sta perdendo nella polvere della strada”. Io ho fatto tanto per dire: “Eccomi, sono qui”. Toccare: Il samaritano versa olio e vino, fascia le ferite di quell’uomo, lo solleva, lo carica, lo porta…

Toccare l’ altro, è parlargli silenziosamente con il proprio corpo, per comunicargli: “Non ho paura e non sono tuo nemico”.

Toccare l’altro è la massima vicinanza, è dirgli: “Sono qui per te”; è accettare ciò che lui è, così com’ è; toccare l’ altro è un atto di riverenza, di riconoscimento, di venerazione per la bontà della sua persona. Il racconto di Luca, poi, continua, mettendo in rapida successione dieci verbi, per tracciare “l’ amore fattivo”: vide, ebbe compassione, si avvicinò, versò, fasciò, caricò, portò, si prese cura, pagò, fino al decimo verbo: al mio ritorno salderò.

“Questo è il nuovo decalogo, perché l’uomo sia promosso a uomo”, perché la terra sia abitata da “prossimi” e non da briganti o nemici. 

Mons. Antonio Scarcione


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