"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 30 aprile 2023

La Domenica con Gesù, IV di PASQUA - DEL BUON PASTORE / A

…… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Cosa dobbiamo fare, fratelli ? E Pietro disse loro: Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati…” At 2,14a.36-41 . 
“…Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce…1 Pt 2.20b-25 . 
“…Chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi entra da un’ altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore…” Gv 10,1-10.

“LA DOMENICA DEL BUON PASTORE ESPRIME LA MODALITA’ FONDAMENTALE, CON CUI SI VIVE L’ INCONTRO CON IL RISORTO. EGLI GUIDA I SUOI FEDELI, PROPONENDO SE’ STESSO COME MODELLO DA ASCOLTARE E SEGUIRE. NELLA SUA UMANITA’, NEI SUOI TRATTI DI UNICITA’ E ORIGINALITA’: LA SUA VOCE”.

In questa Domenica, detta “la Domenica del buon Pastore”, Gesù si presenta con due immagini, che si completano a vicenda. L’ immagine del pastore e quella della porta dell’ ovile. Il gregge ha come abitazione un ovile, che serve da rifugio, dove le pecore riposano dopo le fatiche del cammino. E l’ ovile ha un recinto con una porta, dove sta un guardiano. Al gregge si avvicinano diverse persone: C’ è chi entra nel recinto per la porta e chi “vi sale da un’ altra parte”. Il primo è il pastore, il secondo un estraneo, che entra per altri interessi.

Gesù si identifica col primo e manifesta familiarità con le pecore, attraverso la voce, con cui le chiama e che esse riconoscono: “le pecore ascoltano la sua voce. Egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome”, per condurle fuori, ai pascoli erbosi. La seconda immagine, con cui Gesù si identifica, è quella della “porta delle pecore”. Egli, infatti, dice: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato”, cioè avrà la vita in abbondanza. Il sacro autore evidenzia che Gesù afferma: “Io sono venuto perché abbiano la vita in abbondanza”. Cristo, Buon Pastore, è diventato la porta della salvezza dell’ umanità, perché ha offerto la vita per le sue pecore.

Gesù è un capo, la cui autorità si esprime nel servizio, un capo che, per comandare, dona la vita. Di un capo così, ci si può fidare, come fanno le pecore che ascoltano la sua voce, perché sanno che con lui si va a pascoli buoni e abbondanti. Esse seguono, obbediscono, guidate dalla voce, che avvertono come presenza amica, che indirizza, protegge, consola e cura.

C’ è una dimensione cristiana, che forse lasciamo in ombra. La dimensione spirituale ed affettiva. Quel vincolo speciale col Signore, come quello che intercorre tra le pecore e il pastore.

Tante volte, come afferma Don Lucio D’ Abbraccio nel suo breve commento, “razionalizziamo” troppo la fede e rischiamo di perdere il timbro di quella voce, la voce di Gesù, buon pastore. Come è accaduto ai due discepoli di Emmaus, a cui ardeva il cuore, mentre il Risorto parlava loro lungo la via.

                                   Mons. Antonio Scarcione

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