"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 31 luglio 2022

LA DOMENICA CON GESU', XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / C

 ……… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Vanità delle vanità: tutto è vanità. Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato…” Qo 1.2;2.21-22 . 
“ Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù…Fate morire…ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi…” Col 3,1-5.9-11 . 
“…Tenetevi lontani dalla cupidigia, perché, anche se uno è nell’ abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede…Dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni;…Mangia, bevi e divertiti. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita…” Lc 12,13-21.

MESSAGGIO. “ IL VANGELO DI LUCA E’ PARTICOLARMENTE ATTENTO AL POSSESSO E GESTIONE DEI BENI. GESU’ STESSO METTE IN GUARDIA I DISCEPOLI E LA FOLLA DALL’ATTACCAMENTO MORBOSO AI TESORI TERRENI. ESSO PUO’ COMPORTARE L’ ESCLUSIONE DAL REGNO DI DIO “.

La proprietà di un uomo ricco aveva prodotto un abbondante raccolto. Una benedizione, secondo la Bibbia. Eppure tutto è corroso da un tarlo inarrestabile. Vediamo che il ricco è chiuso nel suo io. Come osserva Ermes Ronchi, egli è ossessionato dalla logica dell’ accumulo. Nel suo vocabolario c’ è un solo aggettivo: “mio”. I miei raccolti, i miei magazzini, i miei beni, la mia vita, l’ anima mia. Seguiamo la sintetica riflessione dello studioso. Egli afferma: “nella narrazione, oltre al ricco, non figura alcun altro personaggio”. La sua è una vita desolatamente vuota, dalla quale anche Dio è assente, perché è sostituito da un idolo: “il dio accumulo”. Il ricco non ha mai abbastanza. Non gioca mai “al tavolo delle relazioni umane, unica garanzia di felicità”. Ecco il suo dramma: lo squallore della solitudine.

Ancora una volta, gli idoli divorano i loro devoti, ingannandoli: “Anima mia, hai molti beni per molti anni, divertiti e goditi la vita”. E’ forse questo l’ errore che rovina tutto ? No. Anche per il Vangelo è scontato che la vita sia un’ incessante ricerca di felicità.

L’ uomo ricco è nell’ atrofia della vita, non ha più allenato i muscoli del dono e delle relazioni: “Stolto, questa notte ti sarà chiesta l’ anima”. Stolto, perché il cuore solitario si ammala: isolato, muore. Così, “si alleva la propria morte”.

Infatti, essere vivo domani non è un diritto, è un miracolo. Rivedere il sole e i volti a noi cari, al mattino, non è né ovvio né dovuto, è un regalo.

E che, domani, miliardi di cellule del mio corpo siano ancora connesse, coordinate e solidali è un improbabile prodigio. E quello che hai accumulato di chi sarà? La domanda ultima, quando non rimane più niente, è questa: dopo che tu sei passato all’ altra vita, dietro di te è rimasta più vita o meno vita ?

La parabola richiama le semplici, “sovversive”, leggi evangeliche: “1) non accumulare; 2) se hai, hai per condividere.

Davanti a Dio, noi siamo ricchi solo di ciò che abbiamo condiviso. Siamo ricchi di uno, di molti bicchieri di acqua fresca dati; di uno, di cento passi compiuti con chi aveva paura di restare solo; siamo ricchi di un cuore che ha perdonato per sette volte, per settanta volte sette” (Ermes Ronchi).

                                      Mons. Antonio Scarcione

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