"Non dubitare che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo: in effetti è solo così che è sempre andata" (Margaret Mead)



Quello che fai per te stesso morirà con te,quello che fai per gli altri rimarrà per sempre


Palio dei Normanni, 12/13/14 agosto

domenica 2 luglio 2023

LA DOMENICA CON GESU', XIII DEL TEMPO ORDINARIO / A

  …… per tutti coloro che desiderano lasciarsi guidare dalla Parola di Dio: un commento per meditare e per prepararsi alla Liturgia della Santa Messa domenicale

“…Un’ illustre donna…disse al marito…:Facciamo una piccola stanza…mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e un candeliere; così, venendo da noi, vi si potrà ritirare…Eliseo disse:…Chiamala ! La chiamò: L’ anno prossimo…tu stringerai un figlio tra le braccia…” 2Re 4,811.14-16a . 
“…Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più…” Rm 6,3-4.8-11 . 
“…Chi ama padre o madre più di me non è degno di me…chi non prende la propri croce e non mi segue, non è degno di me…” Mt 10,37-42.

“GESU’, DOPO AVER DETTO AI DODICI DA CHI ANDARE, COSA DIRE, COSA FARE, COME PREPARARSI E COME COMPORTRSI, LI METTE IN GUARDIA DAI PERICOLI INSITI NELL’ ESSERE SUOI DISCEPOLI. NOTIAMO CHE SI PARLA DI ACCUSE, ODIO, PERSECUZIONI, FLAGELLAZIONI E UCCISIONI. QUESTO CI MOSTRA COME IL BRANO SIA INSERITO IN UN’ OTTICA POST-PASQUALE. CIO’ CHE EMERGE E’ LO STRETTO LEGAME TRA IL MAESTRO E IL DISCEPOLO. GESU’ SA CHE I DISCEPOLI ATTIRERANNO SU DI SE’ LE STESSE REAZIONI CHE HA CAUSATO GESU’. M ANCHE I DISCEPOLI POTRANNO ESSERE SALVATI, PERCHE’COME GESU’ ESSI SONO AMATI DAL PADRE”.

Scegliere Cristo nella nostra vita non è cosa da poco. Gesù stesso non nasconde, a chi lo segue, che questo crea lacerazioni fino a toccare anche i legami familiari.

Con la sua predicazione, Gesù scardina, così, un ordinamento sociale, accettato da tutti, e proclama che le esigenze del Vangelo sono al di là e al di sopra delle convenzioni sociali.

Il triplice “non è degno di me” non è una semplice constatazione. Infatti, vive realmente la sequela di Gesù chi antepone l’ amore di Cristo ai legami familiari fino alla croce. Questi è veramente suo discepolo. Se Gesù antepone il Regno di Dio ai legami familiari, è perché lui stesso ha vissuto con radicalità l’ urgenza del Regno che lo ha portato a creare una “nuova famiglia”, di cui è criterio l’ ascolto della Parola di Dio e il fare la sua volontà. Vediamo che Gesù chiede anche ai discepoli tale radicalità.

Come limite estremo della sequela vi è la croce, il perdere la propria vita a causa di Gesù. Chiamato ad essere sulla croce, là dove è stato il Signore, il discepolo è abitato per grazia, in forza della sequela, dalla disponibilità a portare la croce. Perché, egli pone la propria vita in quella del Signore e sa che, perdendo la vita sulle orme del Signore, la troverà in lui.

Anche se tutti gli “appoggi” umani verranno meno, quando il senso stesso del cammino si farà indecifrabile, quando le motivazioni che avevano indotto a seguire Cristo non appariranno più sufficienti, allora il “prendere la propria croce” si rivelerà essenziale, per proseguire il cammino in una fede più spoglia e più autentica.

La perdita della propria vita ha senso solo nella scelta di amare fino all’ estremo del dono di sé. Gesù ha vissuto ogni istante della sua esistenza, donando vita: ai malati, ai peccatori, agli emarginati, ai disprezzati. Gesù ha scelto e voluto dare vita. Perdere la vita come lui, come è qui richiesto, è in realtà un invito ad amare come Cristo ha amato.

                                       Mons. Antonino Scarcione


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